The fittest are coming

Age of the Fittest

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    Un regno dimenticato

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    Partecipanti:
    Carestia [Marcus liv 5] - Betto795
    Guerra [Akuma liv 10] - IchigoMugetsu



    Carestia [Marcus liv 5]

    Equipaggiamento:
    ForCenturies, CarpeDiem, Anello di Cancer


    Poteri di Carestia:
    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.



    [ENTRO]

    Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. Era buio pesto.
    Appena spalancai gli occhi mi sembrò di essere immerso in un liquido pesante e fluido, che non mi permetteva di respirare. Annaspai alla ricerca di aria, ma ero come in apnea, mi sembrava si essere immerso nelle profondità marine!
    Nel buio più profondo mi mossi di scatto, come per cercare di risalire in superficie. Con la mano destra colpii un oggetto duro e freddo, che venne catapultato a terra. Si ruppe in vari pezzi con un suono cristallino e questa fu la mia salvezza.
    Come se fossi effettivamente riemerso, i miei polmoni riuscirono a ritrovare l'ossigeno tanto desiderato. Così respirai profondamente mentre cercavo di calmare anche il mio cuore che sembrava impazzito. "Che cazzo è successo?" I miei pensieri cercavano di tornare a galla e nonostante sembrasse notte fonda, mi sentivo perfettamente sveglio, anche se non lucido... Al momento non ricordavo nulla con precisione... L'unica cosa certa, era che nella mia testa si affollavano ancora le mostruose immagini del sogno che avevo appena fatto.
    Non sembrava avere un filo logico, o forse non riuscivo a ricordarlo, ma rimembravo perfettamente la morte e di distruzione. Intere città sull'orlo del collasso, una marea di cadaveri di tutte le razze e fattezze. E poi c'era il sangue... Sembra che il mondo si fosse tramutato in un mare di sangue... "Ma che diavolo significa?" Pensai passandomi una mano sulla faccia e poi fra i capelli per cercare di schiarirmi le idee.
    Nello stesso momento sopraggiunsero dei suoni ovattati provenienti dall'esterno della stanza. Qualcuno si stava avvicinando. Nel silenzio della notte riuscivo a sentire i passi di qualcuno, o qualcosa, che si muovevano veloci sul pavimento. Dopo poco i suoni cessarono e tutto tornò al silenzio di prima, ma poi la porta della mia stanza venne aperta molto lentamente. Si udì un leggerissimo cigolio e all'interno vi entrò una lancia di luce tremolante che si proiettò prima sul pavimento e poi sulla parete. Una figura nera e minuta si affacciò dall'angolo socchiuso e sbirciò dentro. Vedendo che era tutto calmo, la porta venne aperta di più, fino ad illuminare una bottiglia di vetro rotta sul pavimento. "Ecco cosa ho colpito prima..." L'ombra nera che era venuta a farmi visita si affrettò ad entrare e cominciò a raccogliere molto velocemente i pezzi di vetro rotto. Non mi rivolse la parola, così decisi che era arrivato il momento di capire cosa diamine stesse succedendo.

    Askhh... Ascohhh...

    Mi sforzai di provare a parlare, ma fino a quel momento non ci avevo fatto caso: avevo la gola secchissima e mi sembrava di aver mangiato la sabbia del Sahara! Così il mio misero sforzo si concluse in un eccesso di tosse. Fortunatamente sul comodino che avevo a fianco al letto, era rimasto intatto un bicchiere d'acqua e mi affrettai ad ingoiarne avidamente il contenuto... L'unico risultato ottenuto dal mio tentativo fu quello di spaventare a morte la giovane donna che si ritrasse di nuovo in prossimità dell'ingresso. Intanto i miei occhi si erano abituati a quel misto di ombre e luci; per questo ero riuscito a scorgere le fattezze di quella che, fino ad ora, era stata un ombra nera. Dopo aver bevuto provai di nuovo a parlare, ma stavolta con più calma.

    Acolta... dove mi trovo? E cos... Cosa ci faccio qui?

    Riuscii a dire con un po' di sforzo.

    Sei in una casa sicura del nostro signore Nur, per sua volontà.

    Si affrettò a dire la ragazza con una voce cristallina (che tradiva un età molto più giovane di quella che mi sarei aspettato). La ragazza inoltre non mi guardò neanche per un secondo, ma tenne il suo sguardo incollato sul pavimento. Appena udii il nome "Nur" però, nella mia mente ci fu una specie di esplosione. Ricordai nitidamente la faccia di Apocalisse, la faccia di Steed, la prova superata nella piramide... ma dopo quegli eventi c'era solo una coltre impenetrabile di nebbia, che i miei ricordi non riuscivano a penetrare.

    Da quanto... tempo mi trovo... qui?

    È stato convalescente per diciassette giorni. A volte ha ripreso conoscenza... ma è la prima che parla e che sembra davvero cosciente di ciò che fa.

    La sua risposta mi lasciò di sasso! Tanto che mi sfuggì la nota dolente nella sua voce, quando disse che a volte avevo ripreso conoscenza... "Diciassette giorni?! Che cazzo ho fatto per finire qui tutto questo tempo?" Ero abbastanza sconcertato e mi mossi nel letto a disagio. Immediatamente la ragazza reagì allarmata e si affrettò a dire che aveva delle altre commissioni da fare. Così, si chiuse la porta alle spalle e scappò via dimenticando sul pavimento la piccola lanterna che si era portata appresso al suo arrivo. Rimasi leggermente confuso dalla sua reazione improvvisa, ma ero troppo confuso per curarmene. Prima dovevo riordinare i miei di pensieri, poi mi sarei curato anche degli altri. Provai quindi ad alzarmi dal letto e mi accorsi che al braccio sinistro avevo attaccata una flebo. Me la sfilai e mi alzai dal mio giaciglio sgranchendomi le membra. A parte un po' di torpore, fisicamente mi sentivo alla grande. La cosa mi sembrò abbastanza strana, vista la lunga permanenza in un letto, ma sorvolai anche su questi pensieri...
    Mentre mi stiravo i muscoli notai che sul pavimento in pietra, vicino all'ingresso, era dipinta una spessa linea rossa. Mi avvicinai incuriosito, ma era lì e basta. Non c'erano altre indicazioni. Non potendo rispondere a questo mistero, indirizzai la mia attenzione sulla bottiglia rotta. Raccolsi i pezzi e li avvicinai tra loro, poi attivai TimeShift. Una debole luce azzurra illuminò la stanza, mentre i frammenti rotti si fusero di nuovo tra loro e le crepe si richiusero. Dopo pochi secondi era come nuova. "Effettivamente no... Fortunatamente non sono ancora passati mille anni. Quindi la mia amnesia non è dovuto a questo..." Rimuginai pensieroso tra me e me.

    Poi, senza un apparente motivo valido, mi tornò alla mente una frase pronunciata ormai 17 giorni fa: "Per coloro che non si evolvono, che non assecondano il cambiamento, il tempo è secchezza, è aridità, è... Carestia." "Carestia quella parola... No, quel nome! Carestia sono io! E ho un compito da svolgere... ma prima devo riordinare il puzzle." Pensai mentre, lanterna alla mano, uscivo dalla mia stanza.
    Finalmente la mia mente stava tornando ad essere operativa, ma c'era ancora qualcosa che non tornava, qualcosa che dovevo capire e sentivo che era molto, molto importante.

    Edited by |Gil-galad| - 30/3/2019, 09:22
     
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    Guerra [Akuma Liv 10]

    Equipaggiamento:
    Lame del Demone, Stanza del Capoclan


    Poteri di Guerra:
    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    [ENTRO]

    C'è qualcosa che non va?

    La voce di Rem riempì improvvisamente la stanza buia, illuminata solamente da un paio di piccole e deboli candele.

    Non proprio... È solo che tutto questo è.. Strano.
    Si, penso che strano sia la parola giusta.


    Rispose con tranquillità il proprietario della Stanza del Capoclan, fissando il suo sguardo, che prima era rivolto ad un punto imprecisato del pavimento, sulla ragazza dai capelli azzurri.
    Lei non disse nulla, dirigendosi dietro alla sedia sulla quale stava Jaze, cingendogli le spalle con le braccia. Poggiò la guancia su quella del suo amato, con delicatezza.

    Ti capisco, amore mio. È una situazione nuova per entrambi. Sono sicura che riusciremo a superare anche questo. Ci serve solo tempo.

    Gli disse con dolcezza. Lui se ne stette in silenzio, continuando a rimuginare su quanto accaduto nei giorni precedenti.

    Il primo ricordo, anche se annebbiato, risaliva ad una settimana e qualche giorno prima: lui, in ginocchio di fronte al Maestro. In quel frangente Akuma era stato rinchiuso in un anfratto della sua mente. Anche se, al posto di Akuma, chiamarlo Khallarad sarebbe stato più consono: quello era il nome affibiatogli da Thanatos. Non capiva a pieno il significato di tale parola, ma sentiva che essa era piena di potere, per cui sarebbe stato meglio anche solo pensarla il meno possibile.
    Ora era diverso. Non gli serviva più quella parola. Non era più uno strumento di morte indiscriminata, manovrato come una marionetta da una rabbia atavica ed accecante, ma un essere cosciente e consapevole del suo ruolo. Il Maestro lo aveva aiutato a togliere quel velo di sangue che copriva i suoi occhi, donandogli la facoltà di vedere il mondo con sguardo differente. Ma il processo non era stato piacevole. Dopo lo scontro con Elephant Man, per via delle gravi ferite riportate e la spossatezza mentale dovuta all'aver sigillato il Khallarad, Morfeo aveva abbracciato il giovane, facendolo cadere in un profondo sonno. Si era svegliato un imprecisato lasso di tempo dopo, immerso in un liquido dalla strana consistenza, semi incosciente. Sentiva a fatica il suo corpo, ma il dolore era una variante decisamente reale, tanto da provocargli forti fitte alla testa. Prima di perdere ancora coscienza, poté notare degli strani ed incomprensibili simboli luminosi attorno a lui, ed una figura, che aveva riconosciuto al volo: Apocalisse.

    Quando si svegliò nuovamente, era sdraiato a letto. Sentiva il suo corpo leggermente intorpidito, ma fu una sensazione passeggera, la quale se ne andò nel giro di pochi istanti. E Rem era li, accanto a lui, anche se sapeva benissimo di essere nel mondo reale. Parlarono di quanto accaduto, e del nuovo status di Jaze: ora lui era Guerra, Cavaliere di Apocalisse.
    Molte cose erano cambiate, e molte cose non torneranno come erano prima. Il legame che ora aveva con Nur, il nuovo legame che aveva con Rem, il suo stesso essere. La sua mente era stranamente rilassata, come se l'uragano che prima vi abitava se ne fosse finalmente andato, portando però via con se i ricordi di Akuma.
    Passò i seguenti due giorni nella stanza, senza uscire, facendosi raccontare dalla ragazza quanto successo in quei cento anni di vuoto nella sua mente, o perlomeno per il tempo che la Guardiana aveva passato con lui o che sapeva in base ai racconti di Akuma. Delle ragazze, a turno, gli portavano da mangiare e da bere, e lo informarono sulla sua posizione: si trovava in una casa del suo Maestro, in attesa che lui ed un altro dei suoi tre compagni si riprendessero. Non fu menzionato il nome del compagno, ne Guerra lo chiese. Con loro non aveva spiccicato nemmeno una parola. Parlava solo ed esclusivamente con Rem, che ora poteva materializzarsi nella sua forma corporea anche fuori dal Medaglione, anche se essa era solamente una proiezione della mente di Jaze, perciò visibile solo a lui. Un'auto-illusione, così lei aveva definito quello strano fenomeno.


