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MAFIA'S WAR - SHIELD vs Silvermane (4/5)

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  1. Marvel Avenger
     
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    HYDRO
    LV 8
    P 48
    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    2 lame uncinate, Spada grande, protezione con serbatoio

    Silvio Manfredi, alias Silvermane.

    L'agente 4 esordì senza troppi convenevoli il briefing dei New York Commandos. Eliot guardava McKenzie, con le braccia conserte, e seguiva il suo discorso con attenzione. Non era abituato a lavorare con una squadra, ma avrebbe dovuto fare pratica in fretta, e ascoltare gli ordini era il primo punto.
    Il team era composto da altri due elementi: Hall Rider, che aveva già incontrato qualche tempo prima, gli pareva un tipo abile, anche se doveva avere il suo bel carattere; l'altro si chiamava Bishop, ma non sapeva molto di lui. Nessuna traccia dell'alieno a cui aveva accennato Hall.
    Distolse lo sguardo dall'Agente per guardare le immagini di Manfredi: avanti con gli anni, ma con un aria per nulla rassicurante. Sapeva bene che della mafia non c'era da fidarsi, nemmeno nelle apparenze. L'italiano doveva avere le sue belle capacità per essere sopravvissuto in una New York di supercriminali e aver fatto tanta strada.

    ...noi sfrutteremo il canale che ha lasciato aperto per l'incappucciato per infiltrarci nel palazzo e...beh, spaccare tutto. Tutto chiaro? Bene. Ah, dimenticavo. L'edificio sarà pieno zeppo di guardie e non escludo la possibilità di presenza di superumani. Adesso prendete tutto ciò che vi serve e state pronti, partiamo fra 32 minuti.

    Quando ebbe finito tutti si alzarono dal tavolo, e Eliot scambiò un occhiata con Hall prima di andare a prepararsi da solo. Gli offirono delle armi da fuoco, pistole e simili, ma lui indicò la grande spada che teneva dietro la schiena e rifiutò. Aveva sempre provato una specie di repulsione per quel tipo di combattimenti, forse perchè troppo istantanei e letali senza sforzi...

    Dopo poco più di mezz'ora entrarono secondo i piani nei sotterranei del palazzo disabitato. Eliot avvertiva una leggera tensione, ma non per paura. Quando dal silenzio sbucarono gli uomini armati, l'Agente 4 non fece una piega.

    Avanti Commandos, si comincia.

    Non se lo fece ripetere due volte: mentre certi imbracciavano ancora i fucili, Hydro si lanciò sui più vicini impugnando le lame uncinate e tagliando di netto le canne delle armi, per poi stenderli con colpi ben piazzati. Partirono i proiettili, che si fermarono cozzando contro uno scudo di ghiaccio comparso improvvisamente al suo fianco. Lanciò le lame e continuò a combattere, cercando per quanto possibile di non uccidere i nemici.

    "Questi non sembrano dei veri esperti. Puntano sul numero e sulle armi. Anche se ci stavano aspettando, sono piuttosto disorganizzati rispetto a..."

    Non aveva finito il pensiero, che un uomo sbucò da dietro un cubicolo puntandogli la pistola al volto. Ma attese un istante di troppo, e il mutante fece in tempo a far uscire l'acqua dal suo costume, che andò a congelargli la mano e il grilletto. Riafferrò le lame al volo, e gli lasciò due brutti tagli sul braccio e sull'addome. Diede un occhiata a quello che combinavano i suoi compagni, poi si voltò di nuovo verso chiunque gli stesse venendo incontro, pronto ad accoglierlo.
     
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