Cercasi personale qualificato

giocata d'arruolamento per Jona Dreamwalker e Red Wolf

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    Partecipanti:
    M-11- [-Ferry-]
    Jona Dreamwalker - [IchigoMugetsu]
    Red Wolf- [Cain.]
    Natsu Dragneel - Betto795


    [ENTRO]
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    Pg:M-11 [The Human Robot
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    parlato M-11


    Già da un paio di settimane lo human robot era stato riattivato, ed aveva incominciato il suo lavoro di manutenzione e ripristino di tutte le basi ATLAS. Il mago interdimensionale Natsu era rimasto con lui ad aiutarlo, ed in molti casi la sua enorme forza fisica era di grande aiuto nei lavori più pesanti. Il robot si era prestato a dirigere e monitorare i lavori per i primi tempi, per tenere sotto osservazione i CLOC ed assicurarsi che siano effettivamente tornati funzionali e privi di avarie.
    Dopo un primo momento di assestamento, lui si era dedicato alle verifiche dei sistemi di sicurezza e informatici, alle reti, alle comunicazioni.
    Era riuscito a contattare due Agenti ancora attivi: il Fante di Cuori e L'Uraniano, che per lui era una sorta di mentore.
    Aveva inviato loro una lista di nomi, presto quei nomi avrebbero ricevuto visite.

    C'era bisogno di organico, di personale. L'Agenzia non era mai stata così a corto di uomini, e da quando i CLOC si occupavano della sicurezza, anche rimpiazzare la semplice pattuglia era diventato quasi superfluo. Ma a lui occorrevano agenti, uomini e donne operativi e capaci. I vecchi agenti ancora attivi avrebbero formato una nuova generazione di reclute che avrebbero ridato vita all'antico impero, il quale avrebbe continuato a mantenere l'ordine sul pianeta, rimanendo nell'anonimato e nell'ombra.

    In questi giorni turbolenti e pieni di lavoro, M-11 aveva comunque dedicato una porzione del suo infinito potenziale nel processare dati relativi agli scontri tra civili.
    In particolare, a Brooklyn, in quella popolosa e frenetica costa newyorkese, in uno scontro erano spiccati tre individui che l'avevano colpito.
    Sembrava collaborassero bene, anche se probabilmente si erano visti per la prima volta. Inviò il loro profilo ai suoi colleghi, e lui si dedicò all'incontro con il più piccolo dei tre.
    Era poco più che un bambino, di cui non potè specificare con esattezza l'età anagrafica. Probabilmente non era nato su quel pianeta, o in quella dimensione, poichè se ci fosse stata una traccia di qualsiasi tipo della sua esistenza M-11 l'avrebbe trovata facilmente.

    Decise di sorvolare il luogo dello scontro con uno dei dischi volanti che l'Uraniano aveva lasciato all'agenzia, per poi atterrare in un luogo appartato ed incamminarsi. Il metaumano era stato avvistato spesso di recente presso quelle zone, ed M-11 calcolò una elevata probabilità di rincontrarlo proprio lì.

    Edited by -Ferry- - 20/9/2017, 13:44
     
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    Co..cont..contem-pora-nea..contempo-ranea-mente. SI!

    Il ragazzo se ne stava sulla cima di un piccolo palazzo, seduto a gambe incrociate sul cornicione. Poggiato sulle cosce aveva un libro aperto, e stava tenendo il segno con il dito. Era un libro per bambini che aiutava ad imparare a leggere. Era qualche giorno che si era messo sotto, ma fare tutto da solo non era affatto facile, ma il suo veloce apprendimento faceva la sua parte.
    Era riuscito a trovare quel libro in una libreria della città.
    Infatti, dopo che si era separato dai suoi 3 compagni di avventura, aveva deciso di rimanere tranquillo, così che il suo braccio potesse recuperare al 100%. Ma non aveva dove andare, e non sapeva che fare. Stava girando per le strade, in cerca di un negozio di vestiti per il rimpiazzo della maglietta perduta, e fu lì che incontrò di nuovo l'anziano signore che lo aveva aiutato al ristorante la sera che si erano trovati a casa di Stranger prima dell'incursione a Panama. Lo portò prima a cambiare qualche moneta d'oro in dollari, così che potesse pagare senza farsi imbrogliare. Dopodiché lo aveva portato in libreria, suggerendogli di comprare il libro che ora stava leggendo. Aveva comprato poi una maglietta sempre bianca, ma il tessuto di cui era fatta non gli piaceva molto. Si era preso anche un piccolo zainetto, così da poter mettere dentro il libro ed altre cose che avrebbe potuto trovare o acquistare. Adesso sembrava uno studente del liceo a tutti gli effetti. Era rimasto sempre nella zona di Brooklyn, girovagando qua e la. Per ora non aveva ancora trovato una sistemazione fissa. Tutte le locande qui erano fin troppo costose. Il tempo fortunatamente era stato clemente, e in quei giorni non aveva mai piovuto e la temperatura era sempre stata piacevole la sera, soprattutto in riva al mare, dove ogni tanto andava.
    Non aveva avuto alcun tipo di problema in quei giorni. Non aveva neanche assistito a nessun atto criminale, e ciò lo rendeva più tranquillo e sereno.
    Chiuse il libro con entrambe le mani, soddisfatto dei risultati ottenuti quel giorno, infilandolo nello zaino. Scese con calma dalle scale antincendio, mentre fischiettava fra se un motivetto allegro. Una volta tornato in strada, intrecciò fra loro le dita delle mani, poggiandole dietro la nuca. Camminava spensierato, in cerca di un posto dove potesse rifocillarsi. Anche il cibo non era stato un problema: prima o poi, camminando di qua e di la, trovava sempre qualcosa, che fosse un ristorante, un fast food oppure un furgoncino da street food. Mancava ancora un'ora a mezzogiorno circa, e per la mattina si era stufato di studiare.
     
