E Venne Il Giorno

Capitolo 0: La Rinascita Dei Vendicatori

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    Conclusa la disinfestazione dei tetti, Tony gettò un rapido sguardo verso il basso per valutare come stesso reggendo il resto del fronte alleato; con suo sollievo, si accorse che il flusso dei draugr stava rapidamente diminuendo e che quello che fino a poco prima sembrava una resistenza disperata si stava tramutando in un’eroica quanto insperata vittoria.
    Nemmeno il tempo per tirare il fiato che un’altra tragedia già minacciava di pregiudicare quel refolo di ottimismo: fiaccati dallo scontro, ma ancora intatti, i suoi sensori gli segnalarono in un trillo di allarmi che il suo doppio aveva evidentemente perso il controllo della sua corazza e stava precipitando al suolo.
    Con una fugace preghiera, non tanto a un dio non meglio precisato - sul campo di battaglia ne contava almeno… uno e mezzo? - ma alla sua favilla da genio della robotica si affidò alla fattura della nuova armatura e sfrecciò nella direzione dell’altro Stark, sperando di intercettarlo quand’era ancora a mezz’aria o, quantomeno, confidando che almeno i suoi, di scudi, reggessero ad un eventuale impatto qualora non si fosse dimostrato abbastanza rapido ed avesse dovuto ripiegare sul piano B, che consisteva nel reinventarsi come air bag umano per entrambi gli Iron Men.
     
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    PG: Capitan America (Steve Rogers)
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    Scudo di Capitan America



    Il piano sembrò aver successo, principalmente grazie all'intervento dello sconosciuto papero in calzamaglia: Steve era faccia a faccia con chi aveva condotto quell'operazione e era pronto a colpirlo, ma il sentore che qualcosa non andava si dimostrò veritiero. Il Draugr tentò un attacco a sorpresa che Steve bloccò rapidamente col suo scudo, sfruttando i riflessi estremamente amplificati che gli erano stati donati dallo stato Americano, ma quando abbassò lo scudo il Capitano non vide più il suo avversario, quando si girò notò che anche il gigante era sparito. Avevano vinto, ma allora perchè aveva il sentore che qualcosa fosse andato davvero storto? Le ultime parole pronunciate dal non-morto lo stavano preoccupando, per questo raggiunse gli altri per fare un rapido debriefing. Raggiunse PK ed Anthitesis e gli rivolse la parola.

    Ottimo lavoro di squadra, mi dovrai perdonare per aver chiesto solo al nostro amico in bianco ma avendo già una idea di alcune delle sue capacità ho preferito chiedere supporto sapendo cosa aspettarmi e fidarmi che saresti stato in grado di fornire supporto, evento che sono stato ben felice di constatare. Siete entrambi ottimi combattenti.

    Era tanto che non lavorava in squadra ma era sempre qualcosa che apprezzava: la sensazione di avere le spalle coperte, di poter contare su altri, era una delle esperienze migliori che Steve potesse provare.

    Dov'è Thorunn? Devo complimentarmi anche con...oh no.

    Dopo essere stato tirato fuori dal ghiaccio "Capitan America" era diventato più un nome in codice per le sue attività supereroistiche, ma ai tempi della guerra Steve aveva un effettivo rango e con quello venivano dei soldati pronti a seguire i propri ordini. Guidare le azioni di un gruppo non era semplice, lo sapeva bene: spesso il gruppo che comandava aveva successo, ma più di una volta era accaduto che la propria idea non portasse al finale desiderato, che qualcosa andasse storto e chi lo aveva seguito, fidandosi della sua esperienza e capacità, ne rimanesse danneggiato, o peggio.
    Non aveva dimenticato alcuno dei nomi di chi era caduto nel campo di battaglia durante una operazione guidata da lui, era una delle maledizioni del siero che gli era stato somministrato. Ricordare perfettamente tutti gli eventi accadutigli voleva dire non dimenticare i bei momenti ma neanche quelli brutti, e ve ne erano davvero tanti.
    Thorunn non era in vista. Non vedeva il suo corpo in quel piazzale periò non era deceduta, ma non era presente lì con loro.

    "Avete fallito capitano, la nostra missione è compiuta"

    Improvvisamente capì cosa era il sentore. Non erano lì per loro, erano lì per lei. Questo spiegava il perchè fossero draugr, e forniva una buona certezza riguardo a chi potesse essere il mandante: doveva essere qualcuno di legato a Thor, probabilmente Hela o un altro degli Asgardiani che aveva un conto in sospeso con il Tonante.

    Cosa potrebbero farle? Solo l'idea mi preoccupa.

    Mentre pensava a cosa dire quando il suo tutore sarebbe inevitabilmente venuto a conoscenza dell'accaduto guardò il cielo e si accorse che c'era uno dei Tony che stava apparentemente in avaria, cadendo verso il terreno. Mai un momento libero, si disse, mentre urlava sia ad Anthitesis che PK indicando l'uomo in necessità di aiuto. Varg avrebbe dovuto aspettare, ammesso e non concesso che non fosse stato rapito anche lui.

    Uno degli Iron Man ha bisogno di supporto, dobbiamo rallentare la caduta ed offrire un atterraggio morbido!

    Mentre confidava nei due di usare le proprie abilità al meglio, Steve stimò rapidamente la traiettoria di caduta e corse verso il punto di impatto: se fosse servito si sarebbe lanciato per prenderlo al volo e fornire un "cuscino" di emergenza.
     
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    Varg stringeva e stringeva.
    Sapeva che la forza impressa in quell'atto aveva il potere di decidere della sua vita e della sua morte, ma non lo stava facendo per quello. Il lupo si era svegliato in lui, facendo uscire il suo brutto, terrificante carattere e ora voleva UCCIDERE - non fermare o rendere inoffensivo - il suo avversario: Bor, padre di Odino, nonno di Thor, il SUO padrone. L'essere responsabile della perdita dell'occhio e che tanto gli aveva causato.
    Doveva morire, e in modo cruento e tremendo.
    E le dita del guerriero lupo affondavano nella gola e lui spinse, fino a sbattere Bor al muro vicino. Gli diede due testate per tenerlo fermo e continuò, finchè l'altro, a poco a poco, non allentò la morsa sulle braccia dell'Úlfhéðinn. E fu allora che l'asgardiano pensò, forse erroneamente, che il lavoro fosse finito.
    Ma non era ancora contento: modificò la posizione delle mani e, con un brillante lavoro d'anca, proiettò il suo nemico, attraverso la sua spalla, a terra, di fronte a lui. Poi vi si sedè a cavalcioni e, come un lottatore versato nel ground & pound, iniziò a colpirlo. Con più forza possibile, quasi fosse un Hulk arrabbiato.
    E colpì molte, molte volte, con talmente tanto impeto che, dopo un pò, le sue mani fumavano. Perchè, se stava comunque vincendo, si trattava della pelle di un asgardiano di alto rango quella su cui si stava scatenando.
    E poi si fermò. E iniziò a piangere, anche dall'orbita ormai vuota, digrignando i denti con talmente tanto impegno che si sentì in tutta la stanza. Infine, affranto e, ovviamente, stanco, cadde a terra.
    Vaffanculo. Sussurrò, nel gergo di Midgard. Ed ebbe l'accortezza di domandarsi come mai gli fosse uscita quella parola così grossolana e poco elegante. Era probabilmente l'influsso del Regno di Gaea, insieme al fatto di averla sentita in continuazione, in quegli anni. Sono passati anni, davvero? Si ritrovò a pensare.
    Dopodichè svenne.
    E iniziò a sognare.
    Altrove, Thorunn combatteva un'ansia crescente, oltre che un nemico pressochè imbattibile. Faceva forza sulle sue braccia, spingendo dal terreno, per allontanare da sè quel grosso piede. Urlò per darsi forza.
    Riusciva a tenere, ma non a mandarlo via: era, dunque, solo questione di tempo prima che venisse schiacciata.
    Poi il piede si sollevò e lei potè alzarsi, carezzandosi le spalle per togliersi la polvere di dosso. Non ebbe il tempo di farsi domande sulla propria fortuna che notò che qualcosa non andava, sotto i suoi piedi.

    Qualcosa ribolliva sotto di essi, come una sorta di acido nero "vivo".
    Che cosa...? E da essi partirono come dei filamenti, che, per prima cosa, gli avvilupparono le braccia, costringendogliele, incrociate, dietro la schiena. Thorunn iniziò a dimenarsi.
    Maled- Mpf! Venne interrotta da uno di quei tentacoli che le avviluppò la bocca, imbavagliandola. Ella provò a scalciare e a fare forza con le braccia, finchè non riuscì a liberarsi dai legacci che le premevano sui polsi. Provò a liberarsi la faccia, per chiedere aiuto e respirare meglio, quando partirono altri tentacoli, rimettendola nella stessa posizione di prima.
    E sentì qualcosa ai piedi, sentendo i medesimi impedimenti che, dalle caviglie, salivano su tutto il suo corpo, avvolgendola in spire. Le venne da gridare il nome del suo protettore, ma fu tutto inutile: le stesse spire che la costringevano, quasi stritolandola, la tirarono in basso, verso il nero più nero. All'improvviso.
    E Thorunn sparì.
    Il campo di battaglia pareva spoglio, ora, mentre i presenti si domandavano dove fosse finita la piccola guerriera, ma ben poco potevano sapere al riguardo. Era finita a Hel, ma nessuno ne era a conoscenza. O, meglio, potevano immaginarlo, ma nessuno conosceva con certezza la dinamica di tutta la faccenda.
    Varg, invece, era steso su un prato fiorito, poco fuori da Asgard. Si alzò e, con la vista annebbiata da una cavità oculare, si diresse verso la Città Dorata, senza darsi troppi pensieri. Ma cadde, sfinito.
    Girandosi sulla schiena, guardò verso il cielo, mentre tutto si scuriva. E prese a formarsi una visione.
    Nel nulla oscuro del Ginnungagap, una corrente rossa e una grigio/blu si scontrarono, dandosi battaglia. Dapprima vinceva una, poi vinceva l'altra, in uno strano rifacimento della cosmogonia Asgardiana. Ciò che rimase da quella singolare guerra, era un pezzo di roccia, fluttuante nel cosmo, e, impresso su di essa, v'era un simbolo.
    Erano i tre triangoli intrecciati del Valknut. Luccicanti di mille colori diversi.
    Poi la luce aumentò di intensità fino a costringerlo a chiudere gli occhi. E svenne nuovamente.
    Rinvenne, impaurito, trovandosi nella Stark Tower. Senza nemmeno vedere che fine avesse fatto il suo avversario, si fiondò, con le poche forze rimaste, fuori dalla costruzione, vedendo tutto il chaos generato dalla parallela battaglia. Ma di Thorunn nessuna traccia. Thorunn! Gridò, terrorizzato.
    Di lei era rimasta solo la spada, conficcata nel terreno. Chissà se sarebe stata sollevata di nuovo.
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    [spoiler_tag]Equipaggiamento:[/spoiler_tag]-
    - Equipaggiamento base:
    -Stivali a molla con ventose da scalata.
    -Mantello paracadute
    - Teste di fiammifero esplosive
    - Cinturone
    - Car-Can
    - Spray-Can
    - Scudo Extransformer
    -Pistola Laser
    -Berretto Mutaforma
    -Costume

    Parlato / Pensato / parlato UNO / UNO in auricolare


    I mostri rimanenti sul campo di battaglia sparirono all'unisono, non prima di aver detto qualcosa al famoso Capitan America. Proprio il capitano, subito dopo il cessate il fuoco, si scusa e si complimenta con PK che, tronfio, gonfia il petto cercando di apparire più "eroico" possibile -per quanto possa esserlo un pennuto vestito da marinaio-.

    Abbiamo vinto?

    Nessuno aveva il sorriso allegro della vittoria stampato sul viso, per cui PK iniziò a guardarsi intorno per capire chi fosse morto. Non rivenendo cadaveri si tranquillizzò. Poi, però, il vikingo urlò un nome.

    Prima che tu faccia domande inopportune: credo che abbiano rapito la ragazza gli suggerì UNO in auricolare.

    Ah... posso aiutarvi in qualche modo..?

    Si sentiva davvero a disagio: era finito in uno scontro per puro caso, non conosceva nessuno dei combattenti nè i loro nemici, non sapeva per quale motivo stessero combattendo nè perchè avessero rapito la ragazza. Ah: non sapeva nemmeno chi fosse la ragazza.

    Dovevo farmi i fatti miei..
     
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    Aver ricevuto i complimenti da Captain America fu forse l'apice della carriera del Ragno Bianco. Peccato che la felicità di quel momento, dettata anche dalla fuga dei nemici, di dissolse alla stessa velocità con cui lo avevano fatto le creature demoniache. CAp realizzò prima degli altri che Thorunn era scomparsa, probabilmente portata via dai loro avversari.
    "Era il loro piano sin dal principio..."
    A peggiorare la situazione vi era la caduta di uno degli Iron Men, evidentemente privo del controllo della propria armatura, mentre l'altro tentava di salvarlo con i mezzi a disposizione. Cap temeva (probabilmente a ragione) che lo sforzo non sarebbe stato sufficiente, perciò si catapultò in direzione dei corpi in caduta, pronto a fare quasi letteralmente lo scudo umano.
    Antithesis non sembrava preoccupatissimo per loro. Era ancora stordito per la scomparsa di Thorunn. Se è pur vero che quella non era una ragazzina normale, allo stesso tempo la riteneva una persona magari non innocente, ma giusta. Inoltre, temeva che quel rapimento celasse ragioni che la sua mente non potesse capire. Ad acuire quella sensazione vi fu la comparsa dell'asgardiano, che urlò il nome di Thorunn; pur non ammettendolo ancora a se stesso, aveva evidentemente capito cosa era successo.
    Lawrence sembrava molto più preoccupato per lui che non per i due uomini di latta. Ovviamente non poteva lasciare che i due Iron Men precipitassero senza fare niente (pur ritenendo che si sarebbero comunque salvati, magari con qualche ammacco), perciò, con tutta la tela che gli era rimasta in corpo, realizzò un grosso materasso di tela, che avrebbe garantito un impatto molto più morbido agli uomini in caduta.
    Appena fece ciò, disinteressato dall'esito di quel salvataggio, fece un grande balzo, cadendo affianco a Varg. Gli poggiò la mano destra sulla sua spalla destra. Non escludeva che, vista la sua tensione, l'asgardiano gli avrebbe istintivamente tirato un pugno (che era pronto a schivare). A prescindere dalla reazione dell'alleato, lo avrebbe fissato in silenzio per qualche istante, per poi dirgli:
    "La ritroveremo. Non importa se dovremo passare per l'Inferno. Anzi, io ci sono già stato e non ho paura di ritornarci."
    Sperava di tranquillizzarlo con quelle parole, dal momento che ne comprendeva l'agitazione.
     
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    La caduta di Iron Man è veloce e costante ma Iron Maniac riesce appena per un pelo ad afferrarlo al volo evitandogli un rovinoso impatto con il terreno e redendo inutile il tentativo di salvataggio di Cap così come la tela di Antithesis. Tony si toglie il casco, guardo il suo doppio e con un sorriso smargiasso dice:

    Stavolta me la son vista brutta. Grazie altro me. La battaglia sembra finita. Ora mi ci vorrebbe proprio un goccetto, che ne dici mi faresti compagnia? Nella torre ho attrezzato il miglior bar della città.

    Non fate tuttavia in tempo a festeggiare perchè venite circondate da un gruppo di agenti dello SHIELD. Uno di loro che sembra il capo si avvicina voi, appena lo vede Tony 616 lo apostrofa con fare strafottente.

    C'è qualche problema?

    Con lei nessuno signor Stark. Con il suo doppio invece....Iron Maniac lei è in arresto in virtù dell'ordinanza 66 dello SHIELD in qualità di criminale extradimensionale, ci segua senza fare resistenza o siamo autorizzati a costringerla con l'uso della forza.

    Gli agenti puntano le loro armi verso Iron Maniac ma Iron Man si mette in mezzo.

    Come vi permettete di fare questo nella mia proprietà? Quest'uomo mi a appena salvato la vita. Vi invito caldamente ad andarvene altrimenti avremo un grosso problema.

    --------------------------------------------------------------------

    Pestato a sangue da un Varg infuriato Muhbbor credeva che sarebbe morto di nuovo sotto i colpi del lupo, chiuse gli occhi pronto ad accettare il suo destino, quasi sollevato in un certo senso dal pensiero che il suo servizio presso Hela stava per avere fine. Quando però Varg si ferma e l'ex padre degli dei apre gli occhi scoprì con un bruciante dispiacere di trovarsi ad Hela e che la sua padrona aveva deciso nella sua infinita bontà di salvarlo. Affianco a lui c'era un'estremamente spaesa e scalciate Thorunn ma il padre di Odino non ebbe modo di sapere cosa ne sarebbe stato di lei perchè sopraffatto dalla stanchezza e dalle ferite crolla a terra svanendo in un sonno profondo e ristoratore.

    La figlia di Thor priva della sua arma si ritrovò inerme, legata ad una roccia, le mani ed i piedi saldamente bloccati. Se avesse provato ad urlare avrebbe scoperto che non poteva farlo o meglio che se l'avesse fatto nessun suono sarebbe uscito dalla sua bocca. Si trovava infatti in una grotta a Niflheim, la stessa dove un tempo era stato imprigionato Loki, ancora imbevuta dell'incantesimo del silenzio con il quale Odino aveva maledetto il dio dell'inganno per zittire le sue menzogne. Avrebbe potuto urlare per ore nessuno l'avrebbe sentita.

    Passò diverse ore senza che nessuno si facesse vivo. Poi Hela le si avvicinò con un sadico sorriso dipinto sul volto.

    Non sprecare preziose energie, "cugina". Presto ne avrai bisogno. L'Uomo in blu presto verrà a parlare con te.

    ---------------------------------------------------------------------------------

    Ancora scioccati per la scomparsa di Thorunn, Varg, Cap, PK ed Antithesis videro avvicinarsi a loro un gran numero di mezzi e agenti dello SHIELD che circondarono l'area accerchiandoli. Uno di loro, un piccoletto dai capelli neri a punta, palesemente il loro comandante prese la parola.

    Paperinik, Antithesis in nome dello SHIELD vi dichiaro in arresto per la violazione dell'ordinanza 76 dello SHIELD in quanto criminali extradimensionali. Arrendetevi senza opporre resistenza o magari non fatelo, nel qual caso peggio per voi.

    Edited by Dead Man 89 - 22/10/2023, 00:03
     
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    La caduta di Iron Man è veloce e costante ma Iron Maniac riesce appena per un pelo ad afferrarlo al volo evitandogli un rovinoso impatto con il terreno e redendo inutile il tentativo di salvataggio di Cap così come la tela di Antithesis. Tony si toglie il casco, guardo il suo doppio e con un sorriso smargiasso dice:

    Stavolta me la son vista brutta. Grazie altro me. La battaglia sembra finita. Ora mi ci vorrebbe proprio un goccetto, che ne dici mi faresti compagnia? Nella torre ho attrezzato il miglior bar della città.

    Non fate tuttavia in tempo a festeggiare perchè venite circondate da un gruppo di agenti dello SHIELD. Uno di loro che sembra il capo si avvicina voi, appena lo vede Tony 616 lo apostrofa con fare strafottente.

    C'è qualche problema?

    Con lei nessuno signor Stark. Con il suo doppio invece....Iron Maniac lei è in arresto in virtù dell'ordinanza 76 dello SHIELD in qualità di criminale extradimensionale, ci segua senza fare resistenza o siamo autorizzati a costringerla con l'uso della forza.

    Gli agenti puntano le loro armi verso Iron Maniac ma Iron Man si mette in mezzo.

    Come vi permettete di fare questo nella mia proprietà? Quest'uomo mi a appena salvato la vita. Vi invito caldamente ad andarvene altrimenti avremo un grosso problema.

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    Pestato a sangue da un Varg infuriato Muhbbor credeva che sarebbe morto di nuovo sotto i colpi del lupo, chiuse gli occhi pronto ad accettare il suo destino, quasi sollevato in un certo senso dal pensiero che il suo servizio presso Hela stava per avere fine. Quando però Varg si ferma e l'ex padre degli dei apre gli occhi scoprì con un bruciante dispiacere di trovarsi ad Hela e che la sua padrona aveva deciso nella sua infinita bontà di salvarlo. Affianco a lui c'era un'estremamente spaesa e scalciate Thorunn ma il padre di Odino non ebbe modo di sapere cosa ne sarebbe stato di lei perchè sopraffatto dalla stanchezza e dalle ferite crolla a terra svanendo in un sonno profondo e ristoratore.

    La figlia di Thor priva della sua arma si ritrovò inerme, legata ad una roccia, le mani ed i piedi saldamente bloccati. Se avesse provato ad urlare avrebbe scoperto che non poteva farlo o meglio che se l'avesse fatto nessun suono sarebbe uscito dalla sua bocca. Si trovava infatti in una grotta a Niflheim, la stessa dove un tempo era stato imprigionato Loki, ancora imbevuta dell'incantesimo del silenzio con il quale Odino aveva maledetto il dio dell'inganno per zittire le sue menzogne. Avrebbe potuto urlare per ore nessuno l'avrebbe sentita.

    Passò diverse ore senza che nessuno si facesse vivo. Poi Hela le si avvicinò con un sadico sorriso dipinto sul volto.

    Non sprecare preziose energie, "cugina". Presto ne avrai bisogno. L'Uomo in blu presto verrà a parlare con te.

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    Ancora scioccati per la scomparsa di Thorunn, Varg, Cap, PK ed Antithesis videro avvicinarsi a loro un gran numero di mezzi e agenti dello SHIELD che circondarono l'area accerchiandoli. Uno di loro, un piccoletto dai capelli neri a punta, palesemente il loro comandante prese la parola.

    Paperinik, Antithesis in nome dello SHIELD vi dichiaro in arresto per la violazione dell'ordinanza 76 dello SHIELD in quanto criminali extradimensionali. Arrendetevi senza opporre resistenza o magari non fatelo, nel qual caso peggio per voi.
     
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    Il disperato tentativo di soccorso di Iron Maniac andò a buon fine, e fortunatamente entrambi i Tony atterrarono senza riportare ulteriori ferite oltre a quelle già arrecate loro dal combattimento appena conclusosi a favore del gruppo di eroi.
    Stark lanciò una diagnostica dei sistemi per verificare in che condizioni il prototipo avesse retto quell’ultimo, inatteso abuso dell’energia residua, ma dopo qualche secondo di totale silenzio da parte dell’assistente virtuale fu costretto ad ammettere che tra colpi inflittigli durante lo scontro e slancio finale a batterie pressoché scariche era già un miracolo l’armatura si fosse semplicemente fritta invece di trasformarsi in un’orribile trappola di metallo, condannandolo ad una tragica quanto beffarda disfatta proprio ora che finalmente avevano respinto l’orda asgardiana.
    Il suo doppio sembrava aver risposto meglio di lui al trauma - l’ennesimo, considerata la loro professione - dell’esperienza di pre-morte e già si stava esibendo in uno dei classici siparietti a là Stark, e per un momento guardandolo Iron Maniac non potè che essere invidioso della sua nonchalance: aveva anche potuto appendere la corazza al chiodo da mesi, ma evidentemente hubris e strafottenza erano difetti congeniti dell’uomo Tony, piuttosto che della maschera del Vendicatore corazzato.
    Non fece in tempo a rispondergli, per le rime o meno non aveva ancora deciso, prima che un team di agenti dello SHIELD li accerchiasse intimandogli di consegnarsi.
    Apprezzò l’intercessione dell’altro sé che si affrettò a garantire per lui, dimostrandogli con altrettanta chiarezza come anche eroismo e generosità facessero parte dello stesso pacchetto di tratti caratteriali che prescindeva dall’indossare o meno un costume, ma scelse comunque di collaborare con l’Organizzazione: si scrollò di dosso l’armatura, poco più che un ammasso di lamiere bruciacchiate ed ammaccate a quel punto, con un comando di emergenza e fece un passo avanti mostrando i polsi, pronto a seguire gli uomini di Fury.
    Sebbene per un attimo si era beato dell’illusione che bastasse l’approvazione dei suoi pari per cancellare il passato, la realtà era che fosse giusto pagasse per i propri crimini.
    No, hanno ragione.
    La tua fiducia è apprezzata, Tony, davvero.
    Significa molto per me.
    Ma… nessuno è al di sopra delle regole, nemmeno noi.
    SOPRATTUTTO noi.
     
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    Tony si dimostrò capace come sempre, rendendo superfluo ed apparentemente poco apprezzato il tentativo congiunto di Steve ed Anthitesis di aiutarlo. Il capitano fu felice di riscontrare che sembrava essere sempre il solito Stark. Degli agenti SHIELD arrivarono solo in quel momento tentando di arrestare Iron Maniac, evento che immediatamente causò una reazione molto brusca da parte del "suo" Tony. Steve si aggiunse alla discussione.

    Capisco come stiate facendo solo il vostro dovere, ma la situazione è un pò diversa dal solito.
    Verrò anche io con loro, ho intenzione di stabilire un percorso riabilitativo per Iron Maniac, garantisco io per la sua condotta e vi pregherei di non ammanettare nessuno. Devo ancora parlare col Direttore ma sono sicuro riusciremo a trovarci sulla stessa linea, anche riguardante gli altri "ospiti" intradimensionali. Anzi, la situazione è ottima per potergli andare a parlare, vi devo ringraziare.


    Disse, dando una rapida occhiata anche agli altri due individui attualmente in discussione con lo SHIELD.
    Sperò che il discorso posto su due piedi potesse de-escalare la situazione e porre un buon inizio, non gli piaceva usare la sua immagine come vantaggio nei discorsi ma suo malgrado le persone sembravano più disponibili quando a fare una richiesta era Capitan America, e sarebbe da stolti non usufruirne a fin di bene.
    Erano in disperato bisogno di un gruppo capace di gestire queste situazioni e perdere persone, e papere, così abili per cieca applicazione dei regolamenti era qualcosa che non poteva permettere.
    Si avvicinò all'altro gruppo per ripetere il discorso, andando poi direttamente di fronte al comandante.

    Spero non ci sia bisogno di rendere la situazione problematica, sono sicuro che il Direttore apprezzerà l'offerta che gli forniremo.

    Ringraziamenti, calma e suggerire una potenziale ricompensa, strategia di dialogo raffinata durante il suo servizio nell'esercito che sperava si applicasse anche con lo SHIELD. Fosse andata contrariamente a quanto sperava avrebbe potuto causare un grosso problema, e già ne avevano abbastanza.
     
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    VINGULV
    Varg
    IL DIO ASGARDIANO DEL CORAGGIO
    LV: 7
    PE: 6
    Equipaggiamento: Garmr, Hviske & Aske



    Varg stava ancora provando a sradicare la spada da terra, quando arrivarono gli agenti S.H.I.E.L.D..
    Si era come convinto che, riprendendosi l'arma di Thorunn, avrebbe potuto risolvere il problema. Tutti i problemi, probabilmente anche quelli relativi al suo occhio marcescente, che lacrimava pus, sangue e odio.
    Era stato un giorno funesto, il più terribile della sua vita, perchè aveva perso due delle cose più importanti della sua vita. Thorunn era ormai diventata la sua protetta e le voleva molto bene e, se ciò non bastasse, aveva promesso di proteggerla. Da questo si sarebbe capito che la sua parola valeva meno di zero e il suo onore... Meglio non pensarci.
    Quanto all'occhio... Gli AEsir erano pieni di menomazioni, da Tyr a Odino, e dunque poteva sentirsi più affine ad essi, ma, per un un guerriero, un occhio era fondamentale. Già immaginava lo sforzo che doveva compiere l'altro per bilanciare la perdita della profondità.
    E tutto per un Dio caduto che valeva meno di zero.
    Maledizione, smuoviti! Continuava a dire, sapendo che era inutile: quell'incantamento veniva dal Padre di Tutti. Quale, però, non poteva saperlo. Forse il Thor del futuro... Pensò.
    E, dopo l'ennesima spinta, cadde a terra, esausto e furioso. Rimase lì, a guardare il cielo con un'unica orbita oculare, prima di rialzarsi e stendere le braccia nelle rispettive direzioni.
    Subito Hviske e Aske, le sue armi, tornarono alle sue mani con un sibilo.
    Si allontanò dall'arma, senza sapere mai che l'aveva smossa di un picometro, avvicinandosi agli altri, provati e stanchi, ma vivi. E con tutti gli occhi al loro posto.
    Capitan America, il famoso ex(?) Vendicatore, stava contrattando con gli uomini dello S.H.I.E.L.D. per mitigare gli animi, dopo che questi ultimi avevano deciso di arrestare il papero e quell'altro strano Uomo Ragno (che non era l'Uomo Ragno). E anche uno dei due Iron Men. Varg era disorientato dalla quantità di persone che erano arrivate alla Stark Tower e si domandava cosa fosse successo. Aveva come dimenticato tutto, come se tutti i suoi ricordi fossero spariti insieme al suo occhio.
    Non riusciva a pensare ad altro.
    E avevano puntato le armi, quei maledetti, sui suoi stessi alleati, coloro con cui aveva combattuto. Sbattè ascia sullo scudo, mentre si avvicinava agli agenti, incurante della situazione (e forse del fatto che qualcuno avrebbe provato a fermarlo). Stava sbavando.
    VOI! Urlò. Avete esattamente due minuti per andarvene, se non volete che vi conci così male che nemmeno VOSTRA MADRE potrà riconoscervi! Si stava inimicando tutto lo S.H.I.E.L.D., era una follìa.
    Ma Varg cosa aveva di normale?

    Thorunn si svegliò lentamente.
    Era legata mani e piedi alla roccia e si guardò intorno. Una grotta oscura, senza nessuno. Provò a gridare, per attirare l'attenzione, ma la strana sensazione che aveva appena sveglia, e che non era riuscita a definire, prese forma nel silenzio innaturale che seguì alle sue parole.
    Disse qualcos'altro, senza udire proprio niente. E le vennero delle idee. Magia. Pensò, senza farsi grossi problemi.
    Poi arrivò Hela.
    Curiosamente, lei si sentiva eccome. Ovviamente. Riflettè.
    E le disse dell'uomo in blu, chiunque egli fosse, e Thorunn iniziò a dirgliene di tutti i colori, quasi sperando che la quantità enorme di parole potesse sfondare quella rete di nulla cosmico, ma non avvenne niente.
    Già durante il suo rapimento e perfino ora, era palese che non volevano sentire per niente le sue parole e questo la faceva imbufalire (quale donna vorrebbe essere mai zittita?) oltremodo.
    E, dunque, continuò con gli inutili improperi, scadendo anche nel volgare lessico di Midgard.
    Avrebbe voluto farle un dito medio, ma le sue mani erano bloccate dietro le sue spalle e non si sarebbero viste. Insomma, non aveva nessuna scelta se non quella di aspettare quel misterioso "uomo in blu".
    Si limitò, quindi, a osservarla con uno sguardo omicida, fantasticando sul poterla uccidere in quel semplice modo. "Cugina" un corno. Pensò, mentre il suo carattere "thoresco" usciva appena fuori (e una piccola scintilla apparve di fronte ai suoi occhi).
    E attese.
    Altrove, Varg continuava a minacciare gli agenti con parole cariche di odio e tristezza, quest'ultima appena percepibile. Avrebbe aspettato i "proverbiali" due minuti, prima di lanciarsi sul più vicino dei poveri soldati, ma non prima di aver impugnato l'ascia con la lama rivolta verso di sè, perchè nemmeno in quelle condizioni si sarebbe abbassato a uccidere dei poveri esseri umani. Avrebbe colpito col bastone della sua arma e con l'umbone del suo scudo (o col suo bordo) con l'intento di mandarli via.
    Mandare via lo S.H.I.E.L.D. con così poco? Quasi sperava che Thorunn, o chi per lei, potesse fermarlo da quel gesto sconsiderato. Ma si sa, il Lupo era un "animale" emozionale e non poteva sconfiggere certe cose.
    Non da solo, perlomeno.
    E non si era nemmeno posto il problema dei proiettili. Era "bullet-proof" o no? Perchè, protezione o meno (e finora si era sempre ben protetto), inimicarsi tutti avrebbe fatto si che qualche dardo lo colpisse.
    E, nel frattempo, il Lupo piangeva.
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    daily-bugle

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    [spoiler_tag]Equipaggiamento:[/spoiler_tag]-
    - Equipaggiamento base:
    -Stivali a molla con ventose da scalata.
    -Mantello paracadute
    - Teste di fiammifero esplosive
    - Cinturone
    - Car-Can
    - Spray-Can
    - Scudo Extransformer
    -Pistola Laser
    -Berretto Mutaforma
    -Costume

    Parlato / Pensato / parlato UNO / UNO in auricolare


    Erano ancora tutti sbigottiti, PK era pure abbastanza ammaccato, ma si rese conto immediatamente che arrivavano i rinforzi. in ritardo.

    Tranquilli agenti, tranquilli, abbiamo già risolto tutto!

    Paperinik, Antithesis in nome dello SHIELD vi dichiaro in arresto per la violazione dell'ordinanza 76 dello SHIELD in quanto criminali extradimensionali. Arrendetevi senza opporre resistenza o magari non fatelo, nel qual caso peggio per voi.

    Squack!
    Ehi, hai squackato di nuovo! okay, 'stavolta te lo concedo..

    rimase a bocca.. a becco aperto! non capiva se fosse uno scherzo, o l'avessero scambiato per qualcun altro.

    N-Non sono stato io! e' stato lo zombie vichingo! Ehi io sono un eroe! Mi conoscete! Ehi, dannazione, io sono uno dei buoni! Sono anche un discreto cuoco!
    Capitano, gli dica qualcosa!


    Ma Steve sembrava stranamente collaborativo, nonostante le sue parole trasudassero ingiustificato ottimismo.

    Ehi, sul serio? Veramente devo farmi arrestare da uno pettinato a questo modo?
     
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    Patafisico

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    "Paperinik, Antithesis in nome dello SHIELD vi dichiaro in arresto per la violazione dell'ordinanza 76 dello SHIELD in quanto criminali extradimensionali. Arrendetevi senza opporre resistenza o magari non fatelo, nel qual caso peggio per voi."

    Questa frase lasciò interdetto Antithesis. Era convinto di aver aiutato se non a salvare, quantomeno a contenere la situazione. Sentiva di aver preso l'ennesimo schiaffo da una società che cercava solamente di aiutare. In realtà, pensava di aver compreso quale fosse il problema: Lawrence veniva da un'altra dimensione. Per quanto spesso lo dimenticasse, Mephisto lo aveva inviato in una dimensione "praticamente identica alla sua", scambiandolo con la sua stessa versione di questa Terra alternativa, che si sarebbe neanche accorta dello scambio. Tecnicamente era un pirata interdimensionale, peccato che quella scelta l'avesse subita e non poteva né ribellarvisi né rimediarvi. Per un attimo - ammesso che la sua intuizione fosse corretta - pensò di sentirsi come uno straniero respinto alla frontiera da guardie costiere armate che operano in nome di una legge non necessariamente giusta. Nonostante tutto, temendo di aver fatto un po' di "overthinking", il Ragno Bianco decise di non entrare nel merito della questione e di far parlare Cap, sicuramente con una rispettabilità maggiore della sua. Dal discorso di Rogers, però, fu chiaro che aveva ben intuito il nocciolo della questione. Si limitò ad aggiungere:
    "Penso che il mio permesso di soggiorno sia in regola. Lo SHIELD mi conosce e ormai tre bambini su venti non mi confondono più con Spider-Man. Penso che un chiarimento a voce sistemerà tutto."
    Sotto la maschera sorrise istintivamente, come a voler tranquillizzare i suoi interlocutori. Non era particolarmente preoccupato, aveva diversi piani di fuga nel caso - uno anche piuttosto scenografico - e non era qualche agente mal addestrato a intimorirlo. Semmai, era il pensiero che sarebbe potuto essere costretto ad utilizzare la forza a infastidirlo.
     
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