Nel Reame Dorato...

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    Partecipanti
    - Vingulv (TronoNero)
    - Ashura (IchigoMugetsu)
    - Blaze (Vandal)
    - Il Mercante (LeoKI)

    [ENTRATA]


    Varg
    PG: Varg, detto Vingulv
    LV: 3
    PE: 18
    Equip: Garmr, Hviske & Aske


    Era passato del tempo dall'incontro/scontro avvenuto ad Harlem. Varg passò il tempo seguente a continuare a visitare la città, sviluppando un notevole gusto per la birra di Midgard e cercando, quindi, sempre nuovi posti in cui gustarla. Si stava quasi abituando a quel nuovo mondo multicolore, fatto di luci notturne, persone variopinte e cose strane chiamate "sciroppo di glucosio-fruttosio". Garmr, il dispositivo regalatogli da Punk, lo aiutava a comprendere quello che vedeva e, insieme, era una perfetta mappa e quasi una conversazione per i momenti più solitari. Nonostante tutto quel tempo, però, non aveva mai smesso di considerarlo un marchingegno magico, nemmeno per un secondo. E come disse un famoso autore di libri di fantascienza "quella scienza che è sufficientemente avanzata da non essere capita, diventa magia". E questo è un caso perfetto di questa massima.
    La nostalgia, però, si faceva sentire. Varg voleva tornare nel Reame Eterno, voleva sentire odore di casa e le sue montagne, i suoi laghi. L'urbanizzazione onnipresente lo stufava, essendo lui, in una certa percentuale, un "lupo". Voleva foreste e castelli. E decise, quindi, di trovare un modo per andare a trovare il suo signore.
    Garmr... Iniziò. E cercò le parole, era sicuramente una domanda molto difficile e, quasi sicuramente, non avrebbe avuto una risposta. Avrebbe nondimeno tentato.

    Devo tornare alla mia patria, alle Guglie Dorate del Recinto degli Dei! Tu, fedele amico magico, sapresti indicarmi la via? Prese fiato. Portami dove è situato Bifrost! Dimmi: dove posso trovare il guardiano Heimdall? Non si era accorto bene del fatto, ma il marchingegno aveva iniziato a parlare non appena Varg ebbe detto la parola Bifrost. Bifrost, il Ponte dell'Arcobaleno, è la via di collegamento tra i reami di Asgard e Midgard. Il suo guardiano è Heimdall, detto il Dio Bianco, che, si dice, può vedere anche l'erba crescere. Varg sospirò. Grazie sodale, ma cerco la sua ubicazione! Devo tornare ad Asgard! Garmr riattaccò. Asgard è il Regno degli Dei Nordici, il nome significa letteralmente "Recinto degli Asi". Insieme agli altri Regni... Ma Varg perse la concentrazione e iniziò a riflettere su come poteva fare.
    La sua idea, facile all'inizio, richiedeva uno spazio diverso. Quasi sicuramente uno tra Heimdall e il mio Signore Thor starà ascoltando in questo momento, o starà vedendomi. Sapeva che stabilire il collegamento tra i due mondi era poca cosa per il Padre di Tutti, ma sapeva anche che in alcuni punti il collegamento poteva essere più facile o difficile.
    Forse poteva trovare un posto.

    Camminando per la città, osservò le varie scritte che, col tempo, diventavano sempre più comprensibili. Avrebbe voluto scegliere un posto sacro agli Dei di Asgard, avendo sentito che a Midgard vi erano molte entità classificate come "Dei". Aveva anche sentito un gran parlare di un tale figlio di falegname morto su una croce. Strana gente, quella che venera uno sconfitto. Si riempiono la bocca del fatto che è risorto dalla morte, quando il mio Signore ha fatto ben di meglio! Pensò. Ma come trovare un posto adatto per un canale tra i due mondi? Senza idee, e avendo perso qualunque volontà di interpellare Garmr, decise di camminare a caso. Voleva un'ispirazione. E quindi finì nel pub più vicino.
    A New York nessuno si stupiva se un vichingo entrava da qualche parte, armato di tutto punto, e chiese una pinta di birra, che vuotò in meno di un minuto. In seguito, come sempre accadeva, se ne andava come se nulla fosse, non sapendo ancora come fare a ricavare dei "soldi", qualunque cosa fossero. Finora, vuoi per la velocità di bevuta, vuoi per il suo aspetto grezzo e poco raccomandabile, nessno lo aveva mai fermato. E camminò tutta la mattina, fino a che non vide qualcosa di buono.
    Una costruzione come tante altre, ma la targa lo aveva conquistato. Forse la fortuna era con lui, dopotutto! Rimase affascinato dagli stendardi. Erano due, uguali, uno a destra e uno a sinistra: recanti questo stemma di colore nero, in campo rosso.


    Qualcosa dentro Varg si mosse. Non era quello, forse, il sacro simbolo detto Valknut? Il vessillo di Odino? Odino, ricordava il guerriero, era il passato Padre di Tutti, genitore del Dio del Tuono. Dio della saggezza e della poesia eroica, era detto anche il Padre dei Corvi, motivo per cui, forse, in mezzo agli stendardi vi era scritto Comunità Odinista di New York - Sala del Corvo. Lesse ad alta voce, tentennando. Forse aveva trovato dei mortali con del sale in zucca, finalmente. La cosa che non gli quadrava era il riferimento ad Odino... Magari quei mortali non sapevano del passaggio di scettro, magari poteva dirglielo lui... Decise di pensarci su del tempo e si sedette su un muretto là vicino, posando le armi per terra. Vide uscire dall'edificio un uomo barbuto con un amuleto fatto a foggia del Mistico Maglio Mjolnir sul collo. Era un'ulteriore conferma. Probabilmente avrebbe trovato delle informazioni all'interno. Sperava potessero riconoscerlo quale servitore del Possente Thor. Amico Garmr, cosa sai dirmi di questi uomini giusti? Perchè, invero, saranno degli individui di una certa caratura! Comunità Odinista di New York... Ripetè.
    Si tratta del tempio pagano Asatru più antico della città, fondato da Pelle Ohlin nel 1992. Pelle era uno svedese che aveva vissuto del tempo anche in Norvegia. Dopo un passato nella musica, espatriò e, coi pochi soldi che aveva, fondò questo tempio. Si trattava di una costruzione piccola e modesta ma, col tempo, e anche grazie alle gesta di Thor nei Vendicatori, crebbe di dimensioni e il numero dei fedeli aumentò esponenzialmente.

    Che gli Dei abbiano in gloria questo Pelle! Disse Varg ad alta voce. Guardò nel cielo, delle nuvole si stavano ammassando. Forse Thor si era arrabbiato o lo stava semplicemente osservando. Doveva decidere in fretta cosa fare.
    Entrare? Urlare al cielo sperando che il suo Signore lo sentisse? Lo avrebbe deciso presto.

    Edited by TronoNero - 5/3/2020, 22:06
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    Danza dei Fiori di Ciliegio, Borsa del Cibo


    [ENTRO]

    Un leggiadro frusciare di foglie era l'unico rumore presente. Oltre ad esso, non un singolo suono spezzava il silenzio che aleggiava in quel luogo. Nessun insetto che zampettava qua e la sui rami di quell'immenso albero; nessun passerotto che cinguettava allegro fra le fronde. Nemmeno il respiro dell'unico essere vivente fatto di carne presente produceva suono che non fosse in sintonia con l'aria, mischiandosi ad esso in una maniera sopraffina a tal punto da risultare impercettibile. Il torace si muoveva a malapena, dando l'impressione che quell'essere fosse morto; in realtà, in quel momento, era più vivo che mai: era totalmente immerso nell'ambiente che lo circondava, tanto che il suo battito cardiaco era in sintonia con quello della terra e del gigantesco albero. Estraniarsi da se stessi, mantendendo non altro che un flebile legame col proprio corpo, contemplando ogni singola sfaccettatura del luogo circostante, ma allo stesso guardarlo nella sua interezza; percepire e capire il flusso vitale che attraversava ogni cosa, per poter così comprendere il vero significato dell'esistenza.
    Quello era uno degli obiettivi che i Monaci Bianchi cercavano di raggiungere attraverso la contemplazione del Tutto, durante le sessioni di meditazione. Si dice che solo il Gran Maestro, il primo Wukong ed il più potente servo di Libra, sia giunto alla Vera Illuminazione.
    Ashura, invece, era ben lungi da quel traguardo. Per ora, almeno. Il suo spirito iniziò a ridimensionarsi, fino a tornare alla dimensione standard di 3 metri di raggio, come una sfera attorno al suo essere, invisibile agli occhi di chiunque non sia in grado di percepire la vera essenza delle cose.
    Il giovane emise un leggero sbuffo, mentre si alzava con tranquillità. Sgranchì un poco il suo corpo, per constatare se le ferite ed i danni subiti ad Harlem se ne fossero andati del tutto. Fu contento del risultato. Anche il suo Ki ora era in completa sintonia con quello di Terra-725, il suo universo di competenza.

    Finalmente in perfetta forma! Questa 10 giorni di meditazione hanno dato i risultati sperati! Ahahahah!

    Si diresse allora verso una delle pozze che costellavano la base del gigantesco albero che si ergeva in quella sua personale semi-dimensione. Diede solo una rapida occhiata verso le fronde più alte, le quali ospitavano il Tempio vero e proprio. Distolse subito da esso la sua attenzione: sapeva che ancora non era giunto il momento per lui di schiuderne le porte.
    Una volta raggiunta una delle superfici d'acqua, si spogliò, immergendosi nell'acqua. Subito la temperatura gelida gli fece salire brividi micidiali lungo la schiena, tanto da far rizzare anche i peli della coda.

    Mannaggiaaaa! Proprio quella più fredda mi doveva capitareee!



    Una volta che ebbe completato il suo bagno, si rivestì, mentre ancora sbatteva leggermente i denti. Mmmmpppff... E questo vorrà dire che la prossima volta mi toccherà di sicuro quella bollente. Sigh... Per consolarsi, affondò la mano nella sacca assicurata al suo fianco, estraendo una succulenta coscia di pollo. La addentò con ancora lo sguardo triste, ma non appena i suoi denti staccarono il primo morso, ed esso, dopo un paio di rapide masticate, gli discese lungo la gola, un sorriso smagliante tornò padrone del suo volto. Ancora nel bel mezzo del pasto, un leggero alone nebbioso iniziò a crearsi attorno alla sua figura.

    Vediamo di andare un'occhiata in giro. L'ultima volta ho avuto l'occasione di vedere solo poco e niente.
    Erisdàr.


    Pronunciato quella parola, intrisa di potere, il cui significato sta ad indicare "Viaggio", nella Lingua Antica, la nebbia avvolse il suo corpo, per scomparire assieme a lui.



    Una coppia di fidanzatini stava camminando abbracciati l'uno all'altra, tranquilli, lungo uno degli affollati marciapiedi della Grande Mela.

    Ehi, quindi stasera vieni da me a mangiar... MA CHE CAZZO?!

    Stava dicendo lui, quando una figura atterrò improvvisamente al loro fianco, come se fosse caduta da qualche metro di altezza. Il giovane mutante, d'istinto, mollò un pugno verso quell'essere, il quale, senza guardare, lo afferrò al volo, bloccandolo con nonchalance. Il ragazzo rimase a bocca aperta, mentre il Wukong si metteva completamente dritto con la schiena. Quest'ultimo guardò verso l'alto, verso un piccolo banco di nebbia, che sparì giusto un paio di istanti dopo.

    Devo ancora prenderci la mano... Avevano ragione a dire che qui sarebbe stato più difficile in principio..