    Dei timidi colpi alla porta lo fecero distrarre dal filo di pensieri che stava seguendo. Voltò lentamente il capo verso l'uscio.

    Entra pure.

    Sempre con la stessa timidezza con la quale aveva bussato, una ragazza aprì la porta. La luce rischiarò l'interno, senza però ferire gli occhi del giovane.
    La giovane donna, dopo aver eseguito un inchino rispettoso, parlò.

    Il suo compagno si è finalmente svegliato. Posso mostrarti dove si trova, se lo desideri.

    Il Veryryniano non rispose subito, ma si alzò in piedi, mentre la figura di Rem spariva come se fosse fatta di fumo. Fissò i suoi occhi in quelli dell'ancella, la quale abbassò il viso, leggermente in soggezione. Passò qualche secondo di silenzio, dopo i quali finalmente il ragazzo si decise a parlare.

    Ti ringrazio della notizia, ma preferisco cercarlo da solo.

    Come desidera. Fuori dalla sua stanza, proceda a sinistra. Svolti ancora a sinistra successivamente, e lo troverà.

    Un nuovo inchino, poi se ne andò, chiudendo la porta dietro di se. Jaze si mosse, uscendo dal quel luogo dove era chiuso da ormai 48 ore. Vediamo chi è questo nuovo compagno...
    Seguì le indicazioni della ragazza, incamminandosi nei grossi corridoi dell'edificio. Non passò neanche un minuto, che vide una figura andare in giro con una lanterna in mano. Non gli diceva alcunché, ma quando si fissò sul suo volto, si bloccò. Gli era stranamente familiare, anche se non lo riconosceva. Deve trattarsi di qualcuno che ha incontrato Akuma... Rem?
    Esatto. Quell'uomo è Marcus, alias Cancer. Un membro della stessa alleanza della quale era entrato a far parte il tuo alter ego. Non ho idea di che cosa ci faccia qui. Che sia...?

    Jaze non replicò, limitandosi ad avvicinarsi all'uomo. Sembrava stranito, notò il ragazzo. Si fermò a qualche metro da lui. La luce della lanterna che portava in mano gli avrebbe rivelato il nuovo aspetto del suo vecchio compagno: il suo corpo, leggermente più alto, non ricordava più un ragazzino, ma più un giovane uomo, i muscoli sempre definiti ed incredibilmente tonici, come se fossero duri come l'acciaio. I capelli, ora completamente bianchi, adornavano un viso che riportava ancora i lineamenti di Akuma, anche se di qualche anno più grande. Gli occhi, sempre uno azzurro e l'altro dorato, lo fissavano con un'espressione mai vista in lui: era rilassato e tranquillo, senza alcun velo di follia. Ma la cosa che più avrebbe attirato la sua attenzione era un'altra: nessuna cicatrice solcava il suo corpo. Ora era lindo, tanto che sarebbe parso impossibile che quell'essere fosse Akuma, nonostante il viso lo ricordasse di gran lunga. Il Medaglione era ben visibile al collo, messo in risalto sul petto nudo dalla luce della lanterna, mentre non vi era alcuna traccia dell'anello di Zodiac.
    Non fu di molte parole.

    Ben svegliato, Marcus.
     
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    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Quando uscii dalla stanza feci alcuni passi e mi affacciai alla prima finestra che trovai. Era chiusa, quindi la spalancai assaporando la fresca brezza notturna. Il corridoio era abbastanza buio, infatti erano accese solo alcune lanterne poste a parecchi metri di distanza tra loro. Riuscii quindi a vedere le stelle, che splendevano luminose nella notte. "Questi giorni di vuoto devono sicuramente essere legati alla mia nuova condizione, ai miei nuovi poteri, ma non riesco a ricordare neanche quali siano..." Rimuginai continuando ad osservare il cielo scuro. Poi, abbassai lo sguardo a terra e mi sorpresi per l'ennesima volta. Non sapevo perché, ma invece di indossare i miei soliti vestiti, mi trovai a guardare una spartana tunica biancastra. Mi affrettai quindi a tornare nella mia stanza. Stavolta trovai un interruttore, così accesi la luce elettrica, che illuminò il piccolo spazio. "Allora non mi trovo ai confini della civiltà!" Pensai soddisfatto per la scoperta.
    La prima cosa che notai fu che la linea rossa che passa vicino alla porta, in realtà disegnava un semicerchio di circa di 3 metri di raggio, con al centro il letto. "Interessante..." Poi aguzzai la vista e vidi che su uno scranno erano riposti con cura tutti i miei averi. Quindi, come seconda azione, controllai CarpeDiem e notai con soddisfazione che era particolarmente pieno di tempo. Il mio particolare orologio infatti era in grado di immagazzinare particelle le temporali. "Dove essermi dato da fare prima di adesso..." Pensai, per poi cominciare a svestirmi, così da poter indossare le mie vesti. Feci tutto con calma, come un rituale, poi per finire nascosi ForCenturies, l'elsa della mia spada, ed indossai l'anello di Cancer... "In seguito dovrò anche occuparmi di questo problema... Magenta..."
    Scacciai però quel pensiero, me ne sarei preoccupato in seguito. A quel punto ero pronto e feci per avviarmi di nuovo verso l'uscita. Buttai un occhio allo specchio che si trovava vicino all'ingresso e... Rimasi di sasso! Lo fissai incredulo per lunghi secondi prima di avvicinarmi piano alla superficie, come per controllare che fosse davvero reale. Quando ne fui certo, mi passai una mano fra i capelli grigi... "Che cazzo significa?! Non ho mai avuto un capello bianco in duemila anni, ed ora..." In quel momento il mio cuore sembrava aver perso dei battiti, così respirai a fondo per ritrovare la calma e chiusi gli occhi. Nello stesso istante si attivò Obtain su di me. Mi si ripresentò nitida la faccia di Apocalisse che mi guardava dall'alto con sguardo paterno. Sorrideva. Ai lati del mio campo visivo la visuale era sfocata, ma notai che avevo attorno alcune persone... alcuni erano uomini, mentre altre erano donne e sembravano tutti indaffarati ed... Impauriti! Tutti tranne Nur, che si compiaceva soddisfatto della scena. La visuale si spostò poi su un vecchio uomo che tossiva sangue mentre gli altri lo attorniavano per prestargli soccorso e per portarlo via...
    Solo a quel punto, riaprii gli occhi di scatto e tornai di botto alla realtà! Avevo appena sondato un piccolo pezzettino di quei 17 giorni oscuri. Il mio potere si era attivato su di me, proprio come se fossi un oggetto dal quale carpire storia e segreti. In questo modo, un pezzo estremamente importante di ciò che mi ero dimenticato, era appena tornato a galla. Ora sapevo di cos'era capace Carestia... "Ora so di cosa sono capace!" Avrei potuto riassumere tutto in due parole: Tempo e Terrore. Inoltre in quel momento compresi la fretta e la paura che albergavano nella mente della ragazza di prima e compresi il significato di quel segno rosso: un monito, un avviso di pericolo. Per chi fosse entrato nella mia "sfera" la morte sarebbe stata molto più vicina... "Apocalisse mi ha donato davvero un potere mostruoso... Adesso la sabbia nella clessidra è tutta nelle mie mani!" Pensai con crescente consapevolezza. Mentre ci riflettevo, poggiai il palmo della mano sullo specchio che stava ancora immortalando il mio viso ed attivai di nuovo TimeShift. Per un attimo sentiii fluire verso l'esterno le particelle temporali, poi il vetro dello specchio divenne sempre più opaco, cominciò ad incrinarsi, poi a rompersi, fino a quando non fu talmente fragile da sfaldarsi in piccolissimi pezzi, quasi come fosse polvere. Quando terminai l'operazione una delle tante lancette di Carpe Diem, si era spostata leggermente, ma d'ora in avanti il tempo non mi sarebbe mai più mancato!

    Riafferrai la lanterna ancora accesa e uscii a passo deciso dalla stanza. Appena mi richiusi la porta alle spalle ero lo stesso di poche settimane fa. Le mie convinzioni, il mio credo si erano riformati, così come i miei capelli corvini che tornarono alla normalità.
    Imboccai il corridoio di pietra, mentre il buio della notte, stava finalmente lasciando il posto alle luci di una nuova alba. Camminai deciso per alcuni metri, ma non ci misi molto ad incontrare subito qualcuno. Un ragazzo si fermò davanti a me, esattamente al centro del passaggio. Il suo corpo lasciava intendere che cercava proprio me. Nonostante il suo viso fosse in ombra, sentivo il suo sguardo penetrare le tenebre per posarmisi addosso. Mi feci quindi appena più avanti, dando modo alla lanterna di illuminare il nuovo venuto. La luce tremolante venne prima proiettata sui muscoli del giovane e poi sul suo viso fin troppo famigliare: "Skorpio!"
    La sua presenza lì era un colpo di scena non da poco, ma in realtà non ero sicuro fosse davvero lui... Il suo viso e il suo medaglione però non lasciavano dubbi. Al contrario il suo corpo era cambiato: sembrava più grande, più maturo e soprattutto non vi era la presenza di bende, cicatrici o altre ferite. Ma la cosa che mi sorprese più di tutte fu il suo sguardo. "Non può davvero essere lui... Dov'è la follia nei suo occhi? Il suo istinto animale? Questo non è Skorpio..." Pensai scrutandolo con attenzione. Poi un pensiero mi folgorò! "Che sia..."

    Ben svegliato, Marcus.

    Mi apostrofò lui interrompendo sul nascere il mio pensiero. "Bene, sarà lui a svelarmelo..."

    Cosa ci fai qui?

    Gli chiesi con un tono neutro. Forse potevo sembrare un pochino scontroso, ma in 17 giorni poteva essere successo di tutto e non avevo nessunissima prova che quel ragazzo c'entrasse qualcosa con Apocalisse (a parte il fatto di trovarsi qui), ne che avesse intenzioni pacifiche... Prima che potesse rispondere però aggiunsi:

    Tu sai chi sono io?

    Poteva sembrare un domanda alquanto strana visto che mi aveva appena chiamato per nome. Senza contare che conosceva benissimo anche il mio Alias all'interno degli Zodiac, ma io mi riferivo a tutt'altro... e avevo la strana sensazione che lui sapesse esattamente a cosa mi riferivo!
     
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    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Il guerriero vide con chiarezza lo sguardo indagatore di Marcus, potendo ben capirlo: si trovava di fronte una persona che gli sembrava di conoscere, ma che in realtà era l'esatto opposto di ciò che era in precedenza. Dai suoi occhi poteva intuire che lo avesse riconosciuto, ma vi era un velo di diffidenza dietro allo stupore.
    Cancer prese subito la parola, dopo le parole di Jaze.

