The Long Journey

Racconti di una campagna di D&D improvvisata tra utenti di Marvel Italia Forum

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    Breve preambolo:
    Ridendo e scherzando propongo a Grampasso di organizzare una campagna di D&D con altri utenti del forum.
    Non ho mai giocato, l'ho sempre voluto fare e mi pareva d'aver capito che lui fosse abbastanza navigato.
    Riusciamo ad arruolare botolo1 Dead Man 89 Coso‚ Gavriscon in compresse ed il fratello del buon Grampasso.
    Questa sera abbiamo giocato il "prologo", un po' goffamente ma divertendoci molto.


    Ho pensato che sarebbe carino condividere con tutto il forum questa esperienza ed apro questo topic per pubblicare, di volta in volta, un riassunto delle tappe di questa campagna.
    Saranno scritte dal punto di vista di Nalubantur Frontealta, un bizzarro nano (il mio personaggio).
    Ovviamente non si escludono contributi da altri giocatori!
     
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    CAPITOLO UNO
    Il vecchio, il bimbo e gli altri

    [tradotto dal nanico. In alcuni punti la consecutio temporum risulterà bislacca, ma per mantenere la genuinità del racconto si è preferito conservare i tratti tipici del linguaggio nanico, il quale tratta il tempo in maniera diversa rispetto a noi uomini.
    N.B. i nomi propri, non essendo traducibili, vengono semplicemente trascritti in rune naniche, componendoli sfruttando i fonemi che più si avvicinano alla pronuncia corretta del nome stesso.]


    dal Diario di Nalubantur - giorno 1
    Mi trovo, per uno dei mille casi della vita, in una taverna piuttosto accogliente. Sull'insegna c'è una grossa bestiaccia marina e la scritta riporta "Locanda del Pesce Spada". Al piano superiore ci sono sei stanze private per passare la notte, nel seminterrato la sala grande in cui arde il fuoco e l'oste serve la cena ed una brodaglia schiumosa che si ostina a chiamare birra. Solo per quieto vivere ho evitato di versarla sul pavimento e riempire la caraffa di piscio, al fine di dimostrargli che il mezzorco seduto dall'altra parte della stanza non sarebbe stato in grado di distinguere i due liquidi. Ma, si sà, sono un nano lungimirante e di buon cuore e lui, l'oste, era soltanto un cucciolo d'uomo di appena trent'anni. Ho già vissuto 3 delle sue vite: ho soprasseduto.

    Un ragazzone in armatura, seduto poco distante da me, fu interrotto mentre si faceva i fatti suoi da un vecchiaccio alto più di due metri. Aveva una barba bianca molto ben curata, quel vecchio. Propose al ragazzo un lavoro come scorta personale per quel bamboccetto che si portava appresso: un ragazzetto di... boh? a quanti anni un umano era adolescente? 12? Comunque: il vecchio deve portare il pupo a Berdusk. Facendo i conti della serva, da Baldur's Gate a Berdusk a piedi erano circa 8-9 giorni. Ha offerto al giovane 1000 monete d'oro per la scorta, pagandogliene subito 200 di acconto. Il ragazzo si è presentato come Wilmore Asmith, Paladino di vattelappesca.
    Il vecchio - Gustav'o- per fare conversazione, fece alcuni commenti sulla birra locale, apprezzandola, ma millantò che nella sua città si producesse una bevanda di qualità eccelsa. Lo indicai con fare accusatorio: era evidente che fosse solo un vecchio ciarlatano. Gli uomini non producevano nulla di neanche lontanamente avvicinabile al fermentato che preparavano i nani. E io lo so bene: sono un maestro distillatore, io!
    Insomma botta e risposta, il vecchio m'aveva pescato come un pesce alla lenza: tentò di reclutarmi. Ma io sono furbo: bisogna fare i preziosi come una donzella che non si concede al primo corteggiatore.
    Approcciò l'orco, offrendogli una miseria tipo 200 monete. Quello accettò senza neanche contrattare "sìsì, va bene". Tonto. Pianeggiante pieno d'aria!
    Ho chiesto, a voce piuttosto alta, come mai avesse offerto due cifre diverse ai due. Avrei potuto ottenere due reazioni: uno dei due si sarebbe offeso oppure il vecchio si sarebbe allarmato ed adoperato per farmi tacere.
    Sono riuscito, con la mia proverbiale arguzia, ad ottenere un compenso di 1200 monete con un anticipo di 200.
    Si parte domani mattina presto. Finisco la birra, vado alla latrina e prendo sonno.

