Posts written by Lelouch Freedom

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    Stando al file di valutazione su Warpath redatto da Cable e mostrato su X-Force Colosso avrebbe una forza intorno alle 70 tonnellate, la Cosa superiore alle 90
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    Faccio richiesta per entrare nel gruppo, anche se negli ultimi mesi la mia presenza è stata sporadica sono stato piuttosto attivo diversi mesi fa, quindi non sono proprio un neoutente.
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    CITAZIONE (Gabri-el @ 10/7/2016, 11:35) 
    Io credo che il sistema politico migliore sia quello che rispecchia fedelmente l'evoluzione e la selezione naturale, regolato però da una forte morale che lo guida

    Beh, è stato tentato in effetti in passato, il liberalismo classico, con una competizione totale tra i singoli, l'assenza di stato sociale e l'individualismo estremo era il tipo di società più in linea con l'evoluzione biologica darwiniana. Eppure ciò ha portato a ben due lunghissime e distruttive depressioni, oltre alla nascita dell'imperialismo moderno.
    CITAZIONE
    una forma di politica cioè che tende alla maggiore libertà giustizia e bene possibilità per l'umanità ma senza essere ne sistematica e ne tanto meno programmatica ma che al contrario affronta i problemi contingenti giorno per giorno cercando ogni volta la soluzione migliore e cambiando ogni volta che comprende di aver fatto un errore, d'altronde l'evoluzione a generato animali che sono autentici miracoli di organizzazione e senza averli programmati prima...soltanto reagendo ad ostacoli contingenti

    Quello è sicuramente lo scopo della politica a breve termine, il problema è che in assenza di un sistema vero e proprio si rischia l'irrigidimento della società, la quale è dinamica e per sua natura tende al cambiamento, cerca nuove strade possibili ecc, in definitiva credo sia di fatto impossibile organizzare una politica esclusivamente amministrativa in quanto tenderebbe per sua natura a fallire per via degli sconvolgimenti umani, un'ideologia sistematica può almeno tentare di indirizzare verso una direzione specifica (che poi questa direzione si riveli dannosa o utile al progresso umano è tutto da scoprire).
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    CITAZIONE (Fulcrum @ 10/7/2016, 12:37) 
    Il discorso è corretto come d'altronde anche nell'altro topic avevi esposto in maniera ottima e nonostante la mole di testo non mi è passta la voglia di leggerlo perchè era molto interessante ma c'è anche da dire, che a Cuba la situazione all'epoca non era propio così rosea e che il caro Fidel non era certo uno stinco di santo.

    Quello sicuramente infatti ho specificato che (in particolare prima del '92) la situazione non era delle migliori (la maggior parte dei progressi sociali e dei diritti poi sono avvenuti con il fratello in realtà). Però devi anche tenere conto che Cuba è un paese che, uscito dalla guerra civile, si è trovato in una situazione economica assolutamente inadeguata (con Batista in pratica l'economia era totalmente in mano a compagnie straniere, in particolare statunitensi, che ovviamente sono espatriate dopo la rivoluzione lasciando macerie economiche) e minacciato militarmente e commercialmente dalla più grande potenza al mondo, è normale che in questa situazione un paese si sviluppi in direzioni particolarmente autoritarie.
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    Come avevo promesso in questo post: https://marvelitalia.forumcommunity.net/?t=59017471 ecco quello riguardante la situazione cubana.
    Cuba viene spesso e volentieri descritta dai media occidentali come una dittatura sanguinaria, al pari di quella stalinista o maoista e come un totale insuccesso dal punto di vista economico e sociale. Spesso per corroborare tali tesi viene mostrato lo stipendio medio di un lavoratore cubano (il corrispettivo di 15 dollari USA), la presunta repressione dell'omosessualità e degli ordini religiosi, l'alto numero di profughi del paese e la lunga presidenza del famiglia Castro, la quale dimostrerebbe l'antidemocraticità di tale sistema. Ma è davvero così? Dividiamo la nostra analisi in tre fasi:

    1- Democrazia o dittatura?
    Questo è probabilmente il punto più controverso. Partiamo analizzando le istituzioni cubane. In particolare cominciano con la base di ogni democrazia che si rispetti: La costituzione. La costituzione cubana, stesa nel 1976, in seguito alla stabilizzazione del processo rivoluzionario. Tale costituzione, a differenza della maggior parte delle costituzioni nazionali, è stata votata direttamente dalla popolazione tramite voto libero, diretto e segreto. Tale documento venne approvato con numeri plebiscitari. Guardiamo ora l'assetto istituzionale dello stato garantito da questa. Come nella maggior parte delle democrazie moderne è attuata la divisione dei poteri: Legislativo, esecutivo e giudiziario. Il potere legislativo è in mano al parlamento, l'Assemblea del Poder Popular. Tale istituzione viene eletta ogni anno tramite suffragio universale al compimento del sedicesimo anno d'età in due fasi: La prima a livello locale porta alla selezioni dei candidati, la seconda coinvolge l'intera circoscrizione. Vengono eletti i candidati che abbiano ottenuto il 50%+1 dei voti in una determinata circoscrizione. Direte voi: Che senso ha tale sistema se esiste un unico partito, il Partito Comunista Cubano? Le funzioni del Partito sono in realtà decisamente diverse da quelle che noi attribuiamo ai nostri partiti nazionali, il partito non partecipa direttamente alle elezioni e non ha un ruolo legislativo ma unicamente esecutivo, difatti più che un sistema monopartitico sarebbe più giusto definire quello cubano un sistema apartitico, in cui a essere eletti sono direttamente i candidati. Insomma, il processo democratico viene non solo preservata ma a differenza di una democrazia liberale occidentale classica si tratta di una rappresentanza diretta dell'elettore e profondamente legata al territorio. In ogni caso, anche se il Partito Cubano è l'unico esistente e la maggior parte degli eletti sono affiliati a esso è possibile anche l'elezione di candidati indipendenti dal partito. Questa è in effetti la tesi sostenuta dal governo statunitense. A questo punto nella nostra mentalità scettica sorge una domanda: Ma non esiste il rischio di brogli? Beh, tale rischio sembra improbabile, a cominciare dal fatto che lo scrutinio è svolto pubblicamente. Ciò ovviamente non elimina del tutto tale possibilità, ma allora tale critica potrebbe essere rivolta a un qualsiasi paese democratico del mondo. Passiamo ora alla struttura interna del Partito Comunista Cubano, l'istituzione rivestita del potere esecutivo all'interno del paese: Si divide nel Comitato Centrale, i cui membri vengono eletti dal parlamento, a sua volta elegge il segretario, che è formalmente il presidente della repubblica cubana, Castro appunto, ci sono poi la Conferenza Nazionale e il Burò Politico, entrambi eletti dal Comitato Centrale. La Conferenza Nazionale è un contrappeso del Comitato Centrale stesso, i due organismi infatti si monitorano a vicendo, il Burò Politico è l'organo esecutivo supremo, si occupò dell'attuazione delle norme emesse. La struttura istituzionale della nazione è insomma piuttosto vicina a quella classica di uno stato democratico occidentale, se si eccettua l'assenza di partiti e l'elezione diretta dei membri del parlamento. Insomma, appare evidente già da questo l'esagerazione riguardo la presunta "Dittatura Socialista" del paese.

