America del Nord

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  1. LeoKI
     
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    Iron Fist lv 10

    Rand riconobbe la situazione che si stava creando.
    Un uovo di drago si stava schiudendo.
    Dovevano andarsene immediatamente.

    Dobbiamo andarcene immediatamente!!

    NO!! Non lascerò questa base al controllo di quella cosa!!

    Moriremo se restiamo qui!

    ''Tu sicuramente.''

    Allora morirò come un soldato.

    Con pugno diretto alla nuca, Daniel fece svenire il colonello Foxglove e se lo caricò sulle spalle.
    Andò sulle scale di servizio e incominciò a salire.
    Il sapere un drago vivo risvegliò in lui la battaglia contro il drago Shou-Lao, drago di K'un Lun.
    Era quasi morto l'ultima volta.
    E non voleva ripetere l'esperienza.
     
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    Shaper of Dreams

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    Uraniano
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    l'ondata di liquido infuocato esplose nella stanza con la forza di un piccolo uragano, mentre il drago stendeva le ali per la prima volta; Bob concentrò l'intera riserva energetica dei dischi portatili nel campo di forza, per cercare di contenere l'esplosione nella sala, ma si rese subito conto che non avrebbe potuto avere successo a lungo. Decise quindi di tentare il tutto per tutto, lanciandosi contro il drago, circondando se stesso di un campo protettivo, cercando di attivare il phasing di emergenza per trascinare con se il drago prima che avesse modo di guadagnare un equilibrio sulle sue ancora inutilizzate zampe. In caso ultimo, avrebbe richiamato il disco volante primario in orbita per attivare il Meteor Smasher e distruggere l'intera base, sperando che la sua potenza di fuoco fosse sufficiente per occuparsi del neonato.
     
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  3. LeoKI
     
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    Iron Fist lv 10

    L'eroe riuscì a salire a livello e consegnò Foxglove, svenuto, all'assistente del colonello, che intanto si era ripresa.
    Rand si congedò da loro dopo aver lasciato il militare su una jeep guidata dalla donna e diretta altrove.
    L'Iron Fist di K'un Lun si prese un attimo per pensare.

    ''Rifletti, Danny.
    E' un drago e come si affronta un drago?
    Cosa fa un drago?
    Vola, con le sue ali.
    Si dirige verso l'alto.
    Quindi questo vuol dire che presto sarà qui.
    A livello del terreno.
    ''

    Si guardò attorno e vide un magazzino alto venti metri non lontano dall'ingresso dei sotterranei da dove era uscito.
    Corse verso di esso e quando fu arrivato vicino al muro, saltò e lo scalò con i piedi.
    Raggiunta la sommità, Daniel aspettò controllando ogni minimo movimento del terreno.
     
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    Shaper of Dreams

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    Uraniano
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    Il suo tentativo riuscì, fino ad un certo punto; le energie mistiche che il drago rilasciava però facevano interferenza con quelle della tecnologia uraniana, lasciando l'Uraniano in panne a metà di un muro, mentre il drago si faceva strada verso la superfice facendo a pezzi facilmente le mura rinforzate del bunker, tentando di raggiungere la luce del sole. La bestia lanciò un ruggito che riverberò per l'intera base, mentre con uno sforzo psichico immane Bob richiamava sopra di se il Disco Volante, preparandolo al rilascio del potentissimo raggio laser che normalmente usava per distruggere asteroidi nello spazio... Se il drago fosse riuscito a raggiungere la superficie, il disco avrebbe automaticamente sterilizzato l'intera area.
     
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  5. LeoKI
     
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    Iron Fist lv 10

    Rand sentì un rumore e alzò lo sguardo.
    L'Iron Fist vide una navicella, un ufo, sopra di lui che emanava energia in un bagliore sempre più grande.

    ''Sta caricando!''

    Rand si allontanò dalla zona militare e continuò a correre.
    Ben conscio di non sapere quanto potesse essere potente la scarica.
     
