Ciclo dell'Eredità

formerly know as : Eragon's Guide To Alagaesia+Brisingr Ver.Deluxe+4°Libro Del Ciclo dell'Eredità - Paolini fa' il botto!

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    Ho pochi ricordi precisi, ma sì, Roran dal secondo libro diviene un bel personaggio e il filone che seguiva lui e la gente del villaggio -molto poco fantasy e più medioevale- era molto bello.
    Galbatorix ha il problema che è stato reso troppo forte, troppo invincibile, troppo misterioso... troppo tutto.
     
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    CITAZIONE (-Ferry- @ 28/2/2010, 23:16) 
    ho apprezzato moltissimo i primi tre libri di Paolini. la lettura è molto sciolta e piacevole, la trama è sempre ricca di colpi di scena [a volte un po' scontati ma comunque molto ben piazzati] e.... bhè vi ricordo solo che il signor Christopher Paolini ha scritto "Eragon" che aveva solo 15 anni ^^

    merita di essere annoverato tra i più grandi scrittori di fantasy in assoluto, al fianco di Tolkien

    Mi si è aperta la prima pagina dal link messo di là e mi compare un Ferry d'annata.
     
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    io confermo: sarà anche un'opinione impopolare, ma avendo scritto tutta quella roba a 15 anni per me si merita solo complimenti.
    Anche perchè ho letto i suoi libri quando eravamo grossomodo coetanei, quindi potevo solo che stimarlo tantissimo.

    ovviamente rileggendo con occhi "adulti" ci sono tante cose da limare, tipo il finale affrettatissimo, questioni lasciate in sospeso, alcuni svarioni di trama..

    però scritto a quell'età, è un mezzo miracolo. noi a 15 anni giocavamo ai pokèmon [e pure a 30]
     
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    Se il quarto non fosse uscito male sarei una bimba di Paolini clamorosa. Comunque sì, fa effetto pensare all'età in cui ha scritto i libri. E ripeto, nonostante tutto spero riprenda la saga per esplorare l'universo narravito di Eragon.
     
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    CITAZIONE (Jacques Fogna @ 22/3/2021, 11:15) 
    Se il quarto non fosse uscito male sarei una bimba di Paolini clamorosa. Comunque sì, fa effetto pensare all'età in cui ha scritto i libri. E ripeto, nonostante tutto spero riprenda la saga per esplorare l'universo narravito di Eragon.

    esatto. secondo me è potenzialmente enorme come ambientazione, ho letto il libro nuovo "la forchetta, la strega, e il drago: Racconti di Alagaesia" appena uscito, anni fa e mi sembra fosse pensato come un'intro verso quella direzione, però poi mi pare sia rimasto tutto là
     
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    Fogna, grazie per aver espresso il tuo odio verso quell'elfa di merda. Me l'hanno resa pure cavaliere, dannazione!

    Ed Eragon, da perfetto coglione, gli va dietro venendo pisciato in continuazione: a cosa serve un drago e una spada lanciafiamme se non hai amor proprio?

    Quanto ai 15 anni: seriamente? Mezzo gliel'avranno scritto i genitori. Se era vero, allora doveva essere un bambino prodigio e, vedendo come l'ha scacata, non ha senso.
    Era una trovata pubblicitaria, come dire che l'ha scritto un disabile.

    Quanto all'ambientazione... Dai, grida "generico" da tutte le angolazioni XD
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    secondo me proprio il fatto che l'abbia scagata sul finale è segno che è roba sua: ha iniziato na storia da ragazzetto, l'hanno preso tutti troppo sul serio, s'è stufato e l'ha chiusa così.

    riguardo l'ambientazione: al me ragazzino non dispiaceva, perchè era fruibile per tutti. stai commettendo un errore di valutazione: è una storia per ragazzi, devi vederla con quegli occhi là.

    ci sono tanti fantasy molto più "adulti", ambientati anche meglio: esempio che mi viene subito è la saga delle Cinque Stirpi di Heitz.
     
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    riguardo l'ambientazione: al me ragazzino non dispiaceva, perchè era fruibile per tutti. stai commettendo un errore di valutazione: è una storia per ragazzi, devi vederla con quegli occhi là.

    Non saprei. Prendi lo Hobbit di Tolkien: quanta merda gli fa mangiare? Il target è quello. Ma pure le altre robine che ha fatto, tipo "Roverandom" e "Il Fabbro di Wotton Major".