    2- Diritti Civili e Sociali
    D'accordo, si tratta di una legittima democrazia, ma è vero delle repressioni effettuate contro le minoranze, le opposizioni e i giornalisti e la sistemica violazione dei diritti umani? Beh, in minima parte. Partiamo dalla presunta mancanza di diritti civili riservata alle minoranze sessuali e agli ordini religiosi. Tali restrizioni sono effettivamente esistite per lungo tempo all'interno del paese latinoamericano, queste norme sono però entrambe state abolite nel 1992. Ma tali libertà sono effettive e seguite da fatti? Nel 2003 è stato confermato da un'istituzione internazionale l'assenza totale di procedimenti legali contro persone omosessuali e allo stesso l'alto livello di tolleranza all'interno del paese. Il governo combatte attivamente tramite trasmissioni ed'educazione sessuale nelle scuole le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. Nel 2013 la figlia dell'attuale presidente Raoul Castro avrebbe dichiarato, citando le parole del padre, che "il paese è ormai pronto a riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso". Riguardo la religione, premettendo che il culto privato non è mai stato né vietato né scoraggiato, nel '92, oltre a venir abolita la legge riguardo le celebrazioni pubbliche la tutela delle credenze religiose è stata inserita in costituzione, nel '98 a Papa Giovanni Paolo II è stato consentito di visitare l'isola e celebrare liturgie pubbliche, nello stesso anno venne approvato il visto per 19 preti all'interno dell'isola, a cui è stato concesso di risedere nel paese. In seguito è stata approvata la possibilità per le congregazioni di importare materiale religioso. In seguito sia Papa Benedetto XVI sia Papa Francesco hanno avuto il permesso di recarsi sull'isola ed'effettuare pubbliche liturgie, venendo incontrati direttamente dal presidente. Riguardo i diritti delle donne fin dal periodo immediatamente post-rivoluzionario si ottennero grandi progressi, il paese fu tra i primi a legalizzare e l'aborto e attualmente il 48,8% dell'Assemblea Nazionale Cubana è costituita da donne. La libertà di movimento per motivi di sicurezza (tra il 1962, anno del fallito colpo di stato della "Baia dei Porci", voluto da Kennedy e la fine dell'embargo gli attentati terroristici spesso coordinati da Stati Uniti e CIA in collaborazione con oppositori anticastristi e con la mafia italoamericana e cubanoamericana sono stati centianaia) ha da sempre subito molte restrizioni nel paese. Nel 2012 vennero completamente abolite, rendendo necessario esclusivamente il possesso di un regolare passaporto, anche se secondo alcune organizzazioni i meccanismi per il rilascio di tale documento sarebbero eccessivamente vaghi e arbitrari. Passiamo ora alla pena di morte: tale pratica è completamente legale nel paese, anche se, dal 2003, Cuba diventa un paese "abolizionista di fatto", non avendo da allora più eseguito alcuna condanna a morte. L'associazione "Freedom House" sostiene che tale abolizione sia solo di facciata, bisogna ricordare però che tale associazione è finanziata direttamente dal governo statunitense, mentre gran parte delle associazioni internazionali, tra cui "Nessuno Tocchi Caino", importante associazione contro la pena di morte, sostengano il contrario. Restano però molto alti il numero di abusi all'interno delle carceri cubane e in generale effettuati da parte di forze dell'ordine. Passiamo ora al tema forse più controverso, la libertà d'espressione. Molti oppositori sostengono esistano restrizioni nell'uso di internet. In realtà dal 2009 tale diritto è garantito a tutti i cittadini, i prezzi rimangono però estremamente proibitivi per la maggioranza della popolazione. Fidel Castro si giustificò sostenendo che l'impossibilità a connettersi a internet è fisica e non politica. Gli Stati Uniti, per via dell'embargo commerciale in vigore, non consentono a Cuba di collegarsi ai cavi sottomarini in fibra ottica che passano vicini all'isola, Cuba dispone pertanto di un'unica banda di accesso a Internet. Questo ne limita di fatto la fruibilità per i 10 milioni di abitanti dell'isola. Ciò avrebbe spinto il governo a privilegiare chi ne avrebbe maggiore necessità (medici, accademici, giornalisti ecc...). Resta da vedere se con la recente fine dell'embargo le cose cambieranno. Passiamo alla libertà di stampa e di informazione, attualmente esistono a Cuba 23 periodici, 31 riviste, 24 emittenti radiofoniche, 4 emittenti televisive e tre agenzie di stampa. La proprietà delle industrie d'informazione può essere statale o sociale (vale a dire cooperativa), in ogni caso non può essere privata. Prima del 2010 effettivamente le voci di opposizione tendevano a venire spesso censurate, con incarcerazioni di giornalisti, tra il 2010 e il 2011 c'è stata una graduale scarcerazione di prigionieri politici e giornalisti oppositori, con il passaggio di poteri da Fidel a Raoul Castro poi è avvenuta un'ulteriore liberalizzazione in tale campo. Ciononostante ancora oggi la presenza dello stato rimane abbastanza invadente all'interno dei mezzi di informazione e la censura resiste in alcune forme. Risultano comunque palesemente eccessive e ingiustificate le classifiche della succitata "Freedom House" che pone Cuba tra gli ultimi posti sia per la libertà d'espressione, per la libertà politica sia per i diritti civili (classifiche che sfociano il ridicolo se si tiene in considerazione che gli Stati Uniti sono tra le prime posizioni in tutte queste classifiche). Insomma, in definitiva da questa analisi si può concludere come Cuba possa essere considerata una democrazia dai tratti piuttosto autoritari, la quale esercita un forte controllo sulla vita degli individui. Ma siamo sicuri che se analizzassimo la situazione di molte democrazia occidentali otterremmo risultati poi molto migliori?