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    Tuta High-Tech: La tuta progettata da Cain risulta essere anti-proiettile, leggera e abbastanza resistente, dai tratti di un lupo di colore rosso e nero, perfettamente progettata per i suoi artigli di titanio. All'interno delle fibre dell'armatura è presente un endo-scheletro in grado di aumentare le sue abilità fisiche, aumentando la sua forza (Fino a 1,5 ton) e la sua velocità (Fino a 35 km/h). Dispone dei seguenti Gadgets:
    - Dispositivo sul polso sinistro in grado di attivare l'armatura e di assemblarla sul corpo di Cain, anche parzialmente per qualunque necessità;
    - Dispositivo modulazione voce;
    - Lenti a raggi x, infrarossi e ultravioletti. Grazie a queste la vista di Cain è in grado di vedere al buio, attraverso degli oggetti e vedere nel dettaglio residui organici, a scopo puramente investigativo;
    - Raggi repulsori sulla schiena, possono essere proiettati o in orizzontale o verso il basso, aumentando la gittata in altezza o in lunghezza dei salti di Cain per un massimo di 5 metri.
    - Intelligenza artificiale "Alpha", che assiste Cain in ogni situazione.
    - Fumogeni, a scopo di occultamento o di fuga (3 per Giocata).


    [ENTRO]

    Così... dovrebbe andare.
    Smanettò ancora per qualche secondo, prima di osservare con attenzione il guanto della sua armatura. Cain era seduto proprio nel mezzo di una gigantesca ciambella di un Bar che si trovava proprio sotto di lui, dopo una rapina sventata che però aveva richiesto più tempo del previsto. L'armatura dai tratti animaleschi era completamente assemblata al corpo del ragazzo, mentre solo il pezzo che comprendeva dall'avambraccio destro fino alla mano di Cain era stato rimosso per un controllo.
    Infatti, proprio durante la rapina, la parte in questione aveva manifestato un guasto tecnico che comprendeva un malfunzionamento nella mobilità del pezzo, proprio per questo durante il combattimento Cain iniziò a perdere a tratti la mobilità del braccio destro. La rapina aveva richiesto più del tempo del previsto semplicemente perché aveva affrontato ogni singolo uomo al suo interno con un braccio solo, sostanzialmente.
    Una parte minima dell'elmo di Cain si aprì verso l'alto, rivelando una misera parte del suo vero volto che grazie alla grande ombra della ciambella, risultava praticamente inesistente ad occhio esterno. Portò il sigaro sulle labbra e diede una corposa boccata, prima di sputare il fumo denso di aroma. Gettò via il sigaro ormai finito e l'elmo tornò al suo posto, mentre Cain si apprestò ad assemblare nuovamente la parte dell'avambraccio al resto dell'armatura, testandone ogni singolo movimento.
    Alpha, noti qualche problema?
    Disse il ragazzo, mentre con la mano eseguiva una serie di movimenti articolari, assicurandosi che non ci fosse alcun tipo di problema.
    Non rilevo nulla, signore. E' come nuovo.
    Fu sollevato di tale affermazione, ora finalmente non poteva più rischiare di rimanere senza un braccio. Con strumenti rudimentali era riuscito a risolvere il problema ma, a dirla tutta, neanche aveva capito con precisione quale fosse il problema dato che in realtà era tutto al suo posto.
    Alpha, quante volte ti ho detto di non chiamarmi "Signore"?
    Mi scusi, signore.
    Scosse la testa, per quanto provasse non poteva di certo cambiare la caratteristica di quell'intelligenza artificiale di sua creazione. Nonostante era prettamente una figura tecnologica e non in carne ed ossa, era l'unico a sapere della sua reale identità e in moltissimi casi era riuscito a salvare la vita in Cain quando la situazione prendeva una piega a dir poco preoccupante.
    Improvvisamente, il vigilante lupo si fermò di scatto, aveva sentito un rumore alquanto strano. A primo impatto poteva sembrare un comune aereo ma presentava dei rumori alquanto insoliti, la distanza era notevolmente ridotta e sembrava che stesse atterrando nel bel mezzo delle vie della città.

    Decise di andare a controllare e anche di fretta. I raggi repulsori posti dietro alla sua schiena si mobilitarono in linea orizzontale, permettendo a Cain un salto in avanti notevole, verso l'edificio che aveva di fronte. Una volta in volo, il vigilante sguainò gli artigli di titanio emettendo un suono sordo e metallico. Conficcò le letali lame alla parete dell'edificio e iniziò una breve scalata prima di raggiungere il tetto. Cercò di intercettare la zona esatta dei rumori che aveva precedentemente sentito e con uno scatto repentino cercò di raggiungerla nel minor tempo possibile tra un balzo e un altro.
    Su una sporgenza di un edificio, Cain osservò con attenzione l'ambiente intorno a lui, fino a scorgere dall'alto una figura imponente e di metallo, un fottuto robot di due metri.
    Ma che cazzo?
    Disse sottovoce, osservandolo nel mentre che atterrava con quello che si poteva definire un disco volante. Per la miseria, Cain era sempre stato immune alle droghe, in quel momento stava iniziando ad avere dei dubbi.
    Alpha, sai dirmi qualcosa su quello che vedo?
    L'intelligenza artificiale impiegò pochi secondi nel setacciare più database, prelevando più informazioni possibili riguardo l'imponente uomo metallo che aveva davanti.
    Si, signore. Robot M-11. Tuttavia sono riuscito a ricavare poche informazioni a riguardo. Ha preso parte a diversi eventi disastrosi con una nomina da Macchina da guerra. Ha un livello di pericolosità davvero alto. Da qui risulta ricercato, non ha una nomina così buona, anzi. Ad ogni modo, signore, non si vede più in circolazione da un bel po' ormai.
    Quello che aveva davanti quindi era un Robot criminale appena atterrato su una via della città, ricercato e in attesa di essere riciclato dal governo? Che giornata del cazzo.
    Quel robot o meglio, M-11, era atterrato sicuramente per una ragione, e Red Wolf avrebbe fatto di tutto pur di scoprirlo. Ora non poteva fare altro che rimanere nell'ombra, seguendo ogni sua minima mossa, sperando che il robot non lo avesse individuato.
     
