Posts written by Nebaioth

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    CITAZIONE (-Guy Incognito - @ 12/6/2023, 10:57) 
    Non credevo che avrei mai visto questo giorno.

    Lo si pensava anche di Andreotti ma poi...
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    Kazuki Takahashi (ideatore di Yu Gi Oh)
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    Pg: Nebaioth
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    La trama si stava infittendo e finalmente venne fuori che il trafficante di linfa vitale vantava un aggancio di non poco conto che lo avrebbe aiutato a consumare l'agoniata vendetta ai danni dell'economo di Gaveller e, di concerto, di tutto il suo entourage.
    Veniva spontaneo domandarsi perchè dunque li avesse coinvolti, forse non voleva dare l'impressione di lasciarsi semplicemente servire nel cosciotto mettendo qualcosa sul piatto ma, a dire il vero, niente di tutto ciò interessava allo spartano che si limitava a cercare la scorciatoia più rapida per giungere in quelle terre avvolte dal mistero di cui gli avevano saturato l'immaginario augurandosi che non si trattasse di una favola da terrapiattisti.
    D'un tratto, la martellante musica elettronica, cessò di suonare e ne presero il posto le urla scomposte di vari non morti che stavano evidentemente soffrendo come cani soppressi.
    L'imprenditore fallito esclamò quasi estasiato che il suo ospite era arrivato ma, anche senza quell'exploit, i suoi interlocutori se ne sarebbero subito accorti; d'altronde quel soggetto sprigionava un'aura di potenza inaudita che solo un non addetto ai lavori avrebbe potuto ignorare candidamente.
    Il primo pensiero che balenò nella mente del risorto fu quello di esser caduto in trappola, forse tutta quella storia riguardo alle Notti Sferze era stata montata a doc giusto per attirarlo lì.
    Nonostante ciò non dubitò della buona fede di Michele ipotizzando che invece potesse esser stato usato come pedina per fargli scacco.
    Solo pochi istanti dopo, la suddetta tesi decadde: l'obiettivo di quella specie di monaco guerriero non era il capitano; anche lui marciava verso Gallever.
    "Ecco, è arrivato il guastafeste!"
    Esclamò l'antico zombie rivolgendosi a Goffredo; in fondo non c'è altro modo di appellare chi si fregia del sacrilego sgarbo di fermare la musica (questo secondo gli standard del figlio di Phorphyrios).
    Michele era visibilmente scosso, pareva un vampiro nel Sahara a mezzogiorno; gli fece presente che conosceva quel santarello e che sarebbe stato meglio agire con cautela.
    Avendone percepito la potenza, Nebaioth comprese quanto fossero congrue le parole dell'amico tatuatore ma dentro di lui ribolliva il sangue marcio perchè finalmente si trovava dinanzi un nemico che potesse definire all'altezza.
    I morti viventi che si scagliavano verso il falso giovane ammantato da un'aura divina, finivano irrimediabilmente polverizzati; l'antico applaudì, più in segno di scherno che come apprezzamento.
    "Facile spazzare via il pulviscolo eh?
    Perchè non te la prendi con una roccia?"

