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[ENTRO]
Era esausto: odiava ammetterlo, ma era esausto.
Per arrivare allo spazio Shi'ar aveva creato e attraversato wormhole, sfruttato fionde gravitazionali su buchi neri supermassivi ed esplosioni di supernove, consumando una buona parte dell'energia che aveva acquisito nella sua realtà d'origine. Ed era arrivato solo ai confini dei territori Shi'ar.
Si fermò a tirare il fiato in orbita attorno a una Wolf-Rayet: il suo intenso vento solare era come un buffet per il suo corpo e i suoi poteri, così si abbandonò all'orbita, assorbendo tutte le radiazioni che lo investivano.
E ne approfittò per decidere la sua prossima mossa.
Si era diretto verso lo spazio Shi'ar senza un piano preciso, eppure nella sua mente c'era sempre un'immagine ben chiara: Chandilar.
Ma occorreva essere sinceri: non poteva pensare di arrivare nella capitale Shi'ar, nel cuore dell'impero, e di poterne colpire il centro nevralgico così, senza saperne nulla.
D'altra parte, non aveva intenzione di rimanere troppo a lungo nelle regioni di confine: Devono essere pattugliate di frequente: non posso rischiare di venire coinvolto in scontri con le flotte di frontiera. Un'inutile perdita di tempo ed energia. Beh, forse solo tempo: l'energia posso sempre ri-assorbirla in un secondo momento...
D'altro canto, anche addentrarsi nei territori Imperiali senza un piano preciso avrebbe comportato più rischi che benefici.
Chiuse gli occhi, beandosi di quella pausa e quasi oziando nel vento stellare che lo stava rigenerando. Chiuse gli occhi e per un attimo si addormentò, quando...
Venne svegliato dall'equivalente energetico di un urlo: una forte emissione non troppo distante da lui, dalla parte opposta della Wolf-Rayet stessa. Si lanciò in volo verso l'altro lato dell'orbita, e non impiegò di più qualche minuto a arrivare in vista del pianeta.
Era piccolo, poco più di un planetoide, eppure era sicuro che la sorgente di quell'emissione energetica fosse proprio sulla sua superficie. Nessuna idea di cosa potesse essere.
Sono nello spazio Shi'ar: se era una loro risorsa devo distruggerla. O impadronirmene.
Si diresse verso il planetoide alla massima velocità. Questa pausa è durata fin troppo.
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Raggiunse il planetoide in pochi minuti, e una volta entrato nella sua atmosfera percepì altre emissioni energetiche: minori, ma tutte con la stessa sorgente.
Mentre si dirigeva verso la fonte di quelle emissioni ne approfittò per esaminare la superficie di quel piccolo corpo celeste. Era coperta da quella che supponeva essere vegetazione locale: avevano quelle che sembravano foglie, apparentemente dei tronchi... e restavano immobili. Certo, non sono versi ma azzurro-violetti: ma d'altra parte il loro sole emette uno spettro differente da quello terrestre.
Non vedeva segni di grandi animali, ma forse era perché stava sorvolando troppo veloce. Di certo non vedo segni di civilizzazione: niente città o strade, nemmeno villaggi; è come se fosse un mondo primiti...
I suoi pensieri si interruppero non appena arrivò in vista della sorgente di emissioni energetiche: non solo provava la presenza di una civilizzazione, ma era un edificio che aveva già visto e che conosceva...
Il complesso dove sono cresciuto, dove ero trattenuto in schiavitù.
Vulcan non era impazzito: sapeva che non poteva essere quello (non solo l'aveva semidistrutto, ma era su un altro pianeta di un'altra dimensione...), eppure...
Identico, in tutto e per tutto. Stessa forma, stessi edifici collegati fra di loro...
La presenza di un edificio identico poteva indicare solo una cosa: Un avamposto Shi'ar!
Scese di quota, in modo tale da sfruttare le chiome della vegetazione locale come parziale copertura, e ridusse la sua velocità. Una volta giunto al limitare della vegetazione scese a terra, girando attorno al complesso fino a trovarsi davanti al portone di ingresso: lì decise di attendere.
