Lovecraft e il razzismo

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    Volevo portarvi a conoscenza del fatto che Howard Phillips Lovecraft non rappresenterà più il premio letterario World Fantasy Award.
    Il motivo apparentemente è una critica al noto razzismo dello scrittore di Providence.
    Il razzismo è, ovviamente, una cosa deplorevole e molti autori ne sono stati colpevoli durante l'epoca di Lovecraft, ciò è dovuto alla mentalità del tempo, è frutto di un modo di pensare antiquato. È comunque degno di nota considerare quali autori disprezzassero malignamente le persone di colore, quali provassero risentimento e quali invece avessero semplicemente il concetto di razzismo inculcato erroneamente dai propri educatori.
    Allo stesso tempo, è notevole precisare come Lovecraft fosse un uomo mentalmente disturbato a causa degli abusi subiti in gioventù e che non fece mai male a una mosca.
    Alla luce di questi fatti vi chiedo: è corretto negare in toto il genio di Lovecraft e il suo notevole contributo alla cultura popolare? Trovo che sia doveroso istruire la gente del razzismo di Lovecraft e riconosco i suoi limiti come scrittore, ma i suoi meriti sono innegabili. Molti scrittori, da D'Annunzio a Tolkien, avevano un lato oscuro, molto spesso principalmente causato dalle idee della loro epoca, eppure è stato anche grazie a loro che il modo di pensare della società umana è progredito, trovo ingiusto privare Lovecraft di tale onorificenza. Di seguito posto un link per chi è interessato ai dettagli della questione, mi farebbe molto piacere sentire la vostra opinione a riguardo.

    http://bookslive.co.za/blog/2015/11/10/avo...s-initial-call/
     
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    Premetto che ho letto veramente poco di Lovecraft, ma comunque voglio dare una mia opinione.

    Quando si parla di un artista, bisogna principalmente concentrarsi sulla sua poetica, le sue opere, il suo stile e l'apporto che diede nel mondo dell'arte, poi si può discutere anche dell'uomo che sta dietro l'artista e delle sue idee, ma i suoi meriti e la sua importanza non vanno negati solo perché aveva delle idee antiquate, tipiche del suo periodo e non più accettabili nella società odierna.

    Credo che il mito che avvolge molta gente illustre (filosofi, artisti, etc) crollerebbe in modo rovinoso se tenessimo in considerazione solo le loro idee, un esempio perfetto è Salvador Dalí, grande artista poliedrico che però era un sostenitore dichiarato del regime di Franco, ma dovremmo dimenticare tutto quello che fece in campo artistico? No!!

    Cerchiamo di tenere sempre separati, l'uomo e l'artista, il primo possiamo anche non averlo in simpatia, ma del secondo bisogna giudicare solo la sua arte e se essa è obiettivamente ottima, allora che gli siano dati le onorificenza che merita
     
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    Questo è un argomento molto interessante. Molti artisti hanno un ego smisurato, ma penso che molti altri artisti sarebbero concordi a dire che idolizzare la loro persona sia sbagliato, perché sono, appunto, persone. Lo stesso discorso quindi vale per il contrario, l'odio verso l'artista.
    Da un altro punto di vista però è difficile scindere la persona e l'artista, poiché il pensiero della persona si può riversare sulle sue opere. È ovvio che l'artista parli di ciò che conosce, nel nostro caso, narrare una storia e trattare l'argomento principale della stessa in modo esterno e obbiettivo è possibile ma raro e soprattutto difficile, perché gli autori potrebbero anche riversare il loro modo di pensare sulla storia senza accorgersene. Dall'altra parte, alcuni scrittori creano un libro come manifesto del proprio pensiero e aldilà dell'abilità da scrittore è questo ciò che li può distinguere. Per questo è difficile a volte non analizzare anche l'uomo tramite ciò che scrive.
    Forse a questo punto il compito del lettore è di conoscere linee di pensiero diverse per avere una visione più completa della società e aiutarsi a formare il proprio io.
    Quindi, neanche a questo punto l'uomo è importante oppure no?