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    Shaper of Dreams

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    Uraniano
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    Il laser spaziale aveva concentrate le intere riserve di energia, drenando perfino il cloaking per assicurare un colpo degno della resistenza del bersaglio; un Drago, soprattutto uno appena nato, è incredibilmente resistente al calore dopotutto. La scarica rilasciò un boom sonico che riverberò per l'intero stato, e la colonna di plasma rilasciò una luce ed un calore pari all'eruzione di un super vulcano.

    il giovane drago fu investito in pieno dal colpo nel momento stesso in cui fuoriusciva alla luce del sole, investendolo in pieno e rilanciandolo nei sotterranei della base, lasciando dietro di se un cratere di alcuni chilometri di diametro.

    L'uraniano non era in grado di valutare lo stato finale della sua strategia, essendo privo di coscienza fra le rovine, protetto a malapena dalla poca carica di phasing che i suoi sistemi portatili avevano mantenuto durante lo scontro. I sistemi di sicurezza della nave valutarono che il suo stato di salute era critico, e che necessitava di cure urgenti. Il segnale vitale della creatura draconica, nel profondo della crosta terrestre, risultava catatonico, di conseguenza la macchina decise di non occuparsene, e di dare priorità al ritorno a casa del proprio padrone, che venne levitato attraverso le macerie e trascinato con rapidità attraverso il cielo, prima che le autorità arrivassero ad investigare.

    ESCO
     
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  7. LeoKI
     
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    Iron Fist lv 10

    Sentendo l'onda d'urto avvicinarsi alle sue spalle, l'eroe si riparò dietro un masso.
    Dopo che la polvere smise di sollevarsi, il Bodhisattva di Ku'n Lun vide il metaumano venire levitato da un raggio traente sulla autostrada.
    Le orecchie gli fischiavano ancora ma si rialzò.
    Vide, da lontano, una jeep che, a occhio e croce, doveva essere quella in cui il colonello Foxglove e la sua ''segretaria'' erano scappati.
    Barcollando leggermente per il boom sonico, si incamminò verso il veicolo.

    [ESCO]
     
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    Membro dei Vendicatori

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    20 punti a testa, 10 ad eventuali altri personaggi sopra il 10.
    L'URANIANO resta al 15 con 70, mentre DANNY RAND al 10 con 30.

    FINE 9^ AVVENTURA

     
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    Jona Dreamwalker Liv 10 Exp 53


    [ENTRO]

    Il giovane miracolo volava placidamente, senza seguire una rotta esattamente rettilinea, ma compiendo nel cielo diversi ghirigori. Quel giorno era più contento del solito. Il sole riscaldava piacevolmente l'ambiente, portando così la temperatura ad un livello ne troppo alto, ne troppo basso. Poche e piccole nuvole bianche e paffute si muovevano pigre, come a voler indicare che la pioggia era solamente un lontano avvenimento. Erano quelle le giornate che di più amava il piccolo Re: pacifiche e luminose. Gli sembrava quasi che il Suo Signore fosse di nuovo vicino a lui, anche se in cuor suo sapeva che ciò non era possibile, non fino al suo ritorno su Assiah.
    Si girò in modo da avere il viso rivolto verso la volta celeste, pensieroso. Chissà quanto tempo dovrà passare ancora... E se mai ciò accadrà... Immediatamente cercò di scacciare quei pensieri. Non era li per piangersi addosso. Affatto. Era li perché Natsu, il suo nuovo amico e collega in Atlas, lo aveva contattato: voleva continuare ciò che avevano iniziato nella stanza simulata con M-11, ossia il loro scontro, e sfruttare così l'occasione per fare un po' di allenamento. E, a dirla tutta, anche Jona non vedeva l'ora di cimentarsi di nuovo in una sfida con il Dragon Slayer. Da quella volta, il ragazzo dai capelli rosa era la cosa che più ricordasse "casa" al Mezzelfo, dato che era ciò che di più si avvicinava ad un Miracolo su quel nuovo pianeta. Si trovava molto bene con lui, perciò aveva colto al volo l'occasione di un po' di sana competizione e di quattro chiacchere.
    Aveva visto nei suoi libri di un posto chiamato Grand Canyon, non molto distante dalla base in cui si trovava. Perciò gli aveva detto di incontrarsi li, così avrebbe avuto l'opportunità di osservare quel magnifico paesaggio.
    Già lo poteva vedere data l'altitudine alla quale si trovava. Accelerò leggermente la sua andatura, così da avere un po' di tempo d'anticipo sul suo amico per poter osservare per bene l'ambiente che stava per raggiungere.
    Atterrò al limite dello strapiombo, piegando un poco la schiena in avanti, così da riuscire a guardare bene in fondo. Il panorama lo lasciò a bocca aperta: una gigantesca gola proseguiva a perdita d'occhio, mentre un fiume scorreva a valle, erodendo e scavando sempre più la roccia.