Dopo quella che gli sembrò essere un'eternità - ma che non poteva essere stata più di mezz'ora terrestre - il portone si aprì: vide uscire un paio di Shi'ar, seguiti da alcuni ragazzini di altre varie razze - Nessuno dei ragazzini è un uccellaccio.
Mentre i ragazzini si dividevano in gruppetti di due o tre e si inoltravano verso la foresta, i due Shi'ar - i carcerieri - rimasero davanti al cancello a parlare fra di loro. Evidentemente attendono che tornino i loro schiavi: li avranno mandati a recuperare legna, o provviste, o a occuparsi di chissà quale altra faccenda.
Non dovette chiedersi cosa fare: era tutto più che chiaro, era inevitabile. E fu istintivo.
Uscì dalla macchia con passo deciso, alzò un braccio verso i due Shi'ar mentre i suoi occhi iniziavano a brillare, e mentre il suo sguardo sul mondo si tinse di arancio, emise dalla mano alzata una scarica energetica sufficiente a bruciare vivo un bisonte.
Uno dei due Shi'ar fu carbonizzato sul colpo, l'altro vide un suo braccio prendere fuoco: cadde a terra, in preda allo shock. Vulcan gli si avvicinò con passo deciso. Lo Shi'ar lo vide: non riusciva a parlare, ma il terrore e lo stupore che esprimevano i suoi occhi non avevano bisogno di parole.
Sollevò di nuovo il braccio, puntando un dito contro la fronte dello sventurato: Io sono la vendetta.
Un altro blast calorifico, di molto inferiore al precedente, eruppe dal suo dito, perforando la testa dello Shi'ar e uccidendolo. E la morte è l'unica misericordia che accorderò alla tua razza.
Edited by |Gil-galad| - 11/9/2022, 09:27. -
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Entrato nel complesso, ovunque guardasse aveva l'impressione di avere un flash di memorie e ricordi sepolti, di rivivere quegli anni che aveva dimenticato.
Le urla lo aiutarono a ignorare quelle vaghe reminescenze e a focalizzarsi sul presente.
Un gruppo di ragazzini - o presunti tali, visto che appartenevano a varie razze aliene - scapparono via, correndo verso l'interno del complesso. Da un corridoio laterale provenivano altre voci: visibilmente spaventate, ma niente urla. Imboccò il corridoio con passo deciso, ma senza correre.
Sembrano voci spaventate, ma non in preda al panico: che siano degli adulti? e se sono adulti, sono...
Shi'ar. Una mezza dozzina di Shi'ar in quelli che sembravano essere camici era radunata in quello che sembrava essere un laboratorio.
Cosa sono, scienziati? non sembrano guerrieri...
Su un tavolo, giaceva il corpo di un ragazzino alieno: non sapeva che razza fosse, solo che non era uno Shi'ar. Aveva il torace aperto da un taglio a Y: come per un'autopsia.
...mostri! Sono Shi'ar e sono mostri!
Non provò a comunicare, non si guardò ulteriormente intorno, non si preoccupò dei danni collaterali: alzò entrambe le braccia, i suoi occhi brillarono e un istante dopo scatenò i suoi blast.
Ci furono anche un paio di esplosioni - Chissà cosa ho colpito, che gas o materiali custodivano in quel laboratorio - oltre ovviamente a una nube di fumo e polvere: quando si fu posata, del laboratorio non c'era più traccia, né dei corpi di quegli Shi'ar - O di quel povero ragazzino. L'intera sezione del complesso era crollata rovinosamente in seguito ai suoi blast energetici e a quelle due esplosioni.
Si voltò e tornò indietro: più di metà dell'edificio era ancora in piedi, e soprattutto ospitava ancora diversi Shi'ar.. -
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Passò un quarto d'ora ad andare in giro per corridoi e stanze, a risalire scalinate e a sfondare porte.
A quanto pare, non c'erano guerrieri: solo scienziati e altro personale civile. Li uccise tutti lo stesso.
