HYPERION

Grampasso - Esito: POSITIVO

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    HYPERION

    -PG MARVEL-
    (PERSONAGGIO PER SCENARIO COSMICO)

    ESAME SOSTENUTO DA: Grampasso

     
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    Stava accadendo davvero. Fino a quel momento aveva pensato che avrebbero trovato una soluzione. Che lui e lo Squadrone Supremo avrebbero evitato la catastrofe, che guidati dalle direttive degli scienziati, dei politici, del corpo militare, avrebbero avuto la forza necessaria e gli strumenti per contrastare l'apocalisse. Ma quando la pioggia di meteoriti ebbe inizio, quando il cielo si tinse di cremisi e grosse nuvole di polvere si addensarono nell'aria, quando un gesto semplice come respirare divenne una gran fatica per i membri della sua squadra e persino la sua pelle indistruttibile percepì l'aumento vertiginoso della temperatura ambientale, quando tutto questo e molto altro avvenne, solo allora si rese conto che la fine era inevitabile.

    Il suo pianeta, che gli scienziati avevano catalogato come Terra-13034, stava per scontrarsi con un pianeta gemello, e non c'era niente che lui potesse fare per salvare le milioni di vite che li abitavano. O meglio, una soluzione ci sarebbe stata, e cioè distruggere il pianeta incursore prima che potesse collidere con il suo. Ma non aveva la forza ne fisica ne morale per affrontare tale impresa. Anche ammesso che ci fosse riuscito, avrebbe dovuto convivere con il pensiero di aver sterminato milioni di persone su un pianeta densamente popolato, che aveva lo stesso diritto di esistere del suo. Non poteva farlo, non era secondo questi valori che suo padre lo aveva tirato su, facendolo diventare quello che era adesso, un Supereroe rispettato e dalla morale ferrea.

    Dopo ore di puro inferno le nuvole rosse alte nel cielo fecero spazio alla figura del pianeta invasore. Si sentì improvvisamente piccolo ed impotente. A cosa sarebbe servita tutta la sua forza contro un pianeta in arrivo? Abbassò le braccia rassegnato all'inevitabile. Poteva fuggire, poteva volare ad una velocità pari a quella orbitale e, una volta nello spazio, raggiungere persino la velocità della luce. Poteva salvarsi, evitare l'inevitabile. Tuttavia decise di restare:

    Non sono soltanto Marcus Milton. Sono anche Hyperion. Sono cresciuto fra questa gente, sono divenuto simbolo di giustizia, rettitudine, speranza. Se adesso decidessi di andare via non cambierebbe nulla, morirebbero comunque, ma il mio abbandono renderebbe la loro morte più atroce. Starò con loro, fino all'ultimo. Voglio che sappiano che io sono qui, a lottare con loro, FINO ALL'ULTIMO RESPIRO!

    I minuti parvero delle ore, mentre i due pianeti si avvicinavano l'un l'altro ad una velocità incredibile. Dall'alto poté capire quale sarebbe stato il punto di impatto, distava solo un migliaio di km dalla sua posizione. Si richiuse a guscio, portando braccia e gambe vicino al busto, per poi distenderle improvvisamente e ritrovarsi a volare ad una velocità vertiginosa verso il punto di collissione.

    E' una follia. Cosa voglio dimostrare? Non riuscirò mai a fermarlo. Sono forte, ma non così forte. Cosa spero di ottenere? Nessuno di loro avrà memoria di tutto questo, del gesto disperato di un super uomo impotente come loro, vittima di una concomitanza di eventi ineluttabile.

    Atterrò senza curarsi di diminuire la propria velocità, provocando di conseguenza un cratere grande qualche centinaio di metri. Guardò verso l'alto, alzò le braccia al cielo, e si preparò all'urto.

