[SAGA] The Italian does it better

MAFIA'S WAR - SHIELD vs Silvermane (4/5)

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    Partecipanti:
    SPOILER (click to view)
    Agente 4 (rhaegar89)
    James Bishop (sakon94)
    Hall Rider (Franck Big)
    Hydro (Marvel Avenger)


    Soho

    Silvermane osservava la città dalla finestra, stava per tramontare il sole, ed il suo piano stava per prendere vita. Probabilmente anche Kingpin, prima di avviare la Darkest Night, aveva avuto i suoi stessi pensieri. A proposito del Re, dove diavolo si trovava in quel momento? Era dal giorno del processo che nessuno lo aveva più sentito nominare e si domandavano tutti quando sarebbe tornato per porre fine ad i problemi che avevano caratterizzato la grande mela negli ultimi mesi. La guerra fra le mafie.
    Silvio Manfredi osservò i monitor nella stanza, erano tutti attivi, ogni angolo dello stabile era sottoposto a telecamere, per mostrargli quello che sarebbe accaduto ad i suoi ospiti.
    Aveva inviato un invito ad Hood, il capo della fratellanza, per un incontro in quel luogo.
    Si trattava di una trappola ovviamente, ma lui l'aveva fatta passare per una proposta di alleanza.
    Già quando aveva inviato la proposta però, aveva pensato che il capo di quella neo mafia non doveva essere un idiota, dalla sua parte aveva dei supercriminali potenti, molto potenti. Uno di essi era stato catturato dallo SHIELD poco tempo addietro, e liberato successivamente dai suoi compagni, che avevano lasciato l'helicarrier danneggiato e Fury in stato di shock.
    Riuscire a mettere in quelle condizioni un soldato come Fury rendeva Hood qualcuno con cui non si doveva scherzare, e difatti ogni preparativo nel palazzo era stato predisposto pensando che non sarebbe venuto da solo, ma si sarebbe portato i suoi uomini migliori.
    Padre
    disse la voce di Joseph, che era collegato con gli auricolari all'interno del casco che gli avvolgeva il capo Ci sono dei movimenti qua attorno, forse i pesci hanno abboccato
    Non sottovalutarli Joseph, Hood ed i suoi uomini sono avversari temibili. Fategli trovare aperta l'entrata ai sotterranei, nessun uomo in vista al momento, quando saranno entrati tutti richiudetela e fate partire il primo attacco
    L'edificio era stato ultimato da poco, ma i piani erano sgombri, apparte quello dove si trovava lui in quel momento. Quel posto sembrava un normale palazzo ma in realtà nei suoi sotterranei erano costruiti dei laboratori che il mafioso utilizzava per i suoi scopi personali.
    I suoi nemici avrebbero trovato impossibile giungere ai piani superiori, dato che l'ascensore al piano terra non era ancora attivo e non esistevano scale che portassero verso l'alto, dunque si sarebbero avventurati nella botola, che portava ai sotterranei e dunque nei laboratori, e lì, in un modo o nell'altro, avrebbero dovuto affrontare il loro destino.
    Se Hood fosse sopravvissuto a tutto, a quel punto avrebbe trovato l'unico ascensore funzionante, al termine del percorso, che lo avrebbe portato lì, in quella stanza, stanco ed emaciato, dove Silvermane lo avrebbe ucciso definitivamente.

    SPOILER (click to view)
    Allora, nei vostri post d'entrata, se volete potete già entrare nei laboratori e far chiudere la botola. Quando accadrà vi ritroverete in una stanza ampia, con gli abitacoli tipo quelli degli uffici dei call center, spero che abbiate capito cosa intendo, e da dietro le varie pareti usciranno degli agenti Hydra, provvisti di AK-47, che apriranno il fuoco con la chiara idea di ammazzarvi tutti. Son nemici semplici, potete ammazzarne quanti volete, non vi dò il numero perchè effettivamente al mio post successivo saranno morti tutti, o messi K.O, se non avete intenzione di ammazzarli.


    Edited by torciaumana - 17/5/2011, 23:50
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  2. rhaegar89
     
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    AGENTE 4, LV6

    SPOILER (click to view)
    due pistole. Tuta SHIELD con dispositivo di camuffamento


    Silvio Manfredi, alias Silvermane.

    Dal tavolo partì un ologramma, diverse foto di un uomo anziano con i capelli bianchi.

    Capo del Maggia, una delle principali organizzazioni criminali della città. E' un uomo furbo e maledettamente scaltro, c'è un motivo se ancora se ne sta a zonzo per la grande mela.

    Fece una pausa.

    Il nostro compito di oggi, signori, è fermarlo. E toglierlo di mezzo, definitivamente.