    Borbottò fra se a bassa voce, dopodiché addentò un nuovo boccone, mentre girava il suo sguardo a destra e sinistra, accorgendosi solo in quel momento di star stringendo ancora il pugno del ragazzo. Sgranò leggermente gli occhi, mollandolo immediatamente e compiendo un piccolo balzo indietro. Ingollò di colpo il pezzo di carne in bocca. Si mise la mano libera dietro la nuca, assumendo un'espressione imbarazzata.

    Scusate per il piccolo incoveniente, ma devo ancora allenarmi per bene. Ahahahahah!

    E, con rinnovata nonchalance, distolse l'attenzione dalla coppia (che rimasero a guardarlo inebetiti per un altro paio di secondi) e si incamminò dritto davanti a se. Bene, per oggi direi di studiare per bene questo luogo, per cercare di carpire il maggior numero di informazioni su questa nuova realtà. E nel mentre, occhi aperti. Una possibile minaccia all'Equilibrio potrebbe essere dietro l'angolo.
    Camminò per circa cinque minuti, guardandosi in giro curiosamente, catalogando ogni cosa strana o nuova nella testa, fino a quando non riconobbe una figura familiare poco più avanti, immobile ed intenta a fissare un edificio davanti a se. Ehi, un momento, ma quello non è...

    VAAAAAARG!

    Urlò a squarciagola, saltellando qua e la, agitando la mano nel tentativo di attirare la sua attenzione. Lo raggiunse in pochi secondi, con un sorriso bonario stampato in viso.

    Vedo con piacere che ci siamo incontrati di nuovo, mio amico Asgardiano. Cosa ti porta da queste parti?

    Chiese con tranquillità, mentre portava la mano destra, col pugno chiuso al petto, piegando leggermente il busto, in segno di saluto e rispetto.
     
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    BLAZE lv 10

    Beh...Sapevo che prima o poi sarebbero tornati, ma non era più semplice una telefonata?
    Lockjaw non aveva ovviamente una risposta per Jason e se l'avesse avuta non avrebbe potuto dargliela perché quella era una missione pericolosa e segretissima.
    Sì insomma: così gli avevano detto, giusto in caso.
    Davvero pensavano che avrei saputo a cosa serve questo affare? disse Jason sottovoce, osservando il cilindro metallico nelle sue mani con espressione meditabonda e un tantino stanca.
    Aveva visto roba del genere sol su internet, ma si augurò che non fosse la stessa cosa.
    Gli Inumani: la sua così detta seconda famiglia.
    La prima era finita bruciata, forse per colpa sua. Adesso non poteva bruciare più nessuno, ma Jason si augurò comunque che non avessero fatto un affare troppo brutto con quella scelta.
    Scelta che non rimpiangeva, ovvio: gli avevano salvato la vita. A più livelli, in effetti.

    Nella tenue luce del vicolo in cui era stato trascinato dal latrare del gigantesco cane della famiglia reale inumana (sì, anche pensarlo era strano e adesso ne aveva la conferma), sembrava leggermente dorato, ma alla "prova assaggio" non era oro.
    Aveva maturato una certa esperienza in materia, con tutti quegli strozzini e a proprietari di negozi dei pegni che frequentava.
    Giocherellandoci alla fine riuscì a capire che si apriva solo dopo aver analizzato impronte digitali, DNA e chissà quali altre invasioni della privacy.
    Dio benedica la regina...Vabbè: sono pure ateo...
    Ateo e non troppo attento al suo denaro.
    Il cilindro conteneva fra le altre cose, una piccola fortuna in diamanti.
    Non male visto il periodo di magra che attraversava (praticamente la sua vita era sempre un periodo di magra, sempre per quella sua scarsa propensione a pianificare con i risparmi).
    Quella era la carota, il bastone era più duro del previsto invece.
    Apparentemente gli Inumani erano rimasti alla pergamena con inchiostro e penna d'oca. In realtà non si fidavano molto di qualsiasi tecnologia che poteva essere hackerata con altra tecnologia.
    Non per faccende di una certa riservatezza.
    Blablablabla...mhmhmhmhmmm...Soldi...Mutanti...Blablablarobaregale...Viaggiare...Con te, certo. Sanno quanto odio il teletrasporto? Suppongo di sì.
    Boff!!! E immagino che non sia trattabile...No! Fermo un attimo...?...Sì! Sì avevo letto bene, c'è scritto proprio "Asgard".

    Lanciò a Lockjaw uno sguardo perplesso e un pochino minaccioso. Come se facesse una qualche differenza, ma comunque doveva sfogare la sensazione di aver abboccato ad un'esca troppo buona per essere vera.
    Non possono essere seri...E invece sì.
    Jason soppesò i diamanti nella sua mano.
    Bbbah... ringhiò appoggiando la mano sulla testa del cane.
    Sapeva che l'altro sapeva perfettamente cosa doveva fare in quei casi.
    Dì un po': ma davvero puoi portarci tutti e due fin là?

    Un attimo dopo poteva godersi la vista del Bifrost alle sue spalle.
    A proposito di domande stupide.
    Comunque c'era qualche piccola differenza: Lockjaw era sparito. Forse era tutto previsto o forse no. Di nuovo: Jason non era un esperto, a era abbastanza sicuro che teletrasportarsi e teletrasportarsi in una specie di dimensione parallela, non fossero la stessa cosa.
    In una nota a margine: i suoi vestiti erano parzialmente in fiamme. Niente che non avesse già passato.
    C'erano anche un centinaio di lance asgardiane erano puntate più o meno ovunque potessero infilzarlo a morte.
    I soldati dalla parte non sbagliata di quegli spiedi, portavano anche altre armi. Molte altre armi in alcuni casi: Jason poteva finire per apprezzare un uomo che amava gli strumenti di morte e mutilazione.
    Soprattutto perché farsi troppi nemici pesantemente armati poteva far male alla salute.
    Purtroppo aveva il sospetto di aver magistralmente preso a calci ogni opportunità di instarare un dialogo e che probabilmente non sarebbe andata a finire bene. Non con un semplice impalamento a catena per lo meno.
    Gli capitò di incrociare lo sguardo lapidario di Heimdall.
    Ovviamente (ma Jason questo non poteva saperlo) era stato lui a "vedere" il suo arrivo.
    "Beh: da ora in avanti può solo andare meglio, no?"
    Del resto che altro poteva pensare?

    Non ero troppo sicuro di questa scelta, ma ho preferito andare avanti a regolarmi di conseguenza dopo.
    Se qualcuno non fosse soddisfatto che vi preceda (seppure non troppo fortunatamente per il mio pg), cambierò il post di ingresso.
    Fatemi sapere. Ma solo se volete che lo cambi per favore.
     
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  4. LeoKI
     
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    Tranquillo.


    Il Mercante lv 8

    Armi:
    -Emeraude: una spada di acciaio asgardiano bagnata alla sua creazione con il fuoco di un drago. E' più resistente dell'acciaio normale ed è molto efficace contro i non morti grazie al fuoco del drago. Non è efficace contro le armi di adamantio o cose che, virtualmente, possono tagliare tutto. Se un soggetto contaminato da un infezione di tipo mistica perfora il punto in cui è stato infettato con la spada...l'infezione sparirà. grazie al fuoco del drago.

    -Pallone da calcio: un semplice pallone da calcio.

    Oggettistica:

    5xMoli: una pianta magica dalla forma di aglio nero. Ogni porzione di essi contiene quattro spicchi. Se i semi vengono ingeriti annullano cose come malefici e infezioni. Se ingeriti prima che il male venga arrecato il suo effetto fa da una resistenza a malefici e infezioni per 4 turni.

    -Specchio delle brame: un specchio rettangolare verticale col manico, può far vedere cosa è stato e cosa accade sul pianeta Terra es:(atmosfera, mare, sottoterra, crosta terrestre).

    -Fisarmonica magica: una fisarmonica che, quando suonata trasmette un senso di calma e pace indotto telepaticamente a chi ne ascolta il suono (tranne a chi la ascolta). Può essere usata per fermare le bestie rabbiose ed esorcizzare i fantasmi.

    -Freccia stucco: all'impatto rilascia una sostanza chimica particolarmente appiccicosa.

    - 1 katana di titanio , che può essere controllata a distanza per un massimo di 10 metri o fatta tornare indietro come un boomerang , che può funzionare anche da conduttori di calore e di elettricità.

    -La casa delle necessità: è una proprietà senziente che esiste in uno spazio-tempo distorto rispetto a quello normale.
    La casa ha un uso puramente interpretativo.
    Non si può accedere ad esso tramite i viaggi nel tempo o ai teletrasporti a meno di non esserne il legittimo proprietario.
    La proprietà inizia dove c'è la piccola muraglia che la circospezione.
    La casa è circondata da un fiumiciattolo d'acqua corrente salata che gira in circolo e il terreno viene, annualmente, tratto da campisanti.
    La casa è una villa in mattoni...come ingresso principale, c'è una porta rossa con un pomello argentato che permette al legittimo proprietario di far sapere che qualcuno è entrato nella casa, il loro karma e, quindi, se qualcuno è malvagio o buono.
    L'atrio è grande sette metri per sette, ha uno specchio alla destra e un appendiabiti alla sinistra.
    L'atrio da al corridio che, come una grande venatura, porta a tutte le stanze della casa.
    Il soggiorno è una grande stanza con cui si può accedere al giardino, tramite delle porte di vetro anti-proiettile scorrevoli vi è uno specchio mobile all'angolo.
    E' posto leggermente dopo l'atrio, alla sinistra e al suo opposto vi è la cucina.

    Il soggiorno è composto da mobili da antiquariato...
    al suo centro vi è un tavolo rettangolare, sopra un tappetto, con diverse sedie di contorno.
    Al di sopra del tavolo c'è una lampadario colorato di plastica.
    All'interno ci sono piante di aglio, moly e aconito poste su delle mensole che decorano l'ambiente.
    Di solito in questa stanza ci sono almeno sette incensi accesi su dei porta incensi (mirra, tabaqui, oppio etc) posti sulle diverse mensole.
    Il soffitto è arancione mentre le pareti verticali sono verdi e blu.

    La cucina è una cucina spaziosa con un tavolo rotondo al centro con tutti i gadget e le cose che ci sono in una normale cucina.
    Le pareti verticali di questa stanza sono rosse mentre il soffitto è arancione.
    In questa stanza c'è uno specchio quadrato appeso al muro.

    Dopo il tratto del corridoio che da sia alla cucina che al soggiorno, vi è una scala che da al piano di sopra e a destra si va verso il laboratorio e una scala verso il basso che da a un labirinto sotterraneo di mezzo chilometro che cambia continuamente forma.

    Al piano di sopra vi sono la camera dei tesori e la camera da letto collegate da un corridoio che le vede alle estremità
    opposte.

    La camera dei tesori è una porta d'acciaio argentata con su due stelle di Davide che contiene una sorta di enorme magazzino con tutti gli oggetti magici ottenuti dal mercante. La stanza, rispetto alla casa, è più grande all'interno.

    La camera da letto è posta all'opposto dell'altro ed è un semplica semplice camera da letto con uno specchio attaccato alla parete e un letto circondato da un cerchio di sale attaccato ai muri della camera.
    La porta della camera è fatta di frassino e le sue maniglie sono argentati e ci sono due stelle di Davide attaccate.

    Il laboratorio, posto dopo la scala che va verso il labirinto, è composto da tre vasche di rianimazione (come quelle di Dragon Ball) che permettono a chi vi è immerso di guarire da gravi ferite.
    In questa stanza ci sono degli scanner biologici e diverse sostanze chimiche.
    Tutti gli specchi nella casa servono al mago per comunicare vocalmente e/o visibilmente, come fosse un videofonino, ma anche per vedere cosa succede nella altre senza essere visto.
    C'è un trono metallico di alta tecnologia che consente al Mercante di cancellare i ricordi delle persone; estrarre i ricordi delle persone, conservarle nella propria mente e inserirle nella loro mente.