    Edited by -Ferry- - 3/4/2023, 21:59
     
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    [tradotto dal nanico. In alcuni punti la consecutio temporum risulterà bislacca, ma per mantenere la genuinità del racconto si è preferito conservare i tratti tipici del linguaggio nanico, il quale tratta il tempo in maniera diversa rispetto a noi uomini.
    N.B. i nomi propri, non essendo traducibili, vengono semplicemente trascritti in rune naniche, componendoli sfruttando i fonemi che più si avvicinano alla pronuncia corretta del nome stesso.]


    dal Diario di Nalubantur - giorno 2

    Dannazione, che giornataccia!
    Dopo una levataccia ci incontrammo tutti all'alba alle porte della città. C'era il mezz'orco - mi pare abbia grugnito di chiamarsi "Biorno"- il bel ragazzone in armatura che si chiamava Will More As Mith, il vecchiaccio ed il bamboccetto. Ero sicuro fossimo pronti a partire, tutti belli preparati, carichi a pallettoni. E invece no: il vecchio si mise a raccattare altra gentaccia davanti ai cancelli. C'era un elfaccio nero, un drow, che tentava di entrare ma veniva GIUSTAMENTE rifiutato e respinto dalle guardie cittadine. Il vecchio, che evidentemente aveva una paura fritta di andare in giro fuori dalla città da solo - magari gli avevano scopato la moglie in mezzo ai boschi?? - reclutò pure l'elfo promettendogli una lettera di lasciapassare e dei soldi una volta arrivati a Bertusk.
    Per promettere tutti quei soldi a tutta quella gente, oltre che un lasciapassare, doveva essere un qualche tipo di dignitario o di funzionario ed il pupo doveva essere importante. Magari era il figlio di qualche baronetto locale. bah, comunque per questo quel tragitto tra le pianure lungo il corso del fiume sarei stato più che sufficiente io soltanto come scorta! A che serve questo dannato esercito che va raccattando?
    Oh quanto mi sarei pentito, più tardi, di questo pensiero!
    Comunque partimmo, finalmente!
    Gustav'o ci diede del tempo per discutere del tragitto ed ognuno diede fiato alla zampogna per dire la propria! Uh che mare di fesserie! Bisognava andare da un punto ad un altro ed i due punti erano collegati da un fiume. che diavolo di strada vuoi fare? SEGUI IL FIUME!
    Per fortuna che il vecchio, che forse non era così rimbambito come pensavo, dimostrò un po' di buon gusto e mi nominò guida della spedizione. Scelta ovvia: sono NETTAMENTE il più intelligente del gruppo.
    Durante il cammino, quasi a fine giornata, ci imbattemmo in un branco di lupi famelici: grigie bestiacce pelose ed ingrifate! Si avventarono tutte su Will More, stendendolo secco a terra in meno di un istante. Bravi lupi! così io ebbi tempo di impallinarne uno con la mia balestra, bruciarne un altro con una magia scagliata dal mio TRICCHEETTRACCHE e spellarne un altro con i due pugnali da cintola. Nel mentre l'orco si mise in mostra con poderosi colpi d'ascia, il ragazzino dimostrò di saper tirare con l'arco e l'elfo... di essere un elfo: un vigliacco nascosto nelle retrovie che blaterava qualche incantesimo ogni tanto. Del tutto irrilevante!

    Nella foga del combattimento non me ne accorsi, ma dalla boscaglia saltò fuori un lucertolone albino. Un bellissimo esemplare di Dragonide che ci aiutò nell'assalto, principalmente curando e salvando di fatto la vita al paladino.
    Will More As Mith, infatti, ha passato l'intero scontro a gambe all'aria. UN PALADINO ORIZZONTALE AH AH AH AH!

    Beh comunque , come prevedibile, il vecchiaccio non esitò a riempire di ringraziamenti anche il rettiloide invitandolo ad offrirsi al gruppo. Questo, ancor più fesso dell'orco, accettò senza neanche contrattare per un compenso! Quanti sciocchi che davano così poco valore alla propria vita!
    Io, di rimando, afferrai la barba del vecchio mostrandogli le ferite riportate nello scontro: 1200 monete non bastano per un disturbo del genere! DUEMILA! e dovreste vedere con che rapidità ha accettato: è evidente che ha capito che sono io, NALUBANTUR GUR'NAKAL, il grande inventore, a rappresentare la punta di diamante del gruppo, il suo miglior acquisto della giornata!

    Proseguimmo, ormai eravamo in sette, ma presto si fece notte ed eravamo stanchi. Una volta acceso il fuoco ci siamo accampati. Poco fa ho sentito il vecchio Gustav'o e Kaled - il nostro protetto - chiacchierare tra loro. Kaled disse "Nek, forse dovremmo dir loro la verità.." chi diavolo è Nek? Quello non ha detto di chiamarsi Gustav'o? Lui risponde "No Darwin, è meglio di no". Darwin? che diavolo di nome è?
    Il vecchio mi guarda. Si è accorto che li ho sentiti. Sembra allarmato, mi guarda. Io non parlo, sono preso alla sprovvista. Metto su una maschera: batto la mano sul borsello con cenno eloquente. Quello capisce che voglio altri soldi per starmene zitto. mi allunga 10 monete, c'è cascato.
    M'addormento, domattina penserò a che fare.