    3- Situazione Economica e Sociale
    Per questa sezione prenderemo in considerazione le statistiche fornite dai siti ufficiali dell'Unicef: www.unicef.org/infobycountry/cuba_statistics.html#87, del "Millenium Development Goals Indicator": http://mdgs.un.org/unsd/mdg/SeriesDetail.a...id=656&crid=192, dell'Unesco: www.uis.unesco.org/DataCentre/Pages...&SPSLanguage=EN, dell'"Economic Commission for Latin America and the Caribbean", organismo delle Nazioni Unite: www.cepal.org/en/publications/921-a...k-latin-america, della "Panamerican Heal Association": http://web.archive.org/web/20140207093933/...ewTabulator.htm, della BBC: http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/4583668.stm, della Index Mundi: www.indexmundi.com/g/g.aspx?c=cu&v=74&l=it e della Oxfam: www.oxfamamerica.org/newsandpublic...searchterm=cuba.

    Spesso si parla comunemente di Cuba come di un paese povero, in cui la vita è ai limiti della sopravvivenza. Le statistiche ci dicono il contrario. Dal punto di vista sociale Cuba è uno dei paesi più progrediti dell'America Latina e per certi versi anche più di molti paesi occidentali. Il tasso di disoccupazione è attualmente del 4%, la metà rispetto a quello statunitense e un terzo rispetto a quello italiano. Bisogna poi considerare che ha subito un forte incremento negli ultimi anni, era pari infatti solo all'1,4% nel 2011. Il lavoro minorile è stato debellato completamente nel 1980. Cuba ha raggiunto oltre il 99% totale di alfabetizzazione, diventando il secondo paese con la percentuale più alta dopo la Danimarca. Il rapporto numerico insegnanti/studenti è il più alto in tutte le americhe. Sia il sistema scolastico sia il sistema sanitario sono totalmente gratuiti, farmaci compresi (previa ricetta ovviamente), il livello di mortalità infantile è dello 0,65%, penultimo nelle Americhe appena prima del Canada, meno dello 0,1% della popolazione è affetta da HIV, percentuale tra le più basse al mondo. In più Cuba è tra i paesi in assoluto più attivi nella collaborazione umanitaria internazionale, specialmente a scopo medico. Ogni cittadino ha diritto all'abitazione, a un'alimentazione minima e all'acqua potabile. Attualmente il tasso di malnutrizione è inferiore al 2,5%, meno di tutte le americhe, ed'è praticamente nullo tra bambini tra gli 0 e i 5 anni. La percentuale di bambini nati sotto peso è inferiore al 5%. Il problema della casa è decisamente più complesso, pur essendo garantita a tutti spesso le condizioni sono di degrado e i costi delle riparazioni piuttosto elevati. Bisogna pur sempre tener conto che il paese è stato sottoposto per quasi sessant'anni a un massacrante embargo commerciale, che ne ha condizionato profondamente lo sviluppo. Una critica spesso volta all'economia cubana sono gli (apparentemente) bassissimi stipendi dei lavoratori cubani, che corrisponde a poco più di 15 dollari e a circa 14 euro mensili. Questa critica non tiene però conto di tre cose: 1- Questa cifra corrisponde alle categorie lavorative più svantaggiate, un medico per esempio prende fino al triplo, 2- la valuta cubana, il peso, è molto più debole del dollaro, considerando l'inflazione e i bassi costi della vita quindi il valore di tale valuta è decisamente più alto, 3- Lo stato assicura casa, alimentazione, acqua potabile, scuola, sanità e in certi casi, in particolare ai giovani, materiale culturale, in pratica questo stipendio serve unicamente a soddisfare sfizi secondari, tutte le necessità primarie sono già soddisfatte.

    In definitiva mi pare evidente come l'idea comune su Cuba e la propaganda mediatica a riguardo siano totalmente scorrette e inesatte, sono ovviamente disposto a discuterne con chiunque voglia.
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    CITAZIONE (Blood Talon @ 9/7/2016, 21:44) 
    Maronna santa che wall test. Scommetto che è tutto molto interessante eh, non dico di no. Tuttavia io parto da una considerazione. Per me gli ideali politici non funzionano perché sono solo delle astrazioni della mente. Mi verrebbe da dire quasi delle utopie. E' il volere di pochi che dopo deve trovare il consenso di molti. Le persone sono diverse, hanno le loro idee e il loro individualismo. Trovare qualcosa che accontenta tutti è impossibile, non esiste il movimento politico perfetto. Anche la tanto decantata democrazia, il potere al popolo, che dovrebbe essere la cosa migliore non funziona così bene dopotutto. Per questo monarchia, oligarchia, comunismo, socialismo e altri hanno fallito.