    Edited by Grampasso - 1/9/2023, 08:56
     
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    Aprì gli occhi all'improvviso. Istintivamente tutto il suo corpo si mosse per assumere una posizione difensiva. L'ultima volta che era stato cosciente stava nel punto in cui i due pianeti stavano per collidere. Tentò di alzare le braccia, portarle al viso, ma qualcosa glielo impediva. Solo in quel momento si rese conto di dove si trovava ed in che condizioni era. Stava galleggiando all'interno di una vasca contenente uno strano liquido verdognolo. Una maschera, collegata ad un tubo, gli copriva naso e bocca, fornendogli l'ossigeno. Mani e piedi erano legati con dei ganci particolari. Percepì istintivamente che erano di vibranio, il contatto della sua pelle con questa particolare lega metallicali gli dava una sensazione di fastidio ben riconoscibile e distinguibile.

    Una donna si affacciò al vetro della vasca. Aveva i capelli neri legati ad una coda, un paio di occhiali con montatura dorata ed un'aria affranta sul viso. Stringeva fra le mani una carpetta, e lo faceva così forte da avere le nocche bianche. Lo guardò preoccupata, dopodiché disse qualcosa, che lui non potè sentire, ma di cui intuì il significato leggendole il labiale.

    "Ti tirerò fuori di qui..."

    Voleva chiederle dove fosse, perché lo tenessero dentro quella vasca, e soprattutto perché legato, ma quando provo ad emettere un suono non ne fu in grado, producendo soltanto delle bolle d'aria che si fecero strada dai bordi della maschera. Per la prima volta in vita su si sentiva impotente, senza forza, un guscio vuoto.

    All'improvviso un suono. Era diverso rispetto al solito.

    1....2....3....Prova. Mi senti? Sbatti le palpebre due volte per un "si" ed una volta per il "no".

    Marc sbattè le palpebre due volte. C'era un uomo ai comandi di una console di cui non riusciva a vedere i pulsanti. Un lungo microfono si allungava sinuosamente fino al volto dell'uomo, che vi stava parlando dentro.

    Bene.. Sono il Palmer, John Palmer, della A.I.M. Sentirai il suono in maniera strana, ma è il massimo che possiamo fare. L'orecchio umano è ottimizzato per ricevere le onde sonore che si propagano nell'aria. Il padiglione auricolare aiuta a raccogliere le onde sonore e le convoglia verso il timpano, che vibra in risposta alle onde sonore. Il timpano trasmette le vibrazioni all'orecchio medio, che le amplifica e le trasmette all'orecchio interno. Nell'orecchio interno, le vibrazioni vengono convertite in segnali nervosi che vengono inviati al cervello. Quando l'orecchio umano è immerso nell'acqua, il padiglione auricolare è immerso e non è più in grado di raccogliere le onde sonore. Inoltre, l'acqua è più densa dell'aria, quindi le onde sonore si propagano più lentamente e con meno energia. Questo rende più difficile per il timpano vibrare e per l'orecchio medio amplificare le vibrazioni. Stimoleremo quindi il tuo timpano affinché possa vibrare correttamente alla ricezione degli impulsi. E' già un ottimo risultato, nn credi? E' questo quello di cui ci occupiamo. Raggiungiamo risultati importanti nell'ambito scientifico/tecnologico. Tu prometti di essere un enorme risultato, caro il mio straniero. Ti abbiamo trovato che fluttuavi privo di coscienza fuori dall'orbita terrestre. Non abbiamo idea di come tu sia finito lì. Eri completamente nudo quando ti abbiamo recuperato. Quella in cui ti trovi è una vasca ad inibizione continua. La soluzione in cui galleggi inibisce il 99% dei poteri che ci sono in circolazione. E' una misura preventiva. Non sappiamo cosa sai fare, qual'è il motivo della tua visita, se sei ostile o amico. Lo scopriremo attraverso una serie di domande, ti va?

    Marc sbattè le palpebre due volte.

    Seguirono una serie di domande sui suoi poteri, su cosa era in grado di fare. Fu un processo lungo, che richiese diverse ore. Ogni volta che elencava un nuovo potere lui sbatteva le palpebre una volta o due volte, a seconda che fosse in grado di fare quella determinata cosa o meno. Subito dopo seguiva la domanda.

    Sai fare altro?

    E continuava, così, per quella che a Marc sembrò un'eternità.

    Edited by Grampasso - 1/9/2023, 10:20
     
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    Il dottor Palmer sembrava soddisfatto del proprio operato. Guardava Hyperion con un misto di orgoglio ed ammirazione.