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    parlato M-11


    Si mosse camminando col suo passo rigido e meccanico, senza curarsi degli sguardi curiosi o stupiti, o spaventati, di chi lo avvistava. Non era una unità stealth, non era un sicario nè un terrorista. Aveva un compito da svolgere ed era abituato ad ottimizzare i tempi. Camminava spedito verso un punto ben preciso. Sfruttando satelliti, telecamere di sicurezza cittadine e reti cellulari aveva triangolato la posizione del giovane metaumano, che probabilmente stava camminando in cerca di qualcosa, forse ristoro.
    era stato fermo fino a pochi minuti prima, era apparso in una videosorveglianza mentre era seduto a leggere qualcosa. non aveva disponibilità di file audio, quindi non aveva idea di cosa fosse precisamente, ma la cosa non lo interessava: l'aveva individuato.

    Camminando guardingo individuò il giovane che scendeva da una scala antincendio, assumeva una posizione stramba con le braccia dietro la nuca e camminava in direzione di un maleodorante rivenditore ambulante di panini con salsicce di carne dalla dubbia provenienza comunemente chiamati hot dog.
    M-11 non aveva mai avuto bisogno nè il desiderio di mangiare, ma nella sua memoria era ancora vivo il ricordo appartenente al suo creatore, che mangiava con gusto uno di quei pasti da strada. La fame era una delle sensazioni umani che era felice di non provare. Se fosse stato in grado di essere felice.

    Si avvicinò al ragazzo, e mentre era a circa 20 metri da lui, rilevò un'intelligenza artificiale rozza e primitiva collegata ad un'armatura. Lo stava seguendo, ma non costituiva una minaccia rilevante, perciò decise di non metterla offline immediatamente. Gli concesse il beneficio del dubbio, e non diede alcun segno di averla notata.

    Si palesò dinnanzi al ragazzo, avvicinandosi con la sua mole metallica, dimenticando di avere un aspetto inquietante, fuori luogo e sinistramente minaccioso.
    Si fermò, con le braccia distese lungo il corpo, puntò il visore verso di lui e si espresse con la sua voce automatica e priva di espressione

    Necessito dialogo con la tua persona. Ti prego di seguirmi in un luogo più riservato.
     
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    Mentre il giovane camminava spensierato fra la gente si guardava in giro, curioso. Era in quel mondo da pochi giorni, ed aveva ancora moltissime cose da imparare. Spesso fermava i passanti, chiedendo cosa fossero alcuni oggetti esposti nelle vetrine, o strani aggeggi che vedeva in mano o in possesso delle persone. Molti lo ignoravano, borbottando fra loro parole che spesso offendevano il giovane; altri gli rispondevano in malo modo. Solo in pochi rispondevano cortesemente, chi per prenderlo in giro velatamente, chi per aiutarlo davvero. Mio Signore Paladine, qui in molti non conoscono il significato della parola "aiutare"... Si ritrovava a pensare il più delle volte, scocciato.
    Giunse finalmente ad un baracchino al quale nei giorni aveva già comprato da mangiare. Il proprietario, un uomo sui 60 anni, aiutato dalla moglie, lo salutò quando lo notò lì davanti.

    Oh, ancora qui, Jona. Ti piacciono proprio i miei hot dog allora!

    Il ragazzo si afferrò la nuca con una mano, ridendo fra se e se, annuendo con la testa.

    Ecco a te, oggi offro io.

    Wo! Grazie mille signore!

    Disse il Miracolo mentre prendeva il panino con una velocità incredibile.

    Figurati ragazzo! Alla prossima.

    Il felice Mezzelfo iniziò ad allontanarsi dal baracchino, divorando il panino in due morsi. Tirò fuori una bottiglietta d'acqua dallo zaino, bevendo qualche sorso.

    Aaaahhh. Però, ripensandoci bene, mi sa che torno indietro a prenderne un altro.

    Stava per incamminarsi, quando il suo udito captò qualcosa di insolito. A neanche un paio di decine di metri si stava avvicinando una creatura di grossa taglia, i cui passi producevano molto più rumore delle persone. Anche alcuni sussurri preoccupati nelle vicinanze giunsero alle sue orecchie. Si girò a guardare in quella direzione, e vide un grosso essere metallico dirigersi verso di lui. Jona rimase bloccato un momento, pensieroso. E questo? E' un robot? Oppure un'altra persona in armatura? Gli balenò in mente l'idea che potesse essere uno sgherro dell'organizzazione che aveva attaccato con gli altri a Panama. Dopotutto non era la prima volta che si presentavano in pubblico. Magari era stato mandato per vendicarsi. Il giovane non si mise in posizione di combattimento, ma rimase guardingo, pronto a reagire. Il grosso essere arrivò di fronte a lui. Era alto, molto più del ragazzo, tanto che un poco si piegò verso di lui per puntare il visore giallo negli occhi dorati del Re. Questi non perse tempo, parlando con una voce senza emozioni, metallica.

    Necessito dialogo con la tua persona. Ti prego di seguirmi in un luogo più riservato.

    Il ragazzo strinse leggermente gli occhi, come a volerlo studiare meglio. Mmmmhh... La voce sembra non avere lo stesso tono di Adam e gli altri... Spostò gli occhi sul suo corpo a gran velocità, in cerca di qualche simbolo di riconoscimento dell'organizzazione nemica, ma non ne vide. Per ora era stato stranamente cortese, quindi poteva darsi che non fosse ostile. Ed aveva detto di "necessitare dialogo". Proviamo a dargli retta... Quindi Jona annuì con il capo, sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle.

    D'accordo. Andiamo pure.
     
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    - Dispositivo sul polso sinistro in grado di attivare l'armatura e di assemblarla sul corpo di Cain, anche parzialmente per qualunque necessità;
    - Dispositivo modulazione voce;
    - Lenti a raggi x, infrarossi e ultravioletti. Grazie a queste la vista di Cain è in grado di vedere al buio, attraverso degli oggetti e vedere nel dettaglio residui organici, a scopo puramente investigativo;
    - Raggi repulsori sulla schiena, possono essere proiettati o in orizzontale o verso il basso, aumentando la gittata in altezza o in lunghezza dei salti di Cain per un massimo di 5 metri.
    - Intelligenza artificiale "Alpha", che assiste Cain in ogni situazione.
    - Fumogeni, a scopo di occultamento o di fuga (3 per Giocata).