    Al tavolo erano seduti Bishop, Rider e Hydro. Rihod non aveva risposto alla chiamata, e questo rendeva Leonard molto nervoso. Le cose erano due: o non aveva risposto perchè era in grosse difficoltà, e la possibilità di perdere un agente del genere gli dava molto fastidio...o perchè all'alieno, in realtà, dei loro problemi non gliene fregava niente, e questo, se possibile, gli dava ancora più fastidio.
    Comunque, non c'era, e questi erano gli uomini su cui doveva fare affidamento. Se se la giocavano bene, potevano essere sufficienti.
    Dal dispositivo partirono altre immagini. Un palazzo, un uomo incappucciato.

    Questa è l'attuale base di Manfredi. Sappiamo da fonti sicure all'interno del Maggia che Silvermane sta aspettando Parker Robbins, alias Hood, con la scusa di offrirgli un'alleanza, ma con il reale intento di farlo fuori. Sempre da altre fonti interne, sappiamo che Hood conosce le reali intenzioni di Silvermane e quindi non si presenterà all'appuntamento. Questo Manfredi, ovviamente, non se lo aspetta, e noi sfrutteremo il canale che ha lasciato aperto per l'incappucciato per infiltrarci nel palazzo e...beh, spaccare tutto.

    Hood. Leonard era assolutamente sicuro che fra tutta quella marmaglia Parker Robbins fosse quello più pericoloso. Ciò che aveva combinato con i suoi compari sull'eliveivolo per liberare l'avatar ne era una conferma.
    Sarebbe arrivato anche il suo momento. Non adesso però, non erano ancora pronti. Silvermane era, l'allenamento. Hood la finale di Coppa.

    Tutto chiaro? Bene. Ah, dimenticavo. L'edificio sarà pieno zeppo di guardie e non escludo la possibilità di presenza di superumani. Adesso prendete tutto ciò che vi serve e state pronti, partiamo fra 32 minuti.



    ORA


    Botola, sotterranei, laboratori. Tutto come previsto. Anche le decine di guardie che si riversarono nella stanza erano previste. Leonard estrasse due pistole.

    Avanti Commandos, si comincia.
     
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  3. Marvel Avenger
     
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    HYDRO
    LV 8
    P 48
    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    2 lame uncinate, Spada grande, protezione con serbatoio

    Silvio Manfredi, alias Silvermane.

    L'agente 4 esordì senza troppi convenevoli il briefing dei New York Commandos. Eliot guardava McKenzie, con le braccia conserte, e seguiva il suo discorso con attenzione. Non era abituato a lavorare con una squadra, ma avrebbe dovuto fare pratica in fretta, e ascoltare gli ordini era il primo punto.
    Il team era composto da altri due elementi: Hall Rider, che aveva già incontrato qualche tempo prima, gli pareva un tipo abile, anche se doveva avere il suo bel carattere; l'altro si chiamava Bishop, ma non sapeva molto di lui. Nessuna traccia dell'alieno a cui aveva accennato Hall.
    Distolse lo sguardo dall'Agente per guardare le immagini di Manfredi: avanti con gli anni, ma con un aria per nulla rassicurante. Sapeva bene che della mafia non c'era da fidarsi, nemmeno nelle apparenze. L'italiano doveva avere le sue belle capacità per essere sopravvissuto in una New York di supercriminali e aver fatto tanta strada.

    ...noi sfrutteremo il canale che ha lasciato aperto per l'incappucciato per infiltrarci nel palazzo e...beh, spaccare tutto. Tutto chiaro? Bene. Ah, dimenticavo. L'edificio sarà pieno zeppo di guardie e non escludo la possibilità di presenza di superumani. Adesso prendete tutto ciò che vi serve e state pronti, partiamo fra 32 minuti.

    Quando ebbe finito tutti si alzarono dal tavolo, e Eliot scambiò un occhiata con Hall prima di andare a prepararsi da solo. Gli offirono delle armi da fuoco, pistole e simili, ma lui indicò la grande spada che teneva dietro la schiena e rifiutò. Aveva sempre provato una specie di repulsione per quel tipo di combattimenti, forse perchè troppo istantanei e letali senza sforzi...

    Dopo poco più di mezz'ora entrarono secondo i piani nei sotterranei del palazzo disabitato. Eliot avvertiva una leggera tensione, ma non per paura. Quando dal silenzio sbucarono gli uomini armati, l'Agente 4 non fece una piega.

    Avanti Commandos, si comincia.

    Non se lo fece ripetere due volte: mentre certi imbracciavano ancora i fucili, Hydro si lanciò sui più vicini impugnando le lame uncinate e tagliando di netto le canne delle armi, per poi stenderli con colpi ben piazzati. Partirono i proiettili, che si fermarono cozzando contro uno scudo di ghiaccio comparso improvvisamente al suo fianco. Lanciò le lame e continuò a combattere, cercando per quanto possibile di non uccidere i nemici.