    Fantastico...

    Il gioco di luci che creava il sole era magnifico, colorando di una miriade di sfumature le rocce che componevano le pareto del Canyon. Allora anche in questo mondo, nonostante gli umani sembrino impegnarsi con tutta la loro anima per rovinarlo, esistono ancora posti del genere. Era veramente affascinato da quello che stava vedendo, tanto che unì le mani in preghiera, e si lasciò andare in un veloce ringraziamento a Paladine. Dopo aver terminato, fissò di nuovo il cielo per un istante, poi si girò, in attesa dell'arrivo di Natsu. Si sedette al terreno, con le gambe incrociate, la testa leggermente sollevata e gli occhi chiusi, così da godersi al meglio la sensazione della fresca brezza che gli accarezzava il viso. Mentre era li, gli tornarono alla mente gli strano fatti che aveva visto su uno degli schermi di Atlas: in una delle città di quel mondo, non molto lontana da quella in cui si era ritrovato Jona, il fermento era sempre più grande: l'elezione del nuovo sindaco stava agitando gli animi, positivamente e non. Costui era un metaumano, come ora venivano chiamati gli esseri umani dotati di superpoteri, e ciò rappresentava un evento del tutto inaudito, che sicuramente avrebbe segnato la storia. Più o meno era queste le parole che aveva usato il giornalista. Ma il giovane ragazzo non vi si era interessato molto, ed il fatto di non aver ricevuto direttive dalle sfere di comando dell'Agenzia aveva fortificato il suo scarso interesse nella faccenda. Faccende da terrestri.. Chissà quante parole strane userà nel suo discorso d'incoronazione. Mi viene già il mal di testa al solo pensarci... Preferiva di gran lunga incontrarsi col suo nuovo amico che assistere ad una cerimonia del genere: nonostante fin da piccolo vi avesse partecipato per via del suo rango, le riteneva estremamente noiose.
    Così scacciò anche quei pensieri, tornando a concentrarsi. Iniziò a rallentare la respirazione, e di conseguenza il battito cardiaco, rilassando ogni singolo muscolo del corpo: in questo modo, la prorompente energia che permeava il suo corpo si armonizzava, stabilizzando il suo flusso. Lo faceva sempre prima di iniziare un allenamento, poiché serviva per preparare il corpo al meglio. Un piccolo venticello sembrò iniziare a spirare attorno a lui, invisibile e placido, smuovendo leggermente i suoi capelli e la maglietta.
     
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    Un regno dimenticato

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    Natsu Dragneel liv 10

    [ENTRO]

    Mille e ventiduuueee.... Mille e ventitrrreeee.... Mille e veniquattrrrooo... Mille e venticinquuueee!
    Aaaahhhh sono distrutto!