    Cain proseguì con le sue attente ricerche, osservando nel dettaglio le mosse del robot M-11. L'enorme mole del robot potevano essere un problema non indifferente in uno scontro, per non parlare del quantitativo di armi di cui poteva disponere. Di certo però, non poteva lasciare un elemento come quello a piede libero per quelle strade, non sarebbe stato per niente sicuro nonostante non avesse alcuna minima idea delle sue intenzioni. Beh, non appena sentì con i suoi sensi amplificati la presenza di un bambino.
    Cercò di isolarli con maestria, doveva essere in grado di captare ogni singola mossa di M-11 e contemporaneamente anche le mosse del bambino, non poteva permettere che si avvicinasse troppo al gigantesco robot.
    Ecco a te, oggi offro io!
    Il ragazzino sembrava essere impegnato tranquillamente in un normale pasto, per un momento Red Wolf si tranquillizzò per quanto aveva davanti, non appena M-11 iniziò a mobilitarsi proprio verso il ragazzo.
    Alpha, riesci ad infiltrarti in quell'ammasso di ingranaggi?
    Le intenzioni di Cain erano quelle di hackerare come minimo lo strato esterno della mente di M-11, per capire le sue intenzioni o per lo meno fargli cambiare strada.
    Impossibile, signore. Risulta essere di una tecnlogia fuori dalla mia portata, in alternativa potrei mandare un attacco al suo sistema ma lo sconsiglio fortemente.
    Aveva ragione, se lo avesse attaccato così apertamente avrebbe dato il via ad uno scontro che poteva avere rischi non indifferenti, soprattutto in prossimità di quel ragazzino.
    Necessito dialogo con la tua persona. Ti prego di seguirmi in un luogo più riservato.

    Merda.
    Cosa poteva fare ora? M-11 a quanto pareva aveva l'assoluta necessità di interagire con il ragazzo, e se avesse voluto rapirlo? Magari reclutarlo per una qualche organizzazione criminale, che ne poteva sapere?
    D'accordo. Andiamo pure.
    Maledizione, non fare stronzate ragazzino.
    La situazione si stava facendo sempre più spinosa. In quel preciso istante, i tre si trovavano ancora in uno spazio fin troppo aperto per un eventuale scontro e sicuramente M-11 era più che incurante sull'impressione che poteva suscitare alle persone di fronte alla sua mole o addirittura alla sua aria decisamente inquietante che trasmetteva. D'altra parte, Cain non sentiva assolutamente odore di paura, dal ragazzino si intendeva. Allerta, questo sentiva ma niente più. Quel ragazzino sembrava essere fin troppo tranquillo.
    Red Wolf stava iniziando ad innervorsirsi, avrebbe aspettato che si fossero spostati in una zona più tranquilla, prima di agire.
    Come procediamo, Signore?
    Aspetterò che si spostano in una zona più tranquilla. Non posso lasciare che quel ragazzino corra rischi di fronte a quel coso di latta, appena sarà il momento entrerò in azione.

    Scusate il ritardo!
     
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    parlato M-11


    Il ragazzo, dopo breve riflessione, aderisce all'invito del robot di conferire con lui in un luogo più consono. M-11 prese a camminare, senza aggiungere ulteriori inutili parole a quella conversazione, in direzione di un vicolo chiuso. Raggiunto quello squallido vicolo umido e maleodorante, sulla destra mirò dritto verso una porta, cui sfondò la serratura semplicemente poggiandoci la mano sopra, ed entrò nell'ampio locale abbandonato.
    Nell'immenso potenziale informatico del robot, avere accesso ai piani catastali di tutto il mondo, ed alle planimetrie delle basi spaziali impiantate nei vari pianeti orbitanti nel sistema solare, era semplice come inviare una email.

    Il locale era grande, illuminato dalle ampie finestre che si aprivano in direzione est, umido e pieno di polvere. per il resto era vuoto, come già noto a M-11.
    Intanto, l'intelligenza artificiale in dotazione al suo pedinatore silente aveva tentato una ricerca sul conto dell'Agente robotico, ed aveva cercato di scandagliare superficialmente il suo sistema. Non era un attacco, era una semplice rilevazione, l'equivalente umano di avvistare il nemico a distanza.

    L'unica differenza è che ad M-11 quelle cose non sfuggono.
    Decise di attendere ancora e di non contrattaccare.

    Guardò il giovane, che lo aveva seguito, attese che entrasse nel salone ed aspettò alcuni secondi prima di parlare.

    Io sono l'Agente M-11, l'Impero Atlas ha bisogno dei tuoi servigi.

    Sentenziò, con la sua voce priva di intonazione, senza cadenze nè toni affabili o convincenti.
    Per un attimo, un brevissimo attimo, pensò di non essere l'unità più adatta a quella missione.
    Sperò che la sua nuova recluta, l'Agente Natsu, lo raggiungesse in fretta.
     
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    Il grosso robot non perse tempo, ed iniziò subito a muoversi, senza proferire più alcuna parola. Jona rimase un attimo imbambolato, poi prese a corrergli dietro. Il grosso costrutto compiva ampie falcate, anche se relativamente lente per uno come il Mezzelfo, ma non di meno il ragazzo, una volta che si affiancò a lui, dovette camminare svelto, per evitare di essere lasciato indietro ancora.
    Durante la camminata lo squadrava, sporgendosi in avanti e indietro, aggirandolo ed avvicinandosi a lui, con fare curioso.
    Non ha più parlato... Dev'essere una persona seria. Sempre che non sia un robot. Gli piaceva fare congetture su quel genere di cose.

    Camminarono per un po', ritrovandosi a procedere in un'area poco raccomandabile della Grande Mela. Già da un po' di tempo, dato che aveva notato che si stavano dirigendo in un posto sempre più isolato, aveva iniziato a concentrarsi per usare il suo udito iper sviluppato, così nel caso si fosse rivelata una trappola non sarebbe stato preso alla sprovvista.
    E fu così che udì dei passi. Qualcuno li stava seguendo, mentre si teneva a debita distanza. Per un istante si girò a guardare nella direzione di Red Wolf, ma subito riprese a prestare attenzione al robot davanti a se.
    Giunsero infine in un vicolo maleodorante e che aveva sicuramente visto giorni migliori. Il ragazzino fece un'espressione un po' schifata quando si addentrarono. M-11 raggiunse una porta, sfondandola per entrare. Il Re lo seguì, entrando nella casa, con circospezione. Se poteva darsi che fosse una trappola, quello era il momento perfetto per attaccarlo. Scandagliò a gran velocità l'ambiente, ma non vide ne udì nulla fuori posto. Era vuoto, tranne per l'incredibile strato di polvere che ricopriva il pavimento e le pareti. Non era nemmeno buio, poiché delle grosse finestre permettevano alla luce di rischiarare il tutto. Di nuovo, il robot non fu molto di parola.