    Personalmente, tendo a stimare la persona dietro l'arte, mentre sono più prevenuto verso autori che considero cattive persone. È un'esclusiva di autori contemporanei però, perché riconosco i limiti di epoche arretrate. Parliamoci chiaramente però, penso che nel 2015 nessuno che abbia una mentalità aperta sarebbe disposto a seguire uno scrittore evidentemente razzista, soprattutto se tale scrittore riversa il suo pensiero in ciò che scrive.
    Trovo il tutto complicato, anche perché noi stessi siamo persone con modi di pensare diversi.
    Ciò detto, rimando comunque il mio pensiero sull'argomento in causa al mio primo post.
     
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    Questo è vero, un artista può riversare il suo pensiero nella sua opera ma esso non è statico, è soggetto ai cambiamenti, una persona può cambiare le proprie idee, questo porta la sua arte verso una maturazione o una lenta decadenza, ti posso fare l'esempio del regista David Griffith, il suo primo film fù una sorta di apologia del razzismo, ma innovo il linguaggio del cinema, i suoi successivi film si dedicarono alla condanna di tutte le forme di violenza e intolleranza, è sono capolavori che ancora oggi hanno pochi rivali.

    Comunque il pensiero di un determinato autore deve sempre essere contestuaziato all'epoca in cui ha vissuto, ovvio che uno scrittore di un secolo fà avra una visione antiquata del mondo, però non gli si possono privare i suoi meriti per questo, soprattutto se rinnovò un genere o sviluppò nuovi metodi narrativi

    Edited by Lord Umber - 14/11/2015, 18:54
     
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    D'Annunzio a Tolkien

    Ammassare il D'Annunzio al Tolkien mi sembra una bestemmia scusate...
     
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    Ma non capisco, chi ha optato per questa decisione ha mai letto qualcosa di HPL? Voglio dire, in tanti anni non hanno mai realizzato quanto fosse razzista?
    Peraltro fargliene una colpa, giudicandolo tramite i nostri canoni moderni, mi pare particolarmente ipocrita, perché si ignora la necessità di contestualizzare la mentalità di un artista che, bigottismo e psiche fragile a parte, visse un centinaio d'anni fa. Di certo non sarei altrettanto accomodante con uno scrittore contemporaneo che si lasciasse andare a simili affermazioni, ma metterli tutti sullo stesso piano, dimentichi dell'epoca che li ha plasmati, significa, ad esempio, condannare Stevenson - Defoe, lapsus - per gli apprezzamenti poco lusinghieri sui "selvaggi" di cui il suo Robinson Crusoe è zeppo. Non c'è bisogno che sottolinei quanto sconveniente, disonesto e scorretto sarebbe.
    Comunque, volendo spezzare una lancia in favore di HPL, ricordo come la sua xenofobia fosse diretta conseguenza del timore reverenziale che egli provava per territori come l'Africa, che da sempre ricopre un ruolo fondamentale nei suoi testi. Non un'idea a monte, quindi, bensì una diffidenza, mista a paura, che scaturisce dalla sua visione artefatta, distorta, del Continente Nero.
    Chiaramente ciò non la rende meno deprecabile, però, se non altro, aiuta a capirne le motivazioni.
     
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    Questo è vero, un artista può riversare il suo pensiero nella sua opera ma esso non è statico, è soggetto ai cambiamenti, una persona può cambiare le proprie idee, questo porta la sua arte verso una maturazione o una lenta decadenza, ti posso fare l'esempio del regista David Griffith, il suo primo film fù una sorta di apologia del razzismo, ma innovo il linguaggio del cinema, i suoi successivi film si dedicarono alla condanna di tutte le forme di violenza e intolleranza, è sono capolavori che ancora oggi hanno pochi rivali.

    Questo è anche vero, un artista può sviluppare il suo pensiero, ma non è detto che sia sempre così. Diciamo che è sempre importante dare un contesto alle cose, come sempre.

    CITAZIONE
    Ammassare il D'Annunzio al Tolkien mi sembra una bestemmia scusate...