    Dissi mentre mi lasciavo cadevo a terra dopo l'ennesima serie di flessioni. Era già la terza notte che dormivo all'aperto e anche questa mattina mi ero alzato all'alba per intraprendere il mio allenamento intensivo. L'ultima volta che mi ero battuto, all'interno del simulatore, mi ero reso conto che era da parecchio tempo che non mi allenavo seriamente. Sentivo che i miei poteri stavano crescendo ed ero ad un passo dallo sbloccare davvero Dragon Force. "Mi manca solo tanto così." Pensai, mentre con la mano destra facevo finta di afferrare il sole tra il pollice e l'indice.
    La verità però era che non ce l'avevo ancora fatta. "Provare ad utilizzare di nuovo quel potere senza riuscire a padroneggiarlo è pericoloso per me e per i miei compagni." Per questo motivo mi ero imposto un allenamento forzato all'interno del simulatore. Quel marchingegno era grandioso! Potevo dare il massimo senza fare danni agli ambienti circostanti e senza danneggiare nemmeno il mio corpo. In pratica mi stava aiutando a prendere confidenza con lo strabordante potere che i miei muscoli dovevano contenere. Stare sempre al chiuso però non faceva per me e quindi avevo deciso di prendermi una bella pausa per continuare l'allenamento all'aria aperta. Proprio come facevo ai vecchi tempi. Per farlo però mi serviva un luogo adatto e per trovarlo avevo chiesto aiuto ad un gruppo di Clock alla base Atlas. Mi avevano mostrato il Grand Canyon e l'avevo subito trovato fantastico! Gli spazi erano immensi, in più ciò che mi circondava era quasi esclusivamente roccia. Per questo se creavo qualche esplosione ogni tanto, nessuno ci faceva caso. Io e altri due clock avevamo allestito un piccolo accampamento poco distante da dove mi trovavo in quel momento. Praticamente la mia routine era mangiare, dormire e allenarmi. Le due meduse sferraglianti invece mi facevano da mamma preparandomi i pasti e mi avrebbero avvisato nel momento in cui ci sarebbe stato bisogno di me. La sera prima però mi era venuta un'idea e gli avevo chiesto di contattare Jona e di farlo venire qui. Volevo di nuovo un avversario in carne ed ossa, ma questa volta non ci sarebbero stati simulatori a proteggerci, ma saremmo stati solo noi e i nostri pugni! "Spero che abbia accettato il mio invito. L'avevo visto sempre bello indaffarato alla base...." Pensai mentre finivo di riprendere fiato. "Bene, è il momento della corsa!" Così mi rialzai in piedi con un colpo di reni e mi sgranchii le ossa. Poi dopo un po' di stretching cominciai la mia corsa quotidiana lungo le sponde del fiume Colorado. Solo una volta terminata avrei cominciato a fare sul serio!
     
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    daily-bugle

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    Pescara

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    Equipaggiamento:
    - Collare per comunicazioni, connessione alla rete e radio[ funziona sulle onde cerebrali di Rhino ]
    -Falce di Rhino: poderosa mazza con anima in vibranio e due spuntoni simili nell’aspetto e nel materiale al corno che ha in testa.
    -Anello di Taurus

    -Maschera di tecnologia Stark riadattata e rivestita dello stesso materiale dell'armatura da rinoceronte, che all'occorrenza si rimuove automaticamente

    Parlato Rhino
    Pensieri Rhino
    Voce Comunicatore/ informazioni proiettate direttamente nella sua mente dal collare



    Pastura. Bocca impastata, sete.
    Polvere, forse sabbia. Pietroline, radici secche.
    Rhino aprì gli occhi, e vide solide pareti di roccia che lo circondavano, ed una luce intensa provenire dall'alto: come un tunnel, ma in verticale.
    Ci mise qualche istante a figurarsi la situazione, poi capì che in realtà era un cratere.
    Rimase steso, a pancia all'aria, a fissare la luce del sole che proveniva dall'enorme voragine nel terreno.

    Che cazzo ho combinato stanotte?

    Aleksei era piuttosto confuso, aveva solo dei vaghi ricordi, che ovviamente comprendevano sangue, vodka e parecchia violenza.