    Ma il chierico vagante e il droghiere erano in procinto di portare a termine la loro trattativa e solo il tempestivo intervento di Michele riuscì a imperdire a Olandiè di consegnare il biglietto per Gallever nelle mani sbagliate.
    Subito il pirata approfittò di quegli attimi in cui i due parevano in preda alle vertigini per portarsi a fianco del delirante ex imprenditore e rimuvergli, più con brutalità che con eleganza, la testa dal collo con l'ausilio dell'ulna estesa fuori dal braccio e resa curva e affilata come un falcetto.
    "Quest'aggeggio lo piglio io!"
    Disse strappandogli di mano il ciondolo mentre il corpo decapitato cadeva prima in ginocchio e poi supino nel fango misto a sangue.
    "Bellimbusto, mi sarebbe garbato un monte fa a schiaffi con te ma ora c'ho da fa, la prossima volta te lo levo io quel sorrisetto da ebete che ti ritrovi stampato su quella faccia da culo, parola di pirata!"
    Poi, rivolgendosi a Sebastiani:
    "'gnamo cumpà, verso l'infinito e oltre!"
    Non ci voleva una scienza e nemmeno un arcimago per capire come funzionasse un oggetto magico di quel tipo; insomma, non era il primo giocattolo incantato che gli passava per le mani e, grazie anche alla meticolosa supervisione di Azorius, la magia non aveva più così tanti segreti da nascondergli.
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    Pg: Nebaioth
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    Anche se sia l'ambiente che la gente gli davano un concettuale voltastomaco, lo zombie si lasciò "prendere la mano" dall'autodefinitosi droghiere seguendolo, in compagnia del Sebastiani, a bordo del suo mezzo parcheggiato.
    Si trattava di un camper molto più piccolo del suo, che non era grande ma esagerato, il problema non stava però nelle dimensioni...
    Chiunque avesse osservato, seppur di sfuggita, l'interno del veicolo avrebbe intuito al volo che qualcosa puzzava di bruciato; ormai Nebaioth aveva afferato il concetto: la discrezione non valeva più nulla.
    Beh, in fondo poteva essere un vantaggio se non vi fossero state ripercussioni come il ritrovarsi alle calcagna gruppi di moderni paladini pronti a scaricarti una cisterna d'acqua santa addosso.
    Dentro c'era un altro immortale indaffarato nell'ammansire una giovane preda; per il pirata quei due avevano la valenza di un acaro e di una formica, non se ne curò.
    Accolse invece l'invito a sedersi salvo poi scattare nuovamente in piedi dopo due parole proferite dall'anfitrione; proprio non riusciva a stare fermo, il relax è roba da vivi.
    Ascoltò il piagnisteo dell'altro morto finchè questi non gli chiese cosa li avesse portati fin lì.
    Davvero a Nebaioth serviva una ragione per fare qualcosa?
    Stranamente stavolta un motivo c'era e, forse inconsapevolmente, ci aveva già girato intorno...
    "Senti amico, chiederesti a un pesce perchè se ne sta a mollo?
    Questo è il mio ambiente, è naturale trovarmi qui!"