    In tutte le stanze ci sono piante di moly, aglio e aconito.
    La casa ha un normale sistema di sicurezza elettronico che quando viene attivato, avvisa se qualcuno entra dalle porte.


    [ENTRO]
    Gli eventi strani capitano ogni giorno.
    Una persona rimane miracolosamente indenne da un incidente automobilistico.
    Un'altra ritrova a casa propria un oggetto che pensava di aver perso per sempre.
    Una figlia e una nipote sentono a chilometri di distanza che la loro progenitrice sta male.
    Sono eventi inspiegabili ma in fondo necessari e inevitabili a chi li subisce.
    Perché nessuno è così speciale da non rientrare nell'ordine naturale delle cose.
    E perché il mondo non ammette casualità.
    Come quella dell'individuo conosciuto come Jimmy Japp di apparire da un lato della strada, indossando un cappotto corto e degli stivali, in cui si trovano Varg e Ashura e del suo notare il secondo urlare il nome di quest'ultimo.
    Conosceva bene le lingue dei mondi nonché i loro nomi e sapeva benissimo che quello non era il periodo per eventi interessanti per dei cosplayer inoltre notò il tempio pagano davanti al quale si trovava l'individuo vestito come un berserker.
    Con prudenza, si avvicinò ai due e, in asgardiano disse:

    Salve.
    Come va?


    Edited by LeoKI - 26/12/2018, 14:34
     
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    Ho corretto l'ordine in cima al post. Inoltre ho una mezza idea di coinvolgere delle figure legate al pantheon norreno, quasi fossi un master, ma senza esagerare o fare cose strane. Saranno solo espedienti narrativi. Se poi arriverà un mod a fermarmi, mi arrenderò senza condizioni! XD


    Varg
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    Midgard era, invero, un posto enorme e colossale ma, come tutte le cose, era soggetto alle leggi della casualità, o del Fato come direbbe Varg. QUante possibilità c'erano di ritrovare Ashura, in una tale situazione? Si erano lasciati solo poco tempo prima ed eccolo lì, nuovamente. Il lupo e la scimmia, come una buona barzelletta. Il nuovo arrivato sembrava anche parecchio contento, segno che l'Asgardiano era riuscito quantomeno a rimanergli impresso. Ci mise un buon secondo a riflettere prima di dare una risposta, ma il suo sorriso si allargò quasi subito.
    Mio caro amico Ashura! Sono davvero ben lieto di vederti anche se, ahimè, il momento non è così gaio come parrebbe! Assistendo a suo bizzarro saluto, Vingulv potè capire quanto le loro culture fossero differenti, benchè entrambi studiosi dell'arte della Guerra. Non sapendo bene cosa fare fece un cenno col capo, poi continuò.
    Ho nostalgia della mia dimora, la Dorata Asgard! Mi trovavo in questo luogo, tentennante riguardo all'entrare o no, sperando che possa darmi assistenza per il mio obiettivo! Desidero tanto riferire al mio signore Thor, Dio del Tuono e Padre di Tutti, cosa succede in questo Reame e magari avere consiglio su alcune faccende. Del resto, lui e Midgard sono sempre stati legati! Garmr appariva spento: se fosse stato acceso avrebbe aperto la pagina wikipedia di Odino, "leggendola".
    Chiederei aiuto anche a te, ma temo tu non sappia aiutarmi... Ashura veniva da un reame che, apparentemente, non aveva nulla a che fare con i nove di Yggdrasill. Poi, quando la situazione era già diventata abbastanza strana, subentrò un altro elemento, a rendere il tutto più caotico. Varg credette di esserselo inventato, ma sentì qualcuno parlare nella sua lingua madre.

    Un semplice cenno, un saluto, un "salve". Da quanto tempo non sentivo il dolce idioma della Città Dorata, eppure... Questo sembrava tante cose, ma non un abitante del reame degli AEsir. Varg parve interdetto, preso alla sprovvista. Aveva avuto modo di vedere che in quel reame esistevano molti linguaggi e modi di parlare e, credeva, aveva visto gente destreggiarsi in più d'uno di essi. Del resto, egli stesso aveva avuto in dono dal suo signore una certa abilità con le parole. Nonostante ciò, però, la cosa quasi lo infastidiva. Come può un semplice mortale destreggiarsi a parlare una lingua divina con tale abilità? Forse era un nemico. Ma se lo fosse stato, che senso aveva salutare in maniera oggettivamente così civile? Il Guerriero Lupo ci pensò su un attimo, poi rispose, cercando di essere educato e al contempo guardingo. Salve a te, straniero. Io sono Varg Vingulv, Úlfheðnar di Asgard, occhi e orecchie del Padre di Tutti. Lui è il mio amico Ashura, proveniente da un posto molto lontano. Ma, perdona la mia sagacia, come riesci a parlare così bene la lingua degli Dei? Sei forse tu un immortale? La questione andava risolta immediatamente. Particolare, però, era la situazione. Voleva solo andare a casa, eppure trovava sempre qualcuno di strano in quel posto. Gente vestita in vario modo, persone più che mortali ma meno di Dei, una gran confusione. Avrebbe atteso un'eventuale risposta, insieme magari a qualche altro cenno di discorso prima di dire apertamente i suoi intenti: forse quello straniero poliglotta aveva una risposta, per quanto la credeva un'evenienza improbabile.
    Cerco una via per Asgard. Un accesso al Bifrost, il magnifico Ponte dell'Arcobaleno. Qualunque cosa. Forse la troveremo quì: sembra un avamposto di mortali che, nell'indifferenza generale, ha forse capito dove riporre la propria fede e il proprio futuro! Disse, con convinzione. Si sarebbe affidato a chiunque pur di riuscirci.


    ASGARD


    Non appena Heimdall vide lo straniero, capì tutto all'istante. Lui, il Figlio delle Nove Madri, il Guardiano, colui che poteva vedere crescere l'erba intorno ai piedi di Auðhumla, la vacca cosmica che, leccando, aveva liberato il corpo del primo degli AEsir, ricoperto di ghiaccio. Heimdall vedeva pressochè tutto. E così un messaggero, poco dopo, andò verso Hildskjalf, l'Alto Trono di Odino, dove il Padre di Tutti, il Dio del Tuono Thor, risiedeva in quel momento. Egli riferì le parole del Dio Bianco. E il Tonante si lisciò la lunga barba, il cui colore oscillava tra il grigio e il dorato.
    Invero, questo è un giorno particolare. Disse alla sua evanescente corte. A lungo ho osservato Midgard e anche gli altri reami. E forse la soluzione al nostro ultimo problema sta venendo da noi. Dobbiamo solo abbracciarla con calore e amicizia! Guardò il messaggero.
    Uno straniero approda al Bifrost, proprio davanti al suo Guardiano. E, contemporaneamente, su Midgard, il mio protetto e altri degni guerrieri mortali cercano, apparentemente, un modo di arrivare quì e chiedere il mio consiglio. Quantomeno il mio lupo, gli altri sembrano solo curiosi. Beh, se vorranno, avranno ben modo di godere dell'ospitalità degli Dei. L'ospite era sacro ad Odino, si diceva e tutti sanno che mio padre era un girovago e un avventuriero. Oggi lo onoreremo ancora una volta, se ce ne daranno la possibilità! E in futuro... Prese fiato, sollevando il mistico maglio. ... Non si dica che il possente Thor non sappia accogliere i viandanti! Piccoli fulmini danzarono sulla superficie dell'arma più formidabile dei Nove Regni, mentre il mantello rosso del Possente, coi bordi d'ermellino a simboleggiare la sua regalità, danzava lievemente. La saggezza del Monocolo era ancora lontana, ma il degno figlio non era certo uno sprovveduto e aveva già formulato un piano. Riprese di nuovo la parola.
    Torna dal Guardiano Instancabile e dici quanto segue... Parlò lentamente.

    E' volere del Padre di Tutti che l'ospite appena giunto venga rifocillato e trattato con rispetto. In seguito gli chiederemo come ha fatto ad arrivare quì, voglio sentirlo dalla sua lingua. Tutto ciò, ovviamente, a patto che il suddetto non causi danni. Nel qual caso assaggerà l'ira del Tuono e del Fulmine. Ma sono sicuro non accadrà... Quanto agli altri.
    Scelse con cura le parole.
    L'impegno con cui il mio pupillo mi ha cercato è ammirevole, così come lo sono i suoi sodali. E' persino approdato davanti ad un luogo sacro a mio Padre. La sua intelligenza lo ha guidato bene, ma ha peccato di fiducia, perchè bastava chiedere di me nel suo cuore. Perchè Thor non ignora nessuna preghiera. NESSUNA!
    Così dicendo sollevò il martello, il suo potere fluiva attraverso di lui sotto forma di lampi giallastri, chiamando i suoi servitori. Avrebbe fatto le cose facendo ben capire chi fosse. Per evitare ogni dubbio.
    Banchi di nuvole ricoprirono New York, nel reame degli Stati Uniti. Lampi e Tuoni lambirono quella città in quella che venne definita la Tempesta più forte degli ultimi due anni. I meteorologi ne ricavarono qualcosa, altri maledissero il cielo.
    Era iniziato.


    NEW YORK


    Il clima si infuriò di colpo. Arrivò una tempesta e forti venti scossero la città. Varg era sicuro si trattasse del suo signore, non poteva essere un caso. Anche perchè dei Tuoni di tale portata possono solo essere frutto di mani divine. Che magnificenza!
    Poi, nel cielo grigio si aprì un puntino bianco, come se le nuvole avessero un foro in quella parte. Il foro si allargò e l'arcobaleno cadde su di loro come un fulmine. Una strada multicolore che entrava fin nel cielo. Ma era davvero tale? Sembrava incorporeo, un miraggio. Cosa ancora più strana, nelle immediate vicinanze l'acqua aveva smesso di cadere. Andare o tirarsi indietro. Non c'erano altre alternative.

    Edited by TronoNero - 31/1/2019, 20:38
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    Parlato Ashura in Asgardiano


    Varg rispose con un cenno del capo al saluto del ragazzo monaco, esprimendo la sua contentezza nel rincontrarlo, ma lo informò anche del fatto che quel momento per lui non era gioioso, poiché voleva fare ritorno al suo mondo, tale Asgard, ma non sapeva che pesci prendere per compiere tale impresa. Avrebbe chiesto anche a lui, ma disse subito di non credere che il Wukong fosse in grado di dargli l'aiuto di cui necessitava.
    Ashura, dal canto suo, assunse un'espressione un po' abbattuta, piegando il capo verso il basso.

    Purtroppo l'unico modo che ho di spostarmi fra i mondi consiste nel viaggiare da questo Piano, ossia la Terra, al mio Tempio personale. Mi dispiace.