    "Questi non sembrano dei veri esperti. Puntano sul numero e sulle armi. Anche se ci stavano aspettando, sono piuttosto disorganizzati rispetto a..."

    Non aveva finito il pensiero, che un uomo sbucò da dietro un cubicolo puntandogli la pistola al volto. Ma attese un istante di troppo, e il mutante fece in tempo a far uscire l'acqua dal suo costume, che andò a congelargli la mano e il grilletto. Riafferrò le lame al volo, e gli lasciò due brutti tagli sul braccio e sull'addome. Diede un occhiata a quello che combinavano i suoi compagni, poi si voltò di nuovo verso chiunque gli stesse venendo incontro, pronto ad accoglierlo.
     
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  4. Franck Big
     
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    Hall Rider
    livello: 5
    punti: 54
    equipaggiamento.
    SPOILER (click to view)
    - Colt Python calibro 44 Magnum con canna da 152mm
    - 2 mitragliatrici leggere MG4
    - proiettili A.M.P.
    - proiettili perforanti


    Era il primo briefing dei New York Commandos a cui partecipava prima di andare a combattere qualcuno, e il nome fatto dall'Agente 4 era di una preda di prima classe. Silvermane era un nome conosciuto e temuto......fino a quando lui era un semplice criminale; ora era stato arruolato nello SHIELD e l'idea di andare a prendere uno come Silvermane rendeva euforico Hall. Ascoltò cosa aveva da dire l'agente assieme agli altri due compagni di squadra e poi, quando il briefing finì si alzo dalla sedia e andò a rifornirsi di proiettili vecchi e nuovi e prese anche un mitragliatore in più....non si poteva mai sapere che sarebbe accaduto li in quel palazzo.


    ORA

    Tutto secondo i piani prestabiliti; dopo essersi mossi velocemente ora si trovavano nei sotterranei del palazzo e quasi subito furono attaccati da parecchi agenti nemici. Era ora di attaccare

    <inizia il divertimento!>

    Disse quasi sorridendo, prendendo con una mano la prima mitragliatrice con proiettili normali. Mise l'arma a raffica e la puntò contro le guardie iniziando a sparare.
     
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  5. Sakon94
     
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    JAMES
    BISHOP

    LV 6
    P 17

    Precedentemente:
    CITAZIONE
    James si arruolò nell'esercito all'età di diciannove anni ma venne ingiustamente accusato dell'omicidio di un soldato e fu costretto a fuggire da ricercato.
    James è da poco un agente SHIELD nella task force dei NY Commandos capitanata dall'Agente 4.

    ANNI FA.

    I fucili spararono in memoria di un uomo che non meritava di morire. La pioggia cadeva incessante sulla bandiera americana e le gocce parevano lacrime di dolore sulla stoffa. Gli uomini che c'erano quel giorno nel cimitero occupavano i più alti gradi dell'esercito ma in nessuno di loro James vide qualcuno che gli era superiore, paradossalmente aveva rispetto solo per il morto.
    Era costretto a osservare la triste scena da lontano, senza farsi vedere nascosto tra la vegetazione. Non poteva rischiare di farsi prendere, non era quello che lui avrebbe voluto.
    Inevitabilmente il suo sguardo cadde su Ronald. Il suo viso era una maschera che nascondeva quasi perfettamente il suo dolore. Ma James lo carpiva chiaramente. Loro tre erano stati fratelli e questo nessuno di loro lo avrebbe dimenticato. Ad un certo punto gli sembrò quasi che l'amico gli avesse lanciato uno sguardo accusatore, come se sapesse che lui era lì.
    Il fiume di gente lasciò il cimitero dopo circa una mezzoretta. Sui loro visi era stampata una finta tristezza che James conosceva fin troppo bene. Nessuno di loro si sarebbe fermato a pensare al brav'uomo sepolto sotto i loro piedi, la loro presenza era solo una congettura, una cosa da fare sulla loro agenda. Non potè fare a meno di provare odio per loro. Una lacrima sbucò dai suoi occhi ma la pioggia la lavò via e la disperse nel vento.
    Camminando lentamente e assicurandosi che il luogo fosse deserto si avvicinò alla tomba nuova di zecca ma già temprata dalla fitta pioggia. Poteva vedere le lettere incise sulla lapide che venivano martoriate dal clima: STEVE CAMPBELL. Il suo rango era stato aumentato dopo la morte in servizio.
    Non dovresti essere qui.
    La voce di Ronald fu un pugno nello stomaco per James che però non battè ciglio.
    L'amico si avvicinò a lui con una mano in tasca e con l'ombrello in mano coprendolo. James aveva gli occhi lucidi e non smetteva di fissare la lapide.
    Io ti credo James.
    La mano di James si strinse in un pugno e le nocche divennero bianche.
    Non doveva morire.
    No, hai ragione.
    Rimasero lì fermi per dei minuti a contemplare l'amico scomparso mentre la pioggia lentamente smetteva di cadere. Quando smise Ronald se ne accorse e chiuse l'ombrello.
    Cosa farai adesso?
    Quello che ho sempre fatto. Sopravviverò.
    Vorrei poterti aiutare James, davvero.
    Improvvisamente James afferrò la giacca dell'amico con forza.
    NO!
    I suoi occhi erano lucidi ma non piangeva.
    Dimenticami, Ronald. Dimenticati di me, ma non dimenticarti di lui.
    Ronald rimase immobile senza dire nulla mentre James si allontanava dal cimitero.
    Nel cielo stava spuntando il sole.