    Io sono l'Agente M-11, l'Impero Atlas ha bisogno dei tuoi servigi.

    Una voce meccanica. Neanche un po' di emozione proveniva da essa. Jona lo fissò per un istante, piegando leggermente la testa di lato. I suoi occhi sembrarono brillare per un istante, mentre i capelli venivano come mossi da una brezza inesistente. Incrociò le gambe mentre iniziava a sollevarsi dal terreno, piegando le ginocchia in fuori. Si prese il mento con il pollice e l'indice della mano destra. Prese a fluttuare nella stanza, lentamente, come se fosse alla deriva nello spazio. Roteava anche su se stesso, in tutte le direzioni, ma sempre molto pigramente. Nel frattempo era assorto nei suoi pensieri.
    Impero Atlas... E chi sarebbero questi? Non hanno lo stesso nome dei tizi legati a Shiro.. Come si chiamavano quelli la?... Ah si! HYDRA! Mi pare... NO! Macché! Erano gli Avengers! Oppure... Quelli erano i tipi che ho visto nel coso luminoso ieri sera?... Pensa..pensa...pensa... ... J.L.F.! Così si chiamavano! Si! Forse.
    Aaaaaah! Al diavolo! Non sono loro che mi stanno cercando. O meglio, non adesso.


    Dopo neanche un minuto che se ne fluttuava in aria, con lo sguardo concentrato, tornò a guardare M-11. Aveva già sentito parlare di "Impero", ma si trattava di qualcosa relativo al suo mondo. Suo padre gli aveva narrato che, nei tempi antichi, un uomo era riuscito a conquistare tutte le terre conosciute, ed unirle sotto il nome di Grande Impero. Quest'uomo lo fece per la pace, ma ben presto il suo desiderio di armonia, passando di generazione in generazione, tramutò in avarazia, sete di potere, egoismo, malvagità. Gli aveva raccomandato, nonostante fossero stati sconfitti, di prestare molta attenzione a quando avrebbe sentito di nuovo quella parola da un estraneo.
    Sapeva di provenire da un'altra dimensione, ma non poteva dire che chiunque avesse incontrato fosse originario di quella nuova realtà. E non sapeva dirlo di M-11, e di Atlas.
    Che siano loro? Magari pensano che io non mi ricorda di loro, e sono venuti sotto falso nome per depistarmi nel caso non mi convinca la cosa... E se mi avessero contattato per trovare un modo per poter tornare di nuovo ad Assiah e conquistare ancora tutto? E se io, ingenuo, non me ne accorgessi, e finirei per fare esattamente ciò che loro vogliono, mandando in rovina il mio mondo?! Sarebbe la fine!
    Ora stava dando le spalle al robot, a testa in giù, e si mise di colpo le mani nei capelli. Era passato circa un minuto e mezzo da quando lo Human Robot aveva proferito parola.
    Jona si girò di scatto a guardarlo, sempre a testa in giù, allungando di nuovo le gambe, ruotando poi per tornare con i piedi verso il terreno. Ora aveva un'epressione sospettosa, di quelle che ti squadrano con gli occhi socchiusi e le labbra leggermente arricciate.

    E questi Atlas... Chi sarebbero? Venite da Assiah per caso? E la persona che ci stava seguendo? Era con te? In che cosa consisterebbero questi servigi?

    Chiese tutto d'un fiato il giovane Miracolo.
     
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    "Corri, corri, corri!" Pensavo mentre correvo a tutta velocità tra le strade affollate della città. "Muoviti, muoviti, muoviti!" Invece era quello che mi passava per la testa quando dovevo fermarmi ai semafori rossi mentre fiumi di macchine passavano davanti alla folla raggruppata ai semafori.
    Il problema era che ero in ritardo, ma fondamentalmente, il problema principale, era che non sapevo dove cavolo dovevo andare! "M-11 mi ha dato questo cavolo di trasmetti-coso, ma se non mi spiega come funziona io come faccio ad usarlo? Se solo avessi Happy con me, potrei volare e vedere tutte le vie dall'alto! Sarebbe un gioco da ragazzi trovare un robot di due metri!" Proprio mentre ci pensavo però, mi venne un'idea! Ricoprii i miei piedi di fiamme e tra lo stupore generale e un pizzico di paura per il fuoco che generai, le utilizzai come se avessi dei razzi ai piedi per spararmi a tutta velocità fin sopra ad un terrazzo. Da lì salii sempre più in alto passando da un tetto all'altro o da un balcone all'altro arrivando sempre più in alto. "Finalmente posso vedere meglio da quassù!" Pensai soddisfatto.
    Da lì infatti cominciai la mia ricerca "aerea"! Balzando da un tetto all'altro e sbirciando di tanto in tanto giù, riuscii finalmente a muovermi più velocemente. Ad un certo punto passai di fianco ad un tizio vestito da robot che se ne stava appostato a guardare qualcosa. "Lui deve essere un amico di M-11! Un robot deve essere amico di un altro robot! Magari si sono conosciuti in un robot's bar!" Ipotizzai. Purtroppo però non avevo tempo di fermarmi a chiedergli dove si erano conosciuti, così mi limitai a salutarlo.

    Ciao amico!!