    Quanto a Heitz: lessi il primo e non mi disse granchè, ma il setting mi piacque un casino!
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    Ma secondo me le ambientazioni fantasy sono quasi tutte estremamente derivative, quella di Eragon non meno di altre ma comunque aveva un suo perché, soprattutto nella costruzione del mondo e dei suoi costumi.
    Non a caso il grande fantasy della nostra generazione è Harry Potter, l'unico che veramente ha saputo prendere un contesto fantasy e renderlo originale, nuovo ed unico. Se ci pensate, è veramente una sottocategoria a parte nel contesto fantasy.
     
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    Si, l'Urban Fantasy o 'na roba analoga, niente di che, ormai. A me nemmeno piace troppo, forse complice quella cacata di Bright su Netflix.

    Ma, vedete, si può ancora fare MOLTO. Rovistate nelle ambientazioni di D&D o in Magic: The Gathering, c'è roba davvero originale. Ve ne butto un'altra: immaginate un setting senza umani. Come lo fate il protagonista? Che point of view mettete? Chi sono i "normali"?
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    ma certo che si può fare molto, però il mio discorso era: è una storia di un ragazzo per ragazzi. secondo me ha avuto il suo successo più che meritatamente.

    io in un setting senza umani il protagonista lo farei NANO. ma anche nel setting con gli umani. ma anche nel setting senza nani, il protagonista sarebbe comunque NANO
     
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    Non posso che approvare (l'altro ieri ho creato il mio nanetto KANWULF IL BIRRAIO per D&D).

    Ma seriamente, prendete il setting di Warhammer: l'Impero è il Regno degli umani e sono Europei. Poi andate a Lustria (sarebbe l'America) e avete Uomini Lucertola palesemente abbigliati alla precolombiana. In Oriente avete Hopgoblin e Ogre simili ai mongoli e agli unni. Immaginate di buttare nel cesso tutto questo e costruire un setting spaesante in cui nessuno riesce a capire in cosa identificarsi: sarebbe una gran figata.
    In questi tempi di PG forzati per inserire minoranze, sarebbe la morte aahhahahahaha!
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    Per me infatti passa tutto da una ricollocazione temporale delle vicende. Metti componente fantasy in un'ambientazione più steampunk ad esempio o roba diversa, facendo sempre una rivisitazione storica. Vedi quante robe cambiano.
    E aggiungo che, oltre che per Harry Potter, è un discorso che vale per la componente "mistica-fantasy" di Star Wars. Chi avrebbe pensato a mettere elementi fantasy in un film fantascientifico?
     
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    Ma Star Wars E' un fantasy! XD

    Seriamente: avete visto Bright su Netflix? E' un poliziesco in cui gli Orchi sarebbero i neri e gli Elfi sono i fighetti imbottiti di soldi. In mezzo, gli Umani. Ideona buttata nel cesso da una sceneggiatura del cazzo.
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    Io non sono molto d’accordo con chi dice che il fantasy sia incline a derive eccessivamente manieristiche.
    Innanzitutto resta comunque letteratura di genere, quindi che alcuni stilemi continuino a venire convenientemente riscaldati e riproposti con - forse - giusto una patina di vernice nuova sopra è più un peccato originale endemico della categoria tutta che del solo fantasy - per dire, con le dovute differenze è quanto accade anche con gialli, noir, horror e compagnia.
    In secondo luogo, è pure anacronistica - e difatti sconfessata da pressoché tutta la critica letteraria moderna e contemporanea - l’idea di genere come grammatica normativa, fascio di dogmi da riproporre pedissequamente di volta in volta pena sconfinare oltre i limiti del consentito: meglio trattarlo invece alla stregua di consigli e linee guida, da declinare e sfrondare alla bisogna appellandosi solo e soltanto alla propria sensibilità personale.
    Per il fantasy questo auspicio dovrebbe valere ancora di più, ché ci puoi davvero buttare dentro di tutto senza doverti costantemente sentire obbligato a pagare pegno al mostro sacro/padre fondatore mutuandone totalmente il repertorio, nella speranza - vana - di ricatturarne le atmosfere.
    So che probabilmente ormai sembrerò un disco rotto, ma il successo di Sanderson è la prova eloquente di come un fantasy diverso, parallelo alle coordinate vergate dai grandi maestri, sia possibile: il suo corpus non ha quasi nulla di sfacciatamente tolkeniano, al netto forse di una dicotomia un filo troppo manichea tra buoni e cattivi - ma d’altronde è pur sempre high fantasy, e comunque non si scade mai nel didascalico - eppure si respira un senso di epos che non solo non ha nulla da invidiare ai testi seminali, ma che guarda caso langue in tutte quelle opere prime dell’autorucolo di turno più impegnato a spacciarsi per nuovo Tolkien che a propugnare la propria visione, convintissimo di arruffianarsi un pubblico di appassionati che ha ormai la - falsa - nomea di amare solamente l’autoreferenzialità.
     
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