    Si rese conto di avere qualcosa nella mano destra, piuttosto leggera, simile al manico di una scopa. la sollevò e vide una specie di mazza.

    Un flash gli riportò in mente una parte della serata: era andato da una delle sue vecchie conoscenze ai tempi della Fratellanza, un tecnico che costruiva armi di vario genere, al soldo di Parker Robbins. Voleva un'arma, qualcosa di non troppo pesante e che gli somigliasse, un segno distintivo.
    ma non era semplicemente un vezzo, un capriccio, o una voglia passeggera: Rhino si era reso conto, durante l'incontro con gli Zodiac, di avere un potere. Un fottuto superpotere: riusciva a teletrasportare gli oggetti da una mano all'altra, purchè siano leggeri.

    Probabilmente, era uno di quei cazzo di mutanti, e non se n'era mai accorto. Decise di farsi un'arma: gli sembrava il modo più intelligente e semplice di usare quel potere piuttosto inutile.

    poi però aveva ancora un vuoto, e continuava a non ricordare il resto della serata.
    Si sollevò, scalò la roccia con le mani nude e uscì in superficie.
    C'era del fumo e odore di benzina.
    Guardandosi attorno vide il relitto fumante di un piccolo aereo privato. All'interno tre cadaveri carbonizzati. Trattenne a stento il conato di vomito, alla vista dei corpi.

    Porc.. devo aver bevuto parecchio..

    Si stiracchiò per bene, raggiunse il corso d'acqua poco distante e vi si buttò dentro. il contatto col liquido fresco gli diede una bella botta di vita. Bevve, sputò più volte per togliersi la polvere dalla bocca.

    Poi si mise a pensare, con la nuova mazza in mano.

    Come cazzo ci torno a casa?

    il sistema operativo che portava sottoforma di collare neurale, gli diede una risposta immediata, che per un secondo fece sussultare Rhino.

    il primo luogo abitato è 80km in direzione nord-est

    Dannato collare, dannato Tyrrell, fottuti robot. Mi dimentico sempre di averlo addosso.

    prese a camminare in una direzione, ovviamente quella sbagliata. la voce del collare lo ridirezionò verso quella giusta. Camminava trascinando i piedi e l'arma, svogliato e irritato.

    Edited by -Ferry- - 14/3/2018, 17:13
     
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    Shaper of Dreams

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    DEADPOOL
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    "Mi ci voleva decisamente una vacanza, dopo quel casino con l'AIM" pensò Wade Wilson, rilassandosi in una area picnic che dava sul lato orientale del Canyon, finalmente a riposo dopo una lunga e faticosa missione. Aveva di fronte a se un gigantesco piatto fumante di Burritos, Enchilladas e tutto ciò che poteva essere ordinato dal vicino stand per turisti.

    "non pensi che gli altri giocatori possano aver voglia di sapere un po di backstory sul motivo per cui Universo non ruola con noi da quasi un anno?" sibilò una delle voci nella sua testa

    "Nah, chi se ne frega? dopotutto, fra il successo del MIO film, i trailer per il nuovo con il mio BFF Cable, direi che non è necessario sottolineare il mio personaggio ulteriormente, posso evitare di lavorare alle mie Pubblic Relations per almeno una decade! Al momento, voglio solo godermi queste delizie...." commentò fra se e se, addentando un burrito "e poi, l'ultima volta che mi ha usato non erano ancora neanche avvenute le nuove Guerre Segrete, lasciamolo un pò sudare per i fatti suoi, non intendo rendergli più facile il lavoro..."
     
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    Cappellaio Matto Lvl.10

    ENTRO

    Era passato qualche giorno dall'incontro sulla Luna. Giorni passati a riprendersi dallo stress fisico e mentale dovuto alla sua piccola zuffa con Barone Samedì.

    Quello sì che era tosto...

    C-c-c-che è tosto vu-vuoi dir-e-e-e-e...