    Stava per aggiungere altro, quando i peli sulla sua coda si rizzarono leggermente, mentre una piccola scossa gli attraversava la schiena. Mmh? Spostò il suo sguardo di lato, trovandosi di fronte un ragazzo dai capelli rossi, all'apparenza del tutto normale. Disse tre semplici parole, e gli occhi del Monaco si accesero di una debole e fugace luminescenza rossa, mentre la coda si muoveva sinuosa come quella di un gatto. Un sorriso tornò padrone del suo viso, donandogli un'espressione furba. Eh eh eh, grazie amico. Nel mentre, Varg rispose al saluto dello straniero, presentando anche il ragazzo-scimmia, il quale fece un cenno col capo quando venne menzionato il suo nome.
    Non era concentrato molto sulle parole che i due si stavano scambiando, ma teneva lo sguardo fisso sul nuovo arrivato, sempre col sorrisetto furbo di prima.
    Sento qualcosa... Anche questo tizio ricorda un po' l'anello di Cyberpunk... Ma è... Diverso... Sembra completamente estraniato da tutto.. Non riesco a capire come sia possibile una cosa del genere. Un conto è un oggetto, ma una persona addirittura... Aaahhhhhhh, perché proprio a me è capitato questo mondo così strano?
    Mentre pensava a quell'ultima frase, poggiò i palmi delle mani sulle tempie, assumendo un'espressione un po' scocciata.
    D'improvviso, il cielo si fece nero e minaccioso, con nuvole scure illuminate dalla luce dei lampi al loro interno. I tuoni gutturali erano di portata colossale, ed un forte vento iniziò a spirare, agitando i capelli ed i vestiti del Monaco Bianco. Ma che cavolo?... C'era il sole un attimo prima...
    Rapido come il sopraggiungere di quella magnifica tempesta, un puntino bianco apparve nelle nuvole esattamente sopra di loro, dal quale scaturì un arcobaleno, il quale cadde esattamente sopra di loro. Ashura si agitò d'improvviso, percependo un potere talmente grande da sentirsi una goccia d'acqua di fronte all'oceano. I suoi muscoli si irrigidirono, mentre portava la sua arma in posizione, pronto al peggio. Di sfuggita guardò il Mercante, pensando che il suo arrivo e la comparsa di quello strano fenomeno erano avvenuti con un lasso di tempo fra loro estremamente breve.

    Che cavolo è questa storia? È opera tua?

    Parlò, usando lo stesso linguaggio che aveva usato lo straniero per salutare i due. Una brevissima pausa, poi parlò di nuovo.

    No... Il potere che percepisco... È immenso, e sembra che..

    Puntò di colpo lo sguardo al cielo, capendo che il fulcro di tutta quella energia era dall'altra parte di quell'arcobaleno.
    Diede una fugace occhiata a Varg.

    Io vado. Voglio vedere cosa c'è dall'altra parte.

    Disse in modo sbrigativo. Era stranamente curioso degli eventi appena avvenuti. Si piegò sulle gambe, spiccando un poderoso balzo, tanto forte da creare una piccola ragnatela di crepe nel cemento del marciapiede sul quale si trovavano. Una strana energia sembrò come ancorarlo all'apice del salto, trascinandolo verso l'alto. Chissà di chi è questa energiaaaaaaaaaaaa.....

    Scusate l'immane ritardo ed il post sbrigativo. Avrei preferito fare di meglio, ma in questi ultimi giorni sono veramente incasinato con tutto, e non volevo farvi aspettare ulteriormente.


    Edited by IchigoMugetsu - 11/1/2019, 19:26
     
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    L'ospitalità era sacra, ma se c'era qualcosa in cui jason era bravo, anche se non se ne vantava più di tanto (però si godeva il resto, perché se la $%&£@ doveva proprio colpire le pale del ventilatore, almeno avrebbe provato la dolce ebrezza causata da quella impagabile scarica di endorfine al cervello tipica di ogni scazzottata della sua vita, dal giardino d'infanzia ad oggi) era cominciare una rissa pisciando sulla bibbia sbagliata (o giusta a seconda dei punti di vista).

    In sue difesa (più o meno), sapeva o quantomeno TEMEVA, di poter essere male interpretato, ma era anche convintissimo che (potendo) chiunque avrebbe avuto il sacrosanto diritto di trasformarsi in metallo per essere sicuro che nessuna parte delicata della propria anatomia venisse accidentalmente affettata e/o infilzata.
    In fondo si parlava di cose come testa, braccia, gambe, polmoni, fegato, reni, intestini ecc...che erano con lui da molto tempo e il valore affettivo non era acqua, no?
    Il sangue invece si, ma Jason lo preferiva comunque dentro le sue arterie e le sue vene che sparso per terra o simili.
    Diventando un blocco di metallo vivente non registrato sulla tavola periodica e generalmente duro abbastanza per resistere ai proiettili anticarro, il livello di stress sarebbe diminuito parecchio e nessuno avrebbe corso il rischio di farsi male.
    Soprattutto lui.

    Era solo metallo e lui aveva anche alzato le mani, nessun gesto inconsulto. Tutti tranquilli, no?
    Poi un guerriero aveva lanciato un terrificante grido di battaglia e si era lanciato in avanti cercando di roteare una gigantesca ascia e lui l'aveva congelato.
    Legittima difesa e nessuno era stato davvero ferito. Magari quel particolare guerriero asgardiano (un certo Vifil), l'indomani avrebbe avuto un po' di geloni e un brutto raffreddore, ma per quel che ne sapeva gli asgardiani erano belli tosti. Niente che non potesse sopportare stoicamente, no?
    Qualcun'altro urlò e si sollevarono discorsi piuttosto intrecciati fra loro riguardo i giganti dei ghiacci (e qui la conoscenza di Jason sulla mitologia norrena si faceva nebulosa in maniera piuttosto imbarazzante, casomai fosse stato interessante aggiungere l'insulto della sua scarsa preparazione culturale al danno che sicuramente sarebbe arrivato di lì a poco) e ovviamente la situazione era precipitata e aveva preso fuoco molto in fretta.

    La prima cosa che il guardiano vide arrivando di fronte al bifrost, fu Heimdall che veniva brutalmente scaraventato in aria da una delle onde d'urto di Jason.
    Un volo di qualche decina di metri non era quasi nulla per un asgardiano, soprattutto un grande eroe come Heimdall. Le onde d'urto...non erano altrettanto innocue. Forse i suoi organi interni non erano più sani come prima, ma di nuovo: niente che gli impedisse di tornare per un secondo round.
    Senza contare che non era solo: altri guerrier di Asgard finirono congelati quel giorno, mentre Ne scaraventava altri in aria cercando di aprirsi una via di fuga.
    Era piuttosto inferocito per come le cose avevano (di nuovo) preso la piega più sbagliata possibile ancora prima che cominciassero ad andare veramente male.
    E giusto perché l'universo non ne aveva mai abbastanza di prendere Jason Keller (qualche volta Blaze per mutanti, inumani e qualche promoter di incontri di lotta clandestini) a calci (più o meno metaforici) nelle gonadi, gli effetti collaterali del suo scarsamente controllato potere di generare forza tellurica e onde d'urto fece tremare la terra e sicuramente, una minima parte di quelle vibrazioni (in realtà alquanto innocue per una città come Asgard), arrivò a farsi sentire nella sala del trono sbagliata.
    Questo però lui ancora non lo sapeva: ma le sorprese erano il sale e lo zucchero della vita, no?
    Anche diabete e ipertensione rendevano la vita interessante, a modo loro, ma questa come si suol dire, era un'altra storia.

    Edited by Vandal - 2/2/2019, 14:59
     
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  8. LeoKI
     
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    Il Mercante lv 8

    Armi:
    -Emeraude: una spada di acciaio asgardiano bagnata alla sua creazione con il fuoco di un drago. E' più resistente dell'acciaio normale ed è molto efficace contro i non morti grazie al fuoco del drago. Non è efficace contro le armi di adamantio o cose che, virtualmente, possono tagliare tutto. Se un soggetto contaminato da un infezione di tipo mistica perfora il punto in cui è stato infettato con la spada...l'infezione sparirà. grazie al fuoco del drago.

    -Pallone da calcio: un semplice pallone da calcio.

    Oggettistica:

    5xMoli: una pianta magica dalla forma di aglio nero. Ogni porzione di essi contiene quattro spicchi. Se i semi vengono ingeriti annullano cose come malefici e infezioni. Se ingeriti prima che il male venga arrecato il suo effetto fa da una resistenza a malefici e infezioni per 4 turni.

    -Specchio delle brame: un specchio rettangolare verticale col manico, può far vedere cosa è stato e cosa accade sul pianeta Terra es:(atmosfera, mare, sottoterra, crosta terrestre).

    -Fisarmonica magica: una fisarmonica che, quando suonata trasmette un senso di calma e pace indotto telepaticamente a chi ne ascolta il suono (tranne a chi la suona). Può essere usata per fermare le bestie rabbiose ed esorcizzare i fantasmi.

    -Freccia stucco: all'impatto rilascia una sostanza chimica particolarmente appiccicosa.

    - 1 katana di titanio , che può essere controllata a distanza per un massimo di 10 metri o fatta tornare indietro come un boomerang , che può funzionare anche da conduttori di calore e di elettricità.

    -La casa delle necessità: è una proprietà senziente che esiste in uno spazio-tempo distorto rispetto a quello normale.
    La casa ha un uso puramente interpretativo.
    Non si può accedere ad esso tramite i viaggi nel tempo o ai teletrasporti a meno di non esserne il legittimo proprietario.
    La proprietà inizia dove c'è la piccola muraglia che la circospezione.
    La casa è circondata da un fiumiciattolo d'acqua corrente salata che gira in circolo e il terreno viene, annualmente, tratto da campisanti.
    La casa è una villa in mattoni...come ingresso principale, c'è una porta rossa con un pomello argentato che permette al legittimo proprietario di far sapere che qualcuno è entrato nella casa, il loro karma e, quindi, se qualcuno è malvagio o buono.
    L'atrio è grande sette metri per sette, ha uno specchio alla destra e un appendiabiti alla sinistra.
    L'atrio da al corridio che, come una grande venatura, porta a tutte le stanze della casa.
    Il soggiorno è una grande stanza con cui si può accedere al giardino, tramite delle porte di vetro anti-proiettile scorrevoli vi è uno specchio mobile all'angolo.
    E' posto leggermente dopo l'atrio, alla sinistra e al suo opposto vi è la cucina.

    Il soggiorno è composto da mobili da antiquariato...
    al suo centro vi è un tavolo rettangolare, sopra un tappetto, con diverse sedie di contorno.
    Al di sopra del tavolo c'è una lampadario colorato di plastica.
    All'interno ci sono piante di aglio, moly e aconito poste su delle mensole che decorano l'ambiente.
    Di solito in questa stanza ci sono almeno sette incensi accesi su dei porta incensi (mirra, tabaqui, oppio etc) posti sulle diverse mensole.
    Il soffitto è arancione mentre le pareti verticali sono verdi e blu.

    La cucina è una cucina spaziosa con un tavolo rotondo al centro con tutti i gadget e le cose che ci sono in una normale cucina.
    Le pareti verticali di questa stanza sono rosse mentre il soffitto è arancione.
    In questa stanza c'è uno specchio quadrato appeso al muro.

    Dopo il tratto del corridoio che da sia alla cucina che al soggiorno, vi è una scala che da al piano di sopra e a destra si va verso il laboratorio e una scala verso il basso che da a un labirinto sotterraneo di mezzo chilometro che cambia continuamente forma.

    Al piano di sopra vi sono la camera dei tesori e la camera da letto collegate da un corridoio che le vede alle estremità
    opposte.

    La camera dei tesori è una porta d'acciaio argentata con su due stelle di Davide che contiene una sorta di enorme magazzino con tutti gli oggetti magici ottenuti dal mercante. La stanza, rispetto alla casa, è più grande all'interno.

    La camera da letto è posta all'opposto dell'altro ed è un semplica semplice camera da letto con uno specchio attaccato alla parete e un letto circondato da un cerchio di sale attaccato ai muri della camera.
    La porta della camera è fatta di frassino e le sue maniglie sono argentati e ci sono due stelle di Davide attaccate.