    STAMATTINA

    James osservò il cielo limpido, azzurro e infinito. Il sole splendeva e illuminava le lapidi proiettando la loro ombra sulle rispettive tombe, come se volessero proteggere la persona che vi era sepolta.
    Come ogni volta il cimitero era vuoto. Faceva davvero schifo pensare come alla gente non importava affatto dei morti e questo disturbava James profondamente. Solo una volta ricordava di aver visto una vecchietta che portava i fiori alla tomba del defunto marito. Una sola volta. Poco tempo dopo avevano aggiunto una nuova lapide.
    Il ragazzo sospirò mentre guardava la lapide di fronte a lui. L'aveva vista un sacco di volte ma ancora riusciva a riesumare nella sua mente quei ricordi dolorosi che non voleva ricordare. Il volto deciso e sempre sorridente di Steve era impresso a fuoco nella sua memoria e ci sarebbe rimasto per tutta la sua vita.
    Notò che qualcuno gli aveva portato dei fiori e un sorriso apparve sul viso di James.
    Come vanno le cose "agente dello SHIELD"?
    La voce di Ronald che proveniva dalle sue spalle gli evocò uno strano senso di dejavu.
    Non mi piace parlare di lavoro qui.
    Ronald fece una piccola risata mentre si avvicinava a lui.
    A me non piace parlare di lavoro da nessuna parte. Comunque hai ragione, questo posto è quasi magico in giornate come questa.
    Anche lo sguardo dell'amico era fisso sul nome scritto sulla lapide.
    E' strano riferendosi ad un cimitero.
    Non così strano. A volte preferisco la compagnia dei morti a quella dei vivi.
    Parole sante.
    Come loro solito stettero parecchi minuti zitti l'uno di fianco all'altro osservando la tomba. Un silenzio quasi assordante per contemplare il compagno caduto.
    Parecchi anni fa qui ci siamo detti addio. Strano vero?
    La cosa strana è che tu non abbia capito bene il messaggio.
    Scappò una risata virile a Ronald.
    No infatti.
    Improvvisamente si fece serio con un impressionante e rapido cambio di espressione.
    Non ho mai sospettato di te, Jim.
    Non eri tenuto a farlo, ma ti ringrazio.
    James si girò e fece per andarsene.
    In tutti questi anni... hai mai provato un senso di vendetta?
    Sapere chi l'ha ucciso non cambierebbe niente, l'importante era sapere che non fossi stato tu.
    Il ragazzo si allontanò con il sorriso sulle labbra.
    Oggi non chiamarmi, sono al lavoro.
    Come quel giorno di tanti anni prima il sole splendeva nel cielo.




    OGGI POMERIGGIO

    Questa è l'attuale base di Manfredi. Sappiamo da fonti sicure all'interno del Maggia che Silvermane sta aspettando Parker Robbins, alias Hood, con la scusa di offrirgli un'alleanza, ma con il reale intento di farlo fuori. Sempre da altre fonti interne, sappiamo che Hood conosce le reali intenzioni di Silvermane e quindi non si presenterà all'appuntamento. Questo Manfredi, ovviamente, non se lo aspetta, e noi sfrutteremo il canale che ha lasciato aperto per l'incappucciato per infiltrarci nel palazzo e...beh, spaccare tutto.
    James giocherellava con una penna a sfera facendola rotolare avanti e indietro sul tavolo mentre ascoltava le informazioni per la missione. Non era un problema per lui rimanere concentrato e fare altre cose nel frattempo, le sue capacità cerebrali sviluppate gli permettevano questo e altro.
    Pensò che il piano dell'Agente 4 era totalmente privo di ogni sicurezza, pericoloso oltre ogni limite e completamente insensato. Tuttavia non disse nulla, non gli importava del successo della missione, non gli importava nemmeno essere lì. Il suo scopo era cercare risposte e se doveva affrontare una missione suicida per ottenerle non si sarebbe tirato indietro.
    "Fare un raid contro una delle più potenti mafie di New York con soli quattro uomini, che idiozia."
    Non disse niente comunque. Sapeva per esperienza che contestare un superiore non portava mai niente di buono, anche se guardando l'Agente 4 James non vide un suo superiore, ma solo un vecchio che vuole giocare a fare Nick Fury.
    Si era informato su di lui, per quanto possibile. Non esistevano molte documentazioni del rosso. Era stato a capo della sezione britannica dello SHIELD per molti anni arrivando ad essere il quarto agente per importanza di tutta l'organizzazione. Questo non impressionava nè spaventava James. Niente di quello che centrava con il governo lo impressionava.
    "Solo un manipolatore come gli altri..."
    Tutto chiaro? Bene. Ah, dimenticavo. L'edificio sarà pieno zeppo di guardie e non escludo la possibilità di presenza di superumani. Adesso prendete tutto ciò che vi serve e state pronti, partiamo fra 32 minuti.
    James fu il primo ad alzarsi e ad uscire dalla stanza. Non aspettava altro.
    Si diresse verso la sezione degli equipaggiamenti per prepararsi, e magari per pregare di tornare vivo.