    Era per dire che si potrebbe dire la stessa cosa di scrittori anche molto diversi fra loro. Poi io gradisco entrambi, sono molto diversi, ma non trovo sacrilego accostare i loro nomi.

    CITAZIONE
    Ma non capisco, chi ha optato per questa decisione ha mai letto qualcosa di HPL?

    Renditi conto un attimo di chi stiamo parlando. Ai giustizieri sociali non importa nulla dell'arte, gli importa solo di diffondere il loro modo tossico e accusatorio di pensare a ogni angolo del mondo, è una scusa per intraprendere una crociata.

    CITAZIONE
    Comunque, volendo spezzare una lancia in favore di HPL, ricordo come la sua xenofobia fosse diretta conseguenza del timore reverenziale che egli provava per territori come l'Africa, che da sempre ricopre un ruolo fondamentale nei suoi testi. Non un'idea a monte, quindi, bensì una diffidenza, mista a paura, che scaturisce dalla sua visione artefatta, distorta, del Continente Nero.

    Ecco, è quel che intendevo riguardo l'importanza del contesto.
     
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    Sì, mi chiedevo più che altro se avessero mai letto qualcosa in passato, perché questo loro rendersene conto oggi, circa un centinaio d'anni dopo la pubblicazione, mi sembra quantomeno assurdo. O in malafede, onestamente.
    Di certo solleva molti interrogativi sulla competenza dei responsabili.
     
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    Infatti, quel che pensavo anch'io, troppo tardi per lamentarsi adesso.
    È ovvio che chi lo critica ora non abbia mai letto Lovecraft.
     
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    Un po' da un posto, un po' da un altro.

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    CITAZIONE (Victor Von Doom @ 13/11/2015, 01:24) 
    Volevo portarvi a conoscenza del fatto che Howard Phillips Lovecraft non rappresenterà più il premio letterario World Fantasy Award.
    Il motivo apparentemente è una critica al noto razzismo dello scrittore di Providence.
    Il razzismo è, ovviamente, una cosa deplorevole e molti autori ne sono stati colpevoli durante l'epoca di Lovecraft, ciò è dovuto alla mentalità del tempo, è frutto di un modo di pensare antiquato. È comunque degno di nota considerare quali autori disprezzassero malignamente le persone di colore, quali provassero risentimento e quali invece avessero semplicemente il concetto di razzismo inculcato erroneamente dai propri educatori.
    Allo stesso tempo, è notevole precisare come Lovecraft fosse un uomo mentalmente disturbato a causa degli abusi subiti in gioventù e che non fece mai male a una mosca.
    Alla luce di questi fatti vi chiedo: è corretto negare in toto il genio di Lovecraft e il suo notevole contributo alla cultura popolare? Trovo che sia doveroso istruire la gente del razzismo di Lovecraft e riconosco i suoi limiti come scrittore, ma i suoi meriti sono innegabili. Molti scrittori, da D'Annunzio a Tolkien, avevano un lato oscuro, molto spesso principalmente causato dalle idee della loro epoca, eppure è stato anche grazie a loro che il modo di pensare della società umana è progredito, trovo ingiusto privare Lovecraft di tale onorificenza. Di seguito posto un link per chi è interessato ai dettagli della questione, mi farebbe molto piacere sentire la vostra opinione a riguardo.

    http://bookslive.co.za/blog/2015/11/10/avo...s-initial-call/

    La chiave dei questa mia replica mia risposta è "innocuo", parola che userò spesso da qui in avanti e c'è un perché!