    Il laboratorio, posto dopo la scala che va verso il labirinto, è composto da tre vasche di rianimazione (come quelle di Dragon Ball) che permettono a chi vi è immerso di guarire da gravi ferite.
    In questa stanza ci sono degli scanner biologici e diverse sostanze chimiche.
    Tutti gli specchi nella casa servono al mago per comunicare vocalmente e/o visibilmente, come fosse un videofonino, ma anche per vedere cosa succede nella altre senza essere visto.
    C'è un trono metallico di alta tecnologia che consente al Mercante di cancellare i ricordi delle persone; estrarre i ricordi delle persone, conservarle nella propria mente e inserirle nella loro mente.

    In tutte le stanze ci sono piante di moly, aglio e aconito.
    La casa ha un normale sistema di sicurezza elettronico che quando viene attivato, avvisa se qualcuno entra dalle porte.


    CITAZIONE (TronoNero @ 22/12/2018, 16:11) 
    . Salve a te, straniero. Io sono Varg Vingulv, Úlfheðnar di Asgard, occhi e orecchie del Padre di Tutti. Lui è il mio amico Ashura, proveniente da un posto molto lontano. Ma, perdona la mia sagacia, come riesci a parlare così bene la lingua degli Dei? Sei forse tu un immortale?

    Immagino dipenda da cosa tu intenda per immortalità.

    Improvvisamente da un punto ben preciso nel firmamento scaturì uno scintillare di colori sopra le loro teste.
    Il Mercante si morse il labbro inferiore e la sua espressione divenne più seria.
    Poi, il monaco conosciuto come Ashura gli proferì parola...

    CITAZIONE (IchigoMugetsu @ 7/1/2019, 19:05) 
    Che cavolo è questa storia? È opera tua?

    Il mago tacque.
    Non sentiva la necessità di difendersi.
    Aveva visto molte cose nella sua lunga vita, la magnificienza dei draghi, il mondo degli spiriti ma il ponte arcobaleno era sempre un grande spettacolo da vedere.
    Dopo la partenza di Ashura, Japp meditò sul da farsi.

    Massì...andiamo ad Asgard.
    Here we go.


    Sì sollevò in aria per qualche metro finché l'energia mistica di quel gioco di luci lo trascinò via.

    [spoiler_tag]Spero vada bene. Se no, scusatemi, non sto molto bene.[/spoiler_tag]


    Edited by LeoKI - 20/2/2019, 05:04
     
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    A scanso di equivoci lo specifico: esattamente come sta facendo Vandal, mi riferisco a muoversi autonomamente senza preavviso o altro, sentitevi liberi di fare bellamente "il c_zzo che volete". Ho in mente due o tre cose, effettivamente, ma l'inaspettato è sempre meglio!


    Varg
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    ASGARD

    Il Padre di Tutti era divertito.
    La sua routine fatta di delegati dei Vanir da ascoltare, piani di guerra ipotetici contro altrettante ipotetiche armate di Loki (Thor lo fulmini!) e discorsi aulici sulla storia della Città Dorata a folle festanti non era esattamente il massimo del divertimento. Ricordava con un pizzico di amarezza e nostalgia i momenti in cui salvava la giornata insieme ai Potenti Vendicatori e anche quando veniva mandato in missione per conto di Odino Monocolo. Che si trattasse di martellare qualche Troll o qualche Elfo Oscuro, passando per i Giganti di turno, era sempre un piacere per il Più Possente di Asgard. Erano giorni difficili, giorni in cui confrontarsi con le stranezze di Midgard e con le doppiezze di suo fratello, ma, tutto sommato, gradevoli ed entusiasmanti. Ora aveva nelle sue mani il controllo dei Nove Mondi, era il Padre di Tutti, uno degli esseri più potenti del creato. E aveva delle responsabilità. Lo straniero, però, aveva colto la sua attenzione. Essendo il Padre di Tutti, lui sapeva perfettamente cosa succedeva nel più oscuro anfratto del suo Regno. Nella fattispecie, questo simpatico viandante stava dando parecchio filo da torcere al buon Heimdall, che rispondeva agli attacchi quasi come un automa.
    Per la Barba di Odino! Disse, quasi solo a se stesso, nonostante la sua corte fosse lì riunita. La diplomazia di certo non è il suo forte! E' appena arrivato e ha già messo a soqquadro il Bifrost! Il Regnante decise di riflettere un attimo, prima di fare qualunque cosa. Probabilmente l'altro evento importante della giornata, quello che sarebbe successo di lì a poco, avrebbe risolto o peggiorato una situazione già di per sè poco controllabile ma, certamente, il Dio del Tuono l'avrebbe sfruttata per avere un momentaneo sollievo dalle incombenze di governo.
    Thor, il cui Carro era trainato dalle Possenti Capre, rise.

    Nello sballottare di quà e di là il prode Dio Bianco e la sua guarnigione, sicuramente il nuovo venuto non si era dimostrato un novellino. La sua provenienza da Midgard era ovvia a tutti, anche se non era un umano comune. Probabilmente un qualche mutante o un altra persona dotata di Midgard. Quel regno è sempre stato ricolmo di stranezze, molto di più che tutti gli altri Reami.
    Secondariamente, pareva che l'assalitore fosse in grado di utilizzare, in battaglia, le sue capacità riguardanti i movimenti del suolo e la trasmutazione del suo corpo. No no, decisamente non è un comune Midgardiano. Pensò.
    Un nobile della corte, una Dea dai lunghi capelli corvini, parve prendere fiato per parlare, ma Thor sollevò gentilmente un dito, fermandola.
    Lo straniero sembra non gradire la nostra ospitalità! E, nell'utilizzare le sue doti, è un vero maestro! Io, nato da Jǫrð, Dea della Terra, lo posso confermare fuor da ogni dubbio! Pausa. Signori miei, siamo apparentemente sotto attacco, ma non temete... Ne verremo sicuramente a capo! Detto ciò: il mio Lupo, dov'è? Domanda retorica, lui sapeva benissimo che si trovava davanti al Bifrost, ultimo a passare dall'altra parte.
    E' una giornata movimentata, le nostre frontiere sono assaltate da tanti baldi guerrieri. Ma ho un'idea: prima di effettuare qualunque mossa, aspetteremo che i problemi si risolvano da soli. Così ho deciso! Disse col suo tono greve. Almeno per ora.
    Come avrebbe reagito il prode Vingulv a sapere che il Bifrost era sotto attacco? Appena arrivato a casa avrebbe trovato problemi.
    Ma noi siamo Asgardiani. Non accampiamo scuse, noi facciamo la GUERRA! Nelle sue vene, il suo Divino Sangue ribolliva. Il Padre dei Tutti sembrava soddisfatto.


    NEW YORK


    L'ultimo venuto e il suo amico Ashura erano passati attraverso il Portale, gentilmente aperto dal suo Sire, il Dio del Tuono. Gli pareva strano l'atteggiamento del nuovo venuto: era arrivato da poco, dicendo poco e prendendo subito l'uscita. "Dipende da cosa tu intenda per immortalità" aveva detto. Varg non aveva capito la domanda. Per lui la questione era semplice: se potevi morire di morte "naturale", eri un mortale, viceversa eri un Dio, o quantomeno un individuo legato alle Alte Sfere.
    Che domanda sibillina! Disse. Avrebbe archiviato l'accaduto come l'ennesima stranezza di quel maledetto Reame che, ogni secondo che passava, trovava sempre meno attraente, vicino com'era a casa propria. Il Bifrost, però, era davvero uno spettacolo unico e perfetto. E una cosa di tale portata e bellezza poteva essere stata creata solo dal più grande di tutti gli Dei. era, a prima vista, una salita, anche se dava l'illusione di essere pianeggiante, a fissarla a lungo. Fatto di luce, di aria, ma stabile più delle fragili montagne di Midgard. Varg lo sapeva.
    Da sotto le sue pitture facciali, i suoi occhi brillavano, quasi incapace di contenere l'emozione. Era rimasto da solo ormai: toccava a lui. Imbracciò lo scudo e prese l'ascia, decidendo di entrare nel Reame Dorato come un guerriero. Thor lo stava guardando.
    E camminando lentamente, scomparve oltre le nubi.
    Da dentro la Sede della Comunità Odinista, il signor Pelle aveva osservato tutto. Aveva quasi avuto un infarto. Aveva visto Thor, tempo prima, sui telegiornali, aveva amici di amici feriti durante le battaglie dei Vendicatori, tutti odiavano Loki (e questo faceva capire quanto fosse conosciuto!) eccetera, eppure trovarsi il Ponte dell'Arcobaleno proprio fuori dalla porta di casa per lui era stato davvero un gran colpo. Colmo di eccitazione uscì dalla porta, malvisto dalle altre persone in quel momento all'interno della Sala del Corvo.
    Ah ah! Il vostro Gesù può fare questo? Urlò al vicinato. Uno a zero per Odino, palla al centro! Nessuna risposta.
    Forse così la sua sede avrebbe smesso di ricevere quella maledetta rivista gestita dai Mormoni.


    ASGARD


    Il Caos. Non c'era altro modo per descriverlo. Soldati erano a terra doloranti, Heimdall pareva subire attacchi. Il problema sembrava uno strano essere, apparentemente in grado di cambiare forma, che stava scuotendo la terra fin dalle fondamenta. Quel signore stava creando una serie di grattacapi proprio davanti alla Città. Forse era stata un'intuizione a suo modo geniale quella di superare il Bifrost armato. La traversata era durata pochi istanti, eppure Varg sapeva di aver percorso rotte astrali lunghissime. Aveva percorso lo Spazio attraverso percorsi fatti di stelle: cose che anche molti abitanti del Reame Sommo ignoravano. In un attimo. Quella consapevolezza, insieme al relativo choc che aveva trovato una volta arrivato, lo avevano emozionato parecchio, combattuto com'era tra la furia guerresca (per difendere la sua patria!) e la contemplazione dei suoi ricordi.
    Senza rifletterci urlò Garmr! Il dispositivo si azionò. Dimmi chi è quell'individuo! Il medaglione si era sicuramente attivato, ne era una prova la luce dentro il suo occhio, ma non emetteva suoni. Com'era che funzionava? Con "Internet"? Sicuramente la Magia di Midgard quì non funziona! Perciò accantonò la questione e, prima di fare alcunchè, si guardò intorno. Credeva di aver visto sia il suo amico Ashura che il nuovo venuto (di cui solo in quel momento si era reso conto di non sapere il nome). Avrebbe tanto voluto interrogare quest'ultimo, ma incombenze più importanti richiedevano la sua attenzione.
    Osservando la situazione ebbe la conferma di quello che già pensava: il problema era solo uno, e teneva sotto scacco, almeno in apparenza, le forze di Heimdall, il Guardiano. Questa baraonda deve finire ora!
    Ehi tu! Urlò. Ti ordino, in nome di Thor e di Asgard, di deporre le... Non era sicuro che quel tizio possedesse armi. ... Placa la tua furia o te la vedrai con me!

    Non si curò dei suoi "amici", dato che era una cosa che riguardava solo Asgard. Se fossero intervenuti in aiuto, ben venga. Se invece decideranno di appoggiare lo sconosciuto, anche loro sentiranno la voce della mia Hviske! Riguardo quell'ipotesi, in quel frangente Varg ebbe da pensare. E se fosse davvero così? Era successo tutto di colpo, non poteva essere una coincidenza! Perciò si spostò in modo da avere nel suo campo visivo tutti e tre gli stranieri, dato che era sicuro che l'assalitore non fosse Asgardiano. Con lo scudo davati al suo petto e l'ascia che gli sussurrava nelle orecchie, prese la parola, per l'ultima volta.
    Cessa questa follia! Urlò digrignando i denti come una belva.

