Membro dei Vendicatori
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Siccome per i miei standard da insonne è ancora presto, provo a valutarli brevemente in ordine cronologico piuttosto che individuare i migliori. -Iron Monger: l’MCU si apre con un cattivo di spessore, in linea con il livello alto di un film che, ad oggi, resta ancora una delle migliori prove degli Studios. L’interpretazione impeccabile di Jeff Bridges conferisce ulteriore caratura al personaggio, che sebbene non esuli dell’archetipo dell’uomo d’affari subdolo, senza scrupoli e gelido come l’industria a cui ha votato la sua intera esistenza trasuda carisma e buca a più riprese lo schermo, ancora libero dai vincoli del giogo che, bene o male, rappresenta il dazio da pagare imposto ad ogni villain del MCU relegando ognuno di essi al ruolo di vittima sacrificale da dare in pasto all’eroe di turno. -Abominio: certi di ‘sti film li ho visti a malapena una singola volta quando uscirono in sala, perciò il ricordo che ne serbo è sbiadito. Hulk è uno di questi, tanto che più che veri e propri risvolti di trama ripensandoci mi tornano in mente giusto una serie di sensazioni relativamente positive, seppur fortemente sfocate. Di Blonsky ricordo che ad intepretarlo vi fosse Tim Roth, il che è un ovvio plus, ma anche che la sua prova si distinse soprattutto quale primo esempio di cattivo architettato esclusivamente in funzione del suo avversario, più espediente di trama che personaggio a tutto tondo. Alcuni elementi erano potenzialmente interessanti, come la brama di potere che degenera in ossessione culminando nella rinuncia ad ogni scampolo di umanità residua, ma il tutto era fin troppo abbozzato per poter essere realmente apprezzabile. Nota positiva il lato estetico, minaccioso e disturbante al punto giusto, tanto da riscattare in parte la cappa di anonimato generale. -Whiplash: cattivo macchiettistico per un film con molti più difetti che pregi. Il connubio attore di peso/personaggio monodimensionale si dimostra più saldo che mai, attestandosi su nuove vette di banalità, tanto da spingere gli sceneggiatori a tirar fuori dalla naftalina, nel duemila-fottuto-dieci, lo stereotipo reaganiano del russo beone con l’accento da parodia becera capace di rievocare, con la sua sola ingombrante presenza, atmosfere anacronistiche da piena guerra fredda. Scelta che appare uno spreco ancora maggiore se si pensa a come Vanko riesca lo stesso a fregiarsi di una certa presenza scenica, seppur venata di grottesco. -Loki: del Loki del primo Thor non ricordo assolutamente una sega, perciò tanto vale dare un unico giudizio che ne inquadri l’intero percorso di evoluzione. È certamente un personaggio complesso, forse quello più eterogeneo e sfaccettato tra i tanti cattivi della scuderia cinematografica della Marvel, ma è emblematico che riesca a scrollarsi di dosso la maledizione del villain sottiletta soltanto trascendendo la categoria e consolidando il proprio ruolo di antieroe. Al netto delle lodi sperticate delle frotte di fangirl e fanboy pronti a dare la vita per difenderlo, è abbastanza pacifico ammettere si tratti della versione annacquata della controparte cartacea che, ironicamente, è forse uno dei pochi personaggi ad aver giovato delle contaminazioni dei film integrandole in modo logico e coerente con il quadro pregresso. Onore a Gillen. Tornando a quello di Tom Hiddleston, invece, buono l'assunto che bocciarlo sarebbe pregiudizievole è da riconoscere come anch’egli soffra della sindrome del cattivo MCU: scene come quella del pestaggio di Hulk in Avengers restano tutt’ora indelebili per l’indecenza. -Teschio Rosso: chi? Origini stravolte, caratterizzazione sofferente di ognuno dei cliché già visti in precedenza, dalla corsa allo stereotipo, che paradossalmente nel caso di Schmidt nemmeno stona più di tanto non allontanandosi poi troppo dall’icona del folle gerarca nazista nemmeno nei fumetti, al sacrificio sull’altare del buono fino allo spreco di un attore della madonna come Weaving, talmente disgustato dall’esperienza da aver salutato per sempre sbattendo pure la porta. L’aspetto in stile The Mask ustionato dal sole non aiuta, no. -Killian: uno scempio sotto ogni punto di vista, un po’ come tutto il film in cui campeggia. Pessimo il ricorso ad Extremis, imbastardito squallidamente, terrificante il trattamento riservato al Mandarino, una ferita aperta imperdonabile sia in riferimento alla promozione della pellicola, che insinuava tutt’altro sfiorando la pubblicità ingannevole, sia se si pensa che una tale genialata poggia sull’aver gettato alle ortiche il contributo di un Kingsley che come Mandarino appariva tremendamente in parte. Una merdata di proporzioni epiche. -Malekith: la tendenza di svilire attori potenzialmente in