    Gli urlai muovendo la mano in segno di saluto. Poi ripresi, ma mia corsa, ma quella distrazione mi costò cara! Calcolai male la distanza tra me e il cornicione, infatti spiccai un salto troppo lungo, con il risultato di mancare completamente il mio prossimo appoggio. "Oh, merda!"
    Quello che mi trovai davanti fu una grossa vetrata che ormai non avevo modo di evitare. Così ricoprii completamente il mio corpo di fiamme ed impattai contro la vetrata che finì in mille pezzi. Atterrai come una meteora in fiamme sul pavimento dell'edificio che fortunatamente resistette all'urto. Dopo aver combinato quel disastro mi rialzai pronto a scusarmi con il proprietario dell'immobile. Avevo già un'aria afflitta, mentre intorno a me c'erano ovunque pezzi di vetro e qualche pezzo di muro frantumato. Quando però mi accorsi che gli unici spettatori del disastro erano un ragazzino che stava fluttuando a testa in giù ed M-11 mi tranquillizzai e poi mi rallegrai per averli trovati!

    Agente Natsu a rapporto! Obbiettivi ricerca raggiunti! Porgo scuse immediate per il...ehm per il macello.

    Dissi ad M-11 portando la mano tesa alla fronte come fanno i soldati. Nelle ultime settimane avevo collaborato molto con il robot per aiutarlo nella rimessa in sesto della base Atlas, per questo avevo cominciato a parlargli come lui faceva con me, anche se non ero così bravo. Speravo che così mi capisse meglio e poi mi sembrava quasi di parlare con una specie di codice segreto. Ormai nonostante le sue frasi lapidarie riuscivo quasi a capirlo appieno. Stavolta però non eravamo soli o circondati da soli clock, quindi ripresi a parlare normalmente:

    Senti, la prossima volta che mi dai un trasmetti-coso, dovresti insegnarmi ad usarlo! Lo sai che non sono molto ferrato con la tecnologia!

    Lo rimproverai afferrando l'auricolare per mostrarglielo. Quando lo presi in mano però schiacciai il microscopico pulsante di accensione e l'oggettino si illuminò di una flebile luce azzurra.

    Oh! Finalmente si è acceso questo affare ahhahah

    "Un problema in meno!" Pensai con un mezzo sorriso. Poi mi rivolsi al ragazzo.

    Ciao, piacere di conoscerti. Sono il mago interdimensionale Natsu!"Quanto fa figo dirlo tutte le volte!"
    Tu devi essere il nostro obbiettivo. O meglio la nostra nuova recluta! Sai dovresti vedere la base, è una figata! Penso che ti piacerebbe un sacco!

    Conclusi con un sorriso rivolto al giovane.
    Infine tornai a parlare ad M-11 riacquistando anche un tono più composto e serioso:

    Robot presumibilmente amico avvistato sul perimetro esterno. Richiesta autenticazione!
     
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    parlato M-11
    comunicazioni di M-11 negli auricolari degli Agenti


    Il giovane metaumano pensò per qualche istante, evidentemente turbato dalla schietta immediatezza del robot. Probabilmente stava facendo associazioni di idee, probabilmente tentava di distinguere il bene dal male in una cernita categorica tipica di chi non conosce la Terra. Su questo pianeta il Bene ed il Male non sono divisibili in bianco e nero, ma sono fermamente ed indissolubilmente mescolati in una densa tonalità di grigio sporco.
    Era una delle conclusioni a cui M-11 era arrivato nel corso della sua esperienza tra gli uomini: non valeva la pensa tentare di elaborare un concetto di bene e di male, ma aveva imparato ad osservare il principio della necessità e della collettività.

    Con una irruzione totalmente fuori luogo ed inaspettata, il suo nuovo collega, l'Agente Natsu, balzò all'interno del salone.
    Sia lui, che il suo interlocutore, avevano notato l'individuo che li stava seguendo.

    Individuo inseguitore non identificato.
    Non classificabile come robot.
    Attualmente non ostile.
    Evitare conflitto.


    Poi guardò il giovane che fluttuava, elaborò una risposta alla sua domanda.

    Assiah: luogo non presente nel database.

    l'Agenzia Atlas, in passato Impero Atlas, è una organizzazione che ottempera il mantenimento dello status quo.
    Manteniamo, con discrezione, in vita questo pianeta eliminando le minacce interne ed esterne che ne minano la sopravvivenza.
    I nostri campi di intervento sono: economia, politica, industria, operazioni militari, ricerca scientifica, missioni umanitarie.

    L'Agenzia è a corto di personale, necessito di nuovi Agenti.


    Il robot provò qualcosa di simile alla soddisfazione dopo aver enunciato ciò che per lui avrebbe dovuto essere un invito accattivante, ma che probabilmente per chi l'avesse ascoltato sarebbe risultato una risposta da Enciclopedia: corretta e attendibile, ma ben poco empatica.

    Confidava che il suo compagno avesse potuto interagire nel caso il suo sforzo fosse risultato vano.
     
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    Uno strano rumore giunse alle orecchie del giovane, che per un momento si focalizzò su di esso per identificarlo meglio. Sembrava quasi un...

    CRAAASSH!

    Una delle grosse finestre esplose in mille pezzi, senza impedire così ad un palla di fuoco rotolante di rimanere fuori dall'edificio. Essa impattò al terreno, e quando le fiamme si spensero, rivelarono il corpo di un ragazzo, pressapoco dell'età di Jona.
    Indossava vestiti inusuali, ed anche i suoi capelli erano di un colore strano, ossia rosa ciliegio. Lo guardava con curiosità, mentre egli si rialzava. Natsu portò la mano alla fronte come i soldati, salutando M-11. Si lamentò di non essere molto bravo con la tecnologia, afferrando qualcosa che aveva in testa, mostrandolo al robot. Vedo che non sono l'unico allora. Infine il ragazzo si rivolse al Miracolo in modo amichevole.

    Ciao, piacere di conoscerti. Sono il mago interdimensionale Natsu!
    Tu devi essere il nostro obbiet....


    Il Mezzelfo, il quale aveva alzato la mano per contraccambiare il saluto, perse il sorriso che voleva rivolgere a Natsu, sostituendolo con un'espressione stupita. Interdimensionale... Anche lui non è originario di questo mondo... Mentre Salamander tornava a chiaccherare con M-11, Jona si allontanò impercettibilmente dai due. Era molto confuso. Non riusciva a comprendere la verità. Anche se era molto più semplice di quanto potesse immaginare.
    Di nuovo il grosso costrutto meccanico prese la parola, dicendo che Assiah non era presente nei database. Nei data-cosa?! Il povero ragazzo stava iniziando ad impazzire, ma le successive frasi di M-11 lo rassicurarono un po'.

    l'Agenzia Atlas, in passato Impero Atlas, è una organizzazione che ottempera il mantenimento dello status quo.
    Manteniamo, con discrezione, in vita questo pianeta eliminando le minacce interne ed esterne che ne minano la sopravvivenza.
    I nostri campi di intervento sono: economia, politica, industria, operazioni militari, ricerca scientifica, missioni umanitarie.