    Cosa ci fai qui?
    Tu sai chi sono io?


    Lo sue parole, che a primo impatto potevano apparire brusche, non intaccarono l'espressione quasi fredda che si leggeva negli occhi del giovane ragazzo. Non rispose subito, poiché era intento a scrutare meglio il compagno, ora che quest'ultimo aveva alzato la lanterna, dandogli così occasione di concentrarsi meglio sui dettagli.
    Sembra lo stesso di sempre, a differenza tua.
    Gli occhi di Jaze si soffermarono sull'anello di Zodiac che Marcus indossava più di quanto non si fossero fermati su altro, dopodiché tornò a fissarlo negli occhi. Senza dire nulla, si voltò, incamminandosi nel corridoio. Dopo qualche passo, parlò a sua volta.

    Vieni. Cerchiamo un posto più comodo per poter parlare.

    Una delle servitrici che gli portavano da mangiare gli aveva spiegato dove si trovava la stanza di cui i due Cavalieri si sarebbero potuti servire per parlare con tutta calma. Percorsero un paio di corridoi, e, dopo aver salito una rampa di scale e svoltato un angolo, si trovarono davanti ad una porta a doppi battenti, decisamente più pregiata delle altre che avevano visto per ora.
    Durante il tragitto, il Veryryniano non aveva proferito parola, ma anche la sua andatura, in maniera silenziosa, mostrava i segni del suo cambiamento: se prima teneva sempre una postura quasi ferina, come se fosse sempre pronto ad attaccare qualsiasi cosa si muovesse, ora era ritto con la schiena, calmo e composto. Un altro dettaglio che il cronomante avrebbe potuto notare era l'assenza delle sue armi: mai una volta se ne era separato, da quando le aveva ricevute in dono da suo zio, e la cosa non era cambiata durante il suo periodo in Zodiac.

    Guerra aprì la porta con tranquillità, entrando per primo nella stanza: era decisamente ampia, circa il triplo delle stanze in cui riposavano i due Cavalieri durante la convalescenza. Ai muri vi erano scaffali pieni di libri di diversi colori e dimensioni; al centro vi era un grosso tavolo, sopra al quale vi erano due bicchieri ed una bottiglia di un vino squisito. In fianco al tavolo vi erano due comode e lussuose poltrone, una di fronte all'altra, le quali ricordavano più degli scranni nobiliari che un semplice buongusto nell'immobile di alta classe.
    Il ragazzo si sedette, facendo poi cenno con la mano al compagno verso l'altra poltrona.
    Una volta che anche lui si sedette, iniziò finalmente a parlare. Di nuovo, la sua voce suonava tranquilla, forse addirittura fredda, neutra, in contrasto con la delirante follia che aveva sfoggiato negli ultimi 100 anni.

    Immagino che quanto tu stia vedendo possa sembrarti quasi...surreale. Credimi, lo è anche per me. Rispondendo alle tue domande di prima: sono qui per lo stesso motivo per il quale anche tu ti trovi in questo luogo. Il Maestro ci ha scelti.

    Fece una piccola pausa, durante la quale tornò a fissare l'anello al dito di Marcus.

    Immagino che il mio alter ego non sia mai stato di molte parole, conoscendolo.
    Se devo essere sincero... Si, sono a conoscenza della tua identità. Ma non posso dire di conoscerti. Il tuo nome mi è stato detto da Rem,
    (quando pronunciò il suo nome, sfiorò con l'indice il medaglione che portava al collo) ma in me non ci sono ricordi di te, ne degli altri membri di Zodiac, ne sugli ultimi 100 anni della mia vita. Akuma potrà anche assomigliarmi, ma non siamo la stessa persona, e l'aspetto fisico è l'unica cosa che condividiamo, anche se ora, per via del mio nuovo status, sono cambiato un po'.
    Lui non è altro che un ammasso di istinti atavici e brutali, creato da una delle divinità del luogo dal quale provengo. Il Maestro mi ha aiutato a sconfiggerlo, in modo da confinarlo in un angolo della mia anima, tornando ad essere padrone del mio corpo. Quando mi sono ripreso, un paio di giorni fa, gli unici ricordi che avevo risalgono alla mia infanzia ed al periodo delle torture, risalenti a 150 anni fa, e a circa una settimana indietro da oggi, anche se questi ultimi sono decisamente annebbiati e confusi. Rem mi ha raccontato le cose più importanti accadute e compiute da quell'essere folle, e non posso che essere disgustato di lui. Un indiscriminato strumento di morte, passato dalle mani di mio zio a quelle di Acquarius.
    Ma basta parlare di quell'essere scriteriato.


    Un'altra piccola pausa. Già ora, per quanto ne sapeva Marcus, aveva sentito più parole dette da Jaze di quante ne avesse mai sentite da Akuma. Le uniche emozioni che aveva lasciato trapelare erano irritazione ed odio, mentre parlava del suo alter ego.

    Lascia quindi che mi presenti: il mio nome è Jaze Berial, Cavaliere di Apocalisse, e rappresento la Guerra.
    Sembra infatti che l'unica eredità lasciatami da quel pazzo essere siano le sue straordinarie abilità combattive ed il suo potere. O almeno così dice Rem.

    E tu, invece. So il tuo nome, il tuo titolo in Zodiac, ma a parte questo non so nient'altro. Sono molto incuriosito da te, essendo compagni di pari grado al fianco del Maestro.


    Terminò così il suo discorso, riempiendo poi il suo bicchiere. Iniziò a sorseggiare la squisita bevanda, in attesa della risposta dello stregone.

    Edited by IchigoMugetsu - 19/7/2018, 11:55
     
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    Poteri di Carestia:
    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    L'espressione del ragazzo non mutò di una virgola udendo le mie domande e sebbene sembrò riflettere su qualcosa, poi non rispose subito ai quesiti. Propose invece di andare a cercare un posto più idoneo per poter parlare. Mossi il capo in segno d'assenso, accettando di buon grado la sua proposta. Così ci incamminammo: lui faceva strada, mentre io, qualche passo più indietro, lo seguivo. "Le sue movenze e i suoi comportamenti sembrano molto cambiati... anche il suo modo di parlare non ha nulla a che vedere con Skorpio." Nel breve tragitto la mia mente cercava di cogliere qualche indizio che potesse suggerire se, chi mi trovavo davanti, fosse lo stesso membro di Zodiac che avevo incontrato in passato, oppure no. Purtroppo però le mie speculazioni non mi avrebbero rivelato molto e (come detto) non ci volle tanto tempo per arrivare ad una porta a due battenti, decisamente più ornata di quelle al piano inferiore. Infatti, non ci voleva un occhio esperto, per accorgersi che dopo la rampa di scale, l'intero ambiente era decisamente cambiato. Ora, al posto della nuda pietra, il pavimento era piastrellato, mentre alle pareti non vi erano più lanterne funzionanti col fuoco, ma funzionavano ad elettricità ed erano molto più numerose.
    Entrammo quindi nella stanza, che a colpo d'occhio sembrava una piccola libreria: lo spazio era circolare, con alle pareti elaborati scaffali in legno, pieni di libri riposti ordinatamente. Al centro della stanza vi era un tavolo, anch'esso rotondo, con due poltrone dalle fattezze pregiate. Sul tavolo una bottiglia di vino, era accompagnata da due calici di vetro. "Non male come posto per discutere." Pensai con un leggero sorriso. In fondo ero un uomo abituato all'agio e non potevo rifiutare i piaceri della vita, come un buon vino.
    A quel punto il ragazzo mi invitò ad accomodarmi, ma prima feci gli onori di casa: aprii la pregiata bottiglia di Brunello di Montalcino. Si trattava di un vino italiano che conoscevo bene, visto che amavo farlo importare fino a casa mia in America... Quindi, mentre Skorpio iniziava a parlare, stappai la bottiglia e ne versai un goccio in entrambi i bicchieri. Poi mi accomodai sulla mia sedia assaporando il liquido rosso che nell'atmosfera della stanza somigliava molto al sangue, ma che in realtà aveva un sapore squisito.

    Il ragazzo cominciò il discorso dicendo che "il Maestro (ovviamente Apocalisse) ci aveva scelti", poi continuò introducendo se stesso... O meglio, ciò che era stato fino ad ora. Il giovane si lasciò andare ad un fiume di parole e parlò per alcuni minuti di questo Akuma. Dal suo tono di voce trasparivano limpidi l'odio e l'irritazione per l'ex Membro di Zodiac. Infatti da quello che disse non vi erano dubbi che Akuma fosse in realtà Skorpio, cioè colui con il quale avevo combattuto in passato... Adesso però chi mi stava parlando era una persona completamente diversa: si trattava di due facce della stessa medaglia. Due personalità ben distinte, che però condividevano lo stesso corpo e gli stessi poteri. Ascoltando le sue parole mi domandai come doveva essere vivere sapendo di avere un alter ego sopito nei recessi della propria mente. Poi però, pensai alla mia di condizione e in qualche modo vi erano delle similitudini... Quindi tornai a concentrarmi sul discorso presente. A quel punto il ragazzo fece una pausa, così da cominciare a parlare di se e a rispondere a quella che era stata la mia domanda:

    Lascia quindi che mi presenti: il mio nome è Jaze Berial, Cavaliere di Apocalisse, e rappresento la Guerra.

    Infine concluse il suo lungo discorso chiedendo di conoscermi meglio.
    Durante tutto il tempo ero rimasto in silenzio. Avevo ascoltato pazientemente e continuai ad assimilare ciò che aveva detto, mentre lo osservavo riempirsi (fin quasi all'orlo) il suo bicchiere di vino. "A quanto pare abbiamo molto di cui parlare." Pensai imitandolo e riempiendo a mia volta il bicchiere. Poi dopo un lungo sorso ed un piccolo sospiro cominciai io a narrare ciò che mi era successo:

    Piacere di conoscerti Jaze, mi fa piacere che con te si possa parlare in modo pacato, molto più che con il vecchio Akuma... Per prima cosa mi presenterò come si deve, attenendomi al codice d'onore: come già sai mi chiamo Marcus, Marcus Tikbell per la precione. Come te mi trovo qui in veste di Cavaliere di Apocalisse e rappresento la Carestia. Così siamo di nuovo compagni sotto la stessa bandiera, come lo ero in passato insieme ad Akuma... brindiamo quindi a questa sorte, a noi propizia!

    Detto ciò alzai il bicchiere verso di lui e senza aspettare che lui mi seguisse ingoiai un nuovo sorso di vino. Poi ripresi a parlare.

    A tal proposito noto che non stai indossando l'anello di Skorpio... gli chiesi guardandogli pensieroso la mano. Forse però dovremmo discutere in seguito di questo argomento! Prima esaudirò la tua richiesta parlandoti di me.
    Sono un essere molto antico, ma non quanto Nur, ho "solo" un'età di circa duemila anni e sono un manipolatore del tempo. Posso controllarlo in svariati modi e in contemporanea, io non sono toccato dal suo incedere. Durante la mia lunga esistenza però ho collezionato molte domande a cui ancora devo rispondere e posseggo molto "vuoti", che la mia mente deve ancora colmare. Forse per questo sono stato scelto dal Maestro... Forse per questo motivo sono stato messo alla prova per poter far parte di coloro che cambieranno il futuro di questo mondo.