    Edited by TronoNero - 31/1/2019, 20:38
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    Danza dei Fiori di Ciliegio, Borsa del Cibo


    Parlato di Ashura in Asgardiano


    Fu una sensazione strana quella che provò mentre attraversava il Bifrost, ma gli ricordò vagamente il viaggio dimensionale usato dal suo ordine per spedirlo su Terra-725. Quando giunse a destinazione, lo scenario che si parò di fronte ai suoi occhi lo lasciò di stucco: una gran quantità di soldati si trovava a terra, doloranti, mentre altri si trovavano in piedi, muniti di scudi e lance, ognuno in fianco all'altro, in modo da formare un fronte unito ed invalicavile; due uomini in particolare si distinguevano in quell'ammasso di elmi cornuti e mantelli di pelliccia: il primo era un grosso omaccione, anch'egli con indosso un grande elmo con le corna, anche se, a differenza dei suoi compagni, impugnava una spada magnifica; il secondo, invece, era completamente diverso: muscoloso, alto, nessun accessorio volto a proteggere il proprio corpo, poiché la sua pelle era ferrea e scintillante. Ashura sgranò gli occhi nel vederlo. Ma ma ma ma ma... Quello che diavolo è?! Non può essere come il mio potere... Ma, mentre osservava la scena, i suoi occhi catturarono anche lo scenario alle loro spalle, rimanendone abbagliato: un'immensa città dorata e luccicante, dominata da un cielo così azzurro da risultare raro persino nel suo mondo natio, solcato da piccole e paffute nuvolette. Enormi montagne si intravedevano dietro alle alte guglie di Asgard, anche se non riusciva a capire la loro effettiva altezza. Era perso via a fantasticare, quando due stimoli particolarmente prepotenti fecero fremere il suo Mantra: il primo era nelle sue immediate vicinanze, e sembrava proprio provenire dall'uomo di metallo: un freddo artico, il quale gli provocò un brivido lungo la schiena, mentre si accorgeva che il suo respiro formava una lieve condensa. La seconda percezione del suo Mantra invece fu completamente aliena a ciò che aveva mai percepito finora: era come se un occhio fosse puntato su di lui dal momento stesso in cui aveva messo piede al di là del ponte dell'arcobaleno. Un occhio vigile, indagatore, forse leggermente incuriosito.
    Il Wukong piantò subito lo sguardo verso la struttura più grande e scintillante di tutte. I suoi occhi si assottigliarono leggermente, mentre la sua coda si muoveva sinuosa come quella di un felino intento a studiare con cura ed attenzione l'ambiente che lo circondava. Un'altra vibrazione nel suo Mantra, e quella sensazione di essere tenuto sotto osservazione aumentò, mentre iniziava di nuovo a percepire l'energia che aveva sentito all'arrivo del Bifrost a New York. Quella struttura. È li che si trova.
    Era così immerso nella sua percezione, che non si accorse nemmeno dell'arrivo del Mercante e di Varg. Solamente gli urli battaglieri di quest'ultimo lo riportarono alla realtà. Il Monaco si girò a guardarlo, rendendosi conto con stupore del significato della posa di guardia assunta dall'Asgardiano: sembrava voler tenere sott'occhio tutti e tre gli esseri non nativi di quel mondo. Intimò di nuovo alla calma Blaze, usando il linguaggio degli umani. Mmmhh.. Che sia umano?.. Faticava ad utilizzare al meglio la sua percezione, poiché quella nuova realtà era una bomba di sensazioni e percezioni fuori dal comune, rendendogli così complicato osservare i dettagli. L'unica cosa che poteva dire con una buona dose di convinzione era il fatto che quella fosse la terra natale del guerriero lupo, sia per il fulmineo infervorimento del suo animo nel vedere qualcuno abbattere tutti quegli uomini, sia per il fatto che ora, per quel poco che riusciva, percepiva la sua persona in maniera completamente differente. Ma ora non era il momento per perdersi all'interno di se stesso. Chiuse un istante gli occhi... Irithyll. Gli bastò anche solo pronunciare quella parola nella sua mente, mentre riapriva gli occhi, che da essi un lieve impulso partì, quasi impercettibile, mentre le sue iridi venivano per un attimo illuminate da una luce bianca. "Osserva". Il significato di quella parola, anch'essa appartenente alla Lingua Antica. Essa serviva per innescare la visione di Equilibrio e Verità. I suoi occhi, veloci come due saette, si posarono sui vari fattori che contraddistinguevano quella caotica situazione: Varg, Blaze, Heimdall, Japp, i soldati, il luogo dove Thor risiedeva. Si rese conto di faticare a comprendere quello strambo individuo che aveva iniziato una conversazione con lui e Varg sulla Terra, perciò si soffermò sulle 3 principali figure di quella battaglia: i due Asgardiani e Blaze. Heimdall stava solo eseguendo il suo dovere, così come Varg aveva reagito in quel modo per difendere la propria casa da quello che considerava un invasore. Il mutante di metallo, però, era leggermente contradditorio: ossia, la sua presenza di per se non sembrava essere una minaccia, ma ciò che stava compiendo avrebbe potuto far precipitare in fretta le cose, nonostante percepisse chiaramente da lui "sopravvivere". Anche perché, da ciò che gli sembrò di capire grazie alla percezione più profonda data dalla pronuncia della Parola Antica, l'Equilibrio di quella realtà era legato a doppio filo con la prepotente ed immensa energia che percepiva nel castello. Qui dobbiamo calmare le acque, immediatamente. Con un veloce movimento attorcigliò la coda attorno al bastone, mollandolo con le mani, portandolo dietro di se, così da far capire al suo amico di Asgard ed ai suoi compagni che le sue intenzioni non erano ne violente, ne malvagie. Alzò le mani verso l'alto, tenendole all'altezza delle spalle, avvicinandosi di poco all'Úlfheðnar.

    Amico mio, mi sembra di capire che tu dubiti dei miei intenti e della mia persona. Ma dimmi, perché? Durante il nostro incontro sulla Terra, non ti ho forse dato dimostrazione dei miei ideali?

    Parlò con tono tranquillo e rilassato. Non voleva imporre le sue parole al guerriero, piuttosto sperava che, sentendole e ripensandoci, avrebbe compreso la verità. Ma non si fermò li col suo discorso. Fece solamente una breve pausa, poi si girò verso Blaze, riservandogli una fugace occhiata, tornando poi a guardare Vingulv. Quando parlò di nuovo, usò la lingua umana, in inglese, poiché era l'unico "dialetto" di essa che per ora conosceva.

    Quell'uomo... Non posso dire di conoscerlo, o di essere a conoscenza della sua identità, poiché mentirei. Ma posso affermare che le sue intenzioni non sono malvagie. Non so come egli sia arrivato in questo luogo, ne del motivo che ha scatenato questo putiferio, ma egli sta solamente pensando alla sua salvaguardia. Se i tuoi compagni smettessero di combattere, credo che anche lui cesserà le ostilità.

    Spero. Aggiunse, ma se lo tenne per se. I suoi occhi erano due pozzi di determinazione e fermezza, mentre guardava l'amico. Una sua rapidissima occhiata venne data alla dimora di Thor.

    Non so chi o cosa risieda in quella struttura, ma posso percepire la sua presenza fin da qua. Preferirei evitare di farlo arrabbiare, o di avere una qualsiasi diatriba nei suoi confronti.

    Nonostante la calma e la fermezza propri della sua razza, si sentiva leggermente nervoso anche solo nel menzionare quella forte presenza. Per ora rimase zitto, intento ad osservare che effetto avrebbero provocato le sue parole sui presenti.
     
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    Cinico ottimista

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    BLAZE lv 10

    La verità era che i poteri ti rendevano imprudente.
    Se eri fatto di metallo, non ti preoccupavi di schivare e non avevi paura di afferrare un coltello con le mani.
    Se potevi congelare un tizio prima che il suo pugno riuscisse a partire, non tenevi alta la guardia e forse non rispondevi nemmeno al pugno.
    Blaze però non aveva mai mollato il sacco: e sì che di talento ne aveva poco. Glielo avevano detto tutti da quando aveva cominciato.
    'Fanç#@§ loro e 'fan$£%* la oratica che rende perfetti.
    Non voleva essere perfetto: il sacco era l'unica cosa che lo faceva stare bene ormai.
    RAAARKH!!!!!
    A quanti capitava di adagiare un montante potente come un martello penumatico sulla mascella di un dio nordico?
    Heimdal si muoveva bene con la spada. Blaze si muoveva bene quando scansava una spada e ne aveva scanzate tante.
    Forse non sarebbe riuscito a ripetere il suo "finta e passo avanti" un'altra volta, ma questo era un punto per la squadra ospite.
    Il colosso barbuto volò a terra, ma da come si massaggiava il mento era chiaro che non aveva finito.
    CHE ASPETTI?!
    Niente, avrebbe risposto, ma le urla dei guerrieri ancora in piedi avrebbero sovrastato le sue parole.
    Blaze ne afferrò uno e lo roteo contro gli altri, ma gli sfuggì di mano e lo lanciò inavvertitamente contro Vingulv. Non riuscì a sentire una sola sillaba di quello che stava dicendo.
    Un attimo dopo l'avevano afferrato da ogni parte e lui riusciva solo a pensare come liberarsi. Il suo braccio destro era meno fermo del resto: prima di scatenare un altro terremoto accidentale, cercò di liberarlo e dare un pugno al bestione che gli stava schiacciando la testa.
    Asgardiani del !"£$ç: forti come tirannosauri e lui aveva combattuto contro un tirannosauro una volta.
    A San Paolo...O forse a Mosca, ornestamente adesso non ricordava.
    C'era solo un gran casino, sia fuori che dentro la sua testa.
    La rissaa alle soglie del Bifrost continuava.
     
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  12. LeoKI
     
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    Il Mercante lv 8

    Armi:
    -Emeraude: una spada di acciaio asgardiano bagnata alla sua creazione con il fuoco di un drago. E' più resistente dell'acciaio normale ed è molto efficace contro i non morti grazie al fuoco del drago. Non è efficace contro le armi di adamantio o cose che, virtualmente, possono tagliare tutto. Se un soggetto contaminato da un infezione di tipo mistica perfora il punto in cui è stato infettato con la spada...l'infezione sparirà. grazie al fuoco del drago.

    -Pallone da calcio: un semplice pallone da calcio.

    Oggettistica:

    5xMoli: una pianta magica dalla forma di aglio nero. Ogni porzione di essi contiene quattro spicchi. Se i semi vengono ingeriti annullano cose come malefici e infezioni. Se ingeriti prima che il male venga arrecato il suo effetto fa da una resistenza a malefici e infezioni per 4 turni.

    -Specchio delle brame: un specchio rettangolare verticale col manico, può far vedere cosa è stato e cosa accade sul pianeta Terra es:(atmosfera, mare, sottoterra, crosta terrestre).

    -Fisarmonica magica: una fisarmonica che, quando suonata trasmette un senso di calma e pace indotto telepaticamente a chi ne ascolta il suono (tranne a chi la suona). Può essere usata per fermare le bestie rabbiose ed esorcizzare i fantasmi.

    -Freccia stucco: all'impatto rilascia una sostanza chimica particolarmente appiccicosa.

    - 1 katana di titanio , che può essere controllata a distanza per un massimo di 10 metri o fatta tornare indietro come un boomerang , che può funzionare anche da conduttori di calore e di elettricità.