    Sei senza alcun dubbio un essere incredibile. Forse il più forte e performante che io abbia mai visto. Sei incredibilmente resistente, veloce, forte ed hai delle capacità fuori dalla norma. Saresti in grado di tenere testa ai top tier del pianeta, intendo gente come Thor, Hulk e magari anche Sentry. Faremo grandi cose insieme!

    Si aggiustò gli occhiali con un colpetto dell'indice e sorrise in direzione della vasca in cui Marc era relegato ormai da diversi giorni. Dopodiché si alzò e rivolgendosi alla sua assistente le disse con fare autoritario:

    Ripetere tutti gli esami di routine. Dobbiamo capire come tirarlo fuori da lì senza che ci si rivolti contro. Prova i controlli mentali nello spettro di Alfa, Gamma e Beta.

    La dottoressa annuì in segno di assenso e prese la propria cartellina dalla scrivania. Quando Palmer fù fuori dalla stanza si avvicinò precipitosamente alla vasca, cominciando a digitare cifre sul pad di controllo. Una ciocca di capelli era sfuggita alla coda e le si era attaccata al volto sudato. Respirava in maniera affannosa ed aveva le mani che tremavano. All'interno della vasca l'acqua cominciò a defluire in un canale di scolo posto alla base, svuotandosi rapiramente. Marc si sentì subito più forte.

    Dunque è vero, questo liquido era in grado di inibire i miei poteri. Chissà di cosa diavolo si trattava.

    Come in risposta ai suoi pensieri la dottoressa gli disse qualcosa mentre continuava ad immettere cifre sul pad:

    In realtà non è una soluzione universale come ha tentato di farti credere Palmer, bensì un composto studiato appositamente per te. Dai primi esami fatti, quando ancora eri incosciente, è emerso che trai la maggior parte della tua forza dalla luce solare. Palmer ha deciso di inibirla quindi con un composto a base di neutrini sterili, attraverso radiazioni oscure, per contrastare le radiazioni emesse dal tuo corpo. Ti ripeto, è una formula studiata appositamente per te. Gran parte di quello che ti ha detto Palmer è falso, non era una misura preventiva, quanto piuttosto un tentativo di tenerti bloccato fino a quando non avesse scoperto come controllarti.

    La teca della vasca si aprì con uno sbuffo d'aria, ed Hyperion fù finalmente libero. La sua manò scattò velocemente fuori e si strinse attorno al collo della dottoressa. La alzò da terra di quel tanto che bastava per farla sgambettare in aria. Poi, guardandola in faccia con gli occhi divenuti improvvisamente di un rosso acceso, le disse in un sussurro:

    Perché dovrei fidarmi di te? Dopotutto lavori per lui. Chi mi dice che questo non è un tentativo di manipolazione?

    La dottoressa si portò subito le mani al collo, graffiando e dimenandosi convulsamente. Il viso divenne ben presto paonazzo e gli occhi sembravano voler uscire fuori dalle orbite.

    Hyperion la lasciò andare, ed ella si accasciò al pavimento ansimando, in ginocchio. Marcus Milton la guardò dall'alto della sua posizione, aspettando una risposta, con gli occhi ancora ricolmi di energia pronta ad esplodere.

    Rifletti, perché ti avrei liberato? Privo di catene sei incontrollabile. La prima cosa che farai sarà cercare il Dottor Palmer ed ucciderlo probabilmente, quindi se realmente gli fossi stata fedele, questa sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto.

    Gli occhi di Hyperion si spensero gradualmente, fino a mostrare nuovamente le iridi marroni.

    Ti sei meritata la salvezza. Gli altri non saranno così fortunati.