    Negare la bravura di Lovecraft come scrittore per questo motivo non è corretto a mio avviso: prima di tutto, nelle sue storie c'era davvero poco di questo suo credo. Qualcuno potrebbe dire che la paura di queste entità extraterrestri (nel senso di non appartenenti al nostro mondo, non necessariamente alieni di altri pianeti) sia una trasposizione della paura del diverso e quindi del sentimento razzista dell'autore e non escludo che qualcuno l'abbia fatto in altra sede.
    Sicuramente c'è una possibilità che ci sia del vero: ma quanto?
    Come hai scritto tu Vic, Lovecraft era un uomo profondamente contorto: non del tutto malato di mente o disturbato, ma nemmeno equilibrato.
    Quale artista lo è davvero comunque?!
    Spendo qualche riga per dire qualcosa al riguardo se non vi dispiace: musicisti, pittori, scrittori ecc.....i più grandi possiedono una sensibilità che li porta inevitabilmente a camminare fra le montagne della follia (ok, forse non era necessaria la citazione, per giunta capisco che non sia del tutto appropriata, ma spero mi perdonerete: l'occasione era troppo ghiotta :P).
    Grandi cretori di bellezza e meraviglia magari, ma quanti di loro non avevano una poersonalità anche solo vagamente borderline? O qualche tendenza suicida? O problemi di dipendenza da alcool, farmaci e droghe? O anche solo qualche momentaneo, imbarazzante tracollo emotivo?
    Quello che voglio dire è che come molti scrittori di genere, probabilmente le creazioni di Lovecraft sono per lo più uno "sfogo" dei suoi incubi, incrocianti con alcuni miti già esistenti (questa non è mia: tempo fa ho letto da qualche parte una teoria secondo la quale i grandi antichi e degli esterni siano "nati" a partire da certe antiche e misconosciute divinità mesopotamiche......io non ne sono molto sicuro, o quantomeno penso che l'influenza sia meno profonda di quanto si creda; di certo non ho approfondito l'argomento).
    Era quindi (sempre a mio avviso) un uomo che esorcizzava i suoi demoni personali cercando prima di tutto di identificarli, di dare loro una forma. Una forma di carta, inchiostro e parole, ma comunque un aspetto (per quanto inquietante) che gli permettesse di identificarli per combatterli a modo suo.
    Sì, lo so! Questa è psicologia spicciola. La verità è spesso molto più complessa. Ma come ho scritto (comunque per sicurezza lo ripeto qui) la mia è solo un'ipotesi.

    Tornando all'argomento principale, se ricordo bene, era un razzista, ma un razzista innocuo.
    Del tipo che non capiva il razzismo e che di conseguenza non lo abbracciava come facevano altri: era soprattutto un uomo del suo tempo, cresciuto a pane, £$%§zate e (questo non lo sapevo per certo, ma mi fido della parole di Vic) abusi che hanno finito per segnarlo.
    Mescoliamo il tutto e cosa viene fuori?
    Alla fine Lovecraft poteva avere idee retrograde su etnie diverse, ma la sua era ignoranza ereditata, non vero fanatismo, ne tantomeno odio. Come ha scritto Vic, era un uomo innocuo.
    Me lo immagino capace più di mettere in imbarazzo se stesso che a disagio un altra persona, uscendosene con qualche assurda teoria paleoscentifica sui limiti intellettuali di questa o quall'altra razza, o trattando un uomo di colore, un indiano americano, o un cinese, come dei cavernicoli o dei primati superstiziosi e a malapena senzienti. Non per cattiveria, ma perché crede che altrimenti non lo capirebbero, o qualcosa del genere.
    Insomma: quel tipo di comportamento strambo e scorretto, ma sempre più ridicolo che offensivo, che ad una persona strappa uno sguardo perplesso e un pensiero tipo "Ma che è ubriaco questo?", o magari un cazzotto in faccia e morta lì.
    Insomma: me lo immagino innocuo, ridicolo, più dannoso per se stesso che per altri. Fossero tutti così i razzisti!