    Feci una breve pausa di riflessione e poi ripresi da dove mi ero interrotto.

    Se ti trovi qui, immagino che anche tu sia stato messo alla prova... Ricordo perfettamente ciò che avvenne durante la mia sfida, ma non ti nascondo che i gironi successivi alla mia vittoria sono ancora un mistero. Un velo di nebbia copre i miei ricordi e non riesco a vagliare come in così poco tempo, mi sia evoluto così tanto. Infatti, sebbene non mi sia ancora messo alla prova, sento di possedere doti che vanno oltre le normali capacità di chiunque... Non so se mi spiego, ma ho la netta sensazione di riuscire a stringere il potere tra le mia mani!

    Mi fermai di nuovo guardando negli occhi Jaze. I miei occhi sfavillavano pieni di energia e senza accorgermene strinsi con maggiore forza il bracciolo della poltrona, che con un sonoro "crock", si ruppe.

    Maledizione, mi sono lasciato prendere dall'euforia... Poggiai sul tavolo il calice (miracolosamente intatto) che tenevo nell'altra mano e poi dissi: Beh, diciamo che questo mi dà la scusa di mostrarti una piccola parte dei miei poteri.

    Per la terza volta da quando mi ero svegliato, attivai TimeShift sul legno e sui tessuti della poltrona che, come per magia, si ripararono tornando al loro stato originario.

    In passato Skorpio (pronuncia quel nome per la forza dell'abitudine) mi aveva già visto utilizzare più volte questo potere che mi permette di assorbire o di donare tempo ad oggetti ed esseri viventi. Da quello che mi hai detto però, per te, dovrebbe essere la prima volta che vedi farlo. Gli dissi con un sorriso amichevole.

    Infine conclusi il mio lungo monologo chiedendogli:

    Ora che ti ho detto di me, mi sembra giusto parlare di un altro punto fondamentale che ci lega al passato e alle nostre vite precenti... Cosa ne facciamo di questi?

    Gli chiesi mentre mi sfilavo l'anello di Cancer e lo buttavo al centro del tavolo.

    Anche se per breve tempo, Zodiac è stata la nostra casa, ma adesso? I poteri che abbiamo acquisito vanno ben oltre a ciò che Magenta ci può offrire. Inoltre adesso è come se fossimo ai servizi di un Dio... Gli ideali terreni non possono più essere l'unico nostro legame alla vita, ma sento che c'è di più... A tal proposito Apocalisse mi ha già dato una grande lezione!

    Finalmente conclusi di parlare ed aspettai che Gerra esprimesse il suo parere. La sua risposta poteva essere fondamentale per un'alleanza duratura, oppure, avrebbe già potuto minare i nostri rapporti come Guerrieri di Apocalisse! Anche se dall'esterno potevano sembrare solo chiacchiere tra due vecchi amici, in realtà in quella stanza si stava decidendo il futuro del mondo. "L'alba che sta nascendo all'esterno, potrebbe non è essere così luminosa oggi..." Pensai con un leggero stato d'inquietudine che mi solleticava la pelle.
     
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    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Jaze poté constatare che il compagno non era affatto un uomo di poche parole o scorbutico come poteva essere apparso al loro primo scambio di battute nel corridoio. Si lanciò deciso anche lui in un lungo discorso, volto a rispondere alla curiosità del ragazzo sulla sua persona.
    Rispose al brindisi proposto dall'uomo, levando il calice a sua volta e ingoiando un lungo sorso di vino.
    Quando Marcus entrò più nel dettaglio riguardo la sua storia, Guerra si chinò in avanti sulla poltrona, poggiando i gomiti sulle ginocchia, le orecchie tese, desideroso di capirne di più. Sgranò leggermente gli occhi dallo stupore all'udire la vera età del suo interlocutore. Duemila anni... Ed io che pensavo di portare bene la mia età. Ma questo fu solo un pensiero fugace, il quale accantonò immediatamente per non perdersi una parte del discordo di Cancer.
    Non di meno rimase sorpreso nell'udire che la sua capacità gli permettesse di controllare il tempo. Per un momento, diversi scenari presero piede all'interno della sua mente, immaginando come sarebbe potuta essere la sua vita se fosse stato lui a possedere un tale potere. Ogni cosa sarebbe diversa ora... Ma, di nuovo, allontanò i pensieri che si stavano accumulando nella sua testa. Continuò ad ascoltare il compagno, notando che anche lui ricordava poco degli ultimi giorni. Il Maestro ci ha fatto qualcosa... Ci ha reso migliori... Ora siamo diversi.
    Si, evoluti credo che sia la parola più consona.

    Quasi gli venne un colpo quando Marcus ruppe per sbaglio il bracciolo della sedia. Fu con rinnovata curiosità che osservò l'agire dei poteri del compagno, rimanendo affascinato da quella strabiliante abilità.
    Infine, espresse la sua indecisione su quale atteggiamento prendere nei confronti di Zodiac, chiedendo a Jaze il suo parere.
    Il ragazzo rimase in silenzio per una trentina di secondi, pensieroso, mentre osservava il monile di Cancer sul tavolo. Si rimise comodo sulla sedia, poggiando la schiena e la testa sul morbido tessuto. Quando parlò di nuovo, tornò a fissare il suo sguardo sul viso di Carestia.

    Sono molto affascinato dalla tua storia e dalle tue capacità. Non è cosa di tutti i giorni incontrare un essere in grado di manipolare il tempo. Saperti dalla nostra parte mi da un grande conforto.
    Conforto che però sparisce al pensiero di ciò che, in teoria, sono in grado di fare. In realtà, non ho ricordi della prova, solo racconti di Rem. Ma ho dei flash che mi balzano davanti agli occhi dei giorni successivi ad essa: ero immerso in uno strano liquido, probabilmente luminoso, e dei simboli altrettanto strani erano sparsi in giro, anche se non riesco a focalizzare con chiarezza la scena. L'unica cosa chiara è il volto del Maestro che mi osservava.


    Un piccolo attimo di pausa, nel quale si osservò il palmo della mano, stringendolo ed aprendolo un paio di volte.

    Sento anche io di essere... Diverso. Ma non riesco a decifrare questa strana sensazione che sento dentro di me. Non riesco a darle un senso. La mia mente sembra essersi evoluta, certo: il Maestro mi ha aiutato molto, in questo senso. Ma, a differenza tua, non sono padrone dei miei poteri... Forse perché in realtà, essi appartengono all'Altro. Sai, quando sono nato, nonostante la gran parte degli abitanti della mia isola possedessero poteri, io non ero come loro. Sono un comune Shirak, uno scarto. È Akuma il detentore del Verbo di Thanatos. Eppure, sono più che sicuro che se sono così, è perché il Maestro l'ha voluto. Non è un caso. È il mio alter ego ad essere sbagliato, non io. Eppure, non mi sento ancora completo. C'è ancora qualcosa da scoprire, dentro di me. Il mio titolo, Guerra, è un indizio più che schiacciante, ma nonostante quello, non riesco ancora a comprendere... Intravedo qualcosa, nella mia Anima, ma non riesco a raggiungerlo.

    Di nuovo stette in silenzio, sospirando leggermente. Di nuovo diede una rapida occhiata all'anello, aprendo poi la mano con il palmo all'insù. Un guizzo luminoso azzurro, e dove prima non c'era nulla, ora vi era l'anello di Skorpio.

    Sai, non sono a conoscenza degli obiettivi di questa alleanza, ne dei motivi che hanno spinto Acquarius ad arruolare Akuma, ne dei pensieri che passavano per la testa di quel folle quando ha accettato, ma, come ti ho detto prima, io e lui non siamo la stessa persona.

    Imitando il gesto di Marcus, anche lui buttò l'anello sul tavolo. I due monili si scontrarono piano, tintinnando.

    Skorpio è Akuma. Io sono Guerra. La mia fedeltà è rivolta solo ed esclusivamente al Maestro, ora. Come hai detto tu stesso, ora noi siamo gli Araldi di un Dio. Questo genere di cose... Non credo che facciano più per noi. Il Suo Giudizio dovrà vagliare anche loro, e, se si dimostreranno meritevoli, allora ci penseremo su come comportarci. Per ora, però, non sono diversi da tutti gli altri abitanti di questo pianeta. Spetterà a loro guadagnarsi il diritto alla vita. Se non saranno degni, non avrò pietà.

    Disse quelle parole con decisione, mentre il suo sguardo si accese d'improvviso. Il colore delle sue iridi sembrava muoversi, come se una fiamma azzurra ed una gialla brillassero nei suoi bulbi. I suoi muscoli ebbero uno spasmo violento, mentre le vene sembravano accendersi di una strana luminescenza azzurra e gialla, ma Guerra non sembrò farci nemmeno caso, mentre continuava a guardare i due monili.

    Dimmi, Marcus... Hai mai combattuto con Akuma? Cosa pensi di lui?

    Disse d'improvviso, senza un apparente legame con ciò che fino ad ora aveva detto.

    Edited by IchigoMugetsu - 20/7/2018, 18:41
     
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    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Come già mi aveva detto, Jaze non serbava ricordi di ciò che era successo da quando Akuma aveva fatto la sua comparsa in questo mondo. L'unico collegamento con il presente era quella ragazza: "Rem..." Anche questa volta rimasi in silenzio ascoltando ciò che il mio compagno aveva da dire. Ogni tanto, con fare pensieroso, mi accarezzavo la barba sul mento. Purtroppo però, a causa della mancanza di ricordi, Jaze non poteva rispondere in modo molto efficace riguardo il suo coinvolgimento all'interno degli Zodiac. Ad un certo punto però il suo ragionamento prese una piega interessante... In quel momento aveva fatto comparire il suo anello e copiando il mio gesto, l'aveva lanciato al centro del tavolo. Ora i due segni zodiacali presenti sui monili, si trovavano a poca distanza l'uno dall'altro ed inermi sembravano studiarsi. Poi il ragazzo pronunciò queste parole:

    Skorpio è Akuma. Io sono Guerra. La mia fedeltà è rivolta solo ed esclusivamente al Maestro, ora. Come hai detto tu stesso, ora noi siamo gli Araldi di un Dio. Questo genere di cose... Non credo che facciano più per noi. Il Suo Giudizio dovrà vagliare anche loro, e, se si dimostreranno meritevoli, allora ci penseremo su come comportarci. Per ora, però, non sono diversi da tutti gli altri abitanti di questo pianeta. Spetterà a loro guadagnarsi il diritto alla vita. Se non saranno degni, non avrò pietà.


