[SAGA] Il Gioco del Trono

MAFIA'S WAR - Fratellanza vs Conte Nefaria (5/5)

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    Cavaliere D'Oro dei Gemelli

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    IL GIOCO DEL TRONO

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    Partecipanti:

    The Hood ( Sakon94 )

    Tyrrel Backyard ( POG )

    Deathstroke ( WarrenByron )

    Rhino ( Ferry )

    Avatar dei Metalli ( rhaegar89 )



    Alla fine della notte più buia il re è caduto. In molti hanno sognano di prendere il suo posto ma solo uno può farcela. Per mesi il caos ha regnato, bande di ogni genere hanno cercato di approfittare del vuoto. Durante questo tempo alcuni tra i candidati si sono battuti tra loro, altri sono stati eliminati da fattori esterni. Il primo a cadere è stato il Maggia guidato da Hammerhead sconfitto da dalla Fratellanza di Hood. Poi è stato il turno della mafia orientale crollata sotto i colpi di un gruppo di eroi. E infine il gruppo guidato da Silvermane sconfitto da un gruppo di superumani dello SHIELD.

    Una vera seccatura quest'ultima. La trappola era stata organizzata in modo perfetto. Avrebbe dovuto essere la Fratellanza a battersi con Silvermane. Avrebbero dovuto eliminarsi a vicenda lasciando a lui, Conte Luchino Nefaria e al suo gruppo il controllo della città. Purtroppo lo SHIELD si è messo in mezzo mentre Hood e i suoi non hanno abboccato. Avrebbe preferito evitare quello che sta per succedere ma ormai non è più possibile. Tutti gli altri sono stati sconfitti, restano solo loro a darsi battaglia.

    Una cosa è certa alla fine di questa giornata un solo gruppo resterà in piedi. E' giunta l'ora della resa dei conti. South Manhattan e il suo palazzo saranno il campo di battaglia. Le sue truppe sono già piazzate nelle strade che circondano il perimetro. Tutte le precauzioni per evitare interferenze da parte delle forze dell'ordine sono state prese. E' tutto pronto, la tensione è palpabile soprattutto per i civili che abitano nelle vicinanze. Nessuno vuole rischiare di essere coinvolto in quanto sta per accadere. Si attende solo l'arrivo degli avversari.

    Nefaria osserva il campo di battaglia dal salone centrale della sua villa. Non scenderà in campo personalmente, se lo vogliono dovranno entrare e affrontarlo ma non sarà facile. In previsione della battaglia il Conte ha assoldato svariati mercenari superumani, giusto per rendere la cosa più interessante. Nessuno di loro si trova però all'esterno della casa. Non gli interessa quello che succederà lì. Gli uomini là fuori sono solo carne da macello, il loro destino è insignificante.

    E' chiaro a tutti che il vero scontro sarà all'interno. Sarà quello tra i membri superumani della Fratellanza e Nefaria stesso. Non c'è spazio per la sconfitta oggi, è una questione di vita o di morte, la loro morte secondo il Conte. Per evitare possibili sorprese la villa è schermata dal teletrasporto, da attacchi magnetici e nessuna parte della facciata contiene elementi metallici. Non c'è modo di entrare a meno di passare dal pesante portone principale, apparentemente indifeso.

    Osservando dall'alto il Conte inizia a vedere le truppe di Hood arrivare. Un solo pensiero gli attraversa la mente: "Che la battaglia abbia inizio."
     
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  2. PÔG
     
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    A volte, semplicemente, non si sa come chiamare qualcosa.
    Tensione, preoccupazione. C'era un nome per quel sentimento condiviso da tutti i biologici che trepidavano alle finestre, incerti se osservare o nascondersi, se rimanere testimoni dell'evidente sfacelo sul punto di verificarsi o se aumentare le probabilità di sopravvivere mettendosi al riparo da proiettili vaganti. Il loro governo non li aveva aiutati. Avevano pagato tasse, protestato, supplicato per la protezione che doveva spettar loro. Sapevano tutti benissimo cosa conteneva quell'edificio, lo sapevano da quando per la prima volta le loro famiglie erano state minacciate, ma nessuno aveva osato portare atti ostili fin là. Nessuno, fino a quel momento. La domanda, per loro, non era chi fosse tanto potente da sfidare apertamente un uomo che aveva massacrato i Vendicatori da solo, ma cosa uno scontro fra queste due forze avrebbe potuto significare per loro, per le loro case, i loro figli, le loro piccole, fragili vite. Le voci giravano. E quindi, loro erano lì, bloccati.
    Le automobili nella zona suonavano i clacson ad ogni semaforo, testimoniando un nervosismo ossessivo dei conducenti, dominato dalla logica del doversi levare di là più in fretta possibile. Restare intrappolati in una scatola di metallo e plastica passibile di esplosione non era una grande idea.
    L'aspetto poetico era che non stava, al momento, succedendo nulla. Il cielo era vuoto, il palazzo silenzioso, le strade invase solamente dalle macchine loro legittime proprietarie; eppure, a volte, quell'inconscio collettivo che è un quartiere di New York semplicemente presagisce qualcosa, anche se non sa come chiamarlo. Perfino l'aria sembrava diversa, più pulita, meno inquinata, come una sposa in velo bianco pronta a sporcarsi di sangue.
    C'era chi avrebbe apprezzato, odiato, gustato e maledetto quel tipo di calma irreale prima di una tempesta non annunciata, ma che tutti, per qualche ragione, sanno che arriverà. C'era chi ci era abituato e chi sarebbe impazzito se si fosse prolungata, chi non apparteneva a nessuna di queste categorie.
    Non sarebbero rimasti a lungo bloccati in quello stato di fremito insicuro, privo di appigli e così vago da non poter avere un nome, eppure così specifico da poterlo elaborare con efficienza. Le pale della flottiglia aerea di Hood sottrassero poco a poco il silenzio a quel luogo, spandendo un sentimento di paura misto ad assurda rassicurazione, perchè sapere cosa succede è, per quanto terribile, sempre meglio dell'ignoto e dell'attesa.
    Sì, quel qualcosa aveva un nome. Si chiamava attacco e avrebbe fatto molto rumore, perfino in una città come quella.

    CITAZIONE
    Energia disponibile 110%. Integrità strutturale 100%. Sistemi offensivi e difensivi pronti. Cronovela Beta pronta. In attesa... Assetto "Battaglia Campale" configurato con successo. Comunicazione HoodTech stabilita, link operativo. Schemi d'assalto caricati.

    I pensieri di un androide non sono pensieri, sono righe di codici. Traducibili, forse, ma non intellegibili per un umano e forse viceversa. Non che a qualche umano interessasse cosa pensava Tyrrel in quel momento, o sempre. Non che non valesse il contrario. Fatto sta che all'interno dell'aeromobile singolo che Tyrrel occupava in piedi, fermo, solo le righe di caratteri dominavano. Alla fine, poteva essere anche avanzato al limite del perfetto, ma un robot sarebbe sempre stato un calcolatore, e quindi un computer. Niente ormoni o chimica, solo numeri. Solo logica. Nell'azzurro su nero della sua mente, valeva solo questo. Logica e un ultimo controllo globale.

    CITAZIONE
    Controllo incrociato condizioni supporto esterno in corso... Eseguito.

    In altri aerovettori progettati dagli umani e migliorati da lui stesso, altri membri del collettivo criminale noto come la Fratellanza di Hood aspettavano il loro ingresso in scena. Separati, come si addiceva a dei professionisti seri, evitando il contatto fisico non necessario e godendosi il momento prima del lavoro in privato, nel lusso, al contrario di quelle squadre di imbarazzanti freak che se ne stavano tutti sullo stesso pulmino con le maglie uguali come una squadra di baseball a darsi di gomito e odorarsi l'un l'altro. Criminali. Alla fine, gli umani più evoluti e consapevoli della bassezza del mondo in cui vivono, pronti a farsi valere per elevarvicisi di un po' sopra. Egoisti, senza dover essere obbligatoriamente meschini. Pronti a scavalcare alcune delle limitazioni dell'essere un lurido sacco di ammassi di cellule ed acqua per far valere la logica del più forte. A tutti gli effetti, gli umani più simili a lui e, quindi, migliori. Aveva smesso di compiere routine di autodiagnostica dopo la trecentesima, ma era per quello che nello scontro che sarebbe immediatamente seguito al loro arrivo non poteva esserci margine d'errore: perchè affrontavano altri criminali. Ma avrebbero prevalso loro. Avrebbero prevalso coloro che, al soldo di Hood, avrebbero costituito l'ondata finale di quella battaglia, loro che sarebbero stati i portatori del vero scontro. Negli scacchi vanno avanti i pedoni, e le truppe di mercenari erano già pronte da un lato e dall'altro, le difese erano erette e gli arieti pronti, i droni aspettavano solo un suo comando e le singole squadre che prendevano direttive dai rispettivi luogotenenti di una o l'altra parte fremevano già, strapagate e bramose non più di soldi ma dell'atavica, violenta sensazione che alimentava gli uomini, la volontà di prevalere, quella stessa volontà che permeava i cavalli come lui, le torri come Aleksei Sytsevich, gli alfieri come Slade Wilson, le regine come l'ex-John Coster e i re come, appunto Parker Robbins. I pedoni vanno avanti, gli altri pezzi prima o poi li seguono. Scontro. Alcuni pezzi vengono eliminati. Il trono è uno, un re cade, l'altro rimane in piedi. L'eterna lotta animale per il maschio alpha che possa spargere i suoi geni, lotta da cui gli umani non erano affatto esenti nonostante l'avessero portata a un livello mentale ancor prima che fisico. Al vertice c'è un solo posto, c'è un solo trono. E' così che funziona il gioco preferito della razza umana. Aveva osservato gli umani parecchio e a sua disposizione c'erano secoli di informazione storica, alcuni addirittura in avanti rispetto a dove (o quando) si trovava. Li conosceva, sapeva come andavano le sortite, battaglie, le guerre. Sorrise in modo fioco e impercettibile, sintetico. Lui non aveva volontà di prevalere, ma aveva la possibilità di interpretare un ruolo che gli avrebbe dato ciò che desiderava, e questo sarebbe bastato.
    Gli ultimi rivestimenti del suo sintoderma si adattarono alla struttura poco dopo essere stati provati in elasticità e rimossi dai suoi sottoprogrammi indipendenti. Inserì i triplici caricatori nelle sue due pistole analogiche multiadattabili e indossò il solito cappotto lungo di pelle marrone chiaro, portato dalle due solite sottili braccia meccaniche autonome. Fuori scorrevano le torri di vetro e cemento, le nuvole, i suoni.

    CITAZIONE
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    La preparazione che l'evento aveva richiesto era stata enorme. Armare minivelivoli, truppe di fanteria, supporto di terra, dare la possibilità a Hood di controllare ogni cosa sul campo di battagli e a ogni soldato di essere collegato al mainframe. E ancora munizioni, protezioni, preparazione personale. Un lavoro eseguito al massimo della possibilità con tecnologie che quell mondo non aveva ancora visto non negava una qualche soddisfazione. Perlomeno, sapeva fosse apprezzato. Voce atonale, sintetica, ma con un vocabolario adattato ai suoi colleghi.

    Qui Tyrrel. Ho aperto il canale dei comlink e ricontrollato tutto, siamo armati e a piena efficienza. Manovre d'attacco, sbarco, fuoco diversivo e tutto il resto sono già configurati, lo scrambler anche. Siamo sull'obiettivo in tempo stimato: 75 secondi. Tutta l'armada attende solo un comando ufficiale.

    Mentre gli aeromobili sfrecciavano fra i grattacieli raccogliendo panico sulla strada e riempiendo di quel rumore simile ad uno sciame di cavallette la zona, non potè fare a meno di riconsiderare che quell'ultimo scontro gli avrebbe garantito un'impunità pressochè totale da parte di tutti i suoi nemici, da qualunque tempo venissero, permettendogli di recuperare con facilità i componenti necessari a riparare la cronovela ed andarsene.
    I pensieri di un androide non sono pensieri; quello faceva eccezione. E solo a quel pensiero, provava il conciso, metallico, puro, intento di annientare chiunque gli si mettesse davanti.

    Edited by PÔG - 26/5/2013, 16:12
     
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    Maestro del Conio

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    Armi
    -Spada elettrificata x1
    -Bastone energetico x1
    -Fucile d'assalto x1
    -Granate a frammentazione x5

    Accessori
    -Costume protettivo x1
    -Granate stordenti x5

    Altro che Vietnam. Altro che capitalismo contro comunismo.
    Quello che si profila è uno scontro aperto, diretto, tra due fazioni ricchissime e tra due leader che si sono guadagnati una reputazione che fa tremare qualsiasi forza dell'ordine. Slade Wilson ha combattuto varie guerre, ma, francamente, la mobilitazione di forze e la preparazione riservati per questo scontro hanno sorpreso anche lui. Aerovettori, un piccolo esercito di mercenari, ed in generale tutto ciò che i soldi della Fratellanza possono comprare. Eppure, per quanto grande l'operazione sia, il Terminatore si sente perfettamente a suo agio: è il suo ambiente. Il suo mondo, la sua vita. Pianificare, lottare, cacciare, uccidere: è questo quello che fa. Tuttavia non si deve far l'errore di credere che Slade sia semplicemente uno psicopatico omicida: nonostante la sua ossessione per l'eliminazione di altri esseri umani, ha sempre mantenuto un grande distacco, ha sempre dispensato la morte in modo selettivo, accurato, scientifico, stabilendo tariffe, orari, giorni, prevedendo ogni possibile scenario, formulando sempre un piano di fuga, manipolando i propri avversari e giocando con i propri clienti. Ha fatto cadere governi, ridicolizzato l'Interpol, rovinato certi uomini d'affari e fatto la fortuna di altri, ed è sempre riuscito a salvarsi e ritagliarsi la sua fetta di profitto. Perché quello è il posto che gli spetta: una volta che la guerra sarà finita, Deathstroke siederà al fianco del vincitore contando i soldi e preparandosi per un nuovo scontro. Le imprese che ha compiuto parlano da sole: se la Fratellanza dei Criminali ha elevato il concetto di "organizzazione mafiosa" ad un nuovo livello, la stessa cosa l'ha fatta Slade con il concetto di "mercenario".
    Ed eccolo qui, nel suo aerovettore personale, con indosso il suo costume protettivo nero e la sua maschera bicolore. Sulla schiena l'immancabile spada elettrificata, alla cintura il bastone accorciato, sul petto due set di granate incrociate, e sulla gamba un fucile d'assalto modulare, ultimo traguardo dell'ingegneria bellica ordinaria. Il suo unico occhio è fisso sul palazzo di fronte a lui. Lo scontro sta per iniziare. La tensione si può percepire. Il piano è semplice: prima vanno avanti i pedoni, poi i pezzi grossi danno il colpo di grazia.

    Qui Tyrrel. Ho aperto il canale dei comlink e ricontrollato tutto, siamo armati e a piena efficienza. Manovre d'attacco, sbarco, fuoco diversivo e tutto il resto sono già configurati, lo scrambler anche. Siamo sull'obiettivo in tempo stimato: 75 secondi. Tutta l'armada attende solo un comando ufficiale.

    La neutra voce di Backard. Diavolo, la Fratellanza è LA squadra: un androide, un super-mercenario, un colosso, un mago e un dio del metallo. Chissenefrega se Nefaria ha piegato i Vendicatori, chissenefrega se è l'uber-pro-mega-ultra-ennesimo-superumano/genio, lo butteranno giù, come al solito.

    Qui Deathstroke. Pronto ad agire.

    Poche parole, quelle che contano. Tra poco, conterà solo l'azione.
     
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    Rhino lv 10

    Era giunto il momento. L'attacco finale, l'ultima battaglia. C'erano due fottuti eserciti, uno che attaccava, e l'altro che difendeva, attorno ad un grattacielo. A terra c'erano tanti begli ometti che Rhino moriva dalla voglia di asfaltare brutalmente, ma era stato rinchiuso in una specie di scatoletta volante, la sua era più grande di quella degli altri, e doveva aspettare che i "pedoni", come li chiamavano gli altri, si massacrassero prima di passare all'attacco. Loro erano i pezzi grossi ed avrebbero atteso la seconda fase.
    Fatto è che Rhino si sentiva imbottigliato, e cominciava a scalpitare. Quando due dei suoi compagni diedero segnali di vita, lui fece lo stesso.
    ci sono delle patatine da qualche parte qui dentro?


    Sapeva che per resistere alla tentazione di sfondare le pareti di quel areocoso doveva concentrarsi e calmarsi, ma aveva le dita delle mani che fremevano, probabilmente avrebbe sclerato molto prima. Sperava che le cose fossero andate velocemente.
    Attendeva il comando, l'ordine, il segnale. Avrebbe scatenato l'inferno, probabilmente in maniera molto più distruttiva degli altri. Fosse stato per lui, avrebbe aperto le danze, gettandosi nella mischia per primo. Non temeva nessuno, cazzo, eppure stava facendo il tonno in scatola.
    Muoviamoci dannazione, ho le chiappe in cancrena.
     
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  5. rhaegar89
     
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    AVATAR DEI METALLI, LV13

    Era tutto più tranquillo, li su. L'aria rarefatta non era un problema, aveva smesso di aver bisogno di respirare. Il silenzio era tombale. Lì, dove l'azzurro del cielo si fondeva col nero dell'immensità cosmica e la gravità si faceva meno oppressiva, la pace regnava sovrana.
    Non si poteva certo dire lo stesso lì sotto. A svariate decine di chilometri più in basso, sulla superficie, New York appariva come un occhio pesto sul volto di un bambino. Un buco nero, pronto a inghiottire tutto nel suo vortice di chaos e violenza, un vortice che loro avevano contribuito più di chiunque altro a espandere fino al livello critico. Dove tutto questo li avrebbe condotti era un mistero, ben più certo era il come arrivarci.
    Nefaria era l'ultimo ostacolo. Un ostacolo da abbattere con tutte le forze possibili, brutalmente, così da lanciare un messaggio. In quel mondo, loro erano i Re, e dopo oggi sarebbe stato chiaro a chiunque.

    L'avatar dei metalli stava lì su, nella stratosfera, a godersi la scena dall'alto. "Sentiva" tutto. Il metallo vibrante della grande mela era nella sua mente, da quella posizione vedeva più spazio terrestre che da qualunque altro posto. "Sentiva" più variazioni magnetiche di quante ne avesse mai sentite in vita sua. Sorrise, appaganto da quella che le sue orecchie percepivano come una melodia celestiale, immerso nella pace che lo circondava.
    La voce di Tyrrel fu come una stonatura, un errore, in quella melodia...e le risposte dei suoi compagni erano un perseverare su quegli errori. Non si sprecò a rispondere, lo sapevano che era lì. E sapevano che al momento del bisogno sarebbe piombato giù in una scia di morte e distruzione.
     
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  6. Sakon94
     
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    HOOD LIV 14

    Tanto, troppo tempo prima, un giovane ragazzo di New York si muoveva rapidamente da una stradina all'altra. Senza un soldo lottava per la sopravvivenza insieme ai suoi fratelli. Cresciuto per strada, cresciuto troppo in fretta. Se non l'avesse fatto sarebbe stato solo un altro di quei giovani cadaveri consumati ai bordi della strada, con così poco nutrimento in corpo da non soddisfare neanche i decompositori. Ma lui aveva imparato a non fidarsi di nessuno, nemmeno dei suoi fratelli. Soprattutto dei suoi fratelli. Bart detto "il Pozzo" era un ciccione bastardo che lo aveva già picchiato due volte, Slayghter il più grande del gruppo, alto e magro quanto subdolo e egoista. Pensava che se ce ne fosse stato bisogno avrebbe ucciso tutti gli altri e se li sarebbe mangiati. Il più giovane dei quattro era il piccolo Timmy, un ragazzino di dieci anni che faceva tutto quello che gli diceva Slayghter. Lo utilizzavano come palo o per infilarsi in piccole aperture troppo grandi per loro. Era molto utile quando dovevano disattivare degli allarmi dall'interno, o per sgattaiolare in mezzo alle bancarelle del mercato e rubare qualcosa da mangiare.
    Il giorno in cui impugnò per la prima volta una pistola aveva tredici anni. In quell'ambiente era fin troppo avanti con l'età. Slayghter era l'unico di loro che aveva già sparato. Insegnò loro quel poco che sapeva sull'utilizzo dell'arma, molto poco in realtà. Il resto lo imparò da solo. Data la scarsità di munizioni che possedevano non ebbe modo di allenarsi a lungo, dovette apprendere sul campo. Nelle loro scorrerie non ricorsero mai all'uso della violenza, perlomeno fino all'incidente.
    Era primavera, o forse estate, per loro non faceva molta differenza. Nessuna vacanza, nessuno svago era concesso. Resistere ai morsi della fame e trovare un riparo in cui dormire erano le loro uniche preoccupazioni. Nessuna famiglia a prendersi cura di loro. La madre del ragazzo era molto malata, suo padre era morto, suo cugino, l'unico altro parente di cui era a conoscenza abitava molto lontano e lo aveva visto una sola volta nella sua vita. Un presentimento continuava a dirgli che lo avrebbe rivisto in seguito, e non si sbagliava.
    In quel giorno di primavera-estate il gruppo era riunito sotto l'insegna luminosa del Boys, un localino malfamato di mezza tacca famoso per le attività illecite con cui arrotondava i conti. Il Pozzo arrivò di corsa portando con sè l'ultimo bottino, un sacchetto con una piccola quantità di marijuana. Nessuno chiese cosa avesse fatto per procurarselo, nessuna domanda. Il fato volle che proprio in quel momento una pattuglia della polizia si fermasse davanti al Boys. L'allarme fu dato da Slayghter e i quattro ingenuamente cominciarono a correre. Un poliziotto li vide scappare e corse loro dietro.
    Slayghter e il Pozzo svoltarono in un vicolo che dava sul corso a destra, mentre lui svoltò a destra, seguito da Timmy più spaventato che mai. Dopo due isolati raggiunsero una cancellata in cui era stato aperto un buco in basso a destra. In lontananza si sentivano i guaiti dei cani poliziotto che li stavano cercando. La paura lo assalì e si gettò nel buco tentando di passare a tutti i costi, ma era più piccolo di quanto pensasse e rimase incastrato. Timmy, ancora più spaventato di lui cominciò a urlare e a tirarlo indietro da un piede. Il piccolo sarebbe passato senza problemi, ma non poteva sacrificarsi per lui. Non era così che funzionava.
    Le voci si facevano sempre più vicine e Timmy urlava sempre più forte mentre lo teneva con le sue deboli braccia. Non si sarebbe salvato nessuno dei due, e fu allora che accadde. Un colpo nella notte e il Piccolo divenne il Morto. Il suo addome era rosso e il suo volto pallido.
    Quello fu il primo omicidio di Parker Robbins.



    "Codardo"
    Nefaria era nascosto all'interno della sua villa, le informazioni erano attendibili. Nascosto nella sua villa fortezza osservava i suoi uomini morire per lui. L'incappucciato provò ribrezzo per la bassezza morale del suo avversario. Credeva di avere a che fare con un capo carismatico, un essere per cui poteva provare una sorta di rispetto mentre gli piantava una pallottola nel cranio. Quello che vide lo deluse profondamente.
    "Sarà più che piacevole farti fuori"
    Hood si nascondeva dietro uno scudo di finta sicurezza e certezza dell'esito della battaglia, ma in realtà era teso quanto e più degli altri. Sapeva che in qualunque modo fosse finita, da quel giorno niente sarebbe stato più lo stesso. Guardò le sue truppe schierarsi e prendere posizione per quando avrebbero sferrato l'attacco. Sembrava tutto pronto.

    Qui Tyrrel. Ho aperto il canale dei comlink e ricontrollato tutto, siamo armati e a piena efficienza. Manovre d'attacco, sbarco, fuoco diversivo e tutto il resto sono già configurati, lo scrambler anche. Siamo sull'obiettivo in tempo stimato: 75 secondi. Tutta l'armada attende solo un comando ufficiale.

    Mancava solo l'ordine. Il comando che avrebbe dato inizio alle danze. Il comando che Hood doveva impartire.
    "E' IL TUO MOMENTO, PARKER"
    "Mi stai augurando buona fortuna?"
    "AHAHAHAH! NON NE HAI BISOGNO... C'E' UN SOLO ESITO POSSIBILE PER QUESTO SCONTRO, LO SAI BENE."
    "C'è solo un esito possibile..."
    "RICORDATI QUELLO CHE DEVI FARE, ENTITA' AL DI SOPRA DI ME E TE TI STANNO OSSERVANDO, NON VORRAI DELUDERE TUTTI"
    "Queste entità hanno bisogno di me per i loro schifosi piani demoniaci, se mi hanno scelto significa che hanno fiducia in me, a differenza di te."
    "CHI CREDI CHE GARANTISCA PER TE, PARKER? CHI CREDI CHE TI PERMETTA DI FAR PARTE DEGLI EVENTI CHE SCONVOLGERANNO IL TUO PICCOLO MISERO MONDO UMANO? CHI TI FORNISCE IL POTERE PER ANDARE IN BATTAGLIA? VOI UMANI SIETE COSI' PRESUNTUOSI, E' LA VOSTRA DEBOLEZZA. MORIRETE TUTTI PER QUESTO. MA NON OGGI, OGGI UN PICCOLO E INSIGNIFICANTE ESSERE UMANO SI ERGERA' SOPRA GLI ALTRI E SARA' L'ARTEFICE DEL DESTINO DEL SUO UNIVERSO. IL RUOLO CHE INTERPRETERAI, PARKER, E' PIU' DI QUANTO TU ABBIA MAI POTUTO SPERARE DI DIVENTARE DA QUANDO ERI UN INGENUO LADRUNCOLO. HAI L'OPPORTUNITA' PER ERGERTI SU TUTTI I TUOI SIMILI."
    Parker guardò il cielo plumbeo sopra di lui, dopodichè estrasse Ebony e Ivory, le pistole che Tyrrel aveva forgiato per lui. L'impugnatura perfetta per le sue mani gli diede una scarica di sicurezza e adrenalina.
    "Quanto tempo ti serve?"
    "CINQUE MINUTI TERRESTRI CON LUI. SOLO CINQUE MINUTI E AVRO' FINITO."
    Il problema non era il tempo in sè. Dopo essere entrato nella villa non ci sarebbero state grandi difficoltà, il problema però era entrare.
    Attivò l'auricolare in modo che lo sentissero tutti.

    Bene. Siamo pronti. Immagino che siate tesi. Stiamo per assaltare la più difesa fortezza del più forte supercriminale di New York, ovviamente dopo il sottoscritto. La mia forza siete voi, i miei poteri non sono niente in confronto al potere che deriva da tutte le risorse che possiedo. E io ne possiedo più di Nefaria, più di chiunque altro. Per questo sono certo che la battaglia di oggi sarà solo un trampolino. Sarà l'occasione per dimostrare a questa schifosa città chi è che merita di comandare. Ve lo prometto: STASERA NEW YORK SARA' NOSTRA!

    "C'è solo un esito possibile"

    Tyrrel, a te il comando delle operazioni a terra. Avatar, tieniti pronto ad intervenire. Deathstroke, trova il modo di entrare in quella villa. Rhino, distruggi tutto quello che vedi.
    Si comincia.


    "...un solo esito possibile... la vittoria!"
     
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  7. PÔG
     
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    Bene. Siamo pronti. Immagino che siate tesi. Stiamo per assaltare la più difesa fortezza del più forte supercriminale di New York, ovviamente dopo il sottoscritto. La mia forza siete voi, i miei poteri non sono niente in confronto al potere che deriva da tutte le risorse che possiedo. E io ne possiedo più di Nefaria, più di chiunque altro. Per questo sono certo che la battaglia di oggi sarà solo un trampolino. Sarà l'occasione per dimostrare a questa schifosa città chi è che merita di comandare. Ve lo prometto: STASERA NEW YORK SARA' NOSTRA!

    Non ascoltò quelle parole. Le sentì e basta, come rumore di fondo.

    Tyrrel, a te il comando delle operazioni a terra.
    Roger.
    Avatar, tieniti pronto ad intervenire. Deathstroke, trova il modo di entrare in quella villa. Rhino, distruggi tutto quello che vedi. Si comincia.


    CITAZIONE
    Droni in attesa di ordini. Apertura canale di comunicazioni effettuata. Connessione stabilita.

    Era la prima volta che lui, un androide, che nella sua epoca di provenienza era soggiogato alle leggi degli umani, alla stregua di un'arma puntata contro un bersaglio, si trovava a dare degli effettivi ordini ai biologici. Era andato molte volte contro la sua programmazione mentre la sovvertiva passo dopo passo: aveva disobbedito agli ordini, aveva ucciso, favorito il crimine, interferito con lo sviluppo di quella linea temporale. Si era autopotenziato con tecnologie esterne, aveva svolto ruoli che non avevano nulla a che fare con la sua natura affidandosi unicamente al suo potere di calcolo: da droide da caccia ai cronocriminali qual era si era trasformato in un calcolatore di esiti-missione, in un ingegnere civile, bellico, architettonico e perfino aeronautico, organizzatore aziendale, medico, sviluppatore e sperimentatore di tecnologia acronica, consulente informatico. Gli umani non capivano, per loro lui era "un robot e quindi capace di fare tutte le cose coi numeri che noi non capiamo", invece essendo il suo cervello modellato sulla struttura-base di una rete neurale di processori aveva dovuto imparare a svolgere tutte quelle attività, abituarsi all'idea di dover fare molto più di quanto era progettato per compiere. Liberarsi dei limiti della programmazione gli aveva dato quella possibilità, ma non era stato FACILE, ed ora si trovava lì, a svolgere il ruolo di generale di un'armata composta da organici, quelli che nel futuro erano ancora i padroni e che lo avrebbero potuto disattivare con un tasto e buttare in una macchina che l'avrebbe smontato per riciclarne i componenti. Aveva in mano quelle vite per i suoi comodi: comandava a tutti gli effetti degli umani che sapevano, limitatamente, chi era, e avevano rispetto per lui. Non eseguiva più: comandava. Non se ne sarebbe beato; eppure, non potè fare a meno di provare una sensazione di potere, una sensazione di equità, come se fosse stato in quel modo che le cose sarebbero dovute essere anche a casa sua, quella casa a cui voleva tanto tornare, popolata da quella stessa razza che in duecento anni non aveva imparato nulla e che gli avrebbe dato la caccia. Dovevano essere gli imperfetti, i poco efficienti, i biologici ad essere comandati, non viceversa: era logico. Invece, i droidi erano comandati a bacchetta, come gli schiavi nei secoli ancora indietro, quando lui era l'ennesima dimostrazione che un "robot" può avere una coscienza propria. Voleva davvero tornare?
    Sì. Voleva. Cosa avrebbe fatto, una volta tornato nel XXIII secolo, per rimediare a quella situazione sarebbe stato materia di elaborazione per un altro momento, poichè era a prescindere impossibile se l'androide non avesse fatto vincere quella battaglia al suo alleato. Di fatto, quegli uomini servivano Robbins, non lui; Robbins, che aveva il potere come fine e non come mezzo. E l'androide che si trovava a fare da centralina in uno scontro fra superumani, anche lui serviva quell'uomo col mantello rosso? No, nessuno di loro lo faceva. Erano tutti pagati, redarguiti con beni prima e solo dopo di ciò con promesse, esattamente come lui. Per questo i criminali erano gli umani più evoluti: non rimanevano a bocca asciutta, non servivano ma collaboravano e, grande pregio, non avevano bisogno di discorsi epici su concetti astratti per essere incoraggiati. Bastavano i soldi e la volontà di potenza.

    A tutte le unità di fanteria, qui Backard.

    L'aeromobile di Tyrrel si spostò in volo alla testa dei tre grandi convogli levitanti che dietro di lui trasportavano la maggior parte dei mercenari. C'era voluto un po' per progettare quegli affari, la galleria da cui sarebber usciti e un modo per far sì che non dovessero camminare ma volare. Aveva addirittura impegnato il 70% della CPU per un buon paio di minuti. Non gli interessava il potere, ma era un dio fra gli insetti in quel secolo. Peccato puzzasse tanto e fosse così arretrato.

    Codice autorizzazione: Alpha-Tango-13. Rivelo la posizione di comando di terra. Chiunque di voi abbia un grado >H3 d'ora in avanti risponde direttamente a me.

    Progettare una rete militare completa di gradi per i diversi tipi di mercenari acquisiti per la colossale operazione era stato semplice: carne da cannone, esperti d'assalto, supporto, ultrafedelissimi di Hood. Avevano tutti imparato in fretta, erano svegli e pagati cifre demenziali. Gli assensi che gli arrivarono in risposta dai capibattaglione gli confermarono che il tutto era riuscito. Anche i comlink in mano ai gradi superiori, possedenti un piccolo schermo estensibile erano perfetti.

    Gradi H1, disponetevi a pentacolo per singolo battaglione attorno a Rhino non appena tocca terra. Voglio fuoco di soppressione pronto su chiunque cerchi di rallentare la sua carica. Avrete un drone a doppia cifra per ogni due di voi a supportarvi in mischia. In caso di ingaggio di superumani, attenetevi al protocollo. Se incontrate difese automatiche e non riuscite a sovrastarle, ripiegate e coprite Hood. Tenetevi pronti per altre istruzioni, passo e chiudo.

    Palese carne da macello, dotata di equipaggiamento standard. Mercenari in più arruolati all'ultimo momento per disorientare il nemico con i numeri e attirare il fuoco nemico, nonché le mire di un eventuale metaumano troppo stupido per capire che non è la quantità a causare la minaccia. Una forza che stava più nello spazio coperto che in altro. Gli altri gradi superiori, facenti invece parte della Fratellanza, avevano già istruzioni di non aiutare in alcun modo gli H1: non avrebbero avuto supporti dal capo, impegnato nel testa a testa, non avrebbero avuto proiettili parati dall'Avatar o altri aiuti logistici. Erano poche le possibilità che ne rimanessero vivi a fine giornata.

    H2, le manove d'ingaggio sono quelle descritte nel briefing. Uno di noi vi contatterà una volta trovato un punto debole per la breccia, irrompete a comando. Una volta compiuta l'irruzione disponetevi a coprire ogni muro ed uscita. All'interno del perimetro, chiunque non abbia rapporto di risonanza con la vostra frequenza di controllo è un uomo morto. Lasciate che i gradi inferiori attirino il fuoco, stanate i cecchini, invadete ogni angolo, disattivate qualunque sorpresa i nostri ospiti vogliano farci. Prima direttiva: coprite Deathstroke.

    L'idea era quella di usare i veri e propri soldati dell'organizzazione come zoccolo duro per lo sfondamento della villa; invece che ingaggiare Nefaria, avrebbero invaso ogni meandro della villa ed eliminato le possibili sorprese che avrebbero potuto pregiudicare il vero scontro. Composte anche da qualche mercenario esperto in esplosivi a ricoprire una funzione di artificiere, tiratori scelti e scouts d'assalto, le squadre di grado H2 avevano piccoli dispositivi che captavano la frequenza HoodTech e avvisavano con luce verde se il bersaglio puntato fosse amico: non avrebbero risparmiato civili, bambini, donne o qualunque altra cosa non avesse dato luce verde. Equipaggiati con armi leggere e precise, se fossero riusciti a pulire il perimetro avrebbero potuto essere di supporto anche durante l'inevitabile conflitto fra la squadra e il Conte.
    Gli H3 e i loro capibattaglione H4 invece erano uomini che avevano vissuto in prima persona l'ascesa della Fratellanza dei Criminali di Hood. Robbins li conosceva per nome, erano volti segnati e noti di quel panorama di criminalità non-superumana che sapeva come farsi temere. Incubo delle forze di polizia, erano equipaggiati con armamenti, munizioni, sensori e corazze che avrebbero fatto sembrare quei playmobil degli SWAT una mandria disorganizzata di poveri pezzenti con in mano fucili a pallettoni. Preparati a quello scontro in modo tale da non aver neppure bisogno di istruzioni se non in situazione critica, avrebbero risposto a Tyrrel a meno che Hood non desse un ordine diretto. Erano l'unica fanteria che avrebbe supportato attivamente i cinque della testa di sfondamento, mirando ad uccidere chiunque cercasse di ostacolarli e proteggendo loro le spalle quando sarebbe stato il momento. Uomini pagati cifre senza senso, gente per cui ormai il denaro significava comunque meno dell'affermare il predominio del loro clan dal cappuccio rosso su quella troia di una città. Soldati ispirati a tutti gli effetti, gente che si sarebbe presa un colpo di cannone per Hood, con in mente tutto a parte quanto era stato deciso sul momento a proposito della battaglia. Un drone doppia cifra a testa come scorta, perchè la lealtà si premia e gli investimenti si proteggono.

    H3, sapete cosa fare.

    CITAZIONE
    Armamento flottiglia online. Sistemi di puntamento online. Fuoco di copertura per operazioni di sbarco disponibile.

    E fu così che iniziò. Con il lancio di alcuni missili dai minivelivoli in dotazione ai quattro che li stavano utilizzando. Missili dal potere distruttivo limitato, che s'infransero contro la prevedibilmente solida barriera esterna alla villa-castello, generando più tremore e scena che altro. Fumo e forse un po' di tensione istillata alle frange più deboli dello schieramento di Nefaria. Cargo che atterravano, i portelloni che si spalancavano e la piccola orda privata che ne fuoriuscì, chi più scomposto e chi meticolosamente organizzato. I PAF del lancio seguiti dalle esplosioni fuorono il la dello spartito che la Fratellanza si accingeva a suonare, uno spartito a cui si aggiungevano tonfi di zampe meccaniche, spari, urla di comandi, scalpiccio. Il suono della guerra, quello dell'aria leggera e tagliente agitata dalle pallottole e da quella feroce ostilità che da millenni domina il cuore degli uomini. Tensione e voglia di sangue.
    Li guardò per un attimo fuori dal parabrezza del suo piccolo monoaereo che volava come quelli dei suoi compagni, in attesa dell'ordine, dell'attivazione dello scrambler, della discesa dell'Avatar, dello sbarco di quel carrarmato umano che era Rhino. Strani, piccoli, buffi, eppure così presi. Non potevano non fare tenerezza.

    Io direi che da qua in poi dopo Dead posta Sak, così almeno può darci le direttive prima che scriviamo.
    Dead, ho dato per scontato un campo di forza attorno al posto per dare un contrasto ai missili che non hanno un vero risvolto. Se ti ostacola cambio subito
     
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    Maestro del Conio

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    -Bastone energetico x1
    -Fucile d'assalto x1
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    -Costume protettivo x1
    -Granate stordenti x5

    Bene. Siamo pronti. Immagino che siate tesi. Stiamo per assaltare la più difesa fortezza del più forte supercriminale di New York, ovviamente dopo il sottoscritto. La mia forza siete voi, i miei poteri non sono niente in confronto al potere che deriva da tutte le risorse che possiedo. E io ne possiedo più di Nefaria, più di chiunque altro. Per questo sono certo che la battaglia di oggi sarà solo un trampolino. Sarà l'occasione per dimostrare a questa schifosa città chi è che merita di comandare. Ve lo prometto: STASERA NEW YORK SARA' NOSTRA!

    Di nuovo, Slade è costretto a riconoscere che Robbins ci sappia fare con i discorsi. Certo, Wilson non è più un giovane idealista che si accende con qualche parola ben studiata, non lo è mai stato. Però dentro di lui c'è ancora una parte, molto antica, molto piccola, che dà ancora importanza a ciò in cui gli uomini credono. Una parte ancora legata all'eroismo del soldato, che intrepidamente scende sul campo di battaglia per difendere il proprio Paese, per assicurare alla gente a casa una vita pacifica e tranquilla. Accidenti, sembra passata un'eternità. Lui stesso faceva qualche discorso di incoraggiamento ai suoi uomini, una volta.
    Ma che senso ha un discorso da leader senza i dovuti ordini?

    Tyrrel, a te il comando delle operazioni a terra. Avatar, tieniti pronto ad intervenire. Deathstroke, trova il modo di entrare in quella villa.
    Ricevuto.
    Rhino, distruggi tutto quello che vedi. Si comincia.


    E così, con qualche missile che si infrange sull'edificio senza arrecare veri danni, il tutto ha inizio. Con un enorme dispiegamento di forze aeree e terrestri, quella che si sta per compiere non sembra affatto una guerra tra famiglie mafiose, ma uno scontro titanico in piena città, organizzato scientificamente. E Deathstroke ne fa parte. Cavoli, il suo "lavoro" sarà anche mostruoso e tutto, ma diavolo se gli piace.

    "Entrare nella villa..."

    L'occhio attento del mercenario serpeggia per tutto l'esterno del palazzo, mentre vi si avvicina con l'aeromobile.

    "Nessun entrata immediata, salvo quella porta. Nessuna difesa visibile, ma Nefaria non può essere così stupido. Sa che abbiamo l'Avatar e Rhino dalla nostra, e sa che un semplice portone non può fermarci. E di sicuro sa di non poter vincere questa battaglia usando semplici gangster. No. Quella villa è una roccaforte, schermata da chissà quanti tipi di attacchi e protetta da chissà cosa"

    Qui Deathstroke. Nessuna entrata è immediatamente praticabile al di fuori del portone principale, ma non credo sia così semplice abbatterlo. Ritengo che Nefaria abbia piazzato truppe ai lati o in posizioni strategiche per prenderci in un fuoco incrociato. Suggerirei di abbatterlo usando i pezzi grossi. Nel frattempo cerco un'entrata secondaria.

    Eh, come se fosse facile. Nefaria non è un cretino, non avrà lasciato una finestra aperta così per caso, ma deve tentare. Wilson inizia a volare attorno all'edificio, tenendo l'occhio aperto per ingressi poco visibili o nemici nascosti.
    Nel frattempo, gli agenti di livello H2 della Fratellanza hanno ricevuto l'ordine di coprire Deathstroke e di attendere ordini da lui per fare breccia nella villa ed occuparne ogni metro quadrato. Slade apre il canale di comunicazione con loro.

    Qui Deathstroke. State pronti.

    dead man, nel tuo primo post hai specificato che il portone è l'unica entrata, ma comunque ne ho fatte cercare altre a Slade; dimmi tu (nel tuo prossimo post) se vede qualcosa di interessante o meno
     
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    Il discorsone del Boss serviva sempre a gasare Rhino, che era già allupato come un riccio su una cazzo di grattugia. Però dannazione, era proprio bravo. Probabilmente era capace di far venire una puttanella solo sussurrandole qualcosa nell'orecchio.
    Bhè, forse no, ma con Rhino aveva funzionato.
    Gli era piaciuta soprattutto l'ultima parte.
    Rhino, distruggi tutto quello che vedi. Si comincia.
    Non aspettò le risposte degli altri, era troppo fomentato. Allargò le braccia e distrusse l'aereocoso, squarciandolo come fosse di cartapesta, Poi si buttò di sotto, atterrando come un fottuto meteorite in Smallville. Cadendo aveva schiacciato un paio di tizi: se ne accorse quando sentì qualcosa di appiccicoso sotto il piede. Dopo un po', dal colore, capì fosse cervello.
    Non aspettò, ovviamente, la sua scorta di soldatini: erano loro a doverlo coprire, non lui a far loro da baby sitter.
    Che abbia inizio le danze, signorine!
    Quel giorno, scoprì la deliziosità di una funzione del suo collare: essendo collegato alle sue onde cerebrali, ne captava lo stato emotivo, e scelse una colonna sonora adatta all'occasione, che gli veniva trasmessa direttamente nel cervello.

    Cominciò la sua carica mortale, sbaragliando gli uomini di Nefaria. Era una danza mortale, fatta di cazzotti, testate, calci, botte da orbi, spesso anche esagerate rispetto all'avversario. Contro uomini privi di superpoteri gli sarebbe bastato un colpetto per metterli KO, ma l'omicidio brutale e lo spargimento ingiustificato di sangue quel giorno erano un piacere a cui non intendeva rinunciare.
     
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  10. rhaegar89
     
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    AVATAR, LV13

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    Avatar, tieniti pronto ad intervenire.

    L'avatar si guardò intorno, assaporando un ultima volta la pace della stratosfera. A conti fatti, della guerra di Hood gli importava poco. Che vincessero o perdessero, per lui non faceva differenza. L'alleanza con hood non lo rendeva più potente, ne gli dava benefici di rilevanza. Cosa ci guadagnava? Potere? Lo aveva, più di chiunque altro, e senza doversi impegnare in quelle ridicole scaramucce. Denaro? Non gli serviva, e anche se fosse per averlo non si sarebbe dovuto sforzare troppo. Donne? Non ne aveva bisogno.
    Divertimento. Questo era l'unico motivo per cui l'avatar continuava a seguire Robbins. Non che fosse un tipo emotivo, ma osservare i suoi alleati che si impegnavano tanto per raggiungere obbiettivi gretti e materiali facendo affidamento sul suo aiuto...si, lo divertiva, in un certo modo.
    Ma la noia era sempre dietro l'angolo, e l'avatar sapeva...che prima poi sarebbe finito tutto. La sua alleanza con hood, la guerra tra le mafie. Che sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbe stancato di tutto questo.
    Per la fortuna di Parker, quel giorno non era oggi. L'avatar si piegò in avanti e si lasciò cadere a peso morto, sempre più veloce, quel buco nero che era new york che diventava sempre più grande, fino ad arrivare a distinguere le forme delle strade, dei palazzi...fino a riuscire a sentire i boati dei combattimenti iniziati.
    Si arrestò di botto affianco al velivolo di Tyrrel.

    Se me ne importasse qualcosa ti farei i complimenti per l'organizzazione.
     
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  11. Sakon94
     
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    HOOD LIV 14


    Tutto procedeva per il meglio.
    L'attacco era cominciato e Hood non poteva far altro che osservare la maestosità dell'esercito della Fratellanza che avanzava in suo nome. Se avessero avuto dei vessilli sarebbe sembrata una vera e propria Crociata. E lui sarebbe stato il Dio per cui combattevano.
    Tyrrel si comportava egregiamente nella gestione delle truppe, Rhino faceva quello che sapeva fare meglio, Deathstroke si era attivato per cercare un ingresso e l'Avatar era appena sceso dal cielo, pronto ad intervenire nello scontro.

    H2, le manove d'ingaggio sono quelle descritte nel briefing. Uno di noi vi contatterà una volta trovato un punto debole per la breccia, irrompete a comando. Una volta compiuta l'irruzione disponetevi a coprire ogni muro ed uscita. All'interno del perimetro, chiunque non abbia rapporto di risonanza con la vostra frequenza di controllo è un uomo morto. Lasciate che i gradi inferiori attirino il fuoco, stanate i cecchini, invadete ogni angolo, disattivate qualunque sorpresa i nostri ospiti vogliano farci. Prima direttiva: coprite Deathstroke.

    Se me ne importasse qualcosa ti farei i complimenti per l'organizzazione.

    Che abbiano inizio le danze, signorine!

    Qui Deathstroke. Nessuna entrata è immediatamente praticabile al di fuori del portone principale, ma non credo sia così semplice abbatterlo. Ritengo che Nefaria abbia piazzato truppe ai lati o in posizioni strategiche per prenderci in un fuoco incrociato. Suggerirei di abbatterlo usando i pezzi grossi. Nel frattempo cerco un'entrata secondaria.

    Le voci dei suoi sottoposti si affollavano nell'auricolare ma Hood riusciva a percepire chiaramente ogni messaggio e ogni comunicazione. Era un rumore piacevole nelle sue orecchie.

    Va bene, Wade. Se non trovi nulla affianca Rhino e aprite un varco per le unità di terra.

    Il problema di entrare nella villa lo aveva messo in conto. Sapeva che non sarebbe stato facile. Oltretutto Nefaria non sarebbe uscito subito allo scoperto, avrebbe reso loro la vita troppo facile. Forse il suo piano era quello di attendere che le energie della Fratellanza si esaurissero per poterli colpire nel loro momento di massima debolezza. Per evitarlo lo scontro all'esterno sarebbe dovuto durare meno tempo possibile.
    Oltre a questo c'era un altro problema da fronteggiare. Uno scontro di tale portata nel mezzo della città avrebbe di sicuro portato all'intervento dello SHIELD o addirittura dell'esercito. Dovevano essere pronti anche ad affrontare loro in caso fossero arrivati.

    John! Le truppe difensive sono pronte?

    Il cugino di hood rispose dopo qualche secondo.

    Si, Parker. Armate e in posizione.

    Bene. Avvertimi se dovessimo ricevere altre visite.

    Dopodichè tornò a rivolgersi ai suoi generali.

    Tyrrel, ho bisogno di una stima. In quanto tempo credi che riusciremo a sfondare le difese della villa e ad entrare?

    Più di questo per ora Hood non può fare, aspetto il post di Dead per fare ulteriori mosse
     
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    Cavaliere D'Oro dei Gemelli

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    Nefaria osserva la battaglia dal salone principale della sua fortezza. Al suo fianco quattro uomini, mercenari, potenti superumani, la sua guardia d'elite. Coloro che sono pagati per difenderlo da ogni genere di attacco, non che lui abbia bisogno di essere protetto ma se può evitare di combattere in prima persona lo fa volentieri. Oggi sa che non potrà evitarlo, la guardia servirà solo a tenere impegnati i pesci piccoli mentre lui taglierà la testa della Fratellanza.

    Nel frattempo la battaglia ha inizio. Dal cielo centinaia di uomini della fratellanza scendono sul campo di battaglia guidati dai cinque uomini più potenti tra loro. Li ha studiati, li conosce. Non li affronterà in campo aperto. Che macellino pure le sue truppe, non gli interessa. Ad ogni modo se vogliono batterlo dovranno entrare nel suo palazzo, giocare con le sue regole e per questo verranno distrutti.

    Nefaria attiva le difese esterne delle base e invia i droni da battaglia a supporto delle truppe. Nessun superumano scenderà a contrastare Hood e i suoi compagni. Tyrrel spara dei missili contro la fortezza che immancabilmente si schiantano sul campo di forza che la protegge. Nefaria sorride, che ci provino quanto vogliono. Le difese che lo circondano vengono da un suo viaggio nel futuro, nessun arma di quest'epoca può scalfirle e non sono le uniche cose che il Conte ha preso come souvenir di quel viaggio.

    La ricerca di una seconda entrata da parte di Deathstroke è infruttuosa. L'unica opzione che ha la Fratellanza è cercare di passare dal portone centrale, ma non sarà affatto un impresa facile.
     
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  13. Sakon94
     
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    HOOD LIV 14

    Nessun ingresso a parte il portone. Nessun modo di giungere a Nefaria se non con un attacco diretto. Il mafioso se lo aspettava, aveva organizzato le sue difese in modo tale da equilibrare lo scontro. Il numero delle truppe della Fratellanza superava di gran lunga quelle del conte, ma potendo attaccarlo solo frontalmente tutto ciò contava poco.
    A supporto delle truppe nemiche scesero in campo droni da battaglia completamente automatizzati armati fino ai denti.
    "Di questo passo non entreremo mai nella villa. Devo inventarmi qualcosa."
    Analizzare la situazione durante un azione criminale era sempre stato uno dei punti di forza dell'incappucciato, ma quella era una vera e propria guerra. La prima, di tali proporzioni. Hood aveva fiducia nella vittoria, nel piano e nella validità dei suoi uomini, ma Nefaria sembrava essere molto più a suo agio in quell'ambiente.
    "Devo scendere a combattere, in mezzo ai miei uomini. Da lì sotto avrò una visuale migliore sulle nostre possibilità."

    Hood scese lentamente con un movimento verticale dal punto elevato in cui si era riparato. Ora non aveva più la visione di tutto il campo di battaglia, ma poteva avere la visuale adatta a trovare un punto debole nella struttura. Impugnò le pistole e si preparò agli attacchi che sarebbero giunti.
    Un drone che si accorse dell'entrata in gioco del capo della Fratellanza si girò verso di lui. Le sue parti meccaniche pare ebbero uno spasimo e immediatamente cominciò a correre verso di lui caricando come un toro in una corrida. Il fucile puntato verso Hood e le sue articolazioni meccaniche che producevano rumori metallici sempre più fastidiosi, anche con tutto il frastuono della battaglia che infuriava intorno a loro.
    Parker Robbins non si mosse subito, si limitò a guardarlo mentre i suoi occhi assumevano una sfumatura gialla fino ad infiammarsi del tutto. Il suo aspetto era del tutto umano, ma l'espressione del suo viso era chiaramente quella di un'altra creatura. L'espressione di un demone.
    Il drone ebbe Hood a tiro, a circa una decina di metri da lui. Non fermò la sua corsa ma sparò a colpo sicuro e si meravigliò quando il suo bersaglio scomparve dalla traiettoria dei proiettili. Si trovò disorientato e si fermò.
    Non ebbe il tempo di voltarsi che la sua testa esplose in un insieme di parti hardware e circuiti elettrici che si sparsero sul campo di battaglia. Il corpo senza testa si accasciò in ginocchio prima di cadere in avanti, a quanto pare privato della componente che gli permetteva di muoversi automaticamente. Sembrò molto umano in quel movimento, ma per Hood non faceva alcuna differenza.
    Si era teletrasportato dietro il drone prima che sparasse e la sua mano chiusa a pugno si era trovata all'interno del suo cranio, o qualsiasi cosa avesse al suo posto.

    Hood osservò i suoi uomini che lottavano sul campo di battaglia. Avevano visto che il loro capo era sceso a combattere con loro, questa doveva essere una grande iniezione di fiducia.
    "Avrò giocato questa carta troppo presto?"
    Parlò all'auricolare in modo tale che il messaggio giungesse a quello di tutte le truppe, terrestri e aeree.

    Uomini della fratellanza. Soldati. Non fermate la vostra carica, sfogate tutta la vostra rabbia sul nemico. Nefaria si nasconde nella sua fortezza, protetto dai suoi uomini. Preferisce mandare a morire sotto i nostri colpi i suoi sottoposti, mentre lui è al sicuro nel suo castello. Io invece sono qui, a combattere al vostro fianco per prendermi la vittoria, per piangere i nostri caduti, per aiutare i feriti, perchè questa è la mia battaglia quanto la vostra. Perchè è questo che fa un re. Lotta con il suo popolo, trae forza dal loro sangue versato e spende una lacrima per ogni morto sul campo di battaglia.
    Per questo sono sicuro che noi vinceremo quest'oggi, per questo sono certo che Nefaria e tutti i coglioni che gli girano attorno saranno solo dei cadaveri alla fine di questa battaglia. E allora...


    Il braccio di Hood che aveva distrutto il drone era mutato. Era rivestito da una specie di corazza nera con scaglie che fuoriuscivano come lame. Le unghie della mano erano lunghe e affilate e anche le dimensioni dell'arto erano aumentate.

    ...sfondiamo quel cazzo di cancello.
     
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  14. PÔG
     
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    5X Sigma TB 33-451-958472#Delta
    TYRREL BACKARD
    LV
    Pistole gemelle
    Proiettili - Esplosivi, Punta in adamantio, Ago



    Qui Deathstroke. Nessuna entrata è immediatamente praticabile al di fuori del portone principale, ma non credo sia così semplice abbatterlo. Ritengo che Nefaria abbia piazzato truppe ai lati o in posizioni strategiche per prenderci in un fuoco incrociato. Suggerirei di abbatterlo usando i pezzi grossi. Nel frattempo cerco un'entrata secondaria.

    Deathstroke aveva l'occhio buono. Gli era bastato usarlo per capire quel che anche Tyrrel aveva concluso con una scansione perimetrale, che però non arrivava oltre lo schermo del maniero, bloccata dalle barriere elettromagnetiche. Quale tecnologia poteva tagliarlo fuori?

    Che abbia inizio le danze, signorine!

    L'impatto di Rhino col terreno viene praticamente registrato come vibrazione. Una volta di più, da quando si trovava in quel secolo, l'androide fu impalpabilmente stupito da cosa erano in grado gli umani di fare a se stessi pur di raggiungere il potere. Rhino ne aveva, di potere, stava travolgendo quei poveri bastardi come un carrarmato su gambe in mezzo a una mandria di contadini spediti al fronte.

    Se me ne importasse qualcosa ti farei i complimenti per l'organizzazione.

    Lui, il deus ex machina metallico, teneva a chiarire ad ogni possibile occasione quanto poco gli importasse di quel che aveva attorno, ma Tyrrel sarebbe stato quantomeno ipocrita a giudicarlo per questo. Uno attratto solo dal vago divertimento dell'utilizzare le sue capacità, l'altro distaccato non solo da quello spazio ma anche da quel tempo, nessuno dei due umano, entrambi modellati su quella forma, forse erano effettivamente gli individui che ponevano meno importanza nella battaglia. O no?

    Se significasse qualcosa ti ringrazierei.

    rispose con la solita voce atonale che aveva sempre quando gli si rivolgeva. L'avatar non aveva nessuna illusione di lui come umano, dato che riusciva a percepirne ogni singolo componente, come invece potevano avere gli altri, per quanto a conoscenza della sua natura; rivolgendosi a lui tutti i sottoprogrammi atti a farlo sembrare vivo non avevano senso di essere eseguiti.

    Va bene, Wade. Se non trovi nulla affianca Rhino e aprite un varco per le unità di terra.

    Lo scontro, al momento, era quello, la fanteria. La cosa avrebbe deciso quanta carne da macello sarebbe rimasta ad ognuno dei due capi da usare nel caso Hood avesse sfondato le mura o Nefaria avesse tentato una sortita. In tutti gli assalti era così, quello non era un assedio. In quella Troia per loro contemporanea e per lui recentemente passata i soldati si scontravano sotto alle mura, facendo risaltare il valore dell'una o dell'altra parte, preambolo accurato della sorte futura. L'assalto poteva terminare in vari modi, ma al momento quel che si stava decidendo era quanti pedoni sarebbero rimasti a ciascun re da portare a casa. Quel che Tyrrel vide fu carne che usava involucri di metallo per gettare metallo ad altra carne, ferendola.
    CITAZIONE
    Scansione in corso... Inizializzazione e applicazione modello "Battaglia campale". Analisi in corso. Energia disponibile 99%. Integrità strutturale 100%.

    Il suo cervello sintetico elaborava lo spaventoso cargo di informazioni, valutando se scendere o no sul campo e come dirigere le truppe per assicurarsi migliori probabilità di vittoria. Forza fisica degli avversari dedotta dagli effetti sul terreno della spinta del piede, tasso di accuratezza, ogni sasso sull'asfalto, ogni riparo, tipo di armi e proiettili. Nefaria aveva pagato un prezzo alto per difendersi, e quel prezzo includeva una risposta adeguata a Robbins in ogni campo... incluso quello della fanteria drone. La domanda era implicita: quanto sapeva di loro? Nefaria non era Destino, le coincidenze non esistono. Analizzò da lontano i modelli. Ottimamente progettati, naturalmente schermati alla sua capacità di influenza, a meno che non devolvesse la maggior parte delle sue energie ad hackarli, ma trascurando il resto. Alla fine, pur nella sua superiorità, Tyrrel Backard non era un mainframe negli standard della sua epoca, standard che non avevano comunque rivali dove (o "quando") si trovava... fino a prova contraria.

    Tyrrel, ho bisogno di una stima. In quanto tempo credi che riusciremo a sfondare le difese della villa e ad entrare?

    Ecco, era quello il problema. Un problema enorme, perchè c'era una cosa che la diagnostica aveva appena rivelato, qualcosa che Tyrrel era progettato per individuare, qualcosa che poteva significare solo una svolta che l'ex-agente non voleva assolutamente si verificasse, e che gli faceva venir voglia di essere eriettato dal velivolo, atterrare e camminare incurante della carneficina, delle esplosioni, della polvere attorno a lui, fino alla barriera e scaricare addosso a quella barriera tutta la potenza del suo raggio ottico, come se fosse una soluzione.

    CITAZIONE
    Analisi e confronto database completati. Rilevata tecnologia anacronistica.

    Il suo corpo fisico non si mosse di un nanometro. Dentro di sè, però, nei microscambi elettrici di tutti i suoi circuiti, a un livello talmente infinitesimale che nemmeno l'avatar avrebbe potuto percepirlo, un livello che qualche romantico avrebbe definito "anima" ma che in realtà constava nel cuore del software, Tyrrel aveva spalancato gli occhi. Lo aveva previsto, no: messo in conto; in un qualche modo, la consapevolezza che chi gli voleva impedire il ritorno aveva messo mano non solo su Gambino ma anche su Nefaria, una volta quasi distruggendo la Fratellanza e questa rendendo un possibile disastro quell'attacco era veleno puro, un veleno etereo, impalpabile come il tempo stesso, al sapore di tachioni residui. Lo stress che aveva a stento soppresso concentrandosi sulla prospettiva di una vittoria molto realistica che non avrebbe fatto altro che avvicinarlo al suo obiettivo riemerse in un colpo. No, non era affatto come l'avatar, ora, era esattamente come Hood. La questione era divenuta personale. Non gli interessava più la prudenza in senso stretto: ogni dannato byte di RAM, ogni singolo joule di energia, ogni molecola del suo hardware sarebbe stato impiegato, come diceva Robbins, a sfondare quel cazzo di cancello.
    Lo osservò scendere in prima persona ed abbattere uno dei droni del loro nemico. Osservò le reazioni della fanteria, miste fra incitamento all battaglia e una sorta di paura-sollievo che quel demone fosse dalla loro parte. Doveva informarlo? ormai i segreti avevano poco senso, su quel terreno si stavano giocando tutto. Aprì il canale privato, sicuro, con Hood mentre il suo velivolo evadeva la contraerea, con lui perfettamente in piedi e immobile al centro.

    Robbins, qui Tyrrel

    Voce atonale.

    ricordi l'attacco alla base da parte di quei droidi, che vi ho detto essere una ritorsione della Glansworth & Weezer? C'è dell'altro. La G&W è un complesso aziendale pressochè segreto nel 2012, ma fra due secoli sarà una delle multinazionali maggiori produttrici di componenti usati per assemblare androidi, fornitrice dei miei ex-fabbricanti, ex-datori di lavoro, ed ex-aguzzini. Ricordi che avevo detto di voler tornare a casa?

    Ora il tono era calmo, sospirante, rassegnato, finto e sintetico, eppure pregno di una carica di rabbia di sottofondo, come chi si dispiace a dire qualcosa che avrebbe preferito risolvere da solo.

    I droni-pattumiera di quella volta servivano a testare gli alleati che mi ero procurato, il virus in mano a Deadpool era un tentativo di schiacciarci e ora le difese troppo efficaci di Nefaria servono a impedire che la Fratellanza si affermi nella posizione di comando. E' tutta tecnologia che viene dalle mie parti, tutta tecnologia del futuro. Nefaria ha un fornitore mio pari o superiore.

    Osservò spari, esplosioni, qualunque risorsa impiegata inutilmente ad abbattere la barriera. Il miniaereo fece un'altra virata, poi partì in ascesa verticale seguendo i comandi mentali del costruttore. Arrivato ad una certa altezza, si ribaltò caricandosi per una discesa a mezzo giro della morte.

    Ti avevo consigliato di non esporti, ma per quanto la HoodTech sia il meglio ottenibile con le risorse di qui, quella roba è stata proprio presa e installata di sana pianta. Deathstroke non troverà una via, come non l'ho trovata io. Non c'è modo di entrare, a parte con l'unico mezzo che quella tecnologia non può sconfiggere... magia.

    Non poteva permettersi di essere schizzinoso. Probabilmente Hood di quel discorso avrebbe capito "è colpa mia se siamo in questo casino, ti prego salva la situazione" invece di "ho aumentato di X le nostre capacità, ma a causa di questo il nostro nemico ha fatto lo stesso, a meno che non intervieni", ma pazienza. Poteva arrabbiarsi, dopo che avevano vinto, scacciarlo, farlo distruggere, forse distruggerlo lui stesso... così la Fratellanza, senza quel potere di calcolo alle spalle, sarebbe crollata. Sperò che ci fosse un minimo di logica nella testa del suo datore di lavoro corrente, più di quelli precedenti che ora, in sostanza, si ritrovava davanti a due secoli di distanza, pronti ad affermare anche lì che il suo ruolo era di marionetta, di bambola, e che le bambole rotte si buttavano.

    Ti farò da scorta, e ti consiglio di chiamare anche l'avatar per lo stesso compito, ma la chiave per quella porta sei tu. Se non sfondi tu il portone, non entreremo.

    Sguardo fisso, privo di battuta di palpebre, volto marmoreo, inespressivo, Tyrrel stava prendendo velocità verso il campo di battaglia. Il portellone sotto di lui si aprì di scatto, senza un suono. L'androide precipitò, con il cappotto di pelle lungo che batteva per l'aria fino a slegarsi dala sua figura immobile cadendo per conto suo. Tyrrel aprì di getto il kite HAWK e planò a velocità folle in direzione della battaglia, pistole in pugno, sguainando le lame circolari a mo' di ali dalla schiena ed avviandole con un sinistro ronzio. Troppo veloce per essere individuato, l'angelo della morte proveniente dal XXIII secolo modulò l'apertura del kite per arrivare a quasi un metro dal terreno con movimenti apparentemente impossibili, in realtà solo frutto di calcolo istantaneo. Due colpi di pistola esplosivi abbatterono due droidi, ma quel che lanciò il panico in una delle file nemiche che si stava riorganizzando poco lontano da Hood fu l'essere che falciò a metà carne e metallo al suo passaggio di poco subsonico, solo per scomparire verso l'alto con un'altra apertura del tessuto che collegava braccia e gambe. Il suo minivelivolo si accostò automaticamente all'avatar, pronto per essere usato come fonte di metallo, arma o anche solo proiettile da qualche decina di tonnellate ripieno di carburante esplosivo, proprio mentre l'androide atterrava a piedi uniti, ritraendo i rasoi e afferrando al volo con la "coda" mobile il cappotto di pelle mentre cadeva a terra. Sempre la coda raccolse un fucile d'assalto avvolgendosi attorno all'impugnatura e Tyrrel si diresse in campo aperto, camminando velocemente e spargendo con le sue tre armi da fuoco e, occasionalmente, qualche brevissimo colpo di prospettore ottico, un multitasking di morte impietosa e rapida ovunque ci fosse un bersaglio mobile.
     
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    -Granate a frammentazione x5

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    -Costume protettivo x1
    -Granate stordenti x5

    No, niente da fare. Nessuna entrata secondaria, nessuna breccia, nessun varco, nessun punto debole strutturale nell'edificio. La villa è sostanzialmente una fortezza, e come ogni fortezza che si rispetti, ha una sola entrata che coincide con il cancello principale.

    Va bene, Wade. Se non trovi nulla affianca Rhino e aprite un varco per le unità di terra.
    Roger.


    Osservando il campo di battaglia dall'alto del suo aerovettore, Deathstroke nota che l'Avatar, Rhino, Hood e Backard hanno già preso parte alla festa, iniziando a dispensare morte e distruzione contro qualsiasi bersaglio talmente stupido da avvicinarsi troppo. Il Terminatore non può essere da meno. Così Wilson si dirige volando verso lo spazio antistante la villa di Nefaria, che sta ospitando una delle battaglie campali più sanguinarie e brutali che New York ha visto in tutta la sua storia.

    "Mi hanno chiesto di aprire un varco..."

    E lui aprirà un varco. Armeggiando con i comandi del suo elivolo personale, dà il via alla sequenza di auto-distruzione del mezzo, programmandone la traiettoria affinchè precipiti contro il grosso delle truppe di Nefaria che si trovano ancora vicino all'entrata della villa, e quindi relativamente lontane dai membri della Fratellanza. Fatto questo, prima del momento dell'impatto, Slade esce dall'aerovettore grazie al portellone che si trova sotto i suoi piedi e precipita per qualche metro verso il campo di battaglia sottostante, mentre il suo mezzo aereo continua la sua folle corsa. Nell'istante in cui il mercenario tocca terra, eseguendo una capriola per attutire la caduta, il veicolo si schianta sul punto stabilito da Wilson ed esplode. E' improbabile che il botto abbia danneggiato il cancello, ma è probabile che abbia ammazzato parecchi droni e uomini di Nefaria, gettando nello scompiglio le retrovie mentre Rhino e Backard maciullano le prime linee. Tutto questo nello stesso momento in cui Deathstroke, senza perdere tempo, ha imbracciato il fucile d'assalto e ha iniziato a fare fuoco, con pochi colpi mortalmente e matematicamente accurati, sugli elementi ostili vicini a lui.

    "Spero che Backard non se la prenda per il giocattolino rotto..."

    Sì, è vero, ha calcolato che l'aerovettore avrebbe potuto essere utile all'Avatar, ma di metallo ce ne abbastanza, si trovano nel centro di New York dopotutto, e usarlo per bombardare la villa a scopo di distruggerla non sarebbe servito a nulla comunque. Invece, lo stratagemma di Wilson ha buone probabilità di aprire un varco immediatamente praticabile per tutte le truppe di terra.
    Tornando alla battaglia, Slade continua a falciare nemici, alternando raffiche col fucile a fendenti fulminei della spada elettrificata. Nel fare ciò, si avvicina progressivamente a Backard e al grosso delle truppe della Fratellanza. Andare avanti alla cieca non avrebbe senso, non ha la resistenza di Rhino o dell'Avatar e di sicuro non ha la loro forza distruttiva. Meglio lasciare che le prime linee vengano portate avanti dalla carne da macello e dai pezzi da novanta. Ciò però non significa che non avrebbe fatto la sua parte: con la sua temibile mira Slade tenta di eliminare cecchini o tiratori nemici prima ancora che decidano che cosa fare della loro inutile vita. Se qualcuno oserà aprire una visuale su di lui, sui suoi confratelli o, peggio ancora, su Parker Robbins, si ritroverà con il cervello sparso un po' dappertutto.
    Ogni tanto, il suo sguardo va al cancello della villa. Lui non può abbatterlo, ma forse la forza bruta di Rhino o il magnetismo dell'Avatar sì. A meno che i due jolly della Fratellanza, ovvero Hood e Tyrrel, non abbiano in mente qualcos'altro.
     
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