    Edited by -Ferry- - 3/4/2023, 22:00
     
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    [tradotto dal nanico. In alcuni punti la consecutio temporum risulterà bislacca, ma per mantenere la genuinità del racconto si è preferito conservare i tratti tipici del linguaggio nanico, il quale tratta il tempo in maniera diversa rispetto a noi uomini.
    N.B. i nomi propri, non essendo traducibili, vengono semplicemente trascritti in rune naniche, componendoli sfruttando i fonemi che più si avvicinano alla pronuncia corretta del nome stesso.]


    dal Diario di Nalubantur - giorno 3

    Mi sveglio prima degli altri. Apro un occhio e scruto gli altri: è ancora notte, albeggia appena. L'orco ronfava, il drago sembrava dormire ma non sono un esperto di rettili, il paladino era ancora orizzontale e dormiva con tutta l'armatura pesante addosso. L'elfo era sveglio, di guardia forse. Sapeva che i drow dormivano poco o nulla ed avevano il sonno leggerissimo. Mentre scrivo le mie memorie, come al solito, strappo un piccolo pezzetto di carta e vi scrivo sopra una parola in elfico "Mentono". Mi allontano per pisciare, assicurandomi che Gustav'o e Kaled dormissero, poi lancio il pezzetto di carta al drow in maniera furtiva. Dovevo condividere con qualcuno quello che avevo sentito prima di addormentarmi. Non era nulla di scabroso o malvagio, ma certi sospetti gli facevano irrigidire i peli della barba e quelli del sedere. Il drow sembrava il tipo più sveglio del gruppo, dovendo selezionare una persona con cui condividere informazioni la scelta mi sembrò ovvia.
    Non rimango neanche a guardare la sua reazione, si stavano svegliando gli altri.
    Ci incamminiamo e, poco dopo, c'assaltano una mezza dozzina di bestiacce immonde che sbraitavano e puzzavano di fognatura. GOBLIN. Schifosissimi goblin.
    In un modo o nell'altro li accoppiamo tutti quanti, ma alla fine ci fregarono alle spalle e rapirono il bamboccio. Gustav'o si lancia all'inseguimento, noi siamo bloccati nel combattimento e lo seguiamo appena ci liberiamo.
    Ci tocca infilarci in una grotta, dopo aver seguito un sentiero tra le pareti rocciose.
    Una stanzaccia buia, maleodorante. Vedo delle tende, dei resti di fuochi. L'elfo accende una luce magica, fa vedere pure agli altri. Non c'è traccia del bamboccio nè del vecchio.
    In compenso, in lontananza ci sono altri goblin. Il mio genio tattico brilla scintillante in quel momento e blocco tutti. Faccio cenno di rimanere zitti mentre indietreggiamo. Arraffo un po' di cianfrusaglie in giro - una forchetta, un chiodo, del fango, un bottone - e le combino tra di loro con dello spago. Mi apparto, perchè la mia arte è e deve rimanere un segreto soltanto mio, e faccio avvenire il miracolo instillando una mollichina di magia in quell'affare. Ho realizzato un "petofono": un diversivo magico che, quando attivato, avrebbe iniziato ad emettere possenti peti.
    Lo affidai al lucertolone, che si appostò in un angolo leggermente rialzato mentre noi cercavamo una via secondaria per prendere i goblin alle spalle.
    Dopo un ragionevole lasso di tempo, il dragonide decise che era tempo di attivare il frutto del mio ingegno e lanciò il petofono al centro dell'accampamento. I goblin sciamarono fuori dalle tende, accerchiandosi attorno al misterioso oggetto. Noi li attaccamo alle loro spalle, il dragonide li assaltò frontalmente sputando ghiaccio dalle fauci e li sterminammo tutti.
    Eravamo tutti sfiniti, c'era ancora un'ampia parte della grotta da esplorare. Troviamo una specie di vault segreto, rintraccio delle trappole ma sono troppo primitive per impensierirmi. All'interno v'era della refurtiva. L'orco ottiene un'ascia magica, il che lo rese piuttosto euforico. Io trovo una gemma.
    Ci accampiamo per riposarci sfruttando le tende goblin. Al posto di dormire mi metto all'opera. Sfrutto la gemma come cuore per un progetto che avevo in mente da tempo: un porco meccanico.
     