    L'Agenzia è a corto di personale, necessito di nuovi Agenti.


    Dopo averlo ascoltato, Jona ricominciò a galleggiare come se fosse nello spazio, lo sguardo fisso nel vuoto, serio e pensieroso. Non riesco a capire se mi sta mentendo... È già difficile parlare con tutte queste persone ricoperte di pezzi di ferro... Figurati se poi non sono neanche persone.. Il ragazzo sembra apposto... Sento che di lui mi posso fidare...
    E questa Atlas.. M-11 ha detto che il loro obiettivo è proteggere il pianeta.. Se è così Paladine sarebbe contento di vedermi dar loro aiuto... Ma se mi stessero ingannando?
    Fluttuò silenziosamente per quasi un paio di minuti, poi infine si fermò. Rimanendo in volo, si mise in posizione eretta. Guardò prima uno, poi l'altro agente di Atlas.

    Io ho dei doveri verso il mio popolo. Doveri ai quali non voglio sottrarmi. Per ora voglio fidarmi di voi, ma prima, ditemi... Come fate a conoscermi?
     
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    Individuo inseguitore non identificato.
    Non classificabile come robot.
    Attualmente non ostile.
    Evitare conflitto.


    Furono queste le parole che M-11 dedicò all'individuo posto fuori dall'edificio che erroneamente avevo scambiato per un robot a causa della sua tuta. "Eppure pensavo proprio che fosse un amico robot di M-11. Va beh, poco male." Avevo infatti imparato che il mio nuovo amico riusciva a recuperare enormi quantità di informazioni in breve tempo, e solitamente erano sempre corrette ed accurate, quindi mi fidai di lui. Poi lui tornò a rivolgere la sua completa attenzione allo svolgimento della missione e spiegò, in modo sintetico e estremamente poco emotivo, lo scopo della nostra presenza qui oggi.
    Il ragazzo fluttuante intanto non aveva ancora pronunciato una parola e sembrava stesse riflettendo a lungo su ciò che gli era stato detto. Inoltre era abbastanza scarso a nascondere ciò che stava macchiando il suo cervello e si vedeva chiaramente che era combattuto da un dubbio: "fidarsi o non fidarsi di due sconosciuti?" Stavo per intervenire, quando finalmente si decise a dire qualcosa:

    Io ho dei doveri verso il mio popolo. Doveri ai quali non voglio sottrarmi. Per ora voglio fidarmi di voi, ma prima, ditemi... Come fate a conoscermi?

    A questa domanda risponderò io! Sai il mio amico qui presente non è un oratore nato, io invece sono più chiacchierone.

    Gli dissi con un sincero sorriso stampato in volto. Poi ripresi a parlare.

    Purtroppo noi non conosciamo il tuo popolo e non veniamo da Hashish...

    "Si chiamava così vero?" Pensai per un attimo dubbioso sul nome che aveva detto prima M-11, ma la mia mente l'aveva già archiviato nel dimenticatoio.

    ...come ho detto prima, neanche io provengo da questo mondo e ho perso tutti i miei amici. Li sto cercando e il robottone qui presente si è offerto di darmi una mano. Io intanto aiuto lui a cercare i suoi vecchi amici e a rimettere in piedi la sua alleanza, o gilda. Sai da me le chiamiamo così. Comunque potrà sembrarti un po' burbero, ma è un tipo a posto e se te lo stai chiedendo siamo dalla parte dei buoni.

    Dissi sfoderando un'altro dei miei magnifici sorrisi.

    Per quanto riguarda il conoscerti, in realtà non è che sappiamo più di tanto a parte che ti chiami Jona, che hai dei poteri promettenti, che hai buone capacità di collaborazione e che stai anche tu dalla parte dei buoni.

    Feci una breve pausa, per lasciargli assimilare tutte le informazioni.

    E prima che tu lo chieda lo sappiamo perché ti abbiamo visto dalle telecamere di sorveglianza della città. Stiamo, o meglio sta.. dissi indicando con il pollice M-11 ...tenendo d'occhio la zona per vedere se c'è qualche buon candidato che abbia voglia di unirsi a noi per "ottemperare il mantenimento dello status quo"!

    Dissi mimando le parole del robot.
    Poi mi avvicinai un po' al ragazzo e gli sussurrai, con la mano davanti alla bocca, come per non farmi sentire da M-11.

    Un giorno mi piacerebbe fare un combattimento contro di te! Alla mia gilda mi allenavo ogni giorno con i miei amici! Anche loro erano dei maghi fantastici, ma tu mi sembri all'altezza di una bella sfida!

    Gli dissi facendogli l'occhiolino per poi tornare al mio posto e sentire cosa avrebbe risposto.
     
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    parlato M-11


    Il ragazzo sembrò fidarsi di loro, in particolare del tono amichevole dell'Agente Natsu. M-11 avrebbe ringraziato l'Agente per il suo intervento, una volta fatto rientro in base. Si rese conto che avrebbe avuto bisogno di migliorare l'aspetto comunicativo per le eventualità nell'avvenire, anche se non contava di dover aver ancora molti rapporti con umani esterni all'Agenzia: dopotutto l'arruolamento serviva proprio a quello.

    Controllare informazioni provenienti da qualsiasi tipo di sistema, tenere sotto controllo metaumani e tecnologie belliche pericolose, individuare soggetti promettenti: tutti compiti che rientrano nelle mie mansioni.

    Quali doveri devi mantenere nei confronti del tuo popolo?

    Questi doveri li puoi esplicare anche al di fuori del tuo universo dimensionale di provenienza?

    Questi doveri richiedono un tuo ritorno nella tua dimensione nell'immediato?