    ORA

    I nemici uscirono tutti intorno a loro armati e decisi ad ucciderli. Non poteva essere altrimenti. Avrebbero dovuto prevederlo.
    James ebbe tempo di abbassarsi e ripararsi per evitare la prima raffica di proiettili che arrivò ad altezza d'uomo. Indossava oltre al giubbotto antiproiettile anche un casco in dotazione agli agenti SHIELD e imbracciava lo stesso fucile che aveva usato sull'elivelivolo per impressionare McKenzie. Tuttavia portava sempre con se la sua fidata pistola.
    Attese che i nemici ricaricassero le loro armi e gli dessero pochi secondi di tregua. Pochissimi secondi, ma sufficienti a James per passare all'attacco. Grazie ai suoi riflessi potenziati vedeva tutto quello che accadeva intorno a lui rallentato di poco, questo gli permise anche di calcolare il tempo esatto in cui uscire e cominciare a sparare. Sparò cinque colpi e colpì cinque nemici prima di tornare dietro al suo riparo.
    Sperava di mantenere la sua percentuale di precisione dei colpi costante per tutta la giornata, anche se la vedeva un'impresa ardua.
    Ascoltando le vibrazioni del pavimenti riusciva a capire i movimenti di tutti i nemici, troppi per contarli, ma non così tanti da perderne di vista qualcuno. Due di loro cercavano di aggirare la stanza per prenderli alle spalle.
    "Nemmeno per sogno."
    Uno di loro si muoveva vicino alla parete sinistra, l'altro vicino a quella destra. Erano proprio uno di fronte all'altro. James amplificò i suoi sensi fino a raggiungere la coscienza dei due nemici e sfondò letteralmente quel confine prendendo possesso delle loro intenzioni.
    Dopo nemmeno un secondo i due si puntarono i fucili uno contro l'altro e spararono una raffica che riempi ad entrambi il petto di buchi.
     
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    Silvio Manfredi sorseggiava un bicchiere di cognac, osservando le telecamere per vedere chi della banda di Hood sarebbe sopravvissuto alla trappola all'entrata, probabilmente tutti pensava, in fondo erano superumani, ma forse sarebbe riuscito a ferirne qualcuno e questo poteva essere utile per il proseguimento del suo piano.
    Quando però vide entrare delle persone completamente sconosciute posò il bicchiere con forza sul tavolo ed attivo il comunicatore per parlare con il figlio Joseph, che cazzo stà succedendo? Quelli non sono uomini di Hood, non li ho mai visti nè sentiti nominare come membri della fratellanza, chi cazzo sono?
    Li stò osservando da vicino, mi sembra di intravedere su uno di loro il simbolo dello SHIELD
    Lo SHIELD?! Silvermane rimase in silenzio per alcuni secondi, osservando la squadra che sterminava i suoi uomini, o meglio, gli uomini che l'Hydra gli aveva prestato per il rispetto che gli portavano per essere stato il loro Hydra Supremo in passato.
    Chiudi la botola
    Hai intenzione di proseguire anche se non sono il nostro obbiettivo? Perchè, padre?
    Se loro sono qui significa che lo SHIELD ha intercettato il messaggio che ho inviato ad Hood, con molta probabilità il capo della fratellanza non ha mai ricevuto il mio invito. Comunque non mi importa, ormai sono qua e vorranno giungere da me a tutti i costi, dunque è giunto il momento di dimostrare allo SHIELD che Silvermane non scherza!
    D'accordo padre

    Ai piedi dei Commandos giacevano i corpi degli agenti Hydra, nella stanza non c'era più nessuno ora. L'utilizzo dei poteri della squadra e delle armi da fuoco aveva devastato la stanza, che presentava le pareti degli abitacoli da ufficio forati, distrutti in parte, o caduti, dando una buona visuale di quella camera. Oltre a quello che avevano visto quando erano entrati non c'era nulla di nuovo, in fondo si intravedevano delle scale che scendevano.
    All'improvviso alle loro spalle si sentì un rumore secco, la botola dalla quale erano entrati era stata chiusa.
    SHIELD disse la voce di Silvermane da alcuni altoparlanti sugli angoli del soffitto Presumo non sarà una novità per voi, ma devo dire che sono alquanto seccato che abbiate deciso di immischiarvi nei miei piani. Non vi aspettavo, ma dato che siete in ballo penso che vi farò ballare la stessa danza che avevo preparato per Hood e la sua fratellanza di criminali sfigati
    Scese il silenzio.