    Alla fine del discorso il suo animo sembrava essersi infervorato, come a voler rafforzare l'efficacia di quelle parole. Lo osservai soddisfatto per ciò che aveva detto e pensai che avesse davvero ragione. Forse la mia mente ancora confusa, non ci era arrivata subito, ma al momento non vedevo altre alternative valide. "Metteremo alla prova gli Zodiac!" Pensai con convinzione. In fondo avevo conosciuto pochi membri dell'alleanza e sebbene si fossero dimostrati validi alleati, non si poteva certo dire che mi fidassi ciecamente di loro. In primis Magenta. Quella donna non ci aveva detto tutto ciò che sapeva e che covava nella sua mente, ma mi ero comunque unito a lei nella speranza di diventare più forte e di aumentare le mie conoscenze. Mi persi un'attimo a ripensare a quali altri membri avevo conosciuto e mi tornò alla mente ovviamente quel pazzo di Akuma, che però ormai se n'era andato... Sostituito dal ragazzo che ora sedendo di fronte a me. Infine, l'ultimo membro che potevo dire di conoscere era Libra. Per quanto riguarda gli altri non sapevo nulla o quasi di loro. Altri due o tre li avevo visti di sfuggita, ma nulla di più... "E se non fossero degni del titolo che portano? Se gli Zodiac fossero destinati ad eclissarsi in tempi brevi?" Questi dubbi cominciarono ad affollare la mia mente e non se ne sarebbero andati, fino a quando non avrei trovato una risposta.
    Intanto, mentre la mia mente era immersa in questi ragionamenti, gli attimi di silenzio si protrassero a lungo, fino a quando Guerra non mi chiese:

    Dimmi, Marcus... Hai mai combattuto con Akuma? Cosa pensi di lui?

    All'udire queste parole alzai di nuovo lo sguardo, che avevo abbassato mentre riflettevo, sul mio interlocutore.

    Ahahahah vedo che nonostante il tuo cambiamento radicale, alcuni istinti non sono poi così diversi. Gli dissi sorridendogli. Prima di rispondere a ciò però sarà il caso di chiudere il discorso che stavamo facendo. Come avrai notato, le tue parole mi stavano facendo riflettere molto, ma non posso che essere d'accordo con te.

    Mentre pronunciai queste parole mi alzai dalla mia poltrona e mi avvicinai al tavolo afferrando fra pollice ed indice l'anello di Cancer. Ci guardai attraverso, mettendo a fuoco ciò che si trovava dall'altra parte e intanto continuai a parlare.

    Non ho conosciuto tutti i membri dell'alleanza, per questo motivo non so dire se siano degni o no di poter continuare a vivere. Sento che il futuro è incerto, come se fossimo immersi in un era di profondo cambiamento... Ogni abitante di questo pianeta e ogni essere che camminerà sulla sua terra dovrà dimostrarsi degno di poter continuare a vivere!

    A quel punto l'anello si illuminò di una debole luce azzurra. Stavo di nuovo facendo ricorso ai miei poteri. Il piccolo pezzettino di cristallo stellare venne indebolito a tal punto da permettermi di stringerlo fra le dita e di polverizzarlo. La sabbiolina trasparente che cadde dalla mia mano ricoprì di un leggero strato la lucida superficie del tavolo. "Lo Zodiaco ha appena perso il suo Cancro..."

    La prossima volta che incontreremo gli Zodiac io non sarò più Cancer, ma sarò Carestia! A quel punto starà a loro dimostrarsi degni: si evolveranno o periranno schiacciati dalla nostra superiorità?

    Infine tornai ad accomodarmi e rimasi in silenzio per alcuni secondi con un espressione tetra sul volto. Avevo appena compiuto un gesto irreversibile... Quel momento però durò solo un attimo e poi ripresi a parlare, come se niente fosse.

    Bene, direi che un'altro argomento è chiuso! Ora posso tornare a saziare la tua sete di curiosità. Gli dissi con un sorriso compiaciuto. Quindi si, in passato ho combattuto contro quel pazzo di Akuma, sia come nemico, sia come alleato. Si trattava di un avversario davvero temibile: la sua forza e la sua prestanza fisica erano spaventose. La sua furia cieca, però, era la peculiarità che più lo caratterizzava. Essa lo rendeva estremamente imprevedibile, al pari di una bestia selvaggia... Non era quindi particolarmente adatto ad un combattimento di squadra: Se per un qualsiasi motivo avesse perso la ragione, riuscire a farlo tornare in se era un impresa veramente ardua... Forse è per questo che il Maestro apprezza questo tuo lato coscienzioso.

    Ipotizzai, riflettendo praticamente ad alta voce.

    Sai... ora che ne dici di rispondere tu a qualche mia curiosità? Il tuo cambiamento esteriore è inconfutabile, ma la tua forza e i tuoi poteri sono rimasti gli stessi o anche loro hanno subito mutamenti? Inoltre sin dalla prima volta che l'ho visto, sono sempre stato incuriosito dal monile che porti al collo e come tu stesso hai detto, Skorpio non era di molte parole. Sarebbe un problema per te raccontarmi qualcosa della sua storia e dei suoi poteri?

    Gli chiesi con curiosità e lui sembrava pronto a rispondere, ma prima di dargli il tempo di farlo, aggiunsi:

    Aspetta un attimo, perchè non continuiamo a parlare mentre camminiamo? Infatti, dopo aver bevuto, mi accorgo che il mio corpo non disdegnerebbe affatto del buon cibo. Se potessi accompagnarmi verso una sala più idonea te ne sarei grato.

    Infatti, visto che prima ero stato accompagnato qui, diedi per scontato che il ragazzo conoscesse meglio di me l'intero edificio. Il quale, avevo intuito, si estendesse su vari piani.
     
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    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Jaze poté notare che le sue ultime frasi avevano dato molto su cui riflettere al suo compagno, tanto che quest'ultimo sembrava perso nei suoi pensieri, salvo per ritornare a fissare Guerra dopo la domanda su Akuma. Ma, prima di rispondere a ciò, disse di voler chiudere il discorso riguardante gli Zodiac. Afferrò l'anello col simbolo del Cancro, mentre continuava a parlare. Espresse il suo consenso sulle parole dette in precedenza dal ragazzo, dopodiché il suo monile iniziò ad illuminarsi. A primo impatto, il giovane lo fissò con sguardo pensieroso, notando che il cristallo stava diventando sempre più opaco, rimanendo però impassibile quando Marcus lo polverizzò. Si soffermò a guardare la polverina luccicosa che cadeva sul tavolo.

    La prossima volta che incontreremo gli Zodiac io non sarò più Cancer, ma sarò Carestia! A quel punto starà a loro dimostrarsi degni: si evolveranno o periranno schiacciati dalla nostra superiorità?

    Jaze non rispose, interpretandola come una domanda retorica. Si limitò a fissare il compagno, sempre con la sua nuova, fredda, espressione.
    Dopo pochi momenti di silenzio, Carestia riprese a parlare, come se quanto appena successo fosse stata solamente un'illusione. Raccontò della sua esperienza con Akuma: durante la spiegazione, di nuovo Jaze si concentrò, per non lasciarsi sfuggire niente. Era forte... Come ha detto Rem. Dopotutto, possedeva il Verbo di Thanatos... Ma era una bestia senza controllo.. Il Maestro mi ha dato la possibilità di imbrigliare la sua ira.. Ma come posso fare, se non la percepisco nemmeno?...
    Pensò dentro di se. Quasi si perse il proseguimento del discorso di Marcus, che si disse curioso sul ciondolo che il Veryryniano portava al collo, così come sui suoi poteri. Di colpo, Jaze abbassò la testa, fissando il pavimento. Anche quando l'alleato gli chiese di accompagnarlo in un luogo dove poter mangiare, rimase fermo e zitto in quella posizione per qualche secondo. Vuole sapere cose che nemmeno io conosco...
    Sempre senza dire una parola, si alzò con calma dalla sedia, riprendendosi l'anello, il quale scomparve preceduto da un altro guizzo di luce azzurra. Si avviò verso la porta.

    Dovrebbe essere di qua.

    Una volta fuori, si incamminò alla sua sinistra. Oltre alla stanza in cui erano appena stati, conosceva l'ubicazione della sala da pranzo, anche se non ci era mai andato. Era stata sempre una delle servitrici ad indicargliela. Stavolta non presero nessuna scala, ma si addentrarono in un paio di corridoi, ornati da statue o quadri di pregiata fattura. Durante il tragitto, il giovane dai capelli bianchi se ne stette in silenzio, pensieroso. Marcus gli aveva fatto due delle domande su cui si era interrogato in quei due giorni. Rem.... E le mie capacità... Due cose sulle quali so ben poco.. Giunsero infine davanti ad un'altra porta dello stesso stile della sala in cui avevano conversato fino a poco fa. Una volta dentro, si accorse che questa era ancora più grande della precedente: rettangolare, illuminata da piccole lampade a muro ai lati e da un gigantesco e raffinato lampadario di cristallo appeso al soffitto, proprio sopra un grosso tavolo, anch'esso rettangolare. Era già apparecchiato, ed i posti erano 5: l'unico a capotavola presentava uno scranno di notevoli dimensioni, dorato e con eleganti ricami ed intagli, mentre gli altri quattro, due per ogni lato, erano più piccoli, ed ognuno era decorato con rimandi al titolo di ogni Cavaliere; quello di Jaze era ornato con delle spade sullo schienale. Un trono di spade... Come quello dello zio a Veryryn... Pensò fra se, accostando subito il pensiero. Il suo scranno e quello di Marcus erano uno di fronte all'altro.

    Dovrebbe essere questa.

    Disse mentre entrava e si dirigeva al suo posto. Per un momento gli scappò l'occhio verso lo scranno di Apocalisse. Una volta che entrambi si furono seduti, una delle ancelle arrivò immediatamente, come se sapesse che si stavano dirigendo li.

    Signori, cosa desiderate? Non preoccupatevi, ogni cosa che vorrete, ci sarà.

    Jaze, che non aveva poi così molta voglia di mangiare, aspettò che Marcus rispondesse, e successivamente avrebbe parlato.

    Prendo quello che ha preso lui.

    Una volta che la donna se ne andò, Jaze finalmente riprese il discorso interrotto in precedenza.

    Prima mi hai chiesto del mio medaglione e dei miei poteri... Inizierò parlandoti del primo.
    Esso è un artefatto magico, di proprietà del Capoclan della mia tribù, il Clan dei Demoni. Erano chiamati così non per una vera parentela con quelle creature, ma per la brutalità con cui perpetravano le loro azioni. Akuma era diventato il Capoclan dopo aver sterminato ogni essere che abitava su Veryryn, la mia isola, trasformandola in un luogo deserto e denso di morte. Un Araldo fin troppo zelante...


    Si prese una piccola pausa dopo quelle ultime parole, dette più come un pensiero ad alta voce che altro.

    Il medaglione racchiude una dimensione separata dal resto, in cui solo io posso accedervi, e chi eventualmente portassi con me. Rem, lo spirito guardiano al suo interno, ha il compito di guarire e prendersi cura del Capoclan. Non so altro. Sento che ci sono altre cose che mi sono ignote, ma so che Rem risponderebbe che non è ancora tempo di conoscerle. Solo una stanza mi è ignota: è chiusa da un grosso portone, sul quale sono incisi simboli di odio e massacro, ed un gigantesco teschio con le corna la adorna. Quella è la stanza dove ho sigillato la coscienza, se così si può chiamare, di Akuma, durante la prova del Maestro.