    Poi magari sbaglio, però secondo me è così.

    Infatti nel post parlo principalmente delle realizzazioni storiche e pratiche di tali idee, non delle teorizzazioni (che comunque considero fondamentali, sono dell'idea che un qualsiasi progetto che non abbia a supporto una teoria precisa e sistematica sia destinato inevitabilmente al fallimento per mancanza di un progetto a lungo termine e di una visione d'insieme).
    Quest'idea secondo cui gli ideali e le idee sistematiche non funzionino, l'idea secondo cui la pratica debba precedere la teoria, è antichissima. Eppure di fatto nella storia è esattamente questo che è successo inevitabilmente: Un'idea, una teoria, un sistema, una visione di insieme che, diffondendosi all'interno di una realtà sociopolitica adeguata, ha finito per imporsi e diventare il nuovo modello egemone. Senza l'illuminismo non sarebbero mai nati i dispotismi illuminati settecenteschi, le democrazie liberali ottocentesche e la società di massa novecentesca.
    Poi hai ragione che trovare il sistema PERFETTO è probabilmente impossibile, non è di questo che ci si deve occupare, il massimo a cui possiamo aspirare sono modelli che rispondano alle esigenze di una società dinamica in un periodo di tempo determinato. Io sono dell'idea che oggi il capitalismo abbia esaurito le sue possibilità e sia diventato inadatto all'attuale società globale e tecnologicamente evoluta, poi ovviamente se ne può discutere...
    Comunque ora pubblico il post su Cuba promesso sopra, se ti va di dare un'occhiata anche a quello mi farebbe piacere.
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    Va ultimamente di moda asserire il fatto secondo cui il socialismo e il comunismo (oltretutto spesso confusi e utilizzati impropriamente come sinonimi) sarebbero falliti ogni volta che sono stati tentati. Quest'idea si basa in particolare sull'osservazione di alcuni tra gli esempi più famosi di applicazione storica del socialismo, come per esempio l'URSS staliniana (che in realtà secondo molti storici, economisti e ideologi non sarebbe nemmeno definibile esattamente uno stato socialista: L'assenza di ogni controllo popolare sull'amministrazione e la produzione, la creazione di una burocrazia totalitaria e sfruttatrice, la produzione destinata unicamente allo sviluppo e non agli interessi della classe operaia infatti secondo molti classificherebbero tale esperienza storica come una forma di "Dittatura dello sviluppo" o "Capitalismo di stato", in cui in pratica allo sfruttamento privato del capitalismo classico si sostituisce quello dello stato), la Cina maoista (In cui sarebbe in realtà utile distinguere due periodi, quello tra il '49 e il '57, con l'introduzione di ampie libertà civili e quella successiva, con la fine della "Campagna dei Cento Fiori" e l'inizio della repressione e soprattutto gli effetti disastrosi del "Grande Balzo in Avanti") e la Cambogia dei kmher rouge (Finanziata dagli USA e sostenuta dalla CIA in funzione anti-vietnamita). Ma davvero il socialismo è destinato necessariamente a fallire o a trasformarsi in una dittatura sanguinaria, davvero il comunismo non è mai stato applicato perché utopico? Prima di iniziare l'analisi è necessario chiarire esattamente qual è la VERA teoria socialista e comunista, termini spesso mal compresi dall'uomo comune oggi.
    Vi indirizzo a tal proposito a un sito particolarmente interessante, vale a dire la sezione italiana di Marxists Internet Archive", dove potrete trovare e consultare numerose biografie degli elementi più importanti del movimento socialista e alcuni tra i più importanti testi tra cui le "Tesi su Feuerbach", "Il Manifesto del Partito Comunista", un Compendio al "Capitale", il "Che fare" e le "tesi d'Aprile" di Lenin e tante altre: www.marxists.org/italiano/
    Per approfondire ulteriormente oltre ai testi reperibili su tale sito vi suggerisco: "Socialismo Anarchismo e Sindacalismo" del filosofo Bertrand Russell, "L'anarchia" di Kroptokin, "Anarchia e libertà" del linguista Noam Chomsky, "L'origine della famiglia, dello stato e della proprietà" di Engels, tutti volumi abbastanza agili e affrontabili da un neofita.
    Passiamo quindi al tema del post: Davvero non è mai esistita una società comunista, vale a dire priva di classi, della proprietà (che, attenzione, ha un significato diverso da "possesso") e di un apparato statale coercitivo? Esistono in realtà numerose piccole realtà ancora oggi, tra cui la più famosa è Marinaleda, piccola comunità di 2700 abitanti in cui il reddito minimo consiste in 47 euro giornalieri, il costo di un affitto 15 euro, una disoccupazione allo 0% e un'organizzazione cooperativa della produzione, senza alcuna proprietà privata sui mezzi di produzione (https://it.wikipedia.org/wiki/Marinaleda). Non è l'unica comunità basata su tali principi, in tutto il mondo ne esistono o ne sono esistite numerosissime come Christania, Cecilia e tante altre.
    Ma è possibile applicare tali concetti su larga scala? Beh, in realtà anche questa è stato tentato, precisamente due volte nella storia: durante la seconda Comune di Parigi e soprattutto nella Catalogna rivoluzionaria.
    Gli stessi Marx e Engels appoggiarono fortemente la Comune: In realtà questo progettò rimase parziale, nonostante infatti l'economia iniziò a venir gestita cooperativamente, vennero introdotte forme di democrazia diretta e si abbandonò la forma statuale coercitiva la borghesia non venne espropriata dei suoi beni, ciò contribuì a mantenere alcune forme di sfruttamento di classe, cosa che, unitamente all'abolizione dell'esercito, causò la caduta di tale società una volta che l'esercito prussiano irruppe al suo interno, massacrando gli insorti. Decisamente più interessante il caso della Catalogna rivoluzionaria, comunità propriamente anarchica e comunista creatasi in seno alla guerra civile spagnola nel '36. A differenza dell'esempio precedente qui i precetti di Marx e Bakunin vennero applicati totalmente, la borghesia venne espropriata della sua proprietà, la quale venne collettivizzata e gestita autonomamente dai lavoratori. La possibilità di detenere privatamente appezzamenti di terreno venne mantenuta ma unicamente a patto che venisse coltivata direttamente, eliminando lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, tanto che alla fine, per via dei vantaggi di far parte del collettivo, il livello di collettivizzazione delle terre superò il 70%, su base totalmente volontaristica. In certi distretti venne anche abolito il denaro contante. Le fonti riguardo le realizzazioni effettive durante tale periodo sono scarse e spesso di parte, ma secondo la maggior parte degli storici durante questo periodo la produzione, nonostante quello che ci si potrebbe aspettare, raddoppiò, il lavoratore infatti sentendosi direttamente proprietario delle terre, del prodotto collettivo e del proprio lavoro era incentivato a lavorare anche senza la coercizione di uno stato tirannico o di privati. Allo stesso tempo aumentò la qualità della vita. Purtroppo i dissidi in seno al fronte populare, tra gli anarchici da una parte e comunisti/repubblicani dall'altra portarono gradualmente al suo fallimento: Inizialmente questo scontro si riflesse nel sistema bancario. Le banche erano state infatti tra gli unici settori economici a non subire una collettivizzazione, il loro controllo venne infatti assunto dal Partito "Comunista" Spagnolo, alle dirette dipendenze dell'URSS. Stalin temeva infatti che un possibile successo dell'esperienza anarcocomunista e collettivista catalana avrebbe messo in discussione la sua leadership sul movimento operaio internazionale, mettendo in dubbio la necessità dell'esistenza di uno stato coercitivo come quello sovietico. Per questo motivo, pur di non farle finire in mano agli anarchici e agli operai il partito inviò i depositi aurei a Mosca, provocando una crisi economica. In seguito tra le due fazioni rivoluzionarie iniziò lo scontro aperto, scontro che spianò la strada al ritorno del generale Franco, leader del fronte nazionalista e clericofascista, sostenuto dai maggiori latifondisti del paese, dalla Chiesa Cattolica, dall'Italia Fascista e dalla Germania Nazista. Così, in mezzo alla totale indifferenza delle democrazie Europee si consumò la reazione, che portò al potere in Spagna un regime brutale e autoritario mantenutosi fino agli anni '70.
    Da queste esperienze risulta insomma come una comunità comunista possa essere teoricamente possibile, almeno dal punto di vista organizzativo. Purtroppo dal punto di vista pratico l'attuale situazione geopolitica non sembra delle più favorevoli a tal proposito, occorrerà quindi probabilmente aspettare molto tempo prima di poter vedere una società simile realizzarsi, se non appunto all'interno di piccole comunità locali.