    Parentesi: l'ideaologia razzista in se non è affatto innocua e per l'appunto la maggior parte dei razzisti non sono innocui manco per scherzo.
    Quindi capisco che con i tempi che corrono e di conseguenza, che sia importante lanciare quanto più possibile un messaggio di tolleranza zero!
    Non credo che decidere di "disonorare" Lovecraft come è stato fatto, farebbe risentire più di tanto lui personalmente.
    E credo sia una scelta più o meno motivata.
    Perché "più o meno"? Perché onestamente, è una goccia nel mare, visto il problema di cui parliamo: una decisione politicamente corretta, innocua (nel senso di poco determinante, nel panorama generale del problema del razzismo nel mondo) e forse proprio perché innocua, non necessaria.
    Per la serie: "vuoi fare qualcosa di serio contro il razzismo? Fallo! Altrimenti lascia perdere!"
    Però, però.....pensarla così è forse troppo presuntuoso.
    In fondo io che ho fatto? Nemmeno questo.
    Si poteva insomma fare di più, magari anche senza mancare di rispetto a questo autore che nel su piccolo è una pietra miliare (o quasi) di un intero genere letterario (e forse di due a voler guardare la cosa in maniera più "ampia"). Non lo so onestamente: in attesa della soluzione vera e propria (sperando ci sia), una goccia nel mare è comunque meglio di niente e questa pallida sfumatura del giusto spirito, il desiderio sincero di liberarsi di un'ideologia sbagliata, va apprezzata e rispettata in quanto tale!

    Tornando a Lovecraft un altro po' prima di concludere, mi viene da fare un'altra considerazione puramente ipotetica: è facile rompere un bambino.
    Ovvero: è facile crescerlo male e trasformarlo in qualcosa che non è.
    Non ne ho idea: di nuovo, non sono uno psicologo, ma ho la mia esperienza personale di persona "spezzate" dai genitori, dalla società, dalle avversità o da tutte queste cose insieme!
    Quindi non credo di essere nel torto.
    Nel caso di Lovecraft però io guardo al risultato e quello che vedo, non mi dispiace: citando ancora Vic, parliamo (come ho già scritto) di un uomo che magari poteva snocciolare cavolate razziste e perfino offendere, che forse è stato influenzato marginalmente anche nella sua produzione letteraria. Che era portatore sano (ma non contagioso, badiamo bene) di un'ideaologia ereditata e palesemente sbagliata, ma che comunque non ha mai odiato davvero qualcuno per il colore della pelle o roba del genere.
    Non si è messo un cappuccio in testa andando in giro ad impiccare poveracci presi a caso per la strada.
    Non era un fanatico che faceva apostolato di razzismo radicale.
    Che tutto considerato non ha ceduto a nessun comportamento davvero malvagio.
    Come è successo?
    Fortuna?
    Può darsi! Di sicuro anche quella serve.
    Voglio però credere che nel profondo, abbia trovato qualcosa di più che strani uomini pesce (ora la smetto, prometto). Forse un giorno questo scrittore (che come ha detto Vic, aveva i suoi limiti, ma è stato comunque capace di passare alla storia), quest'uomo disturbato e strano si è svegliato e si è guardato dentro e ha trovato il modo di affrontare qualcosa di orribile che gli cresceva dentro e di NON essere la persona peggiore possibile che poteva diventare!

    In conclusione, non mi scandalizzo per questa scelta di togliere il suo nome da un premio letterario, ne la approvo. Non c'è una posizione giusta o sbagliata in proposito, per tutti i motivi che ho scritto.
    In effetti, in questo caso, non mi interessa averla una posizione universalmente nel giusto!
    C'è la mia posizione e poi ci sarà/saranno quella/e di tutti gli altri: per quel che mi riguarda, Lovecraft rimane uno degli scrittori che apprezzo, quello che ha scritto non ha fatto di me un razzista o un fanatico di qualche genere e tanto mi basta.
    E nessuno dei tratti politicamente scorretti della sua personalità mi porterà a bruciare l'antologia dei suoi racconti^^.
     
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    Mi è piaciuto molto il tuo pensiero, Vandal. Lo condivido, ma voglio aggrapparmi a questo pezzo più di te:
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    "vuoi fare qualcosa di serio contro il razzismo? Fallo! Altrimenti lascia perdere!"