    Fece un'altra, breve pausa per dare tempo a Marcus di assimilare quanto appena detto.

    Ora passiamo all'altra questione: i miei poteri. Come ti ho detto prima, io sono nato senza alcuna capacità. Ero un comune umano, solo più longevo, come tutte le creature di Veryryn. Durante la mia infanzia, i miei genitori sono stati giustiziati da mio zio, il precedente Capoclan, per una missione fallita da mio padre per riscattare il proprio ruolo per via dell'onta generata dalla mia nascita. A loro è toccata la morte, e a me 50 anni di torture infinite. Ricorderai bene le cicatrici e le ferite sul corpo di Akuma: quelle erano i ricordi delle torture. Un giorno, ho sentito nella mia testa una voce, che sussurrava parole incomprensibili. Quando arrivai a capirla, dentro di me sentì qualcosa sbocciare. Una forza mai sentita prima, un vigore mai posseduto. Fu in quel momento che nacque Akuma.
    Ora io mi trovo qui, di fronte a te, dopo cento anni da quell'episodio, inerme come lo ero allora. Mi sento diverso, ma non ho il controllo di alcun potere, non possiedo la forza che aveva quel folle. Rem mi ha detto che ora posso imbrigliare la sua furia, sottometterla al mio volere, ma non riesco a percepirla... Ma non voglio deludere il Maestro. Lui mi ha scelto, ed ora è mio dovere servirlo al meglio delle mie capacità, perciò devo impegnare tutto me stesso nella ricerca dei miei poteri.


    Di nuovo, la sua espressione si fece decisa e, come prima, sempre senza che lui sembrasse accorgersene, i suoi muscoli pulsarono, e le vene e gli occhi si accesero di una luce azzurra e gialla. Durò solo un istante, ma sembrava essere stato più intenso dell'episodio precedente.
    Dopo di ciò rimase zitto, a fissare il tavolo, in attesa della risposta del compagno.
     
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    Poteri di Carestia:
    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Quando mi interessai ai poteri del giovane, quest'ultimo sembrò rabbuiarsi ed abbassò lo sguardo verso il pavimento. "Strano..." Pensai leggermente stupito per quella reazione. Essa però scomparve non appena si alzò, pronto ad accompagnarmi nella prossima stanza.

    La sala da pranzo si presentò molto luminosa. Delle ampie vetrate entravano le prime luci del sole che illuminavano l'intera stanza. Un grosso lampadario in vetro inoltre, scendeva dal soffitto e rifrangeva la luce solare, creando interessanti giochi di colore. Appena varcammo la soglia un'inserviente era già pronta ad accoglierci, come se ci aspettasse, ma non disse nulla e ci lasciò il tempo per accomodarci sulle nostre sedie. In totale erano cinque "Apocalisse e i suoi cavalieri..." Pensai osservando la più imponente, posizionata a capotavola. Vicino ad essa c'erano le altre quattro sedute, tutte finemente lavorate, ma con materiali e foggia di verse. Jaze si sedette su quella decorata con le spade. Non sapevo se qualcuno gli avesse già indicato quale fosse il suo posto, ma dal mio canto non ci misi molto ad intuire quale fosse il mio. Un'ampia sedia in legno lucido, finemente decorata con delle finte clessidre era un indizio chiaro come il sole. Mi accomodai quindi sul mio scranno, che casualmente si trovava proprio davanti a quello del ragazzo e subito la cameriera si avvicinò e ci accolse chiedendoci cosa volessimo. Sembrava molto cordiale e preparata, ma non mi sfuggì il fatto che parlò quasi d'un fiato e non appena ordinai qualcosa adatto per la colazione, si precipitò lontano da noi. Varcò una porta e sparì lasciandoci soli. "Sembra che le abitanti di questo luogo abbiano una paura atavica nei nostri confronti... O solo nei miei?" Pensai dubbioso. Ma Jaze mi strappò dai miei vaneggiamenti riprendendo il discorso interrotto precedentemente.
    Cominciò parlandomi del medaglione, ma dovette interrompersi quasi subito per l'arrivo del cibo e delle vivande. La cameriera di prima, insieme ad altre due ragazze ci misero sul tavolo una colazione da re. Ogni ben di dio sembrava essere presente e non mancava nulla sia per un pasto salato, che per uno dolce. "Woow, potevo fare a meno di ordinare." Pensai deliziato dal servizio che avrebbe fatto impallidire i migliori hotel del mondo. Appena finirono di servirci, le ragazze si congedarono avvisandoci che potevano chiamarci in ogni momento e per qualsiasi richiesta. Allo scopo ci lasciarono un campanellino dorato cesellato divinamente.

    Vi ringrazio molto e non esiteremo a richiedere i vostri favolosi servigi se necessari.

    Ringraziai in modo molto cordiale, ma temevo che avrebbero preferito allontanarsi e non tornare più, fino a quando non ce ne fossimo andati.

    Scusa l'interruzione, se non ti dispiace comincio a mangiare mentre continui.

    Avvisai Jaze che, come se niente fosse, riprese da dove si era interrotto continuando a raccontare di Rem e della coscienza di Akuma rinchiusa nel monile che portava al collo. Io ascoltavo con grande attenzione visto che tutto ciò che diceva era molto interessante. Inoltre più andava avanti e più ero curioso: i suoi poteri e le sue origini potevano essere un'interessantissimo caso di studio. Ogni tanto mettevo in bocca qualche boccone di cibo, ma non lo fermai più e non mi persi una parola.
    Alla fine, quando finì di parlare, lo osservai pensieroso. "Mmm... Non percepisce il suo potere, eppure dovrebbe essere lì, dentro di lui, pronto per essere usato... Davvero interessante."
    Mi mossi sulla sedia cambiando posizione per essere più comodo ed osservai negli occhi Guerra. Poi gli dissi:

    La tua risposta mi ha spiazzato, non me l'aspettavo proprio... Se posso azzardare un ipotesi credo che il risveglio della tua coscienza, sia stato forzato da Apocalisse per poter sfruttare al massimo il potere di Akuma. Esso infatti aveva bisogno di essere imbrigliato e governato, così da essere usato nel modo corretto. Forse però questa forzatura ha posto un blocco psicologico o fisico all'interno del tuo corpo, ma percepisco con grande chiarezza che un potere enorme si trova dentro di te.

    Mi grattai oziosamente il mento, continuando a riflettere, ma in fondo non c'era molto da fare.

    Abbiamo un problema, ma secondo me non ci sono molte alternative. Senza il tuo potere non puoi essere Guerra! E messo così non sei utile alla nostra causa, quindi non ci rimane altro da fare che tirare fuori la tua forza!

    A quel punto suonai il campanellino e dopo pochi secondi arrivò la solita inserviente.

    Signorina, mi potrebbe dire dove ci troviamo?

    La ragazza abbassò la testa in segno d'assenso e cominciò a rispondere dettagliatamente, ma stavolta sembrava leggermente trafelata, come dopo una breve corsa. Però non ci diedi troppo peso, in fondo poteva essersi solo affrettata a raggiungerci.

    Ci troviamo all'interno di una delle residenze del Maestro Apocalisse. Precisamente nell'Antico Castello di Amorosa, nello stato della California. Alcune grosse città nelle vicinanze sono Sacramento e San Francisco. La fortezza però si trova in una zona isolata ed attualmente dovrebbe essere aperta ai visitatori, ma sono state prese efficaci contromisure per permettere una totale privacy, a favore delle vostre attività.

    Vedendo che ero soddisfatto della risposta si congedò con un leggero inchino. "Avevo capito che non mi trovavo più in Medio Oriente, ma non pensavo di essere già tornato in America." Pensai sorvolando su come avessi fatto a fare quel viaggio. Non ricordavo neanche di un singolo dettaglio. Fortunatamente però ero già stato in questa zona nella mia lunga vita passata e mi era appena venuta un'idea. Mi alzai in piedi di scatto e fissai Jaze con determinazione.

    Amico, ci serve un mezzo di trasporto, andiamo al mare!

    Gli dissi con un sorrisetto divertito aspettando che il suo stupore per la mia frase svanisse.

    Edited by Betto795 - 8/8/2018, 18:15
     
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    Guerra [Akuma Liv 10]

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    Lame del Demone, Stanza del Capoclan


    Poteri di Guerra:
    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Mentre i due compagni conversavano, giunsero di nuovo nella sala le ancelle, portando loro dopo un lasso di tempo inspiegabilmente breve delle leccornie che avrebbero fatto invidia persino a ciò che avrebbe potuto offrire la cucina di un sovrano. Solo un rapido sguardo fu elargito da Guerra, mentre lo servivano. Marcus, dopo averlo fatto presente, iniziò a mangiare, ma, nonostante quello, la sua attenzione rimase fortemente concentrata su quanto stava dicendo il ragazzo dai capelli bianchi. Quest'ultimo poteva notare sul viso dell'uomo che gli sedeva davanti le emozioni che prendevano piede in lui in reazione a ciò che ascoltava. Una volta che il discorso fu portato a termine, Carestia si prese qualche secondo per pensare. Chissà cosa gli sta passando per la testa...
    Non ci mise molto a rispondere a sua volta: espresse una sua personale opinione sul fatto che ora la personalità JAZE fosse tornata padrona del proprio corpo, a sfavore di quella AKUMA, poiché secondo lui per usare al meglio il potere di quest'ultimo bisognava dominarlo, piuttosto che lasciarsi trascinare da esso. In pratica, senza Akuma io non posso fare niente, ma senza di me Akuma non può sbloccare il suo vero potenziale...
    Marcus proseguì nel dire che proprio quel processo di scambio di personalità potrebbe essere la chiave del fatto che il Veryryniano non riesca a risvegliare le proprie capacità, affermando però di percepire un potere enorme dentro di lui. Come può percepirlo lui, quando nemmeno io lo sento?.. Che sia una delle sue capacità?

    Abbiamo un problema, ma secondo me non ci sono molte alternative. Senza il tuo potere non puoi essere Guerra! E messo così non sei utile alla nostra causa, quindi non ci rimane altro da fare che tirare fuori la tua forza!

    Quelle parole, inizialmente lo scossero, tanto che all'udire "E messo così non sei utile alla nostra causa", di colpo alzò lo sguardo per puntarlo negli occhi scuri del cronomante, timoroso che volesse eliminarlo, ma si dovette ricredere quando egli pronunciò la parte successiva di quella frase. Stava per ribattere, ma il compagno lo anticipò, afferrando la campanella dorata lasciata dalle inservienti e suonandola. Come se fosse in grado di spostarsi a velocità straordinaria, una delle ancelle fece la sua comparsa nella sala in men che non si dica. Jaze era curioso riguardo al motivo che aveva spinto Marcus a chiamarla.

    Signorina, mi potrebbe dire dove ci troviamo?

