[SAGA] The Italian does it better

MAFIA'S WAR - SHIELD vs Silvermane (4/5)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Sakon94
     
    .

    User deleted


    image
    JAMES
    BISHOP

    LV 6
    P 17

    Precedentemente:
    CITAZIONE
    James si arruolò nell'esercito all'età di diciannove anni ma venne ingiustamente accusato dell'omicidio di un soldato e fu costretto a fuggire da ricercato.
    James è da poco un agente SHIELD nella task force dei NY Commandos capitanata dall'Agente 4.

    ANNI FA.

    I fucili spararono in memoria di un uomo che non meritava di morire. La pioggia cadeva incessante sulla bandiera americana e le gocce parevano lacrime di dolore sulla stoffa. Gli uomini che c'erano quel giorno nel cimitero occupavano i più alti gradi dell'esercito ma in nessuno di loro James vide qualcuno che gli era superiore, paradossalmente aveva rispetto solo per il morto.
    Era costretto a osservare la triste scena da lontano, senza farsi vedere nascosto tra la vegetazione. Non poteva rischiare di farsi prendere, non era quello che lui avrebbe voluto.
    Inevitabilmente il suo sguardo cadde su Ronald. Il suo viso era una maschera che nascondeva quasi perfettamente il suo dolore. Ma James lo carpiva chiaramente. Loro tre erano stati fratelli e questo nessuno di loro lo avrebbe dimenticato. Ad un certo punto gli sembrò quasi che l'amico gli avesse lanciato uno sguardo accusatore, come se sapesse che lui era lì.
    Il fiume di gente lasciò il cimitero dopo circa una mezzoretta. Sui loro visi era stampata una finta tristezza che James conosceva fin troppo bene. Nessuno di loro si sarebbe fermato a pensare al brav'uomo sepolto sotto i loro piedi, la loro presenza era solo una congettura, una cosa da fare sulla loro agenda. Non potè fare a meno di provare odio per loro. Una lacrima sbucò dai suoi occhi ma la pioggia la lavò via e la disperse nel vento.
    Camminando lentamente e assicurandosi che il luogo fosse deserto si avvicinò alla tomba nuova di zecca ma già temprata dalla fitta pioggia. Poteva vedere le lettere incise sulla lapide che venivano martoriate dal clima: STEVE CAMPBELL. Il suo rango era stato aumentato dopo la morte in servizio.
    Non dovresti essere qui.
    La voce di Ronald fu un pugno nello stomaco per James che però non battè ciglio.
    L'amico si avvicinò a lui con una mano in tasca e con l'ombrello in mano coprendolo. James aveva gli occhi lucidi e non smetteva di fissare la lapide.
    Io ti credo James.
    La mano di James si strinse in un pugno e le nocche divennero bianche.
    Non doveva morire.
    No, hai ragione.
    Rimasero lì fermi per dei minuti a contemplare l'amico scomparso mentre la pioggia lentamente smetteva di cadere. Quando smise Ronald se ne accorse e chiuse l'ombrello.
    Cosa farai adesso?
    Quello che ho sempre fatto. Sopravviverò.
    Vorrei poterti aiutare James, davvero.
    Improvvisamente James afferrò la giacca dell'amico con forza.
    NO!
    I suoi occhi erano lucidi ma non piangeva.
    Dimenticami, Ronald. Dimenticati di me, ma non dimenticarti di lui.
    Ronald rimase immobile senza dire nulla mentre James si allontanava dal cimitero.
    Nel cielo stava spuntando il sole.




    STAMATTINA

    James osservò il cielo limpido, azzurro e infinito. Il sole splendeva e illuminava le lapidi proiettando la loro ombra sulle rispettive tombe, come se volessero proteggere la persona che vi era sepolta.
    Come ogni volta il cimitero era vuoto. Faceva davvero schifo pensare come alla gente non importava affatto dei morti e questo disturbava James profondamente. Solo una volta ricordava di aver visto una vecchietta che portava i fiori alla tomba del defunto marito. Una sola volta. Poco tempo dopo avevano aggiunto una nuova lapide.
    Il ragazzo sospirò mentre guardava la lapide di fronte a lui. L'aveva vista un sacco di volte ma ancora riusciva a riesumare nella sua mente quei ricordi dolorosi che non voleva ricordare. Il volto deciso e sempre sorridente di Steve era impresso a fuoco nella sua memoria e ci sarebbe rimasto per tutta la sua vita.
    Notò che qualcuno gli aveva portato dei fiori e un sorriso apparve sul viso di James.
    Come vanno le cose "agente dello SHIELD"?
    La voce di Ronald che proveniva dalle sue spalle gli evocò uno strano senso di dejavu.
    Non mi piace parlare di lavoro qui.
    Ronald fece una piccola risata mentre si avvicinava a lui.
    A me non piace parlare di lavoro da nessuna parte. Comunque hai ragione, questo posto è quasi magico in giornate come questa.
    Anche lo sguardo dell'amico era fisso sul nome scritto sulla lapide.
    E' strano riferendosi ad un cimitero.
    Non così strano. A volte preferisco la compagnia dei morti a quella dei vivi.
    Parole sante.
    Come loro solito stettero parecchi minuti zitti l'uno di fianco all'altro osservando la tomba. Un silenzio quasi assordante per contemplare il compagno caduto.
    Parecchi anni fa qui ci siamo detti addio. Strano vero?
    La cosa strana è che tu non abbia capito bene il messaggio.
    Scappò una risata virile a Ronald.
    No infatti.
    Improvvisamente si fece serio con un impressionante e rapido cambio di espressione.
    Non ho mai sospettato di te, Jim.
    Non eri tenuto a farlo, ma ti ringrazio.
    James si girò e fece per andarsene.
    In tutti questi anni... hai mai provato un senso di vendetta?
    Sapere chi l'ha ucciso non cambierebbe niente, l'importante era sapere che non fossi stato tu.
    Il ragazzo si allontanò con il sorriso sulle labbra.
    Oggi non chiamarmi, sono al lavoro.
    Come quel giorno di tanti anni prima il sole splendeva nel cielo.