    Avrebbe potuto dirlo senza tema di smentita solo qualche anno prima però non gli interessava che l'altro recepisse quelle parole come una verità, erano solo un espediente per dare un'insipida risposta a un quesito che intendeva eludere.
    "Piuttosto pare tu sia messo proprio a mamma d'agnello eh!?"
    Approfittò per girare il dito nella piaga.
    "Te lo dico papale papale: non me po fregà de meno se i vampiri festaioli crepan come mosche; erano troppe bocche da sfamare e in più alzavano troppo la cresta!"
    Era stato schietto, forse eccessivamente ma non temeva una pugnalata alle spalle e se fosse arrivata, peggio per chi si fosse azzardato.
    "Però, se davvero mi conosci, dovresti sapere anche della mia benevolenza..."
    Quale benevolenza???
    "Avanti, dimmi chi ti ha mandato in rovina, ci penso io a conciarli per le feste!"
    In realtà avrebbe ringraziato calorosamente coloro che si fossero sbarazzati della "concorrenza", quei vampiri eredi di Veronica che tramavano nell'ombra col desiderio di vendicare la loro immotivatamente divinizzata madre.
    "Hai parlato di Notti Terze? Di Gulliver? Ho bisogno di più dettagli se vuoi che ti aiuti a consumare la tua vendetta!"
    Fece un po' il finto tonto anticipandolo però giacché nessuno gli aveva chiesto aiuto per nulla, se però il droghiere avesse abboccato, sarebbe stato il tramite per il quale avrebbe agganciato questa fantomatica organizzazione.
    "Oh, Michè, che famo? Gliela diamo o no una zampa al povero Olandiè? Olè!"
    Esclamò avvitandosi con un braccio alzato come eseguendo un passo di danza; non era importante per lui che chi lo osservasse potesse ritenerlo ridicolo, alla fine era sempre lui chi rideva per ultimo.
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    Pg: Nebaioth
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    Si era "assentato" per appena un biennio ma già stava avvertendo il profondo cambiamento che il mondo underground aveva subito in quell'impalpabile lasso di tempo...
    Anche se si trattava di raduni dai folli risvolti, almeno un poco lui e la sua ciurma badavano alle apparenze: pur commettendo qualsiasi classe di atto illecito, si guardavano bene dal rivelare la loro vera natura di non morto se non nei riguardi di coloro che avevano definitivamente designato come vittime (dunque non più in grado di spifferare alcunché).
    Ciò a cui stava assistendo era sfacciatamente sotto gli occhi di tutti e i non morti si facevano gli affaracci loro senza dare peso ai mortali presenti.
    Giusto... I mortali...
    Davvero ci tenevano tanto a drogarsi?
    Tanto da mettere a repentaglio la loro vita in modo così sconsiderato?
    Certo, si sarebbe potuto obiettare che anche solo assumendo sostanze di dubbia provenienza si rischia grosso ma vogliamo interrogarci sul fatto che potrebbe esser meglio morire di overdose piuttosto che divorati vivi dagli zombie?
    Tutto questo aveva per Nebaioth ben poca importanza; giudicava i mortali e gli immortali lì presenti alla solita maniera: un branco di stolti.
    Ormai lui era fuori da quel giro e si trovava lì di passaggio dunque non aveva alcuna intenzione di preoccuparsi delle sorti di nessuno, avrebbe giusto colto ogni incipit del fato dandogli spago per vedere che sarebbe successo di conseguenza; da questo punto di vista, niente di nuovo a dire il vero.
    Aveva deciso di sconvolgere la situazione, quale che essa fosse, esplodendo dei colpi di pistola a casaccio perchè fondamentalmente si reputava un elemento di disturbo o un attentatore alla quiete pubblica.
    Le reazioni più disparate erano comunque prevedibili: un fuggi fuggi generale e qualche rincoglionito nel suo mondo che non si era nemmeno reso conto dell'accaduto.
    Passeggiando fra le polverose rovine di un prefabbricato, si potevano notare le improvvisate bancarelle di personaggi più loschi della loro merce, uno di loro apostrofò lo spartano chiamandolo capitano come se l'avesse sempre conosciuto.
    A lui quel volto non diceva niente ma, conoscenza a parte, quel tipo non gli piaceva a pelle, pensava che fossero stati personaggi come quello ad aver sancito il declino delle feste per come le concepiva.
    CITAZIONE
    Mi presento, Sono Olandiè Beltòn. Un "Droghiere", se mi spiego. Sembrati nuovi a questi eventi, posso farvi da guida? Le brutte recensioni nuociono agli affari, concorda con me Capitano?

    Non poteva certo limitarsi a ignorarlo e poi si erano recati lì con uno scopo preciso dunque gli rispose con quanto più garbo possibile:
    "Ehy amico, credo tu abbia ragione, siamo nuovi a esperienze simili: a miei tempi le feste erano una figata pazzesca, mica un mortorio come questo!"
    In ogni modo quel tizio incarnava una porta e l'intenzione non era quella di chiuderla...
    "Dai, scherzi a parte, se hai qualcosa da dire, sputa il rospo, son tutt'orecchi!"
    Ammiccò con lo sguardo il Sebastiani per fargli capire di stare al gioco, avrebbero capito successivamente quali regole avrebbe avuto...
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    Io credo invece che dovrebbe schierarsi con Namor (in modo da giustificare ingame la sua assenza qui).
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    Molteplici ragioni:
    -ultimamente sento la necessità d'interessarmi un po' alla geopolitica
    -la salute non mi sorride
    -ho una privata aperta e darei la precedenza a quella
    -avrei voluto aggiudicarmi un personaggio originale (Night Side) ma non trovo materiale utile a studiarne i tratti

    Prima o poi mi ci metto...