    È questo che non sopporto dei giustizieri sociali della domenica, non fanno mai nulla di concreto, quel che hanno fatto qui non era necessario, attaccare e avvilire artisti (che dalla mia esperienza personale posso dire che per la maggior parte dei casi sono innocenti) è tutto ciò che fanno, sono obbiettivi facili che difficilmente riescono a difendersi, soprattutto nel nostro caso, visto che Lovecraft è morto. Qua l'unico effetto che hanno sortito è stato danneggiare la sua dignità artistica a mio parere.
    Un giorno saranno capaci di attaccare il dollaro per togliere l'immagine di Washington, che ebbe schiavi neri.

    CITAZIONE
    Insomma: quel tipo di comportamento strambo e scorretto, ma sempre più ridicolo che offensivo, che ad una persona strappa uno sguardo perplesso e un pensiero tipo "Ma che è ubriaco questo?", o magari un cazzotto in faccia e morta lì.
    Insomma: me lo immagino innocuo, ridicolo, più dannoso per se stesso che per altri.

    Così è descritto nel terzo volume di Atomic Robo, quando crede che Robo sia il servo di colore di Tesla e gli parla come fosse Tarzan.

    CITAZIONE
    era soprattutto un uomo del suo tempo, cresciuto a pane, £$%§zate e (questo non lo sapevo per certo, ma mi fido della parole di Vic) abusi che hanno finito per segnarlo.

    Si, sua madre abusò psicologicamente di lui e la sua famiglia era afflitta da malattie mentali. Fra le altre cose, la madre gli proibiva di uscire di casa con la scusa che fosse troppo brutto per stare in pubblico.
     
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    CITAZIONE (Victor Von Doom @ 14/11/2015, 17:57) 
    Mi è piaciuto molto il tuo pensiero, Vandal. Lo condivido, ma voglio aggrapparmi a questo pezzo più di te:
    CITAZIONE
    "vuoi fare qualcosa di serio contro il razzismo? Fallo! Altrimenti lascia perdere!"

    È questo che non sopporto dei giustizieri sociali della domenica, non fanno mai nulla di concreto, quel che hanno fatto qui non era necessario, attaccare e avvilire artisti (che dalla mia esperienza personale posso dire che per la maggior parte dei casi sono innocenti) è tutto ciò che fanno, sono obbiettivi facili che difficilmente riescono a difendersi, soprattutto nel nostro caso, visto che Lovecraft è morto. Qua l'unico effetto che hanno sortito è stato danneggiare la sua dignità artistica a mio parere.
    Un giorno saranno capaci di attaccare il dollaro per togliere l'immagine di Washington, che ebbe schiavi neri.

    Ecco, io intendevo proprio questo, ma voglio precisare di nuovo che in definitiva, io non giudico sbagliata questa scelta in particolare.
    Ne non la giudico giusta!
    Hai ragione quando scrivi che la dignità artistica di H. P. Lovecraft può uscirne danneggiata e questo è male ed è vero che come iniziativa a condanna del razzismo è debole e per giunta basata su un'analisi del personaggio (lo scrittore) decisamente incompleta.
    Ma così come non biasimo Lovecraft per aver avuto i suoi ridicoli e antidiluviani pregiudizi, così non biasimo chi ha fatto questa scelta: entrambi, se sono colpevoli di qualcosa, è di essere figli del loro tempo.
    Al giorno d'oggi come hai giustamente fatto notare, è davvero troppo facile cadere vittima di quello che a me piace definire "attivismo all'acqua di rose". In realtà, è una tendenza che non è figlia esclusivamente del XXI° secolo: quando marcio sulle ong è saltato fuori solo di recente, ma di fatto aveva origine negli anni '90 se non prima?!