    La prese per un polso e la alzò facilmente da terra. Poi con un braccio la cinse alla vita, mentre con l'altro la sollevava dalle ginocchia. La dottoressa gli strinse le braccia attorno al collo, avendo intuito cosa stava per accadere. Hyperion volò come un missile in direzione del soffitto, sfondandolo e ritrovandosi al piano di sopra, dove un team di scienziati era ammassato intorno ad un microscopio. Notarono il suo ingresso per una frazione di secondo, mentre come una scheggia impazzita sfondava anche il loro soffitto. Procedette in questa maniera, sfondando soffitti e facendosi strada verso l'alto, per diversi piani. Quando finalmente emerse all'aria aperta si sentì sollevato. Anche se fuori c'era un temporale in corso e si trovava praticamente in mezzo all'oceano in tempesta, la sensazione di libertà era appagante.

    Guardò in direzione della base, un isolotto galleggiante su di una piattaforma metallica. Era sospinto verso l'alto e verso il basso dalle onde, eppure dentro la base non sentiva per niente le oscillazioni. Seppur a malincuore, Marcus dovette ammettere che in ambito scientifico sapevano il fatto loro. Peccato non sarebbero sopravvissuti per raccontarlo.

    Due raggi di calore concentrato dalla potenza atomica percorsero in una frazione di secondo la distanza che separava gli occhi di Marcus dalla base, squarciandola in due come se fosse stata fatta di burro. La struttura cedette all'istante, divisa in due metà al centro. Cominciò quindi a colare a picco, mentre le urla degli scienziati arrivavano fino a lui.

    Non ho ancora ucciso nessuno. Adesso ci avvicineremo, e tu mi indicherai chi è degno di vivere e chi invece dovrà essere inghiottito dall'oceano.

    La dottoressa stava tremando, e non sapeva se fosse per il freddo o per la paura della devastazione che stava avvenendo sotto di lei. Trovò la forza di fare un debole accenno con la testa, dopodiché Hyperion si precipitò come un lampo sulla base.

    Ogni volta che lei indicava qualcuno lui lo poneva su una delle scialuppe di salvataggio di cui la base era dotata. Passarono due ore in questa maniera. Del dottor Palmer non trovarono traccia, tanto che Marcus si chiese se non fosse morto quando aveva diviso la base in due.

    Composero 5 scialuppe con una decina di uomini su ciascuna di esse. Dopodiché Marcus si legò una corda intorno alla vita e la fece passare sui sistemi di ancoraggio di ogni scialuppa. Librandosi in volo, li portò in salvo trascinandoli sul mare.

    Giunti in prossimità della costa slegò la corda e lasciò che fossero gli uomini a raggiungere la terra ferma con i remi, onde evitare collisioni con secche e scogli che avrebbero compromesso l'operazione di salvataggio. L'unica persona dell'équipe che fece l'intero viaggio sulle braccia di Hyperion fu la dottoressa. La depositò egli stesso lungo il molo di New York. Dopo averla poggiata delicatamente al suolo le chiese:

    Qual'è il tuo nome? Ti devo la libertà, e so come ripagare un debito.

    Monica....Monica Rappaccini.

    Bene Monica, grazie di tutto. Dopo che avrò capito cosa ci faccio qui e dove mi trovo ti verrò a cercare per saldare il mio debito, promesso.

    Lei alzò timidamente la mano in segno di saluto mentre lui si allontanava in volo.

    Quando fù scomparso all'orizzonte sorrise e si portò una mano all'orecchio.

    C'è l'abbiamo.

    Dottoressa Rappaccini sono io, Palmer. Era proprio necessaria la distruzione dell'intera base? Sono morti parecchi scienziati per portare a termine il suo piano.

    Dovevamo guadagnarci la sua fiducia. Ora che si fida di me, sarà più facile da manipolare. I nostri studi dicono chiaramente che è più facile assoggettare una mente al CONTROL se essa non è contraria al processo. Ora non ci resta che ultimare gli ultimi test e poi, quando tornerà, saremo pronti a riceverlo. Grazie a lui avremo la miglior arma del pianeta. Saremo in grado di competere con gli Avengers, se sarà necessario. Dove si trova al momento, Dottor Palmer?

    Nel sottomarino che mi ha indicato, Dottoressa.

    Mi venga a prendere. Abbiamo del lavoro da fare.

    [ESCO]
     
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    ESITO ESAME: POSITIVO

    PUNTI EXP OTTENUTI: 12

    FINE ESAME

     
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