    OGGI POMERIGGIO

    Questa è l'attuale base di Manfredi. Sappiamo da fonti sicure all'interno del Maggia che Silvermane sta aspettando Parker Robbins, alias Hood, con la scusa di offrirgli un'alleanza, ma con il reale intento di farlo fuori. Sempre da altre fonti interne, sappiamo che Hood conosce le reali intenzioni di Silvermane e quindi non si presenterà all'appuntamento. Questo Manfredi, ovviamente, non se lo aspetta, e noi sfrutteremo il canale che ha lasciato aperto per l'incappucciato per infiltrarci nel palazzo e...beh, spaccare tutto.
    James giocherellava con una penna a sfera facendola rotolare avanti e indietro sul tavolo mentre ascoltava le informazioni per la missione. Non era un problema per lui rimanere concentrato e fare altre cose nel frattempo, le sue capacità cerebrali sviluppate gli permettevano questo e altro.
    Pensò che il piano dell'Agente 4 era totalmente privo di ogni sicurezza, pericoloso oltre ogni limite e completamente insensato. Tuttavia non disse nulla, non gli importava del successo della missione, non gli importava nemmeno essere lì. Il suo scopo era cercare risposte e se doveva affrontare una missione suicida per ottenerle non si sarebbe tirato indietro.
    "Fare un raid contro una delle più potenti mafie di New York con soli quattro uomini, che idiozia."
    Non disse niente comunque. Sapeva per esperienza che contestare un superiore non portava mai niente di buono, anche se guardando l'Agente 4 James non vide un suo superiore, ma solo un vecchio che vuole giocare a fare Nick Fury.
    Si era informato su di lui, per quanto possibile. Non esistevano molte documentazioni del rosso. Era stato a capo della sezione britannica dello SHIELD per molti anni arrivando ad essere il quarto agente per importanza di tutta l'organizzazione. Questo non impressionava nè spaventava James. Niente di quello che centrava con il governo lo impressionava.
    "Solo un manipolatore come gli altri..."
    Tutto chiaro? Bene. Ah, dimenticavo. L'edificio sarà pieno zeppo di guardie e non escludo la possibilità di presenza di superumani. Adesso prendete tutto ciò che vi serve e state pronti, partiamo fra 32 minuti.
    James fu il primo ad alzarsi e ad uscire dalla stanza. Non aspettava altro.
    Si diresse verso la sezione degli equipaggiamenti per prepararsi, e magari per pregare di tornare vivo.



    ORA

    I nemici uscirono tutti intorno a loro armati e decisi ad ucciderli. Non poteva essere altrimenti. Avrebbero dovuto prevederlo.
    James ebbe tempo di abbassarsi e ripararsi per evitare la prima raffica di proiettili che arrivò ad altezza d'uomo. Indossava oltre al giubbotto antiproiettile anche un casco in dotazione agli agenti SHIELD e imbracciava lo stesso fucile che aveva usato sull'elivelivolo per impressionare McKenzie. Tuttavia portava sempre con se la sua fidata pistola.
    Attese che i nemici ricaricassero le loro armi e gli dessero pochi secondi di tregua. Pochissimi secondi, ma sufficienti a James per passare all'attacco. Grazie ai suoi riflessi potenziati vedeva tutto quello che accadeva intorno a lui rallentato di poco, questo gli permise anche di calcolare il tempo esatto in cui uscire e cominciare a sparare. Sparò cinque colpi e colpì cinque nemici prima di tornare dietro al suo riparo.
    Sperava di mantenere la sua percentuale di precisione dei colpi costante per tutta la giornata, anche se la vedeva un'impresa ardua.
    Ascoltando le vibrazioni del pavimenti riusciva a capire i movimenti di tutti i nemici, troppi per contarli, ma non così tanti da perderne di vista qualcuno. Due di loro cercavano di aggirare la stanza per prenderli alle spalle.
    "Nemmeno per sogno."
    Uno di loro si muoveva vicino alla parete sinistra, l'altro vicino a quella destra. Erano proprio uno di fronte all'altro. James amplificò i suoi sensi fino a raggiungere la coscienza dei due nemici e sfondò letteralmente quel confine prendendo possesso delle loro intenzioni.
    Dopo nemmeno un secondo i due si puntarono i fucili uno contro l'altro e spararono una raffica che riempi ad entrambi il petto di buchi.
     
    Top
    .
181 replies since 29/4/2011, 21:15   2500 views
  Share  
.