    Questo comunque è un caso molto meno grave ovviamente: si parla comunque di attivisti fra virgolette. Gente che ancora non sa bene che tipo di battaglia sta combattendo e come dovrebbe combattere ed essendo figlia di un tempo in cui si cerca la soluzione veloce ed efficiente, ma in caso meglio quella veloce, finiscono per essere sciatti e inconcludenti malgrado tutto il bene che vogliono fare.
    Quantomeno questa è l'impressione superficiale: e non dico che non sia corretta Vic, bada bene! La mia sfiducia nell'umanità è molto radicata in tal senso.
    Però, è anche vero che non so quali erano le intenzioni di coloro che hanno pensato questo "gesto dimostrativo" o come lo vogliamo chiamare, decisamente maldestro.
    Voglio pensare che vi fossero buone intenzioni dietro questa scelta e quelle non si possono condannare!
    Conosco il proverbio, ma qui siamo lontani dall'Inferno direi: come si perdona un uomo segnato da una vita con genitori passimi e un'edcazione alquanto retrograda, si può perdonare qualche giovane che ha ceduto alla tentazione di una facile vittoria.
    Bisogna anche capire, che le vittorie importanti, i grandi traguardi, sono difficili da ottenere.
    Alle volte la frustrazione ci porta a rifugiarci in soddisfazioni più semplici. Alle volte, si prova ad ottenere un grande obbiettivo non con un'azione decisiva ed epocale, ma con pazienza attraverso piccole vittorie.
    Io credo, lo ripeto, che le intenzioni fossero buone. Per quanto maldestro era un qualcosa che è stato fatto nel senso giusto, sbagliando tutto sì, ma sempre più di quello che fanno molti che magari insultano un politico razzista standosene seduti al bar ma poi si girano dall'altra parte se un paio di naziskin bastonano un poveraccio die xtracomunitario solo perché magari gli girava così!
    E diciamolo: il risultato non è nemmeno troppo dannoso.
    Quindi mi perdonerai Vic se la mia indignazione non è pari alla tua.
    Sì: concordo con te che Lovecraft non meritava di essere apostrofato come razzista perché era indubbiamente più complicato di così.
    Ma lui non c'è più le scemenze, quindi le calunnie, le semplici inesatteze sulla sua persona non le può sentire e se le sente pare che non gli importi molto. E credo che la gente che teneva i suoi libri in casa, farà come me e non li butterà via all'improvviso per questo e finché la sua arte sopravvive da qualche parte, lui è immortale.
    Alla fine è solo questo che conta per un artista!

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    Insomma: quel tipo di comportamento strambo e scorretto, ma sempre più ridicolo che offensivo, che ad una persona strappa uno sguardo perplesso e un pensiero tipo "Ma che è ubriaco questo?", o magari un cazzotto in faccia e morta lì.
    Insomma: me lo immagino innocuo, ridicolo, più dannoso per se stesso che per altri.

    Così è descritto nel terzo volume di Atomic Robo, quando crede che Robo sia il servo di colore di Tesla e gli parla come fosse Tarzan.

    Rendeva l'idea, sì: per rendere meglio l'idea, per la mia descrizione ho attinto un po' alla mia immaginazione e un po' a questa versione del personaggio reale piuttosto romanzata^^ (ma che considero molto attendibile, entro i suoi limiti).
    Ho anche usato come riferimento alcune esperienze personali: non con Lovecraft, ma con alcune persone anziane di cui non dirò il nome ne i rapporti che ci legano, che erano state cresciute e avvelenate con certi pregiudizi e forse anche un pochino complessate. Di certo alcuni di loro avevano fobie un pochino fantasiose.
    La versione romanzata di Lovecraft di cui si parla, assomiglia quindi molto di più ad una persona reale di quanto si potrebbe credere.

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    era soprattutto un uomo del suo tempo, cresciuto a pane, £$%§zate e (questo non lo sapevo per certo, ma mi fido della parole di Vic) abusi che hanno finito per segnarlo.

    Si, sua madre abusò psicologicamente di lui e la sua famiglia era afflitta da malattie mentali. Fra le altre cose, la madre gli proibiva di uscire di casa con la scusa che fosse troppo brutto per stare in pubblico.

    Mi ricorda qualcosa!
    Anzi: due cose, a voler essere davvero precisi!
     