    M-11 sentenziò con la prima domanda, le altre sarebbero arrivate non appena il ragazzo gli avrebbe fornito una risposta a quella precedente.

    il Robot era seriamente scettico che qualsiasi tipo di impegno possa aver assunto nei confronti di un popolo, una etnia, o una nazione, possano essere ottemperati stando qui sulla Terra. E l'opzione migliore che tutti i viaggiatori dimensionali avevano per tornare indietro, era che M-11 e l'Atlas lavorasse ad un modo per riportarceli.
     
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    Natsu era davvero molto socievole, difatti si offrì lui di rispondere alla domanda di Jona. Gli raccontò il motivo che lo aveva spinto ad unirsi alla squadra di M-11, ossia trovare un modo per poter tornare al suo mondo originario.
    Spiegò al ragazzo che lo avevano trovato tramite ricerche sulla rete, sfruttando delle "telecamere di sorveglianza", nome che non gli era nuovo. Eh eh... Apprendimento dei Miracoli. Molto utile. Dopodiché il mago si avvicinò un poco, sussurrando alcune parole al giovane con la mano davanti alla bocca, come per non farsi sentire.

    Un giorno mi piacerebbe fare un combattimento contro di te! Alla mia gilda mi allenavo ogni giorno con i miei amici! Anche loro erano dei maghi fantastici, ma tu mi sembri all'altezza di una bella sfida!

    All'udire tali parole, il Mezzelfo sorrise un poco.

    Non vedo l'ora.

    Gli rispose a bassa voce. Dopo che Natsu tornò in fianco al robot, questi prese la parola, elencando alcune delle mansioni che aveva nell'Agenzia, terminando con una laconica domanda.

    Quali doveri devi mantenere nei confronti del tuo popolo?

    Il giovane Re abbassò lo sguardo, un po' triste. Ricordava ancora poco di quello che gli era accaduto il giorno in cui era stato spedito su Terra-725, ma ormai gli eventi principali erano tornati a galla.

    Io... Sono il legittimo erede al Trono dei Re degli Uomini di Assiah... O meglio... Io sono il Re.
    Mio padre è morto il giorno in cui sono giunto in questa dimensione, quindi il ruolo è passato a me... Il mio dovere è proteggere il mio popolo, a tutti i costi...


    Terminò la frase qui, visibilmente rattristito. Il robot non sembrò dare peso alla cosa, e proseguì.

    Questi doveri li puoi esplicare anche al di fuori del tuo universo dimensionale di provenienza?

    Se mai verrò a conoscenza di qualcuno in questa dimensione che vorrà invadere Assiah, farò tutto ciò che è in mio potere per fermarlo.

    Questi doveri richiedono un tuo ritorno nella tua dimensione nell'immediato?

    E qui il ragazzo si bloccò un attimo, stringendo i pugni. La sua Aura si fece visibile, vorticando leggermente attorno a lui. Era irritato ora. Guardava il pavimento con espressione severa.

    Io... Non posso tornare... Non ora, almeno.. Non so perché, ma ho questa sensazione.. La mia Runa...

    E nel menzionarla indicò il simbolo dorato mutevole sulla sua fronte.

    ...è un dono del mio Dio. Un Dono di Vita, un Dono di Energia. Essa è simbolo di comunione con lui, e mi indica come suo Prescelto. Ho sempre avuto un collegamento con lui.. Non potevo parlarci, ma lo sentivo sempre con me, pronto a sostenermi nel momento del bisogno, a tendermi la mano quando era tempo di rialzarsi... Ma ora non lo sento più. I miei poteri si ricaricano nonostante la sua assenza, ma qualcosa dentro di me dice che non potrò più sentire la sua voce... Ne percepire sulla pelle il vento fresco delle Grandi Pianure, o il rumore dei ruscelli e delle foglie nella Foresta degli Elfi... Ne rivedere il mio popolo....

    Tornò ad essere triste, rimanendo zitto per qualche secondo. Voglio provarci... Mio Signore Paladine, che la Tua Luce possa illuminare il mio cammino... Prese a muoversi in volo, dirigendosi verso M-11, fermandosi davanti a lui. Lo guardò fisso nel visore giallo, con lo sguardo deciso.
    Gli porse la mano, per sigillare l'accordo con una stretta di mano.

    Voglio fidarmi di voi. Se davvero i vostri obiettivi sono mantenere la pace in questo mondo, allora sono dei vostri. E vi prometto che sarò disposto a mettere in gioco la mia stessa vita per mantenere la parola.
     
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    Il ragazzo fluttuante disse che non vedeva l'ora di combattere con me e io fui molto felice di sentire quelle parole. Poi M-11 lo interrogò sui doveri che aveva verso il suo popolo. Così il ragazzo cominciò a rispondere ad una domanda dietro l'altra mettendoci al corrente del fatto che doveva proteggere il suo popolo perché lui era l'erede al trono. Purtroppo però, come me, era confinato in questo mondo e al momento non poteva farvi ritorno...Infine ci parlò della runa che aveva sulla fronte e ci disse che era la fonte dei suoi poteri e allo stesso tempo la sua connessione con il popolo. Alla fine, dopo aver risposto a tutte le domande, e aver ripensato alla sua casa, il giovane si era incupito, ma fortunatamente recuperò presto il suo sguardo deciso. Così si avvicinò ad M-11 e gli porse la mano per concludere il patto che ci sarebbe stato tra di noi.

    Voglio fidarmi di voi. Se davvero i vostri obiettivi sono mantenere la pace in questo mondo, allora sono dei vostri. E vi prometto che sarò disposto a mettere in gioco la mia stessa vita per mantenere la parola.

    Quando sentii quelle parole non riuscii a fare a meno di essere contento. Sentivo che quel ragazzo sarebbe stato un degno compagno e anche un'amico affidabile...uno dei pochi che avevo in questo mondo.

    Bene, direi che è filato tutto liscio! Ora andiamo a conoscere la nostra sentinella qui fuori?

    Accennai verso l'uscita. "Chissà se il tipo con l'armatura è ancora lì fuori?" Pensai di sfuggita.

    In caso contrario avrei una mezza idea di testare la capacità operative della nostra nuova recluta!

    Dissi, facendo l'occhiolino al ragazzo.

    Sono già tutto un fuoco!
     
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