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    N.B. i nomi propri, non essendo traducibili, vengono semplicemente trascritti in rune naniche, componendoli sfruttando i fonemi che più si avvicinano alla pronuncia corretta del nome stesso.]


    dal Diario di Nalubantur - giorno 4

    Ci ho lavorato su tutta la notte. Ho evitato di far troppo rumore sia per non attirare l'attenzione di eventuali altri goblin, sia per concedere agli altri del riposo di cui avevano effettivamente bisogno.
    La mia premura, però, è contrastata da un assalto furtivo di quelle bestiacce. Lacerarono la mia tenda e tentarono di cogliermi di sorpresa, ma non mi trovarono disarmato: avevo i miei attrezzi da lavoro in mano. Senza neanche interrompere le mie operazioni, agitai miei strumenti e scagliai un dardo di fuoco arrostendo la bestiaccia.
    Misi subito il muso fuori dalla tenda e trovai tutti quanti impegnati in combattimento. Ne uscirono in fretta, senza troppi problemi.
    Uno di quei goblin era più grosso e sembrava più sveglio. Avremmo potuto interrogarlo, anche torturarlo se necessario, ma quella bestiacca rettiloide del dragonide lo seccò senza rifletterci troppo. Era più animale che...persona?

    Continuando le ricerche abbiamo trovato un corridoio stretto, si allargava sul fondo, dove c'era una statua. Il dragonide, che per una volta usò il cervello invece delle zanne, ci raccontò la storia di quella malvagia divinità goblin a cui era dedicato il monumento. Teneva entrambe le mani aperte, ricoperte di sangue secco. Il drago affermò con discreta certezza che dovevamo offrire due cuori al dio. Avevamo sterminato una dozzina di goblin, quindi recuperare gli organi cardiaci non fu troppo difficile.
    Quando l'offerta fu sul posto, la statua si sposta e rivela una stanza buia dov'era prigioniero il ragazzo.

    AH, durante le ricerche si è rifatto vivo pure il vecchio Gustav'o - o Nek, come l'aveva chiamato il suo protetto.
    Ci stiamo rimettendo in marcia, dobbiamo uscire da qui. Queste grotte sono opprimenti perfino per un nano.
     
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    dal Diario di Nalubantur - giorno 5

    Il ragazzo è vivo ed è con noi. Adesso che ce l'abbiamo, posso finalmente presentare la mia creazione al gruppo dedicandogli la giusta attenzione: BABBALA, il cinghiale meccanico!
    Un porco dolcissimo e letale, in grado di dilaniare le carni dei goblin con le sue zanne in bronzo. Ha un cuore grande, anzi grosso: una pesante gemma dal colore rosso.
    Scortati dal fiero Babbala, usciamo da quell'intricato dedalo di caverne e riprendiamo la strada principale. Al termine della giornata, siamo nei pressi di un forte sulle sponde del fiume. Pensiamo di chiedere riparo per la notte, ma veniamo anticipati da un piccolo plotone di esploratori a cavallo che ci circonda neanche fossimo criminali. Erano capitanati da un tale Cav. Genziana Almo: uno spaccone troppo alto a cui andrebbero accorciati gli stinchi a colpi d'ascia.
    Questo Cav. Genziana Almo si mise a questionare con El Che Din, la nostra amata lucertolona di compagnia, fino a che - tra minacce e violenza spavalda - non lo incarcerarono e ci trascinarono tutti ammanettati nel forte.
    Giunti all'interno, veniamo portati al cospetto di un altro vecchiaccio brutto, tale Lucian'o - Capitano di Forte Morningold'o.
    Tra uno strillo, una bestemmia, ceffoni e scazzottate, il vecchio Gustav'o fu fondamentale per evitare che ci ammazzassimo a vicenda. Intervenne, finalmente, mostrando un po' di fegato.
    Presentò il suo protetto col suo vero nome, finalmente: Dar'uin, erede al trono di Berdusk! E lui era, niente popodimeno che Neco Cra, il mago di corte. L'autorità del ragazzino, dunque, si estendeva anche su quel forte per cui la situazione si sedò abbastanza in fretta. Il mago calò la maschera e finalmente ci spiegò che cosa stava accadendo nella sua città: un mago Oscuro aveva preso d'assedio Berdusk e sterminato la famiglia reale. Loro erano riusciti a fuggire, ma avevano bisogno di radunare forze per aiutarli a riprendere il controllo di Berdusk e sconfiggere l'assalitore.
    QUEL RAGAZZINO E' UN RE: ci pagano troppo poco!

    Comunque, Lucian'o del Forte non può muovere i suoi uomini per aiutarli poichè il forte stesso è sotto assedio di alberi giganti che vogliono raderlo al suolo inspiegabilmente.
    Ovviamente saremo noi, domani mattina, a dover andare nel bosco a capire che dannazione stia succedendo. Per la Barba di Moradin: doveva essere una passeggiata ed invece sta diventando una saga epica. Adesso vado a terminare le scorte di birra del forte, poi dormo.
     
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