Molto presto, gli Shi'ar si accorsero che stava risparmiando tutti i ragazzini e le ragazzine - Ma come? devono avere dei sistemi di videosorveglianza: mi stanno guardando mentre avanzo. E, peggio, possono comunicare fra di loro! - e iniziarono a comportarsi di conseguenza.
Alcuni sceglievano di usarli come scudi umani.
Si limitavano a tenere uno o due di quei giovani servitori davanti a loro, sperando che questo potesse fermarlo, ma Vulcan li liquidò senza troppi problemi: un blast mirato, dalla punta di un dito, e gli friggeva il cervello all'istante.
Altri Shi'ar avevano un approccio più ritorsivo: li trovava in stanze dove avevano massacrato i ragazzini alieni a loro portata di mano, in una sorta di ripicca prima della loro inevitabile morte. Mi ucciderai comunque? e io prima ammazzo tutti questi schiavi!
A questi decise di riservare una fine meno pulita: gli staccava un arto per ogni ragazzino ucciso, poi attendeva che morissero dissanguati. Non che ci volesse molto, certo, ma trovava le loro urla purificatrici - prima che svenissero per lo shock, ovviamente.
Unico inconveniente, si ritrovò ben presto lordo di sangue Shi'ar dalla testa ai piedi.
Uno - non troppo sveglio - stava cercando di spacciarsi per un giovane alieno: si era tagliato un po' di piume dalla testa e si stava ricoprendo di vernice blu. Pensa davvero che potrei scambiarlo per un Kree?
Non ebbe difficoltà a ucciderlo, ma in qualche modo si sentiva insultato.
Quando ormai credeva di aver terminato il giro dell'edificio, vide un'ultima porta.
Aprendola, si trovò davanti una ragazzina verde e viola, seduta per terra, che gli dava le spalle mentre ascoltava una donna - Una Shi'ar! - che, seduta su una sedia nell'ombra, leggeva un libro.
La ragazzina si voltò verso di lui: Non ucciderla ora: lascia almeno che finisca di leggere! e poi tornò a voltarsi verso la donna, rapita dal racconto.
Vulcan voleva chiedersi cosa ci fosse di tanto importante in quel racconto alieno, avrebbe dovuto chiedersi come quella ragazzina potesse conoscere l'inglese, ma invece aveva in testa una sola domanda: Perché conosco la voce di questa Shi'ar?
La donna continuò a leggere per qualche minuto, e poi si interruppe. Si alzò e uscì dall'ombra, entrando nel cono di luce della porta.
Dai'andral!SPOILER (clicca per visualizzare)
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Io mi chiamo Scavia, e lei è Dai'andral: tu chi sei?
La ragazzina era tranquilla, serena: gli parlava come se fosse normale che un alieno fosse piombato su di loro e avesse sterminato tutti gli Shi'ar del complesso. Beh, tutti meno... Dai'andral. Ha anche lo stesso nome, come è possibile?
Vulcan rispose alle domande di Scavia, ma ben presto si rese conto che era lui a fare domande e lei a rispondere.
Quanti altri ragazzi e ragazze ci sono qui? Da dove venite? Ci sono altri Shi'ar sul planetoide? Ricevete visite da astronavi Shi'ar?
Siamo qualche decina, forse un centinaio... Siamo tutti di razze differenti, da molti mondi dell'impero Shi'ar... quasi planetoide è inabitato, se non per questo complesso... non riceviamo mai visite...
Ben presto, le risposte di Scavia andarono oltre le domande di Vulcan: scoprì così che l'impero era solito radunare giovani dotati da vari pianeti - dentro o fuori dai loro territori - per studiarne le doti, o i poteri.
Nel caso di Scavia, lei veniva da un passato remoto: la sua razza aveva scoperto un artefatto che donava poteri - ma che scatenò così una guerra civile senza precedenti. Sull'orlo dell'estinzione, venne salvata da un'anziana del suo villaggio che aveva il potere di aprire portali temporali e che la spedì nel futuro, dove venne trovata dagli Shi'ar. Il mio potere è solo una lieve telecinesi, ma gli Shi'ar erano interessati al fatto che appartenga a una razza estinta da dodici miliardi di anni.