    SPOILER (click to view)
    Le scale sono formate da pochi scalini, non scenderete ad un piano più basso con esse, semplicemente questi uffici erano più rialzati rispetto a quello che c'è successivamente. Quando sarete oltre le scale troverete un corridoio largo lungo 6 metri, con un bivio in fondo, quando vi giungerete avrete una scelta, a destra c'è una stanza, sembra un laboratorio, a sinistra il corridoio prosegue.
    Se entrerete nel laboratorio sappiate che Silvermane chiuderà l'entrata con una spessa parete di metallo dopo che 2 di voi saranno entrati.
    Il laboratorio è il classico laboratorio da scienziato pazzo, e c'è una camera di stasi con del liquido dentro ed il corpo di qualcuno, il colore del liquido non vi consente di comprendere quale creatura c'è dentro, potrebbe essere un essere umano come no.
    Chi andrà a sinistra, troverà una svolta immediata a sinitra e, dopo un corridoio di parecchi metri, quando esso svolta nuovamente a sinistra, vedrete questo ad aspettarvi:
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    che comincerà a sparare a raffica dalle dita come se fossero le cane di una pistola
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  7. rhaegar89
     
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    AGENTE 4, LV6
    SPOILER (click to view)
    due pistole


    La sparatoria durò poco. I suoi ragazzi erano in gamba, mentre gli agenti HYDRA erano famosi per la scarsa preparazione. "Taglia una testa e ne cresceranno altre due"...il problema era che se le tagliavi tutte insieme se la prendevano in quel posto...
    Senza dire niente, sicuro che gli altri lo avrebbero seguito, a passo veloce si diresse verso le scale. Si trovarono lungo un corridoio, c'era una stanza a sinistra mentre a destra si continuava fino a una svolta. Si fermò davanti alla porta, appoggiandosi allo stipite con la pistola in mano. Era una specie di laboratorio, molto grande, con scrivanie e macchinari vari. Sembravano non esserci altre porte dentro la stanza, quindi probabilmente non si sarebbe andati oltre.
    C'era anche una grossa vasca piena di un liquido denso. Si distingueva la figura di qualcosa, ma non si capiva bene...

    Nnh, al diavolo...Bishop, vedi se percepisci qualcosa di importante qua dentro, altrimenti tiriamo dritto.

    Non aveva tempo da perdere con i giochetti da piccolo chimico di silvermane...



     
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  8. Marvel Avenger
     
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    HYDRO
    LV 8
    P 48
    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    2 lame uncinate, Spada Grande, protezione con serbatoio

    I Commandos continuarono a combattere, ma bastarono pochi minuti per mettere fuori gioco tutti gli agenti HYDRA. Eliot finì senza problemi gli ultimi che ancora erano in piedi e si guardò intorno, nella stanza piena di uomini privi di sensi o addirittura morti.
    Improvvisamente una voce risuonò nella stanza: era Silvermane, che ovviamente non li avrebbe lasciati andare facilmente. L'agente 4 non se ne curò e puntò dritto alle scale in fondo alla stanza.

    "Sanno che ci siamo, e cercheranno di fermarci. Se speravano di fermare un gruppo di superumani, non ci andranno leggeri. Spero solo che non succeda nulla di troppo strano, non vorrei pentirmi di essere venuto qua..."

    Rinfoderò le lame alla cintura e seguì McKenzie senza una parola. Mentre attraversava la stanza, quel poco di liquidi che aveva dovuto usare ritornò da lui levitando e rientrò nel serbatoio del costume. Qualche nemico aveva ancora dei pezzi di ghiaccio conficcati nel corpo, e Eliot dovette separare l'acqua dal sangue...
    Proseguirono lungo il corridoio fino a una porta. McKenzie diede un'occhiata e si rivolse a loro.

    Nnh, al diavolo...Bishop, vedi se percepisci qualcosa di importante qua dentro, altrimenti tiriamo dritto.

    "Anche James Bishop quindi ha dei poteri. "Percezione", forse empatica o ambientale..."

    Non importava, al momento. Guardò la vasca piena di liquido scuro, cercando di distinguerne la figura. Provò a "sentire" l'acqua, e attraverso di essa ciò che conteneva, ma le troppe sostanze chimiche diluite complicavano l'operazione.