    Edited by Nebaioth - 17/3/2022, 22:42
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    Traditore! Grrr :inkazz:
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    [QUOTE]!
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    Pg: Nebaioth
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    Qualche anno prima all'accampamento dei pirati.

    Si trattava di una festa un po' diversa dalle altre; in quell'occasione aveva radunato attorno a se figure che riteneva importanti per la buona riuscita del suo nuovo gioco di ruolo e fra queste c'era pure Michele.
    Il brutto stava nel fatto che si fosse portato appresso pure quella zavorra della sua ragazza, una mocciosa impudente dai capelli tinti e la lingua lunga incapace di gestire una sbornia; elementi del genere avevano per lo zombie la valenza di agnelli sacrificali ma sapendo quanto fosse importante quella mezza calzetta per l'amico ghoul, fece uno sforzo per trattenere il desiderio di smembrarla finché non gli venne in mente un'idea in grado di mettere tutti d'accordo...
    "Michè, te ne sarai accorto da solo, la tua tipa non mi va a genio ma se piace a te, beh, cazzi tuoi!"
    Detto questo monopolizzò l'attenzione dei presenti (non quel migliaio di scoppiati accalcati ma solo i cinque che insieme a lui facevano gruppo a se) e gridò a squarcia gola per sovrastare il prepotente wattaggio del soundsystem:
    "Michele, Alessia, visto che ci tenete tanto, vi unirò nel sacro vincolo del matrimonio con tanto di benedizione!"
    Mentre lo diceva gli scappava da ridere, in fondo per lui era tutto un gioco.
    Dopo aver posto le domande di rito sotto gli occhi increduli della mummia francese che il capitano reputava il suo braccio destro, della mummia nordica dall'outfit metallaro di nome Olve e del giovane ghoul graffitaro che si taggava Ghiaccio, lo spartano pronunciò le fatidiche parole che sancirono l'unione della coppia puntando l'indice verso Alessia:
    "Vi dichiaro marito e morta!"
    La ragazza stramazzò esanime al suolo senza un alito di vita ma Michele non si scompose sapendo leggere fra le righe dell'insano siparietto.
    Nebaioth si era avvalso del dito della morte ponendo fine alla vita della giovane donna dai capelli fucsia destinata poi a rianimarsi come zombie dando l'opportunità ai neosposini di spassarsela nei secoli dei secoli...