E quel planetoide non era unico, come Vulcan aveva iniziato a sospettare: gli Shi'ar avevano diversi altri complessi identici su altri planetoidi dispersi per il loro vasto impero. Come questo, radunano giovani di varie razze, ma in rari casi ci sono complessi dedicati quasi esclusivamente a una sola razza. Per quelle razze che hanno più di frequente dei giovani con poteri.
Come la Terra. Come i mutanti. Come la mia infanzia.
Gran parte del personale Shi'ar è scientifico: vogliono capire cosa sia a generare i poteri nei giovani delle altre razze. Li studiano, li valutano... per capire se rappresentino uno rischio per la prosperità dell'Impero. O se sia una risorsa sfruttabile.
La voce di Dai'andral era segnata da una nota di rammarico: So che alcuni facevano cose orribili, ma come potevo oppormi? ero sola... tutto quel che potevo fare era cercare di alleviare l'esistenza di questi poveri ragazzi...
Leggendo loro storie?
Anche. Alcuni li portavo con me nelle cucine, di notte, all'insaputa degli altri Shi'ar, e insegnavo loro alcune ricette. Ad altri donavo piccoli giocattoli, trottole, dadi... oppure...
...un libro. Vulcan non si rese nemmeno conto di aver parlato: gli uscì d'istinto.
Esatto. Tutto a seconda di cosa potesse piacere loro, di cosa potesse alleviare la loro... esistenza.
Vuoi dire prigionia.
Non sono fiera di quel che ha fatto qui l'Impero...
Qui e in chissà quanti altri mondi! e pensi che un libro o una trottola possa ripagare di una vita rubata? pensi davvero che...
La ragazzina, Scavia, fece un passo avanti, frapponendosi fra lui e la vecchia: Sei ingiusto: non tutti hanno i tuoi poteri, non tutti si possono opporre alla forza di un avamposto Shi'ar, anche se scientifico. Con i tuoi poteri, non sai cosa significhi essere inerme.
Prima che Vulcan potesse reagire, lei si voltò verso Dai'andral: Ma c'è qualcosa che anche tu ignori: sono anche una telepate, e ho sempre saputo che cosa sei tu.
Prima che la vecchia potesse rispondere, una scheggia di metallo si levò dal suolo e si piantò nella sua gola, recidendone le arterie: Dai'andral cadde a terra agonizzante, mentre una chiazza di sangue si allargava veloce sotto il suo corpo.. -
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Dopo aver attraversato il portale temporale ed essere giunta qui, gli Shi'ar mi hanno individuata. La mia telecinesi è debole, ma la mia telepatia è più che sufficiente per leggere la mente di qualche ufficiale Shi'ar, aggirandone i blocchi psichici imperiali. Scoprii subito le loro intenzioni, nascosi il mio potere telepatico e mi lasciai portare qui.
La ragazzina parlava tranquilla, senza tradire nessuna emozione per quanto aveva appena fatto. Dai'andral... l'unica che mi avesse mostrato compassione quando ero uno schiavo...
Normalmente, questi avamposti studiano i poteri e le loro origini: nel mio caso, erano più incuriositi da me stessa. Dopo tutto, sono l'unica superstite di una razza estintasi miliardi di anni fa.
Vulcan ascoltava, tenendo lo sguardo fisso sul cadavere della vecchia, mentre una parte di sé era persa nei suoi pensieri: Quali erano le probabilità che io incontrassi in questo universo la donna che mi aveva dato tanto... e che ho ucciso quando si sono manifestati i miei poteri?
Scavia si interruppe: Oh, no, ti sbagli: non è la stessa donna.
Il flusso di pensieri di Vulcan si interruppe di scatto: si voltò verso la ragazzina. Mi sta...
...leggendo i pensieri? Certamente: ti ho detto che la mia telepatia è ben avanzata.
Non aveva senso discutere di quello: era meglio tornare al punto.
Hai detto che non è la stessa donna. Come puoi...?