    Sembra essere un corpo. Non saprei dire con certezza, forse è una creatura o addirittura un uomo, o qualcosa di simile.

    Il laboratorio era pieno di strumenti strani, ma non c'era anima viva. Eliot si chiese cosa potesse farci un uomo di mafia in quel posto, e probabilmente la risposta stava proprio in quella vasca.
     
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  9. Franck Big
     
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    Hall Rider
    livello: 5
    punti: 54
    equipaggiamento.
    SPOILER (click to view)
    - Colt Python calibro 44 Magnum con canna da 152mm
    - 2 mitragliatrici leggere MG4
    - proiettili A.M.P.
    - proiettili perforanti


    Dopo pochi minuti gli agenti che gli erano stati mandati addosso erano tutti a terra crivellati di colpi e proiettili; se credevano di avere a che fare con dei pivellinin avevano fatto un grosso errore; più tempo tengono vivo il gruppo e più tempo hanno per combinare guai.
    Improvvisamente una voce risuonò nella stanza: era Silvermane e non sembrava felice della loro presenza li dentro.
    <ma guarda allora c'hanno preparato qualcosa per fermare dei super umani; a quantio pare ci sarà parecchio da fare prima di arrivare a quel dannato mafioso>

    Dicendo ciò iniziò ad avvicinarsi al bivio con gli altri, mentre riaricava uno dei due mitra mentre l'altro venne rimesso al suo posto. Arrivati a una porta gli altri provarono a vedere più da vicino di cosa si trattava e dalle parole dell'agente sembrava esserci un laboratorio li sotto


    Dopo aver detto ciò al'agente 4, Hall si portò poco più avanti nel corridoio per il corridoio, volendo ispezionare la zona; se li c'era un laboratorio dio solo sa che cosa aveva nascosto poco più avanti il nemico e non voleva ritrovarsi nei guai da solo. Stava all'erta ma intanto iniziò a ispezionare il corridoio con il mitra in mano.
     
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    SPOILER (click to view)
    Nel caso con questo giro di post non abbiate ancora preso una delle due strade, se non entrambe, fate un'altro giro, chi si troverà contro il robot sà già cosa accadrà, chi rimarrà intrappolato nel laboratorio vedrà ribollire il liquido che comincerà mano a mano a defluire rivelando chi si nasconde all'interno della camera di stasi, che non vi rivelo perchè voglio scriverlo solo se prenderete quella strada
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  11. Sakon94
     
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    JAMES BISHOP LIV 6

    Nnh, al diavolo...Bishop, vedi se percepisci qualcosa di importante qua dentro, altrimenti tiriamo dritto
    La sparatoria terminò quando meno se lo aspettava. Nessuna perdita nelle loro file, troppe da contare nelle loro. Era stata più una strage che una lotta ad armi pari ma il governo non si era mai preoccupato di cose del genere. Nemmeno lui d'altronde.
    Raggiunse con passo rapido il suo superiore che lo guardava con uno sguardo torvo, come se dicesse: "Se fai un passo falso ti uccido". Ne aveva visti di peggiori e non si spaventò minimamente.
    Scrutò all'interno della stanza notando un laboratorio di quelli che vedi solo nei film, con tanto di vasca che racchiude una creatura pericolosa. Estese la sua coscienza per provare a capire se quella creatura, qualsiasi cosa fosse, fosse viva e potesse dar loro qualche problema. Nella sua mente solo silenzio, a quanto pare non c'era pericolo.
    E' a posto, nessun segno di vita.
    Sembra essere un corpo. Non saprei dire con certezza, forse è una creatura o addirittura un uomo, o qualcosa di simile
    A parlare era stato uno dei suoi compagni di squadra che non aveva mai visto prima di allora. A quanto pare si chiamava Hydro, ma non sapeva di più di lui.
    Qualunque cosa sia non dovrebbe darci problemi.
    Disse James mentre si dirigeva verso il bivio tenendo il fucile pronto e carico nelle sue mani. Si chiedeva per quale motivo c'era quella brutta sensazione che permeava il suo inconscio da quella mattina. Anche di fronte alla tomba si era accorto che qualcosa non andava. Cercò di non pensarci mentre si appiattiva verso la parete e aspettava McKenzie per proseguire.
    In una missione i pensieri negativi erano la principale causa di fallimento.
     
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  12. rhaegar89
     
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    AGENTE 4, LV6

    CITAZIONE
    E' a posto, nessun segno di vita.

    CITAZIONE
    Sembra essere un corpo. Non saprei dire con certezza, forse è una creatura o addirittura un uomo, o qualcosa di simile

    CITAZIONE
    Qualunque cosa sia non dovrebbe darci problemi.

    Leonard s'incamminò lungo il corridoio.

    Allora proseguiamo, penseremo dopo alle zozzate che Manfredi combina qua dentro.