    E' una divinità, mio caro amico peloso, lui era, è e sarà in ogni momento... un po' come me!

    Il Cappellaio si chinò ad accarezzare l'immagine del Bianconiglio che poi svanì immediatamente dopo in una nuvola di fumo: la bellezza della sua casa "celeste" su nel quartiere generale dello Zodiaco era che poteva far apparire a volontà le sue allucinazioni... ciò quindi, visto il suo stato mentale, voleva significare apparizioni improvvise di tutti i personaggi rinchiusi nella sua testa.
    Aveva anche perso tempo a rimuginare su quanto appreso alla riunione, cosa strana per uno come il Cappellaio...

    ... che termine divertente... "rimuginare"... mi fa sentire un ruminante... ed a proposito di grosse bestie...

    ... che, però, aveva un cruccio ancora irrisolto:

    ... devo parlare col "muccone".

    Tra tutti i soggetti che si erano riuniti a quel tavolo giorni prima Rhino era l'unico che davvero sembrava degno di nota ed il Matto era deciso ad assicurarsi che la sua impressione fosse corretta.

    E' la prima impressione quella che conta, in fondo!

    ... ma se è in fondo allora sarà l'ultima...

    Il Cappellaio si voltò fissando un punto poco più in alto della sua testa.

    Ben detto Stregatto... ora spariamo!

    Un attimo dopo non era più sulla luna, ma nello spazio fumoso che lo separava dal posto in cui partiva al posto in cui voleva arrivare: seguire un soggetto non era molto diverso dal cercare una pista sulla scia di un profumo... oppure cercare la sonorità di una ricercata parola in un discorso, o in un libro.
    Ed infatti una manciata di secondi dopo rieccolo, riapparso, pezzo dopo pezzo, appena dietro il gigantesco essere di muscoli, poco cervello e...

    Ehi! Bella mazza!

    Disse il Matto mentre compiva i suoi primi passi sul suolo roccioso del Gran canyon.
    Dopo qualche secondo non poté fare a meno di guardarsi attorno stupito: lo stupendo panorama, il sole sulla pelle, sulla Luna tutto ciò era un tantino diverso, l'illuminazione, l'angolazione del Sole, l'aria stessa, per un attimo si bloccò.
    Ma il pesante rumore dei passi del compagno ed il suo mugugnare lo riportò "alla realtà".

    Serata pesante?!
     
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    Jona Dreamwalker Liv 10


    Il giovane Miracolo aprì un occhio, ritornando parzialmente alla realtà. Non aveva idea del tempo trascorso da quando aveva iniziato a meditare, ma a giudicare dal Sole, non doveva essere passata più di un'ora. Strano... Non mi sembrava il tipo da mancare ad un incontro... Rimuginò fra se, poi gli tornò alla mente la prima volta che lo aveva visto, ossia il suo rocambolesco ingresso in quel vecchio e polveroso scantinato, mentre Jona parlava con M-11. Il Re si picchiò una mano sulla fronte.

    Non dirmi che si è perso un'altra volta...

    Per quel poco che lo conosceva, era possibile. Si rialzò quindi in piedi, deciso a trovarlo. Un sorrisetto divertito si dipinse sul suo viso. Questo mi ricorda un po' la nostra sfida in modalità allenamento divino. Si riferiva al loro precedente scontro: ora sapeva che erano entrati in un simulatore di realtà virtuale di enorme potenza, ma quando parlava fra se e se preferiva continuare ad usare i termini del suo mondo.
    Partì di nuovo in volo, alla ricerca del suo amico dai capelli color ciliegio in fiore. Scandagliava il paesaggio con i suoi occhi potenziati, in cerca di tracce che potessero ricondurlo da Natsu. Volò per ancora una mezz'oretta, fino a quando vide, poco lontano dalla sua posizione, un piccolo accampamento, presieduto da due CLOC. Nel vederlo, assunse un'espressione interrogativa, ma si diresse verso di esso comunque.
    Non appena atterrò, uno dei due robot si avvicinò a lui.