    Oggi, sabato.
    Come preventivamente concordato, si recò nei pressi di Nouvieille dove avrebbe incontrato il tatuatore ma stavolta non aveva la benché minima intenzione di tenere un basso profilo visto che, dopo tanto tempo, sarebbe tornato a bazzicare il suo habitat naturale, pertanto, ci andò a bordo del suo esoso palazzo su ruote.
    Quell'affare era un pugno in un occhio sia per la cromatura dorata stucchevole al punto da non poter essere ignorata, che per l'imponente stazza degna di un tir da trasporto transnazionale.
    Michele si era presentato in moto, fortunatamente da solo ed era così in valvola che il suo entusiasmo contagiò rapidamente anche il pirata in pensione.
    In vero non era difficile coinvolgere il capitano, gli bastava davvero un nulla per andare su di giri ma aveva bisogno di continui stimoli poiché, altrettanto in fretta, si stufava di situazioni che, per il suo basso livello di sopportazione, diventavano statiche o monotone.
    Quella sorta happy hour improvvisato gli parve un buon inizio per la rimpatriata ma ciò che non lo faceva stare nella pelle, era il pensiero delle facce che avrebbero fatto certe sue vecchie conoscenze nel vederlo riapparire come nulla fosse dopo anni di latitanza su un terreno che ormai lo vedeva reietto.
    Parcheggiati i rispettivi bolidi, i non morti si misero a bere e a fumare emulando le abitudini dei vivi; Nebaioth non era solito bere ma quei liquidi in eccesso non costituivano un gran problema, più tardi li avrebbe vomitati, magari addosso a qualcuno...
    Tra una canna e una birra, l'ex crociato condivideva tutto ciò che aveva appreso sulla faccenda dell'antica setta cui aveva accennato nel corso del precedente incontro.
    Nell'arco di un paio di giorni sembrò aver acquisito molti più dettagli in merito e questo grazie a un fortuito aggancio di Alessia, secondo il racconto dell'amico.
    "Miracolo! Perfino lei è riuscita a rendersi utile una volta tanto..." pensò maliziosamente l'antico mentre ascoltava interessato le speculazioni a metà fra mito e realtà che riguardavano la misteriosa organizzazione.
    Stando a quanto detto, quel manipolo di non morti avrebbe prosperato per svariati millenni per giunta col supporto di qualche essere immondo.
    Per Nebaioth si trattava di una novità assoluta ma non c'era da stupirsi, non si era mai interessato a ciò che andava oltre al suo orticello, era l'esatto opposto di Azorius che invece aveva fatto del sapere la sua ragione di vita; quelli erano i momenti in cui ne sentiva la mancanza (cioè quando aveva bisogno di trovare risposte a quesiti improponibili).
    CITAZIONE
    "Quella scapestrata di Alessia ha imparato a manipolare i vivi, e indovina? Mi ha portato in studio uno studioso d'occulto del Vaticano... Per giunta lo ha fatto sgozzare con le sue stesse mani."

    "Hahaha dai via, allora vi divertite anche voi eh?
    Comunque è stramba sta cosa: non mi è mai capitato per le mani un prete tatuato..."

    Cercò di far mente locale ma un individuo simile non lo avrebbe dimenticato neanche volendo; in ogni caso si trattava della parte meno interessante del discorso.
    CITAZIONE
    "Non stiamo cercando un gruppo di fanatici occulti, Neba. Ma una nazione."

    Ecco, questo dava da pensare: cercare una nazione?
    Sarebbe stato logico se gliene avessero parlato qualche secolo prima ma c'era forse al giorno d'oggi una nazione ancora da scoprire?
    Le opzioni potevano essere soltanto tre:
    -si era appena formata una nuova nazione (ipotesi discordante col fatto che quei cultisti, in teoria, fossero in azione da secoli sebbene potesse anche darsi che, in tutto quel tempo, non fossero ancora riusciti a fondare il proprio stato indipendente)
    -la nazione in questione si trovava su un altro pianeta
    -la locazione dello "stato fantasma" risiedeva in un'altra dimensione.
    Questa fu l'analisi spicciola che potè mettere in piedi il non morto coi pochi dati a disposizione ma, conscio di saperne poco o niente, decise di non spremersi ulteriormente le meningi.
    Ascoltò commentando con sporadiche esclamazioni sensazionalistiche la narrazione offerta da Sebastiani poi questi gli rivolse la fatidica domanda:
    CITAZIONE
    "Te non ne sai nulla? Infondo giri sulla terra ancora prima della nascità delle religioni odierne."