    -La casa delle necessità: è una proprietà senziente che esiste in uno spazio-tempo distorto rispetto a quello normale.
    La casa ha un uso puramente interpretativo.
    Non si può accedere ad esso tramite i viaggi nel tempo o ai teletrasporti a meno di non esserne il legittimo proprietario.
    La proprietà inizia dove c'è la piccola muraglia che la circospezione.
    La casa è circondata da un fiumiciattolo d'acqua corrente salata che gira in circolo e il terreno viene, annualmente, tratto da campisanti.
    La casa è una villa in mattoni...come ingresso principale, c'è una porta rossa con un pomello argentato che permette al legittimo proprietario di far sapere che qualcuno è entrato nella casa, il loro karma e, quindi, se qualcuno è malvagio o buono.
    L'atrio è grande sette metri per sette, ha uno specchio alla destra e un appendiabiti alla sinistra.
    L'atrio da al corridio che, come una grande venatura, porta a tutte le stanze della casa.
    Il soggiorno è una grande stanza con cui si può accedere al giardino, tramite delle porte di vetro anti-proiettile scorrevoli vi è uno specchio mobile all'angolo.
    E' posto leggermente dopo l'atrio, alla sinistra e al suo opposto vi è la cucina.

    Il soggiorno è composto da mobili da antiquariato...
    al suo centro vi è un tavolo rettangolare, sopra un tappetto, con diverse sedie di contorno.
    Al di sopra del tavolo c'è una lampadario colorato di plastica.
    All'interno ci sono piante di aglio, moly e aconito poste su delle mensole che decorano l'ambiente.
    Di solito in questa stanza ci sono almeno sette incensi accesi su dei porta incensi (mirra, tabaqui, oppio etc) posti sulle diverse mensole.
    Il soffitto è arancione mentre le pareti verticali sono verdi e blu.

    La cucina è una cucina spaziosa con un tavolo rotondo al centro con tutti i gadget e le cose che ci sono in una normale cucina.
    Le pareti verticali di questa stanza sono rosse mentre il soffitto è arancione.
    In questa stanza c'è uno specchio quadrato appeso al muro.

    Dopo il tratto del corridoio che da sia alla cucina che al soggiorno, vi è una scala che da al piano di sopra e a destra si va verso il laboratorio e una scala verso il basso che da a un labirinto sotterraneo di mezzo chilometro che cambia continuamente forma.

    Al piano di sopra vi sono la camera dei tesori e la camera da letto collegate da un corridoio che le vede alle estremità
    opposte.

    La camera dei tesori è una porta d'acciaio argentata con su due stelle di Davide che contiene una sorta di enorme magazzino con tutti gli oggetti magici ottenuti dal mercante. La stanza, rispetto alla casa, è più grande all'interno.

    La camera da letto è posta all'opposto dell'altro ed è un semplica semplice camera da letto con uno specchio attaccato alla parete e un letto circondato da un cerchio di sale attaccato ai muri della camera.
    La porta della camera è fatta di frassino e le sue maniglie sono argentati e ci sono due stelle di Davide attaccate.

    Il laboratorio, posto dopo la scala che va verso il labirinto, è composto da tre vasche di rianimazione (come quelle di Dragon Ball) che permettono a chi vi è immerso di guarire da gravi ferite.
    In questa stanza ci sono degli scanner biologici e diverse sostanze chimiche.
    Tutti gli specchi nella casa servono al mago per comunicare vocalmente e/o visibilmente, come fosse un videofonino, ma anche per vedere cosa succede nella altre senza essere visto.
    C'è un trono metallico di alta tecnologia che consente al Mercante di cancellare i ricordi delle persone; estrarre i ricordi delle persone, conservarle nella propria mente e inserirle nella loro mente.

    In tutte le stanze ci sono piante di moly, aglio e aconito.
    La casa ha un normale sistema di sicurezza elettronico che quando viene attivato, avvisa se qualcuno entra dalle porte.

    La neve scendeva sui boschi e le montagne di Asgard ininterrottamente e così tanto ininterrottamente la rissa sul ponte arcobaleno continuava.
    Il Monaco bianco, di buon cuore, disse:

    CITAZIONE (IchigoMugetsu @ 27/1/2019, 12:04) 
    Quell'uomo... Non posso dire di conoscerlo, o di essere a conoscenza della sua identità, poiché mentirei. Ma posso affermare che le sue intenzioni non sono malvagie. Non so come egli sia arrivato in questo luogo, ne del motivo che ha scatenato questo putiferio, ma egli sta solamente pensando alla sua salvaguardia. Se i tuoi compagni smettessero di combattere, credo che anche lui cesserà le ostilità.
    Non so chi o cosa risieda in quella struttura, ma posso percepire la sua presenza fin da qua. Preferirei evitare di farlo arrabbiare, o di avere una qualsiasi diatriba nei suoi confronti.

    Japp diede una celere occhiata al palazzo reale e poi parlò con il ragazzo scimmia.

    Dici di non conoscerlo e di non sapere il motivo che ha scatenato questo putiferio eppure affermi che le sue intenzioni non sono malvagie.
    Come puoi dirlo?
    Come puoi dire di conoscere le intenzioni di una persona senza neanche conoscerla e, quindi, conoscere la sua indole?


    Dopo aver fermato in volo, con la forza della sua mente, l'Asgardiano che il mutante aveva sollevato da terra, si avvicinò lentamente al guerriero conosciuto come Vingulv e proferì queste parole, in Asgardiano…

    Potente guerriero, in ogni società esistono delle regole.
    E la più comune è quella di non violare la pace dettata dall'ordine costituito.
    E questo uomo rissosso e belligerante ha messo le mani addosso al guardiano del Bifrost, un istituzione di questo reame.
    Portando una violenza insensata nella casa degli dei, la dorata Asgard.
    Questo non può essere tollerato.
    Quell'uomo, quel semplice mortale, dev'essere punito.
    Non indugiare...


    L'Asgardiano scaraventato dall'uomo rissoso venne lasciato cadere a terra, senza che questi avesse toccato il lupo battagliero.

    ...attaccalo e poni fine a questa insensata violenza.

    Edited by LeoKI - 4/2/2019, 12:04
     
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    Pazzo Furioso

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    Comunicazione di servizio: ho convinto un mod a prendere le redini della ruolata, ma accadrà dopo la fine di questa "parte", qualunque sia la sua durata e qualunque cosa accada! Evviva!


    Varg
    PG: Varg, detto Vingulv
    LV: 3
    PE: 18
    Equip: Garmr, Hviske & Aske


    ASGARD, SALA DEL TRONO

    Il Padre di Tutti era calmo.
    Erano finiti i tempi in cui avrebbe risolto ogni disputa col potere dei suoi tendini e grazie alla sua meravigliosa arma. Probabilmente la voglia di pugna era rimasta, ma ricoprire mansioni di governo gli aveva fatto capire molte cose e la sua irruenza si era mitigato nel tempo, rendendolo il sovrano che era ora. Lui, che conosceva il cuore di ogni abitante del suo regno (e anche degli altri reami), sapeva di essere un sovrano gradito e, nonostante ciò, aveva deciso di fare ancora di più, dimostrando una qualità che è sempre stata appannaggio del Tonante: l'altruismo. Nei confronti di Midgard in passato, nei confronti di tutti adesso. Era il Padre di Tutti, non solo di alcuni. Ed è in preda a questi pensieri che decise di motivare i suoi uomini. Lo sconosciuto era, invero, molto potente e stava dando gran dimostrazione delle sue abilità. Lo sapeva bene il buon Heimdall, instancabile guardiano da ben prima che Thor fosse Re. Non voleva immischiarsi nel marasma, ma ci teneva anche a far capire di essere presente e di guardare. Per questo, scelse la neve. La neve che cadeva candida e ricopriva tutto di un manto candido, come il bordo del suo mantello. Vedendo la neve, e i tuoni e lampi che sarebbero venuti di li a poco, i guardiani del Bifrost avrebbero capito che il loro signore li stava guardando. E li stava spronando. Questo, ovviamente, valeva anche per i nuovi venuti, sempre che fosse loro interesse agire. Di sicuro era valido per il giovane (per i canoni del Tonante) Vingulv che, di li a poco, sicuramente, si sarebbe mosso. Il ragazzo che rispondeva al nome di Ashura sembrava comportarsi amichevolmente nei confronti del suo lupo, mentre l'altro era insondabile, per quanto potesse esserlo di fronte ad un essere di tale potere.
    La neve avrebbe portato calma o avrebbe rinvigorito la furia? Sarebbe stato necessario un suo intervento? Thor non poteva sapere tutto, ma sapeva abbastanza.
    E in quel momento credeva si sarebbe risolto tutto per il meglio. Lo sperava per loro.


    IL BIFROST

    Le parole di Ashura riguardo il suo animo e i suoi intenti smossero qualcosa nel cuore di Varg. Non per le parole in sè o per il tono di voce. C'era dell'altro. Vingulv era un guerriero e, per lui, niente aveva più valore dell'onore in battaglia. Memore dell'avventura passata, l'Asgardiano potè comprendere, almeno superficialmente, quello che il ragazzo con la coda gli stava dicendo. Quelle parole gli avevano portato alla mente quello che avevano vissuto e questo fu sufficiente a calmarlo, almeno nei suoi riguardi.
    Un problema in meno. Pensò, anche se l'altro straniero continuava nel suo atteggiamento insondabile. Nemmeno l'arrivo della neve e il cambio climatico parevano toccarlo. Una statua. Quest'uomo sembra una scultura! Ma tenne per se quelle parole. Non per paura, ma per non crearsi un problema ulteriore prima di aver risolto quello principale. Quell'essere andava punito e toccava a Varg farlo.
    Ashura disse che quell'uomo non era in sè una presenza negativa, nè combatteva per cattiveria. Ma lo stava facendo e, oltretutto, l'Asgardiano non poteva sapere chi avesse iniziato il tafferuglio. Avrebbe provato a fermarlo, sicuramente. Magari prima con le buone...
    In realtà non ne era così sicuro: se la scimmia pareva una persona equilibrata, Varg (e gli Asgardiani in genere) non è che fossero molto calmi e disponibili al dialogo. La parte finale del suo dialogo, invece, menzionava chiaramente Thor e la sua ira. E mai cosa fu più vera, mai consiglio fu più saggio, eppure certe cose dovevano accadere.
    Fu sul punto di rispondere, quando intervenne anche l'altro. Le sue parole sembravano sibilline, poco chiare. L'Úlfheðnar credeva di aver capito una cosa: forse c'era del passato tra quell'uomo e l'invasore. Aveva anche deviato un soldato lanciato verso di lui, una cosa non da poco. Forse cercava di ingraziarselo. Decise di meditarci qualche istante...
    Poi prese la parola. Con la fermezza e la forza d'animo che si avresti visto nel più onorevole dei guerrieri: l'invasione del suolo natio sarebbe stata un'offesa per chiunque, ma per un abitante del Paese Dorato significava solo una cosa.

    Decise di rispondere prima allo sconosciuto.
    Hai ragione, straniero. E' come dici. Le regole vanno rispettare, l'ordine è importante. Non è tollerabile. Tutto questo mi è chiaro e sono contento di sentirtelo dire, per quanto abbia dei dubbi su di te. Hai favellato nella Lingua degli Dei prima, parli di regole come se fossi un abitante di Asgard, ma io non ti conosco, nè credo di averti mai visto. O sentito parlare di te. Io credo che ci sia del trascorso tra te e quell'uomo, magari vi conoscete, ma, per qualche motivo, lui ti è inviso. Sono affari vostri e non mi immischio, ma puoi stare tranquillo su quello che hai detto, questo scempio deve finire! Disse sollevando le armi e avvicinandole al petto, raccoglieva le sue forze, sentendo la potenza divina scorrergli dentro come un fuoco. Una folgore. In ogni caso, ti ringrazio per aver trattato con cura questo mio compatriota. Avremo modo di parlare, sicuramente, anche se ora... Si avvicinò al soldato posato delicatamente a terra, era ferito, ma non in modo grave. Era quasi incosciente, ma vivo. Stai bene, compagno? Un segno di assenso.
    Fu poi il momento di dedicarsi ad Ashura, il suo unico amico. Forse è come dici, amico mio. Forse è solo un grande malinteso, ma anche se fosse... Quest'uomo è arrivato nella mia terra a seminare distruzione. Sta facendo del male ad Heimdall, l'uomo più giusto che abbia mai conosciuto, escludendo il mio Signore. E, apparentemente, senza preavviso. Inoltre, voglio dirti una cosa. La "presenza" che senti è il mio signore e, come saggiamente hai detto, sarebbe opportuno non averci a che fare, soprattutto se adirato. Il Dio del Tuono è facile all'ira, nonchè il miglior guerriero mai vissuto nei Nove Regni, da sempre. Fece una pausa solenne, guardando il Palazzo Reale. Varg sapeva li stava osservando, dato che lui osservava tutto. Ed ebbe qualche brivido, non tanto per paura (lui non aveva paura di una battaglia!), ma per i danni che avrebbe potuto causare un suo ipotetico coinvolgimento nella schermaglia.
    Non c'è più tempo!