    Qualunque cosa fossa quella roba dentro la vasca avrebbe dovuto aspettare. Dovevano essere veloci, e questo significava lasciarsi alle spalle le cose meno importanti. Era guerriglia, era lo sfondamento finale.
    Il corridoio girava a sinistra, e poi ancora a sinistra. Lo percorse correndo con le due pistole in pugno. Svoltò per la seconda volta ritrovandosi contro un vecchio robot di quelli che si vedono nei telefilm della mattina. Non si fermò un secondo, i proiettili rimbalzarono sulla sua pelle respinti dai resistenti vasi sanguigni. Accellerò il cuore per un attimo, scattò in avanti e lo colpì con violenza al centro del petto. L'obiettivo era di spaccargli la cassa toracica, neutralizzandolo.

    Attenti, robot!

     
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  13. Marvel Avenger
     
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    HYDRO
    LV 8
    P 48
    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    2 lame uncinate, Spada Grande, protezione con serbatoio

    Bishop, dopo qualche istante, rispose all'agente 4 tranquillizzando tutti.

    Qualunque cosa sia non dovrebbe darci problemi.

    Allora proseguiamo, penseremo dopo alle zozzate che Manfredi combina qua dentro.

    Eliot diede un'ultima occhiata alla vasca, con una punta di curiosità, ma seguì il gruppo senza obiettare. Percorsero rapidamente il corridoio, McKenzie non aveva intenzione di perdere tempo. Lo spadaccino rimase in posizione centrale dietro il leader, in modo da non ostacolare nessuno in caso di sorprese. Dopo due curve, infatti, improvvisamente si trovarono di fronte a un nuovo ostacolo.

    Attenti, robot!

    Contemporaneamente, un androide semi-umano prese a sparare una raffica di proiettili verso di loro. McKenzie ignorò i colpi gettandosi a capofitto verso il nemico. Eliot, svoltato l'angolo, prese una buona quantità d'acqua dal serbatoio e la diresse verso il robot divisa in due parti, in modo che passasse ai fianchi di McKenzie, per poi farla confluire contro di esso sotto forma di due spuntoni di ghiaccio duri come l'acciaio pronti a trapassarlo.
    Il resto del liquido rimase vicino a lui, per difenderlo da un'eventuale seconda raffica.
     
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  14. Franck Big
     
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    Hall Rider
    livello: 5
    punti: 54
    equipaggiamento.
    SPOILER (click to view)
    - Colt Python calibro 44 Magnum con canna da 152mm
    - 2 mitragliatrici leggere MG4
    - proiettili A.M.P.
    - proiettili perforanti


    In silenzio si muoveva per il corridoio, quando anche il resto del gruppo iniziò a seguirlo. McKenzie fù più veloce di lui ad arrivare alla fine del corridoio...trovandosi addosso un nuovo nemico.
    Contro di loro era stato atttivato una spece di robot, forse un androide, che iniziò a sparare loro addosso, mentre l'agente 4 si laciò direttamente sull'avverario. Hall si appiattì il più possibile contro il muro del corridoio per non farsi beccare, per poi prendere le munizioni del mitra che aveva in mano, toglierle e inserire i proiettili perforanti.

    <vediamo come sono i proiettili dello SHIELD! spero che questi riescano a perfare il robottino>

    Dopo aver ricaricato l'arma, la punto cercando di colpire il bersaglio e contemporaneamente cercava di non mirare verso la traiettoria dell'Agente 4; ferirlo non sarebbe stata una buona idea. Sparò quindi una prima raffica di colpi
     
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  15. Sakon94
     
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    JAMES BISHOP LIV 6

    Allora proseguiamo, penseremo dopo alle zozzate che Manfredi combina qua dentro.
    James non si fidava di quello che potesse esserci nel laboratorio e non gli passò nemmeno per la testa di entrarci. Seguì Hydro e il resto della squadra che percorreva il corridoio.
    Teneva il fucile puntato davanti a lui per sicurezza ma essendo l'ultimo della "fila" si guardava spesso indietro verso l'ingresso del laboratorio. Poprio pochi secondi prima era stato lui stesso ad affermare che non c'era pericolo ma non riusciva a togliersi quella strana paura.
    In questo modo avanzarono finchè McKenzie non svoltò l'angolo.
    Attenti, robot
    Da dietro l'angolo James vide numerosi proiettili rimbalzare sulle pareti e d'istinto si appiattì contro il muro. Si rese conto che se solo si fosse concentrato di più avrebbe potuto sentire il nemico prima di incontrarlo.
    "Maledizione!"
    Quando si interruppe la raffica di proiettili nemica si staccò dal muro e in una frazione di secondo puntò la testa del robot. Sparò tre colpi con il fucile SHIELD prima di abbassarsi di nuovo per evitare la sua risposta di fuoco.
     
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181 replies since 29/4/2011, 21:15   2486 views
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