    Ben arrivato, Agente Jona. L'Agente Natsu ha intrapreso la sua corsa mattutina lungo il fiume. Può attenderlo qui o...

    Non diede tempo all'automa di terminare la frase, che già stava ripartendo in volo, salutando con la mano il CLOC.

    Grazie mille!

    Percorse una ventina di metri, poi si arrestò di colpo a mezz'aria. Si girò lentamente, tenendosi la nuca con una mano, con fare leggermente imbarazzato.

    Eh eh... In che direzione è andato?

    Il robot non rispose, ma si limitò ad indicare una direzione con uno dei suoi tentacoli metallici.

    Fantastico. Ri-grazie!

    Partì a razzo, seguendo la via indicata.
    Non ci mise molto ad individuarlo. Eccolo finalmente! Accelerò ancora di più, scendendo di quota, stando a poco più di un paio di metri dal terreno.

    NAAAAAAAAAATSUUUUUUUUUUUU!

    Iniziò ad urlare come un ossesso, mentre si avvicinava sempre più. Lo sorpassò a razzo, inchiodando qualche metro più avanti, poggiando i piedi sul suolo roccioso. Un sorriso bonario era disegnato sul suo volto, mentre si girava a guardare il suo alleato.

    Ciao amico.
     
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    Un regno dimenticato

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    Natsu Dragneel liv 10

    Avevo appena preso il ritmo della corsa ed ero completamente concentrato in quello che stavo facendo. Sentivo i muscoli funzionare alla perfezione, mentre il cuore pompava a pieno ritmo il sangue nelle vene. Falcata dopo falcata stavo macinando metri sopra un terreno roccioso e scosceso. "Questa mattina mi sento davvero in forma!" Pensai carico. Il vento che si incanalava lungo le pareti del canyon mi soffiava da dietro e questo mi faceva sentire ancora più leggero e veloce.
    Ad un certo punto però cominciai a sentire delle strane urla provenire alle mie spalle. All'inizio non ci feci caso, ma poi il mio olfatto sopraffino captò un odore decisamente diverso da quello della terra e delle rocce. Dopo aver sniffato per bene l'aria pensai: "Odore di ragazzino magico!" Intanto un sorriso mi si disegnò sul volto, proprio nel momento in cui Jona mi sfrecciò a fianco volando a tutta velocità. Per prima cosa mi superò e poi inchiodò bruscamente alcuni metri più avanti. Infine si girò e contento quanto me, mi salutò. Io però non rallentai minimamente la mia corsa, ma al contrario aumentai la velocità e quando mi trovai a soli due metri dal mio compagno incendiai le mie gambe, come se fossero state cosparse di benzina. Lo oltrepassai con un balzo che lo superò di vari metri in altezza e riatterai perfettamente il piedi molti metri più avanti rispetto a dove si era fermato. Appena i miei piedi poggiarono di nuovo a terra ripresi a correre a manetta. "Stavolta massima velocità!"

    Ciao Jonaaaa! Prendimi se ci riesciiii

    Gli urlai senza voltarmi.
    Con le gambe sempre coperte di fiamme corsi a perdifiato verso l'aria picnic che si trovava pochi chilometri più avanti, lungo una delle sponde del Canyon. Percorsi un po' di strada guardando solo avanti, poi buttai uno sguardo alle mie spalle e notai che nonostante stessi correndo al massimo Jona si stava impegnando per raggiungermi. "Ehi, troppo facile volare!" Pensai divertito.
    Quando mi affiancò di nuovo gli dissi:

    Un chilometro e mezzo più avanti sulla destra!
    Fanno cibo messicano da paura. Chi arriva ultimo paga da mangiare all'altro!


    Detto ciò gli feci l'occhiolino e partii di nuovo a tutta velocità. "Vai con lo sprint finale!"
    Attivai quindi il potere del fulmine che si sommò a quello del fuoco in modo da correre ancora più veloce!
     
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