grado di reggere da soli il peso della pellicola continua con Malekith ed Ecclestone, episodio che personalmente ritengo ai limiti dell’affronto personale visto l’affetto che provo per l’ex Nono Dottore. Dell’Elfo Oscuro non ricordo assolutamente nulla, il che è eloquente, ad eccezione del profondo rammarico per aver perso l’occasione di far interpretare un cattivo dal taglio shakespeariano ad un professionista che aveva già dimostrato di avere nel proprio repertorio i numeri consoni. -Bucky: Barnes rientra appieno in quella scala di grigi in cui dimora Loki, e nascendo al di fuori della mentalità usa e getta che compete alla gran parte dei suoi colleghi del MCU si fregia tanto di una crescita spalmata su più film sia del ruolo di antieroe che, almeno in WS, ne fa una vera e propria nemesi del Capitano, silenzioso, spietato ed inesorabile. Ottima presenza scenica, buona prova attoriale, eccellente pellicola d’esordio. Uno dei migliori in assoluto, ma soprattutto per quell’ambiguità di fondo che in tempi relativamente brevi l'avrebbe strappato a forza dalle fila dei villain. -Ronan: l’Accusatore è un caso peculiare, ché è tanto convincente alla vista, minaccioso e solenne come la controparte cartacea, quanto scialbo, anonimo e dimenticable non appena dalle foto pubblicitarie si passa al film vero e proprio. Che lo batta la forza dell’ammore non gioca a suo vantaggio, anzi. -Ultron: avrei voluto farmelo piacere. Pregavo che riuscissero a replicare l’aura di incubo tecnologico, letterale incarnazione del progresso che realizza l'essenza di anello debole della vita organica soffocandola con la stessa, fredda solerzia di un computer che ottimizza le sue routine che tanto bene i fumetti comunicano solo per poi trovarmi di fronte ad un’esemplificazione fin troppo riduttiva, che dalla seconda metà del film soffre un tracollo che raggiunge il fondo del baratro nel sistematico pestaggio del coglione di giada. Restano alcuni acuti notevoli, come tutta l'introduzione al limite dell’horror, e la metafora distorta di Pinocchio. Anche a livello estetico ritengo si potesse osare di più. -Calabrone: chi? parte seconda. Anonimo come pochi, memorabili giusto la corazza e la morte da povero stronzo. Tutto sommato un aborto funzionale, perlomeno, ché il film è spassoso. -Zemo: personaggio che riesce proprio per la natura anticonformista che lo caratterizza rendendolo più una miccia della diatriba che la vera, palese nemesi della pellicola. Grande prova di Brühl e notevole che, di fatto, vinca pur essendo sconfitto. Ennesima riprova che approfondire gli antagonisti ripaga, così come conferirgli delle motivazioni più credibili del compiere il male per il bene del male, parafrasando Wilde. Zemo, per certi versi, appare quasi un preludio a Thanos, mosso com’è da ideali che si attestano sulla sottile linea di demarcazione tra il condannabile ed il condivisibile, criminosi ma capaci di suscitare un moto di compartecipazione. -Kaecilus: chi? parte terza... e poi, non dovrebbe essere Dormammu - sono venuto a patteggiare - ? Non che cambi molto, ché lo stregone è indistinguibile dallo sfondo tanto poco risalta ed il demone un risvolto di trama in CGI. Medaglia al disonore a sceneggiatori capaci di far sembrare piatto Mikkelsen, questa si una vera magia. In definitiva, il film è molto bello, loro no. -Ego: partiamo dal presupposto che Russell con me vince facile. Faziosità a parte, credo resti comunque uno degli esperimenti meglio riusciti del MCU, crudele come pochi ma carismatico ai limiti del magnetico, regale ed anche anche accogliente ad un primo sguardo, lucidissimo nella sua follia distruttrice che, per assurdo, se riletta in un’ottica che trascende platealmente il piano umano si epura di buona parte delle componenti più scabrose, tramutandosi in una sorta di opera di purificazione su scala universale che resta inconcepibile ai nostri occhi, ma molto più comprensibile se rapportata alle proporzioni etiche e morali di un letterale pianeta vivente. -Avvoltoio: grande prova di Keaton, che si rimangia quanto asserito dopo Birdman, e grande personaggio questo Avvoltotio che ricorda agli spettatori la natura multiforme ed eterogenea del male, subdolo a celarsi nelle mire di conquista mondiale del megalomane tanto quanto in un padre di famiglia che si vota al crimine per preservare il tenore di vita dei propri cari. Da brividi la scena del dialogo in macchina con Peter, grande intensità e tensione soffocante. -Hela: si salva solo perché è la Blanchett, ché il personaggio è pressoché nullo se si eccettua una certa indole conturbante venata da un’ironia a tratti amara. -Killmonger: mi manca, shame on me. -Thanos: lo si loda in un intero topic, vince a mani basse
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