    Passiamo ora al socialismo. È possibile realizzare uno stato socialista impedendo che questo sfoci in una dittatura senza scrupoli come quella sovietica o cinese e allo stesso tempo permettere la crescita economica, evitando una situazione come quella venezuelana attuale?
    Beh, guardando la storia sembra che la risposta sia positiva. Vediamo qualche esempio:

    -Cuba: Probabilmente il caso più controverso tra questi paesi, vista la sua continua demonizzazione all'interno dei media, proprio per questo dedicherò presto un post a parte a riguardo.
    -Cile: Nel 1970 viene eletto presidente il socialista Salvador Allende, a capo della coalizione di "Unidad Popular". Il suo governo portò alla separazione tra Stato e Chiesa, introdusse il divorzio, annullò le sovvenzioni alle scuole private, nazionalizzò tutte le maggiori industrie, delle banche, dei trasporti, delle compagnie energetiche, delle comunicazioni, della siderurgia, del rame, delle assicurazioni, del cemento, della cellulosa e della carta, attuò una riforma di redistribuzione agraria, approvò una tassa sulle plusvalenze, introdusse la garanzia di mezzo litro di latte ad'ogni bambino, impose il prezzo fisso del pane, incentivò l'alfabetizzazione, l'aumento salariale e la riduzione degli affitti, iniziò la distribuzione di cibo agli indigenti e alzò le pensioni, avviò un programma di lavori pubblici che portò la disoccupazione sotto il 4%. Gli effetti di tali politiche sull'economia furono sorprendenti, al punto che si arrivò a parlare di "miracolo cileno": In tre anni la produzione industriale aumentò del 12%, il Pil dell'8,6%, l'inflazione (portata a livelli assolutamente insostenibili dai governi precedenti, totalmente asserviti agli USA e alle multinazionali straniere) passò dal 24,9% al 22,1%, i consumi delle famiglie aumentarono del 12,9% quello personale dal 4,8% raggiunse l'11,9%, la quota del reddito salariale passò dal 51,6% al 65%. Anche dal punto di vista culturale l'azione legislativa del governo portò risultati sorprendenti: Per la prima volta grazie alla politica editoriali della casa editrice statale "Quimantu Editoriale", la quale pubblicò in due anni 12 milioni di libri, riviste e documenti (di cui 8 milioni erano libri) i quali venivano spesso esauriti in pochi giorni dalla loro pubblicazione grazie al loro prezzo estremamente contenuto. Vennero poi messi a disposizione del popolo frequentatissime biblioteche e sale di lettura. La politica scolastica non fu da meno: grazie ai sussidi governativi il numero di iscrizioni universitarie aumentò in tre anni dell'89%, mentre la frequenza delle scuole secondarie passò dal 38% al 51%, per la scuola media le iscrizioni sono passate dal 91% dei ragazzi al 99%. L'analfabetismo infine venne ridotto dal 12 al 10%. Anche per i diritti delle donne vennero fatti molti passi avanti, per esempio raddoppiando il periodo di congedo di maternità e tramite la creazione della "Segreteria delle Donne" che si occupò di assistenza prenatale, servizi di lavanderia, programmi alimentari pubblici, centri diurni, e cura della salute delle donne. Ovviamente il governo statunitense non poteva accettare una simile situazione, la presenza di Allende destabilizzava profondamente il controllo degli USA nell'america latina, già messo in discussione da Cuba. Fu così che, sotto l'amministrazione Nixon, la CIA sostenne e finanziò il golpe militare del generale Pinochet, durante il quale il presidente Allende verrà assassinato e si instaurerà una giunta militare di stampo fascista, sostenuta dagli USA nonostante le brutalità commesse ai danni di cittadini, tra cui le più famose sono quelle riguardanti i cosiddetti "desaparecidos".
    -Burkina Faso: Tale paese ha ottenuto l'indipendenza solo nel '60, essendo colonia francese dal 1898 con il nome di "Alto Volta". Come spesso accade negli stati ex coloniali il periodo successivo fu caratterizzato da una forte instabilità politica. Vennero effettuati infatti tre colpi di stato, nel '66, nell'80 e nell'2. A seguito di quest'ultimo salì al potere Jean-Baptiste Ouedraogo, il quale nominò primo ministro l'ex comandante dell'esercito (dimessosi in quanto ostile ai metodi del regime e al lusso nel quale vivevano i dirigenti): Thomas Sankara, soprannominato anche "il Che Guevara d'Africa". Il contrasto tra il presidente Quedraogo e Sankara portò all'arresto di quest'ultimo. Ciò, a causa della grande popolarità del primo ministro, portò a una rivolta popolare che depose il presidente e mise al potere Sankara stesso nell'83. La sua amministrazione si contraddistinse per la lotta contro l'imperialismo, infatti nell'84 il nome del paese venne cambiato da quello assegnato in epoca coloniale a Burkina Faso, "Terra degli Uomini Integri" nella lingua nativa, cambiò poi l'inno nazionale, la bandiera e lo stemma del paese ma soprattutto incentivando la creazione di un nuovo fronte economico africano, che fosse in grado di opporsi all'imperialismo capitalista statunitense ed'europeo, rifiutò di pagare il debito contratto dal regime coloniale e rifiutò gli aiuti esteri, in modo da preservare l'indipendenza del paese. Ridusse ampiamente i costi della classe politica e i privilegi degli ranghi dell'esercito, tagliando il suo stesso stipendio a 450 euro mensili, meno di quello di un'operaio medio del paese. Vennero forniti due pasti e cinque litri d'acqua al giorno a ogni cittadino, sradicando il fenomeno della malnutrizione, garantì l'assistenza sanitaria universale e portò avanti una massiccia campagna di vaccinazioni (2,5 milioni in totale), incentivò la costruzione di scuole ed ospedali, promosse una campagna di rimboschimento (10 milioni di alberi vengono piantati per contrastare l'avanzata del deserto del Sahel), attuò la ridistribuzione delle terre ai contadini (cosa che raddoppiò la produttività agricola, in quanto venne posto fine all'incuria dei grandi latifondisti), la soppressione delle imposte agricole e creò un Ministero dell'Acqua, con funzioni ecologiche. Portò avanti un radicale taglio agli sprechi nella pubblica amministrazione. Vennero poi nazionalizzate le terre e le ricchezze minerarie, ciò, insieme al rifiuto di pagare il debito al FMI, portò probabilmente al suo assassinio nell'87. In realtà le cause precise sono ancora oggi da accertare. Portò poi avanti la costruzione della "ferrovia del Sahel", come collegamento tra il Burkina e il Niger. Molto importanti furono poi le sue politiche sulle donne e sull'AIDS: vennero abolite poligamia, infibulazione e matrimoni combinati, oltre a ciò elesse numerose donne come ministri e nelle più alte cariche militari, cosa rara in Africa, soprattutto ai tempi. Riguardo l'AIDS fu uno dei primi a mettere in guardia la popolazione a tal proposito, incentivando l'uso di precauzioni.
    -Bolivia: Passiamo ora a tempi decisamente più recenti. Verso la fine del periodo presidenziale 1997-2002 Evo Morales, deputato boliviano viene rimosso dal suo seggio sotto le false accuse di terrorismo, accusa prosciolta in seguito dal Congresso. Per questo motivo il quarantatreenne socialista decide di candidarsi alle elezioni 2002, alla guida del partito minoritario "Movimento per il Socialismo" (4% alle elezioni precedenti). Il partito durante le elezioni restituì i 200.000 dollari di finanziamento pubblico in modo da poter svolgere una campagna elettorale senza le limitazioni che in caso contrario sarebbero state imposte al partito. In particolare la campagna elettorale si basò sulla critica alla presenza statunitense nel paese, in particolare del potente ambasciatore USA Manuel Rocha. Il partito divenne il secondo partito con il 20,94%. Alle elezioni anticipate del 2005 in seguito alle dimissioni del presidente e divenne primo partito con il 53% dei voti. Subito Morales realizzò la promessa di svolgere le elezioni per l'assemblea costituente. La sua azione politica si contraddistingue per i continui referendum popolari proposti, sia per modifiche costituzionali sia per ottenere la possibilità di ricandidature. Tra il 2005 e il 2016 venne approvata la nazionalizzazione dei gas naturali, delle fonderie Petrobras, di numerose compagnie petrolifere, elettriche, delle telecomunicazioni, della fonderia Vinto, ha introdotto l'assicurazione sanitaria gratuita, ha erogato vasti sussidi scolastici e borse di studio, il salario minimo dei lavoratori è stato innalzato da 440 a 667 boliviani, l'età pensionabile è stata abbassata dai 65 ai 60 anni, ha proposto un referendum costituzionale vinto con il 61,43% dei voti che impedisce qualsiasi privatizzazione delle materie prime della Nazione, permette la rielezione immediata del Capo dello Stato, concede il diritto ai popoli indios di avere e amministrare proprie leggi e limita a 5000 ettari la proprietà della terra. Dal punto di vista della politica estera si è fortemente opposto alla "Zona di Libero Scambio delle Americhe" e ha sostenuto il desiderio dell'ex presidente venezuelano Chaves di creare un'"Asse del bene" tra Cuba, Venezuela e Bolivia in opposizione all'"Asse del male" tra USA e alleati. Morales venne rieletto nel 2009 con il 62,5% e con il 61% nel 2014. Nel 2016 per la prima volta perde un'elezione, venendo sconfitto nel referendum per ottenere la ricandidatura con il 52% contro il 48% a favore, dovrà quindi abbandonare la carica presidenziale nel 2019. Grazie alle politiche di Morales l'analfabetismo è stato totalmente sradicato dal paese, la povertà estrema è passata dal 38% al 18%, sono quintuplicate le riserve internazionali, sono state costruite grandi opere pubbliche, sono più che decuplicati gli investimenti stranieri, il PIL pro-capite è più che raddoppiato, il PIL in generale è cresciuto di circa il 5/6% annuo, il paese ha raggiunto una stabilità finanziaria riconosciuta anche dall'FMI (nonostante la sua opposizione alle politiche socialiste di Morales), il tasso di disoccupazione è sceso intorno al 3%.
    -Paesi Scandinavi: Beh, effettivamente in questo caso non si parla di paesi propriamente socialisti, la porzione di economia detenuta dai privati resta infatti piuttosto significativa, resta comunque una realtà interessante da analizzare per via del forte intervento statale sul mercato e dell'imponente welfare presente in tali paesi. Il welfare è definito "dalla culla alla tomba". Viene garantita assistenza sanitaria di tipo universale, diritto all'istruzione gratuita, sistema previdenziale, indennità di disoccupazione, pensionamenti anticipati e assicurazioni sociali collegate al reddito, il numero di dipendenti pubblici è molto elevato, i sindacati hanno un elevato potere contrattuale, la pressione fiscale è molto superiore alla media OCSE ma estremamente egualitaria, con numerose imposte progressive, sono presenti meccanismi collettivi di "condivisione dei rischi", estesi programmi di formazione e politiche indirizzate alla piena occupazione. I risultati di tali politiche sono palesi: La qualità della vita è tra le più alte nell'intero continente, il livello di povertà tra i più bassi, così come la disoccupazione. Il PIL è in costante crescita (1% annuo circa in Finlandia e 2,5% annuo in Norvegia) fin dalla fine della crisi degli anni '90.
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    variazione-debito-pil-svezia-finlandia-norvegia-danimarca-italia-germania
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    Quentin, liv.5
    Una volta entrato mi trovo davanti al serrato scontro tra un uomo dal costume simile a un pipistrello e quello che potrebbe essere il boss di quegli uomini, oppure la sua guardia del corpo, un titano di oltre due metri.
    Entrambi sembrano esperti lottatori, il primo pare avere una tecnica al limite dell'umano o quasi, oltre a dimostrare un'elevata tecnica marziale, il secondo appare meno raffinato nello stile, ma sembra compensare con la sua mole e una resistenza quasi super-umana. Non visto spengo la sigaretta sul pavimento e mi apposto ad'osservare lo scontro, decido momentaneamente di non intervenire, son curioso di scoprire le capacità dei due, in particolare dell'uomo pipistrello, probabilmente lo stesso che ha attirato la mia attenzione sul tetto e che mi ha "trascinato" in questo casino.
  9. .
    Quentin, liv.5

    Dolorante mi rialzo, un fiotto di sangue costante sgorga dal foro sulla spalla, nulla di cui preoccuparsi particolarmente, si tratta di una ferita piuttosto superficiale, il proiettile è stato bloccato totalmente dall'osso che è stato danneggiato solo leggermente, probabilmente avrò difficoltà a muoverlo correttamente per un paio di settimane.
    Intorno a me intanto non restano che cadaveri. Sospirando estraggo una Marlboro e la infilo in bocca, continuando a tenere l'Uzi con l'altra mano, potrebbero sempre esserci altri uomini nei paraggi.
    A quel punto noto un forte rumore, come di una granata stordente, provenire da una delle stanze, quella da cui sono usciti gran parte dei quegli uomini, probabilmente il tizio che stavo seguendo ha raggiunto il suo obbiettivo, decido quindi di entrare, cautamente, a guardare che succede.
  10. .
    Quentin, liv.5
    Con ancora l'Uzi in mano continuo ad'attendere, mirando alla porta dell'ascensore, preparandomi così a un possibile nuovo assalto e allo stesso tempo tenendo d'occhio le scale.
    A quel punto sento un incredibile frastuono, come un esplosione al piano di sopra. Probabilmente il tizio che ho notato sul tetto è vicino.
    Evidentemente non sono l'unico ad'aver avvertito il boato, faccio appena in tempo ad'accorgermi della porta [NB: Di Reina] spalancarsi dietro di me, mi butto di lato voltandomi, due uomini con in mano mitragliatrici d'assalto, allarmati probabilmente dal rumore, irrompono nel corridoio. Vedendomi mi riversano contro diversi colpi, riesco ad'evitarne la maggior parte, solo uno mi colpisce alla spalla sinistra

    Aghhh...

    Prima che l'impatto mi faccia cadere a terra con un rapido gesta vuoto il caricatore sui due uomini, massacrandoli.
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    Quentin, liv.5
    A un certo punto le luci si spengono, qualcuno deve aver disattivato il contatore centrale del palazzo, probabilmente l'uomo che ha fatto per primo irruzione.
    Questo può essere un vantaggio per me, infatti pochi minuti dopo ecco arrivare al sesto piano una decina di uomini armati, che cominciano a frugare ovunque cercando l'uomo che ha eliminato i loro compagni. Il favore del buio mi permette di nascondermi con più facilità, devo aspettare il momento giusto.
    Questo non si fa attendere, ecco infatti che un uomo armato di Uzi fa capolino, il suo grosso faccione da idiota spunta dal muretto, scrutandomi per un secondo. I suoi occhi, molto meno allenati dei miei, impiegano qualche istante in più ad'abituarsi al buio, istanti che sfrutta per colpirlo con un diretto preciso sul setto nasale, facendogli così istintivamente portare le mani al viso, lasciando cadere l'uzi che lascia cadere a terra, lo afferro abilmente crivellandolo di proiettili, prima che cada a terra morto con la mano libera lo afferro, tenendolo davanti a me come scudo umano.
    Mi lancio così fuori dal mio riparo, gli uomini, avendo sentito i rumori, sono già pronti, cominciano a sparare impulsivamente in mia direzione ma visto il buio nessun colpo va a segno, io invece prendo il tempo di identificare le loro sagome nell'oscurità, massacrandoli singolarmente. Loro intanto continuano a sparare, i proiettili impattano contro il cadavere del loro compagno, fortunatamente bello in carne, un corpo più esile forse non avrebbe retto completamente i colpi di grosso calibro.
    Ho così il tempo di eliminarli tutti, uno dopo l'altro.
    Sospirando lascio cadere a terra il mio scudo, devo essere pronto, ne arriveranno certamente molti altri.
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    Apro questo topic per discutere insieme delle scelte universitarie, siano esse la scelta della facoltà, dei corsi di laurea o anche le scelte post laurea e semplici consigli di chi già ha frequentato.
    Inizio io con un paio di domande, infatti avendo iniziato il quinto anno vorrei arrivare alla scelta universitaria avendola ponderata sufficientemente.
    La mia prima scelta è Filosofia, essendo io naturalmente portato per le materie umanistiche, specialmente di stampo speculativo e teoretico, essendo profondamente appassionato di tale materia (che approfondisco in parte anche da autodidatta all'infuori della scarsa offerta formativa del Liceo) ed'essendo predisposto alla poliedricità (cosa fondamentale in questa disciplina). Ora, ecco le mie domande:
    1-Per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi, so che ne esistono pochi direttamente collegati alla disciplina (fondamentalmente solo l'insegnante Liceale o Universitario), ho letto però da diverse parti che le cose cambiano se si integra tale laurea con conoscenze, master e dottorati differenti (per esempio in Beni Culturali, Comunicazione, Diritto, Economia, Scienze Politiche, Lettere ecc...), la conoscenza di tali discipline darebbe infatti ai laureati in Filosofia un vantaggio in determinati settori (Giornalismo, industria culturale, industria mediatica ecc...) secondo quel che ho letto. Siete d'accordo? Avete avuto a che fare con esperienze (dirette o di vostri conoscenti) che confermino/neghino quest'idea? In caso affermativo, quali master o dottorati vi sentireste di consigliare? (Da quel che ho letto in questo caso i più indicati da abbinare sarebbero Comunicazioni e/o Beni Culturali, però non saprei...)
    2- Tra le varie Università più importanti (Padova, Bologna, Milano ecc...), qual'è secondo voi la migliore e perché? Oppure, ancora meglio, quali sono le differenze didattiche? Geograficamente sarei più vicino a quella di Bologna (In più sono innamorato di quella città :P), l'avete o frequentata o conoscete qualcuno che l'abbia fatto? Se sì, com'è?
  13. .
    Quentin, liv.5
    Arrivo al secondo piano, a quel punto accade qualcosa, i due uomini a guardia delle scale rispondono ad'una radiolina con tono affannoso e si dirigono verso il piano successivo, senza notarmi.
    Che si tratti di quel tizio che ho notato sul tetto?
    La cosa si fa ancora più interessante, avendo ora via libera comincio a correre insieme a Wolf verso i piani superiori, arrivato al quinto mi rendo conto che ci sono due uomini ancora lì, evidentemente non sono stati richiamati come i precedenti, forse ciò significa che il loro capo è in quel piano o al successivo. Wolf li elimina con due colpi precisi di pistola silenziata, aprendo la strada.
    Attualmente, più che il capo, mi interessa il tipo che ha creato tutto questo trambusto, quindi continuo a salire e arrivò al sesto piano.
    Qui ci sono molti più uomini che ai piani di sotto, 12 in tutto, probabilmente il loro leader è proprio qui.
    La pistola di Wolf contiene al massimo 6 colpi, di conseguenza potrebbe essere pericoloso attaccarli in quel modo, li avvertirebbe solo della mia presenza. Opto quindi a rinunciare alla copertura e Wolf estrae la sua mitraglietta, poi, sporgendosi, crivella l'intero gruppo con una pioggia di piombo, massacrandoli di sorpresa. Non nota però l'avvicinamento di un tredicesimo uomo, che fa capolino da uno degli appartamenti e di soppiatto colpisce Wolf con un colpo di canne mozze, il quale, dopo essere stato colpito, risponde al fuoco svuotandogli il caricatore contro, per poi morire e dissolversi. Altri tre uomini escono notando la carneficina, fortunatamente non riescono a vede né me né il dissolvimento di Wolf, resto quindi riparato ad'attendere, è probabile che l'obbiettivo dell'uomo sul tetto sia proprio il boss, probabilmente è un mafioso rivale, oppure un giustiziere.
    Rimango quindi acquattato in attesa.
  14. .
    Modificato
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    Quentin, liv.5
    Nascosto nella penombra avanzo verso le scale, seguito da Mister Wolf, entrambi siamo pronti all'azione, non sapendo cosa ci aspetterà dentro.
    A fare la guardia alle scale ci sono due uomini armati, ci avviciniamo lentamente e Wolf li elimina con la sua pistola silenziata

    Interessante, a quanto pare non è soltanto un edificio disabitato...

    Mi dirigo quindi verso il secondo piano.

    Edited by Lelouch Freedom - 10/9/2015, 18:49
275 replies since 28/11/2010
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