    Perciò, mio caro Ashura, se faccio quello che faccio è anche per evitare che questo accada. Non ti chiederò di aiutarmi, poichè non è una tua guerra. Ti chiedo solo di non peggiorare questa già sgradevole situazione! Varg iniziò a battere Hviske sul suo scudo. Il suo sussurro sembrava assordante. Batteva ritmicamente, come un metronomo. Forse voleva comunicare qualcosa.
    Potrei parlare con lui, cercare di fermarlo, concupirlo con la dialettica... Potrei. Ma non lo farò! E sai perchè? Il rumore si faceva più forse ad ogni secondo che passava, Vingulv nemmeno sentiva la pioggia. Noi siamo Asgardiani... Noi non accampiamo scuse, non chiediamo ai nemici di andarsene gentilmente... Disse, quasi a bassa voce. Poi urlò.

    NOI SIAMO ASGARDIANI!

    NOI!
    FACCIAMO!
    LA GUERRA!


    Un fulmine colpì il cielo, facendo tremare la terra. Si mise in posizione, continuando a martellare lo scudo. Credeva che una tale melodia potesse rincuorare i soldati al pari dei tuoni che, ora, infuriavano in cielo. UOMINI, A ME! Li chiamò a raccolta, urlò per sovrastare la furia degli elementi e lo scontro. Non avrebbe nemmeno aspettato di essere seguito, non se ne sarebbe curato. Non era un leader di natura, lui obbediva agli ordini. E faceva quel che poteva. E ora "quel che poteva" era rinsaldare l'esercito. Buon Heimdall, mi senti? Senti la collera del Padre di Tutti? Ci sta guardando! Non possiamo deluderlo! E si lanciò verso Blaze, con lo scudo davanti al petto e l'ascia alzata, illuminata di rosso. Il suo urlo di guerra era assordante, non batteva più la sua ascia, pronto solo a lasciare il suo braccio nella sua carica distruttiva verso il nemico. I soldati sembravano sommergerlo quando Varg arrivò vicino al suo bersaglio. PER THOR! PER ASGARD! Ululò, come una bestia. Di tutto il corpo di Blaze, il lupo vedeva solo il braccio, dato che lo aveva usato per colpire un soldato. Quello era volato via, perciò non c'era rischio che colpisse accidentalmente uno dei suoi. Dall'alto verso il basso, come la scure del boia, calò un colpo d'ascia. Voleva tranciare quel braccio di netto
    Il suo viso era distorto dalla furia.

    In un attimo, era passato dalla calma alla tempesta, come il tempo atmosferico. In poco tempo aveva cercato di radunare i soldati, per attaccare con maggior vigore, e colpire il nemico. Non si era curato d'altro che del suo colpo. Il suo intento era uno solo: aiutare il Guardiano. Ah, e anche evitare che il Tonante scendesse sul campo. Quello avrebbe significato pericolo di morte per tutti.
    Anche per lui.
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    Ashura Liv 3 Exp 26

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    Danza dei Fiori di Ciliegio, Borsa del Cibo


    Alle domande dello stregone, Ashura rispose solo con lo sguardo: sollevò un sopracciglio, mentre aggrottava l'altro. Lo guardò in quel modo per un paio di secondi. Tali domande avrebbero sorto la stessa reazione nel giovane monaco tanto quanto la domanda "come fai ad avere fame?" Perciò non vi diede molto peso. Quando però udì le parole che Japp rivolse al suo amico, rimase un attimo di sasso. Che diavolo ha in mente questo tizio? Questa lotta deve cessare, non essere fomentata ancor di più! Non fu utile il fatto che Blaze continuava imperterrito a pestare i soldati asgardiani come se fossero un mucchio di sacchi da boxe. Era forte. Questo Ashura doveva ammetterlo. Solo, in mezzo alla tempesta, eppure non vacilla ne indietreggia. Ammirevole, anche se questo non cambia le carte.
    Nel mentre, Varg aveva rivolto la sua attenzione all'amico munito di coda, dopo una breve risposta data all'uomo coi capelli rossi. Lo informò sulla presenza che percepiva, rivelandogli che si trattava di Thor in persona. Dannazione.. Lo immaginavo. L'asgardiano proseguì poi nel suo discorso, affermando di voler fermare quell'uomo d'acciaio. Si caricò con le parole, poi si lanciò nella mischia.
    Dal canto suo, il Wukong se lo aspettava. Ho avuto modo di comprendere bene il suo pensiero quel giorno a New York.. Immaginavo che sarebbero state queste le sue parole. Ma porca.. Ora che faccio? Subentrando a mia volta, rischierei di peggiorare le cose... E questo non andrebbe affatto bene. Ma se questo scontro prosegue, le conseguenze potrebbero essere molto... Complicate.
    Diede di nuovo un'occhiata verso il Palazzo Reale. Non doveva crearsi un putiferio tale da far alzare dal suo Trono quell'essere che emanava una tale energia. Per nulla al mondo... Doveva decidere in fretta, poiché il tempo non era dalla sua parte. Ogni istante poteva essere cruciale. Emise uno sbuffo sonoro, forse leggermente esasperato. Perché le cose devono ridursi così tutte le volte? Mi faranno venire i capelli bianchi prima del dovuto. Mentre pensava ciò, il suo corpo si ricoprì di una patina lucente, come se fosse avvolto in una pellicola sfavillante.

    Qitian Dasheng.

    Così com'era apparsa, essa esplose in mille pezzi, rivelando di nuovo il Wukong: ora una pelliccia bianca ricopriva per intero il suo corpo, dall'aspetto più scimmiesco, assieme ad un'armatura nera ed oro; una sciarpa eterea, di colore rosso, veniva smossa da un vento invisibile, creando complicati ghirigori nell'aria, mentre il bastone che stringeva aveva raddoppiato le sue dimensioni. I suoi occhi rossi fiammanti erano puntati sul nucleo pulsante dello scontro, ossia Varg e Blaze. Ora che il suo Mantra si era notevolmente potenziato, non poté fare a meno di rabbrividire un secondo quando il potere del Tonante lo sfiorò di nuovo. Questo significa trovarsi di fronte ad un Dio....
    Nonostante avesse attivato la sua Forma Rilasciata, rimase fermo, mentre un fiocco di neve passava di fronte ai suoi occhi. Posso... Quasi sentire il ruggito del cuore di quell'uomo scintillante.. Non servirà a nulla combatterlo ancora di più, se non ad alimentare la sua furia. Che posso fare? Non possiedo un potere tale da poter sedare una battaglia di tale portata... Ma lui si... Di nuovo, puntava lo sguardo verso il Palazzo. Ora avrebbe potuto addirittura fissarlo, nonostante la distanza e le pareti in mezzo a loro; un potere tale non poteva mascherare il suo fulcro. No, doveva evitare ad ogni costo il coinvolgimento del Padre di Tutti. E va bene... Proviamoci.

    Shunpo.

    Un'altra Parola Antica. Scatto Divino. Un istante era fermo, il momento successivo era in mezzo ai due guerrieri. Il suo spostamento creò una piccola onda d'urto sia cinetica che sonora, ma probabilmente non avrebbe creato problemi a nessuno.
    Con un elegante movimento del bastone, cercò di deviare il colpo d'ascia di Vingulv, e, grazie alle dimensioni della propria arma, di bloccare o quantomeno deviare anche un eventuale attacco da parte di Jason. Non attaccò nessuno dei due, il suo intento era solo quello di impedire loro di ammazzarsi a vicenda.

    Vi prego, fermate questa follia, finché siamo ancora in tempo.

    Disse questo, rivolto più che altro al suo amico ed al mutante, ma le sue parole erano dirette a tutti i presenti. La sua voce austera raggiunse tutti, echeggiando intorno a loro. Il suo sguardo era quasi glaciale, mentre teneva sotto'occhio la situazione, pronto a reagire al minimo stimolo.
     
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    Blaze non si era reso conto di nulla.
    Ne di Varg che aveva cercato di staccargli un braccio, ne di Ashura che si era messo nel mezzo.
    Cercava solo di trovare scampo in mezzo ad una giungla di pugni e calci.
    Non vedeva nulla, ma sentiva doveva doveva colpire e al suo primo pugno ne erano seguiti altri.
    Almeno adesso nessuno gli stava strizzando il cranio.
    Qualcosa (probabilmente una testata, o un martello, difficile capire la differenza in mezzo a gente con la testa più dura del granito) lo colpì all'altezza della cintura.
    Venne spinto all'indietro e inciampò (probabilmente su qualcuno che era finito KO alle sue spalle, forse proprio lo "$%&%£$ che voleva decapitarlo a mani nude e che ora doveva avere un bassorilievo delle sue nocche sulla mascella) e cadde.
    Quasi immediatamente dopo, congelò una spada che aveva un'aria decisamente pericolosa prima che gli toccasse il collo.
    Poi qualcuno evidentemente pensò che fosse una buona idea lanciargli contro un macigno mentre era disteso a terra...
    Si era dimenticato di Heimdall.
    O era lui uno di quelli che lo avevano placcato brutalmente?
    Una cosa era certa: doveva risolvere la cosa una volta per tutte.
    Almeno un pochino.
    "Questa sarà decisamente una pessima idea"!
    Non aveva mai spinto il suo potere oltre il limite.
    Non da quando aveva cominciato ad usarlo. Prima bruciava le cose, ora le congelava. E poi c'era quell'altra cosa che preferiva non fare troppo spesso.
    Comunque: non era uno degli X men. Non passava il suo tempo libero ad esercitarsi o roba del genere, al massimo guardava qualche video dell'Uomo Ghiaccio su Youtube per imitare qualche mossa.
    Non era nemmeno sicuro di come funzionasse quella cosa del congelamento. Cioè: mai stati una cima in scienze e lì la scienza era più che altro un balletto di fisica, chimica, biologia e chissà che altro.
    Comunque in qualche modo capiva i suoi poteri. Sì insomma: come capiva i suoi muscoli e il suo stomaco. Erano letteralmente una parte di lui e sapeva il necessario per mettere un piede davanti all'altro.
    Poi però arrivavano momenti come quello e...beh...o la va...
    Il ghiaccio si propagò tutto intorno come le vibrazioni di un'esplosione. Era come se all'improvviso un enorme palloncino pieno d'acqua fosse appena arrivato al limite.
    Quello che si riversò su tutti coloro che erano abbastanza vicini a Blaze però non era acqua.
    Congelò Blaze e quelli che lo avevano afferrato, ma non si fermò: avanzò rapidissimo come un piccolo tsunami: una specie di muro biancastro alto circa due metri che si spostava in avanti allargando un fronte di terreno congelato che aveva un mutante molto confuso (e ora molto sotto una coltre di ghiaccio spessa un braccio) come punto d'origine.
     
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