    Di colpo, il guerriero tornò a fissare lo sguardo su l'ex segno del Cancro. Che utilità potrebbe mai avere essere a conoscenza del luogo in cui siamo?.. Si chiese confuso il ragazzo. La ragazza, leggermente affannata, rispose con grande precisione, riferendo ai due Cavalieri che si trovavano in un castello, il Castello di Amorosa, in California. Diede loro anche altre informazioni, quali i nomi delle città più grandi meno lontane.
    Terminata la spiegazione, eseguì un inchino rispettoso poi si congedò. Carestia non perse tempo, alzandosi di scatto mentre fissava divertito il ragazzo.

    Amico, ci serve un mezzo di trasporto, andiamo al mare!

    Jaze inizialmente lo fissò con sguardo confuso, non riuscendo a capire se l'uomo stava parlando sul serio. Quando finalmente realizzò che non era uno scherzo, si accigliò un momento. Perché mai vorrà andare proprio in quel luogo?.. Che abbia in mente qualcosa? Mi sembra una persona che sa il fatto suo, perciò non vedo perché non debba fidarmi di lui... Con tutti gli anni che ha, credo che sappia cosa stia facendo.. Rivolgermi al Maestro per questa faccenda è l'ultima cosa che voglio fare. Perciò, per ora, non vedo perché non ascoltare Marcus.
    Ricambiò lo sguardo del Cavaliere, senza però dimostrare il suo stesso entusiasmo.

    Non riesco a comprendere il motivo della tua scelta, però voglio fidarmi di te.

    Durante il precedente e breve discorso dello stregone aveva mangiato un paio di bocconi del ben di dio che gli era stato portato, ma si alzò comunque dalla sedia. Non aveva particolarmente fame. Rem. Puoi aiutarci?
    Si. Non molto lontano da qui vi è un luogo dove Akuma si è recato. Se porterai Marcus all'interno del Medaglione, poi potrò teletrasportarvi la.
    Jaze fece un cenno di consenso con la testa, poi tornò a concentrarsi su Carestia.

    Non è propriamente definibile un mezzo di trasporto, ma un'altra peculiarità del mio Medaglione è il fatto che mi consente di teletrasportarmi in luoghi che ho già visitato grazie ad esso, a patto che siano ad una certa distanza dal posto in cui mi trovo. Rem dice che non molto lontano da questo castello vi è un luogo che Akuma ha già visitato, che corrisponde a quanto hai chiesto, perciò...

    Lasciò la frase sospesa a metà, allungando la mano per sfiorare con le dita un braccio di Marcus. Non appena la pelle toccò il morbido tessuto della sua veste, un improvviso lampo azzurro scaturì dal monile, che quando sparì si portò con se i due Araldi di Nur.


    Nonostante non l'avesse ancora provata, la sensazione del teletrasporto gli era incredibilmente familiare, come se fosse una routine fin troppo frequente per lui. Il forte legame con Rem sembra sia un'altra delle cose che io e l'Altro condividiamo.. Quando i loro occhi tornarono a vedere qualcosa, oltre all'indefinito nero dovuto al teletrasporto, i due si trovavano in una stanza circolare di circa 5 metri di raggio, con il tetto a semisfera. Sul pavimento, al centro, vi era disegnato un cerchio magico che riluceva ancora di una luminescenza azzurra, ed i due Cavalieri si trovavano al centro di esso. Appena fuori dal cerchio, vi era figura: una ragazza che dimostrava circa la stessa età di Jaze. Aveva i capelli azzurri, ed una ciocca le copriva in parte la fronte e l'occhio destro. Indossava un vestito da cameriera nero con ricami bianchi, e se ne stava ferma, ad osservare i due. Quando i suoi occhi si soffermarono sul suo amato, un sorriso le si dipinse in viso, poi guardò anche Marcus, eseguendo un lieve cenno di rispetto.

    Ti do il benvenuto all'interno della Stanza del Capoclan, Marcus. Come ben sai, il mio nome è Rem, e sono la Guardiana di questo luogo. Ora stai osservando il mio vero aspetto, a differenza di quella volta a Crystal Town, quando il mio corpo era composto solamente da energia.
    Seguitemi, vi mostrerò il luogo che prima ho menzionato a Jaze.


    E detto questo, uscì dalla porta, inoltrandosi all'interno dei corridoi del maniero, i quali, a differenza del Castello di Amorosa, erano molto meno raffinati o abbelliti da oggetti di buon gusto. In realtà, quei corridoi in pietra erano riempiti solamente da fiaccole, poste a circa 5 metri l'una dall'altra. Non vi erano neanche finestre o aperture che davano sull'esterno, il che rendeva tutto molto cupo. Jaze non si prese la briga di vedere se Marcus avesse compreso le parole della ragazza -magari sballato dal viaggio dimensionale- affiancandosi subito a Rem, la quale girò la testa di lato per guardarlo, rivolgendogli un sorriso amoroso. Si sporse leggermente, dandogli un bacio sulla guancia.

    Bentornato, Amore Mio. Finalmente ci incontriamo di persona.

    Anche il Veryryniano rimase leggermente confuso all'udire tali parole, tanto che per un momento rallentò il passo, ma subito si riaffiancò alla ragazza, sorvolando. Ne avrebbero riparlato una volta soli. Non impiegarono nemmeno due minuti per raggiungere la loro destinazione: un piccolo studio, dalla forma quadrata, con una dimensione di circa 7 metri di lato. Giusto una scrivania ed un paio di scaffali lo riempivano. La ragazza prese un libro, quasi senza guardarlo. Si diresse poi alla scrivania, aprendolo circa a metà. Le due pagine mostravano un disegno di una spiaggia, la quale alle spalle aveva una alta parete rocciosa, ricoperta dalla vegetazione in modo molto sporadico. Ma la caratteristica che più risaltava erano le cascate che si lanciavano dalla parete rocciosa, cadendo sulla sabbia, unendosi al mare. Il disegno era realizzato con incredibile precisione, ed era di una perfezione degna di un grande artista.

    Queste cascate si chiamano Alamere Falls, e si trovano a sud di questo castello. E' un luogo abbastanza tranquillo, anche se ogni tanto è visitato dagli umani. Quando vi era stato Akuma era inverno, perciò non abbiamo incontrato nessuno. Stavolta potrebbero esserci delle persone, perciò vi chiedo di prestare cautela. Se Apocalisse non vi ha ancora comunicato niente, credo che per ora voglia tenere ancora nascosta la vostra identità di Cavalieri. Ed un'altra cosa: non conosco con esattezza le risorse di Zodiac, ma ormai non siamo in contatto con loro da diverso tempo, e potrebbero essere sulle vostre tracce. Se dovessero trovarvi mentre Jaze è ancora in questo stato di.. Confusione, cercate di non far capire loro quanto successo e rientrate nella Stanza il prima possibile. Ci penserò io a far perdere le nostre tracce. Questo è quanto. Pensate che possa andar bene?

    Dopo il consenso dei Cavalieri, Rem rimise a posto il libro, dicendo loro di seguirla alla stanza del teletrasporto.
    Durante il tragitto, senza voltarsi, Rem parlò al cronomante.

    Non ho mai avuto modo di ringraziarti per quella volta che hai salvato Jaze durante la battaglia con quella beholder, su Plutone. Senza il tuo intervento, probabilmente avrebbe finito per rompere lui stesso il casco.

    A parte questo, nessuno dei due Veryryniani parlò più durante la strada.
    Mentre stavano riprendendo posto nel cerchio magico al centro della stanza, la Guardiana afferrò la mano di Jaze, così da fermarlo. Lo baciò appassionatamente, afferrandogli il viso fra le mani.

    Sono sicura che andrà tutto per il meglio. Io conosco più di chiunque altro la tua forza ed il tuo animo. Torna vittorioso, amore mio.

    Jaze non rispose, limitandosi a fissarla con espressione decisa e ricambiando il bacio a sua volta, per poi prendere posto in fianco a Marcus. Di nuovo, come prima, le iridi eterocromatiche del guerriero brillavano, anche se stavolta di una luce meno intensa.

    Buona fortuna.

    Queste furono le ultime parole di Rem, prima che il cerchio azzurro si illuminasse, calando ancora un velo di tenebra sugli occhi dei Cavalieri.
     
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    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Il ragazzo fu visibilmente sorpreso quando gli comunicai che dovevamo andare al mare, ma decise comunque di fidarsi di me, così mi svelò un'altro potere (decisamente utile) appartenente al suo medaglione. "Fantastico, questa si che è un'abilità utile!" Pensai mostrandomi soddisfatto mentre udivo la sua spiegazione. Poi quest'ultimo si avvicinò a me e non appena toccò le mie vesti mi sentii risucchiare, come in un vortice a cui non potevo opporre la benché minima resistenza. In un attimo scomparimmo dalla sala da pranzo, dileguandoci nel nulla, mentre le inservienti preoccupate si lasciarono andare in un sospiro di sollievo, sollevate per la mia dipartita.
    Ricomparimmo quasi nello stesso attimo all'interno di una stanza chiusa, molto più spartana del castello a cui ci stavamo abituando. Ci trovavamo sopra un cerchio magico disegnato sul pavimento, che stava ancora pulsando di energia. Avevo la testa sottosopra e la testa mi girava fastidiosamente. Rispetto al teletrasporto di Acquarius, questo é ancora più traumatico... Mi ci vollero quindi alcuni secondi per capire bene dove effettivamente mi trovavo e mi accorsi della ragazza di nome Rem, solo nel momento in cui cominciò a parlare...

    La ragazza si presentò cordialmente e mi comunicò che ci trovavamo all'interno della famosa Stanza del Capoclan. La lasciai parlare, ma non persi l'occasione di osservarla meglio. Aveva le fattezze di una ragazzina molto carina. Un viso giovane con lineamenti aggraziati era contornato da capelli colori indaco, mentre grandi occhi azzurri e lucenti davano luce al suo sguardo. Indossava un abito nero e bianco, da cameriera, che risaltava parecchio, in contrapposizione all'ambiente spartano nel quale abitava. Mentre parlava aveva un atteggiamento rilassato e sereno, che mi infondeva una certa tranquillità. Appena concluse mi guardò negli occhi e io le risposi con un debole sorriso, che era tutto ciò che potevo permettermi, senza il rischio di rimettere l'abbondante colazione che avevo consumato solo qualche secondo prima.
    A quel punto la ragazza si adoperò per farci strada e portarci in un altro luogo. Stupidamente il nome "Stanza del Capoclan" mi aveva ingannato, facendomi pensare ad un'unica stanza, ma invece mi sbagliavo. Una serie di corridoi in pietra si snodavano sottoterra (la mancanza di finestre mi fece infatti pensare che gli ambienti fossero sotterranei), dando accesso a numerose altre stanze. Nonostante il disagio per il viaggio dimensionale mi affrettai a seguire la ragazza e mentre camminavamo ne approfittai per controllare CarpeDiem, ma non appena lo feci mi fermai di botto sul posto. Una delle peculiarità del mio particolare orologio era quella di adattarsi al luogo e all'era nella quale si trovava, così da svelarmi sempre precisamente l'ora e la zona temporale... Ora però stava succedendo qualcosa di strano e non potevo credere ai miei occhi! La lancetta che doveva indicarmi i secondi si muoveva avanti e indietro, in scatti più o meno ampi, mentre le lancette dei minuti e delle ore erano perfettamente ferme sulla stessa ora che segnavano nel momento in cui avevamo abbandonato il castello. La scoperta mi destabilizzò e mi sorprese parecchio. "È come se questo luogo si trovasse fuori dal tempo! Oppure, come se qui non esistesse o fosse talmente distorto da creare un paradosso... un tempo che va sia in avanti che indietro!!" Pensavo sgomento, ma i miei due compagni mi stavano distanziando, così decisi che avrei rimuginato su quella scoperta in futuro.