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  13. Luxdex74
     
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    Ciao a tutti. Sono capitato qui più che altro per l'argomento in questione. Sono ovviamente un grande appassionato di Lovecraft e la notizia non può farmi piacere, direi per niente. Ho letto la notizia, pare che tutto si sia sviluppato qualche anno fa, venne premiata un'autrice Nigeriana, la quale rimase sbigottita e contrariata trovando in una poesia di HPL riferimenti chiaramente razzisti sulla razza negra, o nera, o di colore. Insomma pregiudizi razziali, questo è il sunto. Tutto ciò non può far piacere, tuttavia mi sembra che si sia scoperta l'acqua calda. Non è una novità questo presunto razzismo di Lovecraft. Se ne è parlato e riparlato, già Houellebecq ne aveva trattato recentemente l'argomento.
    Però, c'è un però... Ossia l'ambiente, il tempo, la società in cui si vive e cresce. E questo è un qualcosa che spesso sfugge, parliamo di un paese dove lo schiavismo era stato ufficialmente abolito non molto tempo prima, dove il Ku Klux Klan era tollerato, dove ancora oggi si parla di razzismo e di integrazione, cose direi di cronaca molto attuale. Questo non per giustificare, ma perché ignorare ciò è semplicemente sbagliato.
    Inoltre in Lovecraft più che di razzismo, anche se ve ne sono tracce, si può parlare chiaramente di xenofoboia. Egli era chiaramente fobico, addirittura nel suo soggiorno a New York questa fobia si trasformò in paranoia, qualcuno narra che per la paura andasse in giro con del veleno pronto da ingerire come emergenza estrema. Di questo stiamo parlando.
    Poi si dimentica tutto il resto, cioè che aveva amici Ebrei, che sposò una donna anch'essa ebrea. Si dimentica, questo si legge in tutta la corrispondenza che abbiamo a disposizione, la predisposizione che aveva per aiutare gli altri, spesso lanciò scrittori riscrivendo in toto le opere che gli avevano proposto, senza lasciare il proprio nome in bella vista. A mio avviso era una persona di grande profondità e umanità, con qualche problema è anche vero, con pregiudizi legati al tempo o alla società, chiaramente non possiamo assolverlo, questo no, ma almeno provare a capirlo forse si.
    E il contributo che ha lasciato alla narrativa è enorme, una persona che durante la propria esistenza visse di stenti, correzioni di scritti altrui e si ritagliava il tempo per poter scrivere le proprie opere, credendo in principi che farebbero impallidire gran parte di letterati, non solo della sua epoca, ma credo di qualunque epoca. Un uomo che cercò di vivere per la propria arte.
    Ecco, si sono dimenticati qualcosa e sono riusciti a banalizzare così una grande persona, oltre che un grande artista.
     
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    Vandal, mi piacerebbe poter sopportare questi comportamenti quanto te, ma non posso.
    Siamo nel 2015, così come non c'è scusa per il razzismo (inteso che un razzista è feccia senza possibili scusanti) non c'è scusa per essere così stupidi, avere priorità così basse e vivere di doppi standard e ragionamenti altrettanto tossici, sapessi quante ne ho lette a riguardo, questo è un fatto minore a confronto, ma fa più danni (relativi) che altro.
    Dici che anche loro sono figli del nostro tempo, quindi forse un giorno vedranno questa linea di pensiero come un reazionismo eccessivo e verrà perdonato, ma vivendo nel presente non riesco a pensarla in questo modo e a onor del vero la stupidità e l'ignoranza sono piaghe di ogni epoca, la risposta è aprire la mente ADESSO. Molte persone istruite e intelligenti scelgono di non essere così e pensano in modo logico, quindi per me i moralisti non hanno scuse.
    Sembrerò una specie di idiota o quantomeno eccessivo, insomma, stanno togliendo un'onorificenza a un razzista, ma ci sono troppe cose in mezzo per permettermi di vedere positività in questo fatto, come sostegno sempre, è importante il contesto.

    CITAZIONE
    Mi ricorda qualcosa!
    Anzi: due cose, a voler essere davvero precisi!

    Se parli di fatti personali, mi dispiace molto Vandal.
     
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21 replies since 13/11/2015, 01:24   441 views
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