    Sticazzi! Gli avrebbe risposto, in tremila e passa anni ne aveva viste di cotte e di crude ma era pur sempre un singolo individuo e non un dio, non aveva il dono dell'ubiquità ed aveva di per se le sue belle gatte da pelare...
    "Onestamente? Niente di niente."
    Ma era proprio quello il bello: finalmente c'era qualcosa di nuovo e misterioso da indagare, da scoprire, da sperimentare...
    "Tanto meglio, no? Sarà una nuova caccia al tesoro, tattico!"
    (La tattica non c'entrava niente, l'esclamazione contestualizzata significava "bellissimo" o "fantastico").
    Tra una chiacchiera e l'altra giunse il calar delle tenebre che faceva da prologo ai festeggiamenti del week-end e i due si decisero a recarsi verso il fulcro della perdizione designato per quella settimana.
    Lasciò che fosse il ghoul in moto a fare strada; il raduno non distava molto da lì e la fila di mezzi da campeggio li guidarono dritti alla meta auspicata.
    Il dubaiEllement palazzo non passò inosservato soprattutto a chi ne conosceva il proprietario; d'altronde Nebaioth era l'unico che fosse mai andato a un rave con un veicolo come quello.
    Era finito il tempo di nascondersi, era perfino tornato a indossare canotta nera, jeans mimetici e anfibi come ai vecchi tempi.
    Trovato a fatica uno spazio adeguato a "gettare l'ancora" l'antico zombie scese dal mezzo portandosi dietro Key e sulla spalla Phorphyrios ricongiungendosi al diacono intento a mettere la moto sul cavalletto.
    La prima cosa che notò fu la musica, troppo blanda per suo orecchio dedito all'hardtek; se non fosse stato un morto che cammina, avrebbe giurato di addormentarsi di lì a breve ma pazienza...
    Michele lo approcciò pregandolo di fare strada e lui non si lasciò sfuggire quell'invito a nozze; sfoggiò un malevolo sorriso a denti stretti mentre estraeva Baby Silver dai calzoni e, puntando la pistola al cielo gridò:
    "È qui la festa?!?"
    Sparando una tripletta di colpi a intervalli irregolari e seminando il panico fra i quindicenni in botta piena.
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    Io mi rimetto alla decisione del boss, sono certo che si casca in piedi!
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    Se la canta Cristina siamo a cavallo!🥰😍
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    :punk:
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    Applausi per tutti tutti tutti tutti tutti applausi applausi applausi per tutti tutti tutti tutti tutti...
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    [ENTRO]
    Pg: Nebaioth
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    Certe situazioni sono, per forza di cose, destinate a non durare, anzi, nel lungo periodo nessuna situazione rimane la stessa; deve trattarsi di una regola non scritta del gioco dell'esistenza...
    Certo rode il fatto si spenda un ammontare di tempo, la valuta irrecuperabile, nella costruzione di strutture fisiche o legami con altri esseri per poi dover assistere all'inevitabile crollo o allo spezzarsi di quei compromessi con la realtà, fisici o astratti che siano.
    È chiaro che per i mortali, il venir meno di alcune cose magari date per scontate, possa equivalere al "mondo che ti casca addosso" ma per chi, in teoria, non conosce la parola "fine" una simile eventualità non costituisce più di una pietra d'inciampo.
    Costa sempre fatica rialsarsi, questo vale anche per quegli individui che si pretendono immortali ma, la prospettiva di avere a disposizione un tempo virtualmente illimitato, rende quantomeno ogni sforzo meno oneroso ed ogni trauma più facilmente assimilabile.
    E nulla... Si chiude un capitolo e si comincia a scriverne un altro; tutto sta nel decidersi a fare il primo passo, il resto è destinato ad arrivare autonomamente elargito dal capriccioso fato che poi altro non è che un reticolato inconsciamente ordito dalla somma di decisioni altrui con l'aggiunta di fattori ambientali dei quali non ci è dato sapere.
    Nebaioth si era divertito un mondo a cimentarsi nel ruolo di "pirata di terra" ma ormai anche quella storia era giunta al termine.
    Avrebbe potuto benissimo arginare il problema dei rivoltosi facenti parte della ciurma adottando la crudeltà degna del principe di machiavellica memoria ma, molto semplicemente, quella situazione non gli dava più stimoli.
    Non aveva bisogno di sudditi ma di compagni e se non poteva averne allora avrebbe preferito tornare a esistere in solitudine conscio del fatto che non sarebbe stato per sempre.
    Quando abbandonò i pirati chiese ai suoi più cari amici di non seguirlo perché non intendeva rovinare la loro routine, ognuno si era creato il proprio spazio, aveva le proprie aspirazioni e non sarebbe stato giusto imporgli di gettare tutto a mare per un proprio capriccio.
    Lo zombie rimase comunque affiancato dai propri animali e con loro trascorse qualche anno "sabbatico" ai margini della civiltà.
    A volte si crogiolava nei ricordi di un passato avventuroso, altre, pensava a come impossessarsi di nuovo del proprio destino.
    Di tanto in tanto ritornava a calpestare l'asfalto di Nouvieille ma non facendo acrobazie o imbrattando i muri come suo solito, teneva un basso profilo al solo scopo di evitare controversie che non aveva voglia di gestire.
    Visitava la città solo di giorno, almeno aveva la certezza di non incontrare molesti vampiri desiderosi di morire giovani.
    Era rimasto in contatto con alcune mummie e qualche ghoul, fra questi, il suo tatuatore di fiducia, il diacono (così si firmava quando compiva un efferato omicidio).
    Anche se si conoscevano da meno di dieci anni, erano comunque entrati in sintonia inoltre il capitano gli aveva donato qualcosa di molto speciale rendendo non morta la ragazza di cui era infatuato e consentendogli così di averla al suo fianco per sempre.
    Esisteva sempre la possibilità che prima poi potesse stufarsi di lei ma, fino ad allora, i due sembravano entusiasti della loro esistenza in prospettiva.
    Quel giorno si diresse, come da accordi precedentemente presi per telefono, a "Ulisse Ink" lo studio di Michele dove saltuariamente andava ad aggiornare il tegumento con qualche nuovo schizzo più o meno macabro dell'ex crociato.
    Non si trattava però solo di visite di piacere, anche se odiava ammetterlo, allo spartano interessavano ancora le sorti dei suoi vecchi compagni, o meglio, le loro scorribande.
    A tal proposito Sebastiani era un perfetto informatore poichè non faceva parte della ciurma però era un frequentatore di quegli ambiti che loro si limitavano a chiamare feste.
    Attraversò le strade con un passo che poco gli si addiceva, una lentezza che gli faceva ribollire il sangue marcio e stagnante delle sue vene ma che lo rendeva più simile ai mortali brulicanti tutt'attorno.
    Era vestito come sempre con abiti mimetici che scimmiottavano quelli di un soldato ma aveva addosso un impermeabile grigio col colletto alzato a coprire il tutto e un cappello vecchio stile che lo faceva sembrare l'ispettore di un telefilm anni novanta.
    Entrò nell'esercizio e il tatuatore gli diede un caldo benvenuto
    CITAZIONE
    "Ne è passato di tempo amico mio. Non ci vediamo da quel casino all'ultimo Rave."

    Ovviamente non era cambiato di una virgola, non c'era da stupirsi e aveva anche ragione, era passato un po' di tempo da quella notte in cui accadde davvero di tutto ma non così tanto agli occhi di un non morto...
    "Bah, sembra ieri, per Giove!"
    Ancora non aveva perso l'abitudine d'imprecare avvalendosi dei nomi di divinità pagane di stampo greco o romano.
    CITAZIONE
    "I tuoi ex marinai sono stati qui più volte. C'è chi ti ama e chi ti odia."

    Come la pioggia: c'è chi la ama, chi la odia ma lei continua a cadere imperterrita e smette quando vuole.
    "Ti dirò una bugia: non me ne frega niente!"
    Era un modo, forse bizzarro, per dire che nonostante fosse ancora emotivamente attaccato a tutto ciò, avrebbe preferito voltar pagina lasciando i pirati al loro destino.
    CITAZIONE
    "Immagino tu sappia del morbo che sta rendendo sterili i figli delle tue amate, e probabilmente non te ne frega un cazzo."

    Quello poteva solo far comodo: Veronica era stata fin troppo promiscua elargendo eternità a destra e a manca senza dare il giusto peso a quell'azione dalle molteplici implicazioni...
    Cosa rendesse i neovampiri incapaci di proliferare non lo sapeva ma era certo fosse una benedizione in termini pratici.
    CITAZIONE
    "Ma dubito tu sappia che ci sia, "qualcosa", morto come noi da secoli e millenni, che sta dando la caccia a loro e a tutti i Non Morti che non si prostino al loro volere."

    Ecco, una barzelletta era quel che ci voleva per tirargli su il morale e questa, si, faceva ridere...
    "Ha ha ha! Dev'essere davvero un vecchio bacucco se ancora pretende che la gente gli si prostri dinanzi o forse il senso è prettamente metaforico?
    In ogni caso questo antico per me può far ciò che più gli aggrada fintanto che non mi calpesta i piedi!"

    Dopo aver dato uno sguardo alla rivista che Michele gli passò, cambiò di botto approccio passando da spocchioso a incuriosito:
    "Corpo di mille balene! Perchè non ci sono mai quando succedono certe cose?"
    Cioè, quei pazzi furiosi avevano assaltato e massacrato i preti a casa loro: sublime.
    A dir poco meritavano un plauso, solo questo li rendeva meritevoli d'indagine seppur tenendo a freno il destriero dell'aspettativa.
    CITAZIONE
    "All'inizio credevo che fossero un gruppo di matti fanatici, ma non è così. I bassifondi della nostre specie ne parlano, e molti cultisti si stanno votando al loro servigio. Si riferiscono a loro come: La Corte delle Notti Sferze."

    Che fossero fanatici o meno faceva poca differenza, ogni periodo storico ha visto la sua buona dose di esaltati fomentare i sempliciotti in virtù di strampalati idealismi...
    Il punto focale era un altro: si erano cimentati in una quest di livello epico (paragonando il tutto a una specie di gdr online).
    Forse era questa particolare istituzione, la corte, a detenere la chiave del tesoro più cari al pirata in pensione ossia il divertimento.
    Il ghoul ricercò lo sguardo di Nebaioth conscio del fatto che fosse in grado di comprenderlo meglio di mille parole.
    "Cumpà, non farti strane idee, non m'interessa delle loro trame o a chi vogliano fare la pelle ma, se le loro azioni si concretizzano in eventi come quello riportato sul giornale, sicuramente voglio partecipare attivamente a quelle scorribande!"
    Michele gli raccontò poi un aneddoto che lo lasciò del tutto indifferente ma colse il successivo indizio riguardante il prossimo festino, forse in quell'occasione avrebbe avuto modo di entrare in contatto con uno o più membri di quella specie di setta o comunque si trattava dello scenario che si prefigurava.
    "Vai, vai Michè, fai un bel lavoro, questo tatuaggio sancirà la mia rinascita, sono lieto del fatto che sia tu a occuparti d'immortalare quest'importante momento della mia esistenza!"
    Poi, nel mentre che il muscoloso tatuatore si adoperava per dare sfoggio della sua arte, i due allentarono il tiro per fare due chiacchiere "da bar".
    "Come va con la bimba? S'è abituata a cacciare o ti tocca imboccarla?"
    Parlarono del più e del meno fino a lavoro finito poi, al momento di andarsene, lo zombie disse:
    "Allora a sabato!"
    Non attese una risposta quasi a voler subdolamente costringere l'amico a presenziare; ritornò frettolosamente in campagna per evitare di trovarsi in città ancora dopo il tramonto e si riunì con gli apatici animali che lo attendevano inespressivi presso il camper parcheggiato.
    Poi arrivò il fine settimana che per molti significava inizio della fine...
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