    Dopo poco tempo arrivammo in una nuova stanza sommariamente arredata e poco più grande della precedente. Rem afferrò un libro e lo aprì su una doppia pagina contenendo un fantastico disegno che rappresentava delle cascate.
    [spoiler_tag]Alamere Falls[/spoiler_tag]cascate_0


    Fu sempre Rem a dirci che si trattava delle cascate di Alamere Falls. Inoltre si preoccupò di renderci partecipe di ciò che la preoccupava, cioè che nessuno sapesse di noi. Non ancora quanto meno. Ascoltai quindi tutto ciò che aveva da dire e quando finì le dissi:

    Non ti preoccupare Rem, mi prenderò io cura di lui e se dovessimo ritrovarci nei guai, conteremo sul tuo aiuto, ma sono abbastanza sicuro che non ce ne sarà bisogno.

    Rem annuì di rimando alle mie parole, ma per un attimo mi sembrò che nel suo sguardo ci fosse qualcosa, come un sospetto. "Che abbia intuito qualcosa?" Il mio pensiero però rimase nell'aria visto che la donna ripose subito il libro e ci fece uscire di nuovo per tornare alla stanza del teletrasporto. Stavolta, durante il tragitto, rivolse a me le sue parole:

    Non ho mai avuto modo di ringraziarti per quella volta che hai salvato Jaze durante la battaglia con quella beholder, su Plutone. Senza il tuo intervento, probabilmente avrebbe finito per rompere lui stesso il casco.

    Non c'era bisogno che lo facessi, è stata una scelta di pura necessità. Skorpio era un membro fondamentale della spedizione e senza di lui, tutti rischiavamo di perire, quindi possiamo dire che fosse una scelta obbligata. Inoltre tu adesso stai aiutando me ed eri già intervenuta in passato. Non so spiegarlo, ma anche durante l'episodio su Plutone mi è parso di percepire la tua presenza... Lasciai per un attimo le parole a metà, come se non sapessi cosa dire, ma poi tagliai corto dicendo: Beh, quindi non c'è bisogno che mi ringrazi, stiamo già pareggiando i conti.

    Arrivati alla stanza, come se io non ci fossi, i due amanti si lasciarono andare in un appassionato bacio. "Certo che non hanno più contegno i giovani d'oggi!" Pensai osservandoli divertito. Poi la donna ci augurò buona fortuna. Nello stesso istante il cerchio magico si illuminò e immediatamente scomparimmo, per tornare a calcare il terreno roccioso sopra una scogliera.

    Merda, quanto odio i viaggi dimensionali!

    Mi lamentai a bassa voce, sputando a terra un po' di saliva amara.
    Il fastidio però durò poco, sostituito dalla soddisfazione di essere in un luogo perfetto. Dalla scogliera potevamo vedere la spiaggia e il mare che si trovavano sotto di noi. Mentre un fragoroso rumore di onde teneva impegnate le nostre orecchie. Alla nostra sinistra infatti si trovano le cascate di cui ci aveva parlato Rem. Mi avvicinai allo strapiombo ed osservai compiaciuto l'oceano che placidamente rispecchiava la luce del sole mattutino. Controllai sull'orologio da taschino che ora fosse e mi rallegrai vedendo che il tempo ora scorreva in modo normale. Sembrava fossero passati solo pochi minuti, da quando avevamo lasciato il castello... Guardai in basso "Non è altissimo, ma ce lo faremo bastare..." Pensai mentre osservavo una piccola famiglia che passeggiava sul bagnasciuga. Probabilmente erano in gita alle cascate e poi al resto della costa. Poco più avanti invece si trovava un vecchio dalla lunga barba grigia, che sedeva sullo scoglio. Oltre a loro non c'erano altre persone. In fondo erano solo le 7 e dodici minuti di mattino. "Tempo e luogo perfetti. Non potevo chiedere di meglio!" Pensai facendo segno a Jaze di avvicinarsi anche lui per godere del panorama.
    A quel punto aspettai che Jaze si avvicinasse, probabilmente era ancora confuso sul motivo per cui ci trovavamo lì, ma presto l'avrebbe scoperto. Il bambino intanto mi salutava con la mano guadandomi dal basso. Ricambiai il saluto sorridendo, poi appena distolse lo sguardo mi feci serio e dissi.

    È tempo di scoprire se sei degno di essere Guerra!

    Mentre pronunciavo quelle parole, afferrai fulmineo il braccio del ragazzo e con determinazione lo spinsi giù dalla scogliera. Probabilmente la sorpresa sarebbe stata tale da non permettergli la minima reazione, se non quella di guardarmi con occhi pieni di stupore.

    Ci vediamo giù!

    Gli urlai, mentre lo guardavo cadere nel vuoto. Sicuramente da una caduta simile un uomo normale sarebbe morto, ma il Maestro credeva in lui e il mio piano era così semplice che ci sarebbe arrivato anche un bambino... "Se vuole recuperare il suo potere non c'è nulla di meglio di una situazione di pericolo!" Lui però era guerra e una semplice caduta non poteva certo bastare, così ne approfittai per testare anche i miei nuovi poteri di cui ancora non conoscevo i limiti. Appoggiai le palme delle mani sul terreno sotto i miei piedi ed attivai TimeShift cominciando a far fluire particelle temporali dal mio corpo al terreno; così da renderlo sempre più debole. Subito si formarono un'infinità di piccole crepe e della sabbiolina stava già cadendo versoi il basso. Poi sferrai un pugno al terreno con tutta la forza di cui ero capace. A quel punto le piccole crepe si trasformarono in profonde spaccature e un ampio pezzo di scogliera collassò trasformandosi in una frana. Balzai indietro appena in tempo per non essere coinvolto dalla cauta dei massi ed osservai compiaciuto il polverone che avevo creato.
    Sotto, il povero Jaze, dopo essersi salvato il culo dalla caduta, avrebbe dovuto vedersela con un quintale di massi che gli stavano per rotolare addosso. Se fosse morto in quel frangente... "Servirà un altro cavaliere?" Mi chiesi, mentre la famiglia si stava dando a gambe per fuggire dal macello che avevo appena creato. "Cavolo, Rem aveva detto di non dare troppo dell'occhio... Forse dovrò sporcarmi le mani..." Poi cominciai a scendere velocemente dalla scogliera, tramite un passaggio vicino alle cascate, diretto verso la piccola famigliola.
     
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    Guerra [Akuma Liv 10]

    Equipaggiamento:
    Lame del Demone, Stanza del Capoclan


    Poteri di Guerra:
    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Una volta che i due giunsero di nuovo sulla Terra, lo scenario che gli occhi di Jaze gli mostrò lo lasciò a bocca aperta: si trovavano in cima ad una scogliera rocciosa, la quale consentiva una vista spettacolare dell'oceano che si stendeva di fronte a loro. Quella gigantesca massa d'acqua aveva sempre affascinato il mercenario, persino quando era una bestia folle.
    La brezza fresca che soffiava delicata sulla sua pelle, che si insinuava fra i suoi capelli, scompigliandoli un po'; il profumo del mare che inondava le sue narici, quasi pizzicandole.
    L'acqua era calma, increspata da onde placide e rilassanti, ma vi era comunque un forte rumore: erano le cascate, poco più a sinistra rispetto al punto in cui si trovavano.
    Aveva anche sentito Marcus borbottare, ma non vi aveva dato molto peso, concentrato com'era ad osservare quel panorama mozzafiato.
    Un improvviso flash si sovrappose alla sua vista, mostrandogli un luogo simile, ma molto più idilliaco: la vegetazione più rigogliosa e verde, il mare così azzurro che quasi feriva gli occhi mentre rifletteva la luce del sole, e poco lontano delle cascate immense. Aveva come la sensazione che qualcuno gli stesse stringendo la mano. Di colpo si girò a guardare alla sua destra, per rendersi conto che ora stava ancora osservando il presente; si fissò per un momento la mano, leggermente confuso. Veryryn...
    Una strana sensazione gorgogliava in fondo alla sua anima, ma con la coda dell'occhio notò un cenno da parte di Carestia, perciò decise di accantonare quei pensieri e proseguire ciò che stavano cercando di fare. Recuperare (o sbloccare, a seconda dei punti di vista) i suoi poteri.
    Si avvicinò al compagno, che si era mosso fino a raggiungere l'orlo del dirupo. Ora che erano uno in fianco all'altro, poté notare anche lui che non erano i soli in visita in quel luogo: una famiglia che passeggiava in riva al mare ed un vecchio seduto su uno scoglio. Che avrà in mente di fare? Si chiese, e la risposta non tardò ad arrivare, anticipata dalle parole del cronomante.

    È tempo di scoprire se sei degno di essere Guerra!

    "Ciò che successe dopo fu strano, molto strano." Così l'avrebbe spiegato Jaze. Vide con chiarezza il braccio di Marcus muoversi verso il suo, afferrarlo con decisione, e spingerlo nel vuoto. I movimenti dell'uomo non erano stati veloci, il ragazzo li aveva potuti distinguere con chiarezza, eppure lo stupore fu tale, da non permettergli di reagire in alcun modo. Si ritrovò a cadere dallo strapiombo, mentre fissava il compagno con occhi colmi di sorpresa. Ad un attento sguardo di quest'ultimo, avrebbe potuto notare le iridi del giovane farsi sempre più luminose.

    Ma che...

    Mentre precipitava, impattò contro una piccola sporgenza, cosa che finalmente lo fece riprendere da quello stato di confusione, rendendosi finalmente conto che stava precipitando da un'altezza considerevole. Proseguì nella sua caduta agitandosi in aria, mentre si avvitava su se stesso per via di quel poco piacevole incontro-scontro con la roccia sporgente.

    AAAHHHHHHHHhhhhhhh....

    Si schiantò infine al suolo. L'atterraggio fu molto violento, tanto che la sua vista era decisamente appannata, e faticava a racimolare pensieri logici. Sentiva dolore in tutto il corpo. Cercò di muoversi un poco, ma all'improvviso la sua vista venne oscurata da qualcosa. Non riuscì a comprendere appieno di cosa si trattasse, che la frana lo colpì in pieno, ritrovandosi quindi sotterrato da un gran numero di detriti.
    Gli ultimi rimasugli del crollo produssero piccoli rumori di assestamento, poi calò il silenzio, rotto soltanto dal rumore delle cascate.




    Sotto quel cumulo di macerie, il giovane Veryryniano non percepiva più nulla. Nemmeno il dