Il Team Italiano!

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    Ricorda e rifletti su questo: ogni lama e ogni proiettile sono copie; tentativi di imitare e migliorare armi che in natura già esistono e che gli animali sanno usare più che bene.
    La polvere da sparo, è il modo per dare ad alcune di quelle armi una forza che molti animali già possiedono.
    Missione riuscita!
    Storicamente parlando, le armi sono alcuni degli strumenti che ci hanno permesso di sopravvivere.
    Comunque, tutti gli vantaggi fra uomini e animali, rimangono invariati.
    Una pistola non ti rende più veloce di un lupo, devi essere tu uomo ad essere più veloce a sparare, prima che la belva ti arrivi alla gola.
    Facile, in teoria. In pratica, molto meno.
    C'è un motivo se ancora oggi, per andare a caccia di certi animali, ci si muove in gruppo.

    Ci si muove in gruppo per avere la certezza matematica di avere preda e braccarla. Prendi un marine addestrato, con un'arma sufficientemente forte (basta che sia in grado di perforare il cranio di una belva e spappolare il cervello) e farà a pezzi qualsiasi lupo ben prima che gli salti addosso. E' questione di nervi saldi, più che di tempismo e riflessi.
    Te ne dico un'altra: i Giapponesi, durante l'Invasione di Corea di fine '500 (tra le varie nefandezze da crimini umani che hanno fatto), avevano un'abitudine che definirei peculiare. Durante una "pausa" tra una schermaglia e l'altra, non giocavano a dadi e si facevano prostitute, o meglio non solo: andavano a caccia di tigri. Per divertimento (tornarono in Giappone con foderi in pelle di tigre XD).
    Ora, a quell'epoca i Giapponesi avevano, da pochi anni, trovato il loro nuovo giocattolo, il Tanegashima (un archibugio portoghese che hanno prodotto in massa) e con questa bella bocca da fuoco, insieme al resto, avevano letteralmente fatto a pezzi gli eserciti coreani (solo sulla terraferma, sul mare le hanno sistematicamente prese) e pure i cinesi venuti di rinforzo. Ma vuoi sapere la cosa divertente? Erano pieni di fucili, ma andavano a caccia di tigri con le LANCE. E lo facevano per gioco. Per i coreani, che, da che mondo e mondo hanno sempre fatto schifo a fare la guerra (un pò come i cinesi, che hanno avuto i migliori strateghi dell'umanità ma i soldati peggiori, forse), usavano i fucili. Per la guerra.
    Ciò che intendo dire è: un guerriero professionista, uno che lo fa da anni "per lavoro", è meglio di qualsiasi bruto o animale. Questo in 1v1 e senza contare "metodi sleali" come usare armi dal potenziale esagerato contro un povero animale (parliamo empiricamente).
    C'è una ragione se stiamo facendo lo schifo che stiamo facendo.

    CITAZIONE
    Ma se lo salti e vai direttamente a Moore, Ennis, Gaiman, Ellis...non perdi poi questo granché.

    Capisco che intendi, sebbene trovi Gaiman altalenante. Stardust m'ha fatto così schifo che non l'ho nemmeno terminato.
    Ma i siparietti di Apollo e Midnighter, per me, valgono parecchio XD

    CITAZIONE
    In fondo, anche i non credenti usano "padre" per riferirsi ai preti cattolici (e forse anche quelli protestanti? Non sono sicuro) come forma di rispetto.

    Beh, si, come dare del "dottore" ad un laureato. O "ingegnere".
    Però un nome in codice serve, anche solo per comic relief.
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    CITAZIONE (TronoNero @ 25/11/2020, 12:03) 
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    Ricorda e rifletti su questo: ogni lama e ogni proiettile sono copie; tentativi di imitare e migliorare armi che in natura già esistono e che gli animali sanno usare più che bene.
    La polvere da sparo, è il modo per dare ad alcune di quelle armi una forza che molti animali già possiedono.
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    Storicamente parlando, le armi sono alcuni degli strumenti che ci hanno permesso di sopravvivere.
    Comunque, tutti gli vantaggi fra uomini e animali, rimangono invariati.
    Una pistola non ti rende più veloce di un lupo, devi essere tu uomo ad essere più veloce a sparare, prima che la belva ti arrivi alla gola.
    Facile, in teoria. In pratica, molto meno.
    C'è un motivo se ancora oggi, per andare a caccia di certi animali, ci si muove in gruppo.

    Ci si muove in gruppo per avere la certezza matematica di avere preda e braccarla.

    Vero, ma questo si fa anche perché se non si riesce a mettere la preda alle strette per primi e ad avere la garanzia di avere la meglio, si rischia di finirci noi per terra in una pozza di sangue.
    Fidati: con certi animali, un colpo solo alle volte non basta e prima del secondo, tante cose possono andare storte.

    CITAZIONE
    Prendi un marine addestrato, con un'arma sufficientemente forte (basta che sia in grado di perforare il cranio di una belva e spappolare il cervello) e farà a pezzi qualsiasi lupo ben prima che gli salti addosso. E' questione di nervi saldi, più che di tempismo e riflessi.

    Infatti le armi a questo servono, a permettere di uccidere meglio e prima che gli animali possano avere il tempo di colpire.
    Comunqur ci sono molte più variabili.
    Il terreno di caccia, la distanza, il tempo e l'approccio alla battuta.
    I nervi saldi servono, ma prima devi riuscire ad avere un bersaglio. Se è fermo è una cosa, se si muove cambia tutto.
    E i nervi saldi mica vengono sempre automatici.
    La paura è una brutta bestia insidiosa, anche per i marines.

    Certo: se metti un marine di fronte ad un lupo in un'arena come facevano i romani, potrei anche scommettere sull'uomo, ma anche se queste cose le chiamavano "cacce" non lo erano che di nome.

    CITAZIONE
    Te ne dico un'altra: i Giapponesi, durante l'Invasione di Corea di fine '500 (tra le varie nefandezze da crimini umani che hanno fatto), avevano un'abitudine che definirei peculiare. Durante una "pausa" tra una schermaglia e l'altra, non giocavano a dadi e si facevano prostitute, o meglio non solo: andavano a caccia di tigri. Per divertimento (tornarono in Giappone con foderi in pelle di tigre XD).
    Ora, a quell'epoca i Giapponesi avevano, da pochi anni, trovato il loro nuovo giocattolo, il Tanegashima (un archibugio portoghese che hanno prodotto in massa) e con questa bella bocca da fuoco, insieme al resto, avevano letteralmente fatto a pezzi gli eserciti coreani (solo sulla terraferma, sul mare le hanno sistematicamente prese) e pure i cinesi venuti di rinforzo. Ma vuoi sapere la cosa divertente? Erano pieni di fucili, ma andavano a caccia di tigri con le LANCE. E lo facevano per gioco. Per i coreani, che, da che mondo e mondo hanno sempre fatto schifo a fare la guerra (un pò come i cinesi, che hanno avuto i migliori strateghi dell'umanità ma i soldati peggiori, forse), usavano i fucili. Per la guerra.
    Ciò che intendo dire è: un guerriero professionista, uno che lo fa da anni "per lavoro", è meglio di qualsiasi bruto o animale. Questo in 1v1 e senza contare "metodi sleali" come usare armi dal potenziale esagerato contro un povero animale (parliamo empiricamente).
    C'è una ragione se stiamo facendo lo schifo che stiamo facendo.

    Dubito che i giapponesi di cui parli avessero mai dato la caccia ad una tigre a casa loro e ancora di più che cacciassero da soli con quelle lance.
    Mi perdonerai se questo episodio non mi dice molto.
    Comunque il tuo punto mi è chiaro.
    Finiamola qui: non intendevo farti cambiare idea.

    Il punto è che qui non stai creando un animale che combatte gli umani armati di pistole laser.
    Si parla di un individuo con superpoteri. Se crei un cavernicolo fondamentale inarrestabile e immortale, le armi del nemico contano un tubo.
    E non sottovalutare i vantaggi che possono dare cose semplici come forza, velocità, sensi acuti e via così.

    E comunque io non ho mai suggerito Hulk. Il mio era tutto un altro esempio.

    Tieni poi presente, che comunque un guerriero di prima dell'avvento delle armi da fuoco, non può essere molto raffinato.
    Ci sono sempre stati modi migliori di altri per usare la spada e la pistola, ma in battaglia tutto si riduce ad una dimensione più essenziale. Più primitiva.

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    Ma se lo salti e vai direttamente a Moore, Ennis, Gaiman, Ellis...non perdi poi questo granché.

    Capisco che intendi, sebbene trovi Gaiman altalenante. Stardust m'ha fatto così schifo che non l'ho nemmeno terminato.
    Ma i siparietti di Apollo e Midnighter, per me, valgono parecchio XD

    Gaiman scrive anche per bambini...Ora Stardust me lo ricordo poco, ma non mi pare una lettura per tutte le età.

    Te lo ripeto: non è che Millar non possa piacere.
    Solo che non c'è niente da imparare nel modo di scrivere di Millar.
    Al massimo, può fornire qualche spunto interessante.

    CITAZIONE
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    In fondo, anche i non credenti usano "padre" per riferirsi ai preti cattolici (e forse anche quelli protestanti? Non sono sicuro) come forma di rispetto.

    Beh, si, come dare del "dottore" ad un laureato. O "ingegnere".
    Però un nome in codice serve, anche solo per comic relief.

    La scelta spetta comunque a te.

    Ad ogni modo, maschere e nomi in codice hanno sempre avuto un fine logico.
    Uno scopo, se preferisci: il più delle volte, avere il vantaggio dell'anonimato e un certo livello di impunità.
    A seconda dei casi, se ne fa anche a meno. Vedi Thor per dirne uno.
     
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    Finiamola qui: non intendevo farti cambiare idea.

    Tieni comunque questa chicca:
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    E' tutto ben documentato.
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    Tieni poi presente, che comunque un guerriero di prima dell'avvento delle armi da fuoco, non può essere molto raffinato.

    Non è vero, erano professionisti come tutti gli altri. Ho visto il programma d'addestramento di un cavaliere (come pure di un samurai, a dire il vero). Era una vita dedicata INTERAMENTE alla guerra.

    Ma posso essere d'accordo che, nel fuoco della battaglia, non sempre rimani saldo. Fa parte della natura umana.

    CITAZIONE
    Ad ogni modo, maschere e nomi in codice hanno sempre avuto un fine logico.
    Uno scopo, se preferisci: il più delle volte, avere il vantaggio dell'anonimato e un certo livello di impunità.
    A seconda dei casi, se ne fa anche a meno. Vedi Thor per dirne uno.

    Hai ragione, ma la maschera io l'ho sempre vista come dicotomia. Come pure alcuni musicisti che usano un nome d'arte.
    Quando metti la maschera, cambi personalità/identità. E' quello che mi piace.
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    CITAZIONE (TronoNero @ 25/11/2020, 15:56) 
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    Finiamola qui: non intendevo farti cambiare idea.

    Tieni comunque questa chicca:

    Bello.

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    Tieni poi presente, che comunque un guerriero di prima dell'avvento delle armi da fuoco, non può essere molto raffinato.

    Non è vero, erano professionisti come tutti gli altri. Ho visto il programma d'addestramento di un cavaliere (come pure di un samurai, a dire il vero). Era una vita dedicata INTERAMENTE alla guerra.

    Ma posso essere d'accordo che, nel fuoco della battaglia, non sempre rimani saldo. Fa parte della natura umana.

    A seconda del ruolo bellico e del periodo storico, non so se si può parlare di professionisti e nemmeno se ha senso, parlare di professionisti.

    L'addestramento comunque è una cosa diversa dalla battaglia e i cavalieri sono solo una parte dell'esercito.
    La carica di cavalleria e la "mischia" sono due mondi diversi.

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    Ad ogni modo, maschere e nomi in codice hanno sempre avuto un fine logico.
    Uno scopo, se preferisci: il più delle volte, avere il vantaggio dell'anonimato e un certo livello di impunità.
    A seconda dei casi, se ne fa anche a meno. Vedi Thor per dirne uno.

    Hai ragione, ma la maschera io l'ho sempre vista come dicotomia. Come pure alcuni musicisti che usano un nome d'arte.
    Quando metti la maschera, cambi personalità/identità. E' quello che mi piace.

    Vero. Ma non è comunque un elemento di caratterizzazione sempre necessario.
    Inoltre, i personaggi devono essere diversi e questo, di default, porta a valutare diversi profili di personalità.
    Alcuni, non si adeguano a questo modello, ecco.
     
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    A seconda del ruolo bellico e del periodo storico, non so se si può parlare di professionisti e nemmeno se ha senso, parlare di professionisti.

    Ogni società che ha avuto, nella sua storia, una casta di guerrieri o, comunque, una parte della propria gente che ha combattuto (senza fare nient'altro), ha i suoi guerrieri professionisti.
    Per dire, la Cina non li ha avuti, in alcuni periodi: erano soldati alcuni mesi l'anno e contadini in altri.
    Ogni società che ha guerrieri professionisti ha sviluppato un addestramento rigido, migliore (mediamente) di quello della leva obbligatoria. Basta vedere cosa hanno fatto gli Scozzesi nel periodo contemporaneo della Rivoluzione Francese: "guerrieri dei clan" delle Highlands, medioevali praticamente, che hanno menato armate "regolari" tanto che sono quasi arrivati a Londra, sono stati fermati solo perchè gli alleati (francesi) erano impegnati per la famosa Rivoluzione e non hanno fornito il supporto richiesto XD
    Se questo sistema è fallito, è per ragioni economiche. Un guerriero professionista, con cavalli, servitori e armi, una macchina di morte semovente, costa come 20 coscritti con un fucile.
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    L'addestramento comunque è una cosa diversa dalla battaglia e i cavalieri sono solo una parte dell'esercito.

    Per "cavaliere" intendo il combattente professionista, nobile, della società medievale europea. Potevo dire Giannizzeri o qualsiasi altra cosa.

    CITAZIONE
    Alcuni, non si adeguano a questo modello, ecco.

    E' vero, sebbene non sia sempre stato così.
    Thor, un tempo, era Donald Blake.
    Ma ho capito che intendi.
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    A seconda del ruolo bellico e del periodo storico, non so se si può parlare di professionisti e nemmeno se ha senso, parlare di professionisti.

    Ogni società che ha avuto, nella sua storia, una casta di guerrieri o, comunque, una parte della propria gente che ha combattuto (senza fare nient'altro), ha i suoi guerrieri professionisti.
    Per dire, la Cina non li ha avuti, in alcuni periodi: erano soldati alcuni mesi l'anno e contadini in altri.

    Appunto per questo ho detto "a seconda del periodo storico".

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    L'addestramento comunque è una cosa diversa dalla battaglia e i cavalieri sono solo una parte dell'esercito.

    Per "cavaliere" intendo il combattente professionista, nobile, della società medievale europea. Potevo dire Giannizzeri o qualsiasi altra cosa.

    Rimane il fatto che in battaglia si combatte in modo per lo più essenziale e poco elegante.
    Le variabili sono troppe e la priorità è rimanere vivi, perché i morti non possono vincere le guerre e uccidere molto e in fretta, perché è così che le guerre si vincono.

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    Alcuni, non si adeguano a questo modello, ecco.

    E' vero, sebbene non sia sempre stato così.
    Thor, un tempo, era Donald Blake.
    Ma ho capito che intendi.

    Blake non era una maschera.
    Non era il Clark Kent di Thor.
    Era solo parte della sua storia, la punizione di Thor.
    La maschera e il costume hanno uno scopo. Magari più di uno, ma ribadisco che ci sono personaggi che non ne hanno bisogno.
    Dipende dalla storia, dal background che gli crei.
     
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    Rimane il fatto che in battaglia si combatte in modo per lo più essenziale e poco elegante.

    Sembra che pensi che "combattere bene" significhi "farlo in modo elegante". Si tratta di risparmiare energie, muoversi in un certo modo, non significa infighettamenti e giravolte.
    Ecco, uno che combatte in maniera grezza è molto probabile che usi male le sue energie, proprio perchè "smanaccia".

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    Non era il Clark Kent di Thor.
    Era solo parte della sua storia, la punizione di Thor.
    La maschera e il costume hanno uno scopo. Magari più di uno, ma ribadisco che ci sono personaggi che non ne hanno bisogno.

    90e5029da9b22a60098564476e527782
    La maschera puoi metterla a chi ti pare. Se sai scrivere, funziona.
    Questa è tratta dalla migliore run sul Tonante mai scritta, anni '80 XD
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    Rimane il fatto che in battaglia si combatte in modo per lo più essenziale e poco elegante.

    Sembra che pensi che "combattere bene" significhi "farlo in modo elegante". Si tratta di risparmiare energie, muoversi in un certo modo, non significa infighettamenti e giravolte.
    Ecco, uno che combatte in maniera grezza è molto probabile che usi male le sue energie, proprio perchè "smanaccia".

    No. Intendo dire che se il tuo pg ha uno stile di combattimento grezzo e forse un po' brutale, ha senso per il modo di combattere tipico delle battaglie campali pre polvere da sparo.
    Occhio: grezzo, semplice, brutale, non vuol dire inefficace o dilettantesco.
    Poi ci sono alcune varianti.

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    Non era il Clark Kent di Thor.
    Era solo parte della sua storia, la punizione di Thor.
    La maschera e il costume hanno uno scopo. Magari più di uno, ma ribadisco che ci sono personaggi che non ne hanno bisogno.

    (IMG:https://i.pinimg.com/originals/90/e5/02/90...4476e527782.jpg)
    La maschera puoi metterla a chi ti pare. Se sai scrivere, funziona.
    Questa è tratta dalla migliore run sul Tonante mai scritta, anni '80 XD

    Questa specifica discussione ha un po' raggiunto il suo limite, in astratto.
    Rifletti magari su questo: Batman, Superman, l'Uomo Ragno...Sono tutti personaggi che agiscono in aree metropolitane densamente popolate e frenetiche. In un paese che è grande almeno 30 volte l'Italia e con 6 volte la sua popolazione.
    In Italia è meno facile riuscire a mantenere una identità segreta.
    Se proprio vuoi giocare questa carta, considera che maschera e costume da soli, razionalmente, non sono sufficienti come copertura.
    Per personaggi come il concetto vivente e il guerriero immortale, il problema della identità segreta nemmeno si dovrebbe porre, perché cosa avrebbero da proteggere con questo espediente?
     
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    No. Intendo dire che se il tuo pg ha uno stile di combattimento grezzo e forse un po' brutale, ha senso per il modo di combattere tipico delle battaglie campali pre polvere da sparo.

    None.
    I reparti romani, tanto per dirne una, erano organizzati tanto quanto quelli moderni. Tutte le popolazioni diventate un filo "forti", e con tanta gente, sono giunti alle medesime conclusioni. Il combattimento che sembri suggerire tu appartiene a società tribali, fatte da poche persone (che spesso erano guerrieri per diritto di nascita), che combattevano altri gruppi piccoli. E' tipico delle società del tipo "ogni maschio è un guerriero". A roma non era così, perchè avevano i guerrieri professionisti, che facevano solo quello.
    Per capirsi, guarda la guerra tra Carlo Magno (& i Franchi, eredi cristiani di Roma) e i Sassoni dell'odierna Germania (tribù piccole e sparse).

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    Se proprio vuoi giocare questa carta, considera che maschera e costume da soli, razionalmente, non sono sufficienti come copertura.
    Per personaggi come il concetto vivente e il guerriero immortale, il problema della identità segreta nemmeno si dovrebbe porre, perché cosa avrebbero da proteggere con questo espediente?

    La maschera non serve solo a farsi una copertura. Cerco di spiegarmi meglio.
    Questo signore si chiama Olve Eikemo.
    E' un tizio norvegese abbastanza "normale", non fosse che (te la racconto come un fumetto oldschool XD), quando sale sul palco, la sua identità vera/segreta è:

    ABBATH DOOM OCCULTA (si, ha 'sto nome senza senso).
    Ora, tutto il mondo sa il suo nome vero e sa che Abbath è quel caro signore un pò sovrappeso. Lo sanno tutti, persino lui XD
    E guarda un pò... A nessuno frega niente. Posso farti millanta altri esempi di gente che, all'inverso, prende la cosa MOLTO sul serio, decidendo di tenere staccate le due identità (per motivi "di legge", delle volte).

    La maschera è essere un altro, indipendentemente da tutto. Se uno se la mette, lo fa per motivi suoi. Ad esempio, entrare in un personaggio, togliersi quel portamento calmo e diventare un animale assassino che, per dire, sul palco parla di necrofilia e altra robaccia.
    Un prete da confessionale che celebra ogni domenica non combatte il male. Un prete con un nome "e un costume cazzuto" si.
    Non so se mi spiego.
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    per dirne una da quando compare l'arco sui campi di battaglia, ovvero il neolitico pochi anni dopo in Egitto e in Mesopotamia fa comparsa lo scudo torre (nient'affatto un invenzione romana) e non ci vogliono molti anni perché si comprenda la necessità 1 di una formazione di scudi serrati e di un muro di scudi per non morire per colpa di una freccia e 2 proprio per mantenere la formazione difensiva, la necessità di un combattimento, senza emozioni, una fanteria pesante di linea che sapesse combattere seguendo pedissequamente gli ordini e l'addestramento anziché farsi trascinare dal furor bellico, per la precisione, il Berserker Norreno era appunto una eccezione e oltretutto un reparto speciale usato in precise condizioni, non la regola, la regola sono guerrieri come la falange spartana, i legionari romani, i picchieri svizzeri...soldati addestrati anche attraverso punizioni corporali a sopprimete ogni iniziativa soprattutto emotiva, il legionario doveva seguire l'addestramento o al massimo fare quello che il centurione gli diceva di fare, che lo schieramento nemico, fosse estremamente compatto o in rotta era totalmente irrilevante, se il centurione non ordinava un cambiamento di azione il legionario continuava ad avanzare alla stessa identica maniera, non caricava scompostamente nemmeno se lo schieramento nemico era palesemente in difficoltà e l'istinto suggeriva di caricare e infierire
     
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    Appunto. I berserker, come gli Ulfhedinn (tipo il mio PG), appartenevano ad un modo di combattere diverso da quello degli Imperi, dei Regni ecc. Erano, spesso, piccole tribù che si facevano guerra e questo ha generato un certo modo di vivere. Un impero come Roma ha altre risorse, fondi e altro, per rendere un'armata disciplinata.
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    e la pericolosità dei berserker su campo di battaglia era largamente ingigantita nella realtà qualunque esercito non adottasse uno stile di combattimento disciplinato, strategico e che tenesse in considerazione non solo le frecce nemiche ma anche la semplice numerosità avversaria (nel "caos" scientifico dello scontro le lance e le spade entravano in ogni buco possibile) era semplicemente morto, i romani ad esempio erano addesrati a menare affondi quasi senza vedere nascosti dietro lo scudo, dall'alto verso il basso, verso qualunque avversario avessero di fronte nel tentativo di trovare un buco e uccidere e morto quello davanti, rimanevano fermi, aspettando che fosse il nemico ad avanzare, o lo schieramento avanzava tutto insieme o si stava fermi, per non sfaldare la linea
     
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    Ma non parlavo dei berserker.

    Parlo di qualsiasi soldato o guerriero che in battaglia cerca di sopravvivere o di vincere a qualsiasi costo.
    I veterani hanno uno stile di combattimento che privilegia la capacità di adattarsi, la velocità e la potenza.
    Ovvio che certi tratti tipici dell non scompaiono.
    E ovviamente, trovarsi di fronte ad una determinata arma, richiede una certa strategia, ma suvvia.
    Però il modo di brandire un'arma si evolve attraverso le battaglie.
    Lo stile di combattimento non può rimanere immutato.
    Tanto per usare l'esempio di Gavri al contrario, se i ranghi della fanteria romana si spezzavano? I soldati che potevano fare?
    Mica sempre la ritirata era possibile, se si rendevano conto che lo scudo era inutile o se lo perdevano per qualche motivo, dovevano usare quello che avevano in in altro modo.
    Per un veterano, certi salti logici diventano indispensabili e anche l'esercito più disciplinato alla fine si ritrovava nella mischia.

    Il discorso della maschera per cambiare identità, portato al limite estremo di cambiare personalità, l'ho già detto mi pare, è molto particolare.

    Presuppone un certo tipo di personalità del personaggio che non è comune a tutti i supereroi o i supercriminali.

    Quello che dico è che anche gli elementi di costume, devono avere un loro perché.
    Non si mette una maschera senza una ragione valida.
    È un dettaglio, ma la validità di una storia si vede anche dai dettagli.
    La buona notizia è che di giustificazioni di questo genere ne esistono tante e alle volte, è la natura del pg a suggerirla.
    Solo: alle volte, se si osserva con attenzione il tipo di personaggio e il contesto in cui è calato, per alcuni la maschera non ha molto senso.
    O il costume o il nome in codice.
     
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    Presuppone un certo tipo di personalità del personaggio che non è comune a tutti i supereroi o i supercriminali.

    Sai, è proprio questo il nocciolo della questione, temo. Secondo me, invece, è comune proprio a tutti (quelli che hanno una mente). Proprio per il discorso un pò "ovvio" del "tutti hanno una maschera". Non voglio citare Pirandello, ma mi rifaccio a quel discorso.

    Credo, all'inverso, che non possa esistere nessuno senza una maschera, vera o fittizia e, dato questo, il passo alla maschera "fisica" non è molto lungo.

    Se poi posso permettermi, penso di aver capito un'altra cosa, correggimi se sbaglio. Quando dici che un'idea non funziona, intendi davvero che non funziona MAI? Perchè io credo nell'abilità "individuale" di poter fare tutto. Cioè, più semplicemente: si può rendere tutto bello, all'atto pratico.
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    CITAZIONE (TronoNero @ 26/11/2020, 18:00) 
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    Presuppone un certo tipo di personalità del personaggio che non è comune a tutti i supereroi o i supercriminali.

    Sai, è proprio questo il nocciolo della questione, temo. Secondo me, invece, è comune proprio a tutti (quelli che hanno una mente). Proprio per il discorso un pò "ovvio" del "tutti hanno una maschera". Non voglio citare Pirandello, ma mi rifaccio a quel discorso.

    Credo, all'inverso, che non possa esistere nessuno senza una maschera, vera o fittizia e, dato questo, il passo alla maschera "fisica" non è molto lungo.

    Se questo bisogno è radicato e il passo breve, perché non indossiamo tutti una maschera?
    Una tangibile intendo: non una metaforica?

    Non voglio negare la possibilità che tu abbia ragione riguardo questa affinità fra uomini e maschere (detta in maniera semplice).
    Per esempio, io adoro mascherarmi. Adoro le maschere i travestimenti ecc...ma la spinta in quella direzione, verso questo passo breve, deve avere a mio parere, un altro incentivo.

    L'esempio del cantante che hai fatto, quello della trasfigurazione d'identità, può funzionare per alcuni personaggi, perché risponde ad un bisogno che non tutti hanno.
    Mi viene in mente il Peter Parker di Spectacular Spider-man e il modo in cui, quando avevo addosso il costume, diventava una specie di trickster spavaldo (in senso buono).
    Un pochino anche lo Spider-man di Raimi mostrava questo approccio.

    Il punto è che per altri non si applica.
    Superman, non si è creato una identità civile per il bisogno di diventare migliore, o per darsi coraggio.
    Lo ha fatto per poter più o meno proteggersi, detto in modo semplice. Per evitare di dover difendere se stesso e le persone che gli sono care, da quello stesso mondo che cerca di salvare.

    Batman ha creato un personaggio che terrorizzasse i criminali.

    Wonder Woman: mai avuta una identità segreta.
    Nelle sue molteplici incarnazioni, il suo "costume" ha sempre avuto un senso nella sua storia, nella storia delle sue origini e così via.

    Il Punitore: mai avuta una maschera.
    Tutti o quasi sanno che lui è Frank Castle. Il nome non se lo è nemmeno inventato lui, non ricordo se hanno mai dato una motivazione al costume, ma comunque...

    Si potrebbe andare avanti a lungo.
    Solo per dire che potresti aver ragione, ma che c'è di più.

    Poi non è così importante sapere perché alcuni indossano una maschera o meno.
    I costumi sono fondamentalmente lì perché sono soprattutto ganzi.
    Ci piacciono sgargianti, tenebrosi, misteriosi, inquietanti, magari folli...È appagamento dell'occhio rimandi tutto.
    È sempre piaciuto, se no credo che li avrebbero tolti da tempo :lol:
    Le motivazioni sono un plus valore.
    Arricchiscono la trama, il personaggio e tutto ciò che queste due cose portano come vantaggio.

    Faccio un esempio con uno dei tuoi personaggi: il tuo prete stregone indossa una maschera e tu scrivi che lo fa perché quella maschera gli dà un certo potere senza bisogno di formule, riti ecc...Come ci riesce? Da dove viene questa maschera? Ecc ecc...rispondendo a questa e altre domande, puoi cominciare a tessere molte altre trame per un personaggio e per tutti gli altri, se decidi di coinvolgerli.

    E questo è solo un esempio, anche piuttosto banale.

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    Se poi posso permettermi, penso di aver capito un'altra cosa, correggimi se sbaglio. Quando dici che un'idea non funziona, intendi davvero che non funziona MAI? Perchè io credo nell'abilità "individuale" di poter fare tutto. Cioè, più semplicemente: si può rendere tutto bello, all'atto pratico.

    L'unico consiglio che ti ho dato veramente è di non sottovalutare l'importanza dei dettagli, sia in quantità che in qualità.

    Il resto sono solo idee. Dagli tu il valore che credi.

    Altra cosa che ho detto: questo è solo un brainstorming e il brainstorming, almeno in questi casi, ha i suoi limiti.

    Tu hai proposto un'idea ad uno stadio di bozza, forse meno.
    Molte cose che vorresti fare non le hai nemmeno dette, immagino. In parte perché le starai soppesando, in parte perché non le hai ancora chiare in mente.
    Bisogna passare allo stadio successivo e sperimentare scrivendo una vera storia, per capire davvero cosa funziona e cosa no.
     
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