A dirla tutta, non è nemmeno una donna: è un costrutto organico dell'Impero, viene prodotto in serie per ogni complesso di questo tipo.
Vulcan aveva problemi a comprendere quello che le stava dicendo la ragazzina: Cosa significa? e come puoi saperlo?
Scavia aggrottò la fronte: Non sembri sveglissimo... ma forse è solo lo shock. Di nuovo: telepatia, ok? Ho scoperto di questi costrutti organici prima ancora di arrivare qui, nei primi minuti con gli Shi'ar che mi avevano catturata. Li usano come zuccherino per addolcire la prigionia delle loro cavie. E per dare loro un legame emotivo. Dovrebbe essere uno stimolo per frenare ribellioni o fughe.
Quindi tutte quelle gentilezze: quelle storie, i giocattoli, le ricette...
Si interruppe a metà, ma ci pensò lei a terminare la sua frase: ...e quei libri di miti antichi, sì. Tutti specchietti per le allodole, per convincere i piccoli prigionieri che qualcuno era dalla loro parte.
Per tutto questo tempo, avevo pensato...
Di aver ucciso una santarellina? no, hai solo distrutto uno strumento di oppressione. Credi che sia un caso che sia arrivata lei quando i tuoi poteri mutanti si sono manifestati?
Non rispose, non sapeva cosa dire.
Si tratta di un protocollo Shi'ar: se qualcuno di noi cerca di fuggire, o manifesta nuovi poteri pericolosi, viene mandata avanti Dai'andral, in modo da calmarlo prima che faccia del male a qualcuno del personale Shi'ar.
Vulcan rimase immobile, perso nei suoi pensieri: se da un lato questa verità cancellava quel poco di compassione ed empatia che aveva sperimentato nella sua gioventù, dall'altro voleva dire che...
...no, Gabriel, l'unica persona che hai ucciso non era un'innocente. E nemmeno una persona, o una Shi'ar. Non hai ucciso, la macchia indelebile che tenevi nascosta agli altri non c'è. E ora che l'hai scoperto, cosa vuoi fare? vuoi tornare indietro per essere un X-Men?. -
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E ora che l'hai scoperto, cosa vuoi fare? vuoi tornare indietro per essere un X-Men?
Quella domanda pesò su Vulcan come un macigno: non aveva ucciso Dai'andral, non aveva ucciso nessuno!
Niente si frapponeva veramente fra lui e gli X-Men, sarebbe potuto tornare indietro, e...
...e?
Non ho ucciso perché Darwin mi ha fermato. Non ho ucciso perché mi ha portato in un'altra realtà. Ma volevo uccidere: volevo e ne avevo il potere.
Se fosse tornato indietro, avrebbe vissuto la stessa situazione di prima: anziché nascondere a tutti di Dai'andral, avrebbe nascosto a tutti dei suoi propositi assassini dopo il loro risveglio. E, in più, Darwin sa. Sa che volevo uccidere, sa che stavo per farlo.
No: non c'era modo di tornare indietro.
Non sono un X-Men. Sono un messaggero di vendetta contro gli Shi'ar e i loro crimini.
Le labbra della ragazzina si piegarono in un sorriso beffardo - Probabilmente ha ascoltato tutti i miei pensieri... - Recentemente gli Shi'ar sono entrati in guerra, lo sapevi? ufficialmente contro la Chiesa Universale della Verità, di fatto la guerra coinvolge un po' tutti, compresi Skrull e Kree. Vuoi che te ne parli?
Non aveva senso chiedersi come potesse esserne venuta a conoscenza - Telepati - ma erano sicuramente informazioni succulenti: quale miglior modo di colpire una bestia smisurata come l'impero Shi'ar se non affondare in una ferita già aperta?. -
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Mezz'ora dopo aveva la testa che gli pulsava dal dolore: troppe informazioni, troppi nomi - di pianeti, battaglie, generali... Scavia aveva sfruttato bene i suoi poteri, potendo rimanere aggiornata sull'andamento della guerra spiando i pensieri dei loro carcerieri Shi'ar.
Vulcan non riusciva a tenere a mente nemmeno un decimo di quanto le avesse detto, ma le cose importanti gli erano abbastanza chiare.
Innanzitutto, la Chiesa Universale della Verità era ricomparsa dal nulla, attaccando tutto e tutti ed espandendosi ben presto in una zona di confine fra i tre imperi galattici.
Di conseguenza, i tre imperi erano entrati in guerra con la Chiesa, e - già che c'erano - ne avevano approfittato per attaccarsi a vicenda, perlomeno in quei settori di confine che ormai erano campo di battaglia.
Infine, slegato dalla guerra ma più importante per i suoi fini, D'Ken non era più Majestor: al suo posto c'era la Majestrix Lilandra, e lui era tenuto prigioniero in una località segreta.
Vulcan non sapeva quasi niente di Lilandra: da quanto aveva scoperto in quei pochi minuti di onnipotenza sulla Terra, era molto più giusta e ragionevole del fratello - Un tiranno psicopatico: non che ci voglia molto a essere meglio di lui. - ma rimaneva una Shi'ar, e infatti l'Impero era comunque in guerra.
No: Lilandra non poteva che essere una sua nemica naturale, e in quanto Magestrix Shi'ar un giorno avrebbe dovuto affrontarla. Ma ora era D'Ken il suo obiettivo primario, e doveva quindi scoprire dove fosse detenuto.
Come posso accedere a un segreto dell'Impero? a uno sulla stirpe reale?
Potresti assaltare il loro pianeta capitale e accedere ai loro archivi.
Vulcan si voltò verso la ragazzina: per un attimo si era dimenticato della sua presenza.
Oppure, visto che sarebbe un piano suicida, potresti provare a interrogare un po' di alti ufficiali. Probabilmente al fronte ne muoiono così tanti che nessuno noterebbe la comparsa di qualche incrociatore e ufficiale, e al massimo ne darebbero la colpa alla Chiesa Universale. O ai Kree.
Il fronte! andare al fronte, attaccare le forze Shi'ar, interrogare i loro ufficiali di rango più elevato fino a trovare qualcuno che possa avere idea di dove sia D'Ken. O di dove trovare l'informazione.
Io invece penso di restare qui: cercherò nei boschi altri prigionieri superstiti, poi vedremo il da farsi: potremmo continuare a vivere su questo pianeta: ha risorse in abbondanza e nessun predatore. Passa a trovarci, se tornerai in zona: sarà divertente ascoltare qualche storia dalle zone di guerra.
Gli sorrise, poi senza aggiungere altro si voltò e si incamminò verso l'esterno, addentrandosi nel bosco.
Che ragazza strana. Così distante, quasi priva di emozioni. Calcolatrice. Eppure per alcuni aspetti gli ricordava la sua storia: sola, si era ribellata alla prigionia Shi'ar, probabilmente sarebbe divenuta la leader di un gruppetto di ragazzini con poteri. E ha ucciso la sua Dai'andral. Una delle tante nell'Impero Shi'ar.
Vulcan si levò in volo, diretto verso gli strati più alti dell'atmosfera: lo attendeva un lungo viaggio verso il fronte di guerra e una ricerca ancora più lunga, ma il premio sarebbe stato grande, enorme. La Vendetta.
[ESCO]. -
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Cinico ottimista
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Vulcan: Direi non male; meno di 10 post, ma
pieni di dialoghi e descrizioni (alle volte più dialoghi, ma fin qui non lo considero un difetto) in cui hai compiuto l'apprezzabile sforzo di gestire dei png abbastana ben scritti oltre al tuo pg, scritto anche lui discretamente.
Poi certo: hai giocato da o
solo. Nelle singole è da un lato più facile e dall'altro più impegnativo, ma onestamente, non dovendo fare i conti con pg che pensano fuori dai nostri schemi, è soprattutto più facile, ma scriverlo bene è comunque uno sforzo degno di nota.
Punteggio: 25 puntiFINE AVVENTURA.
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Vulcan: Dai'andral e ScaviaAi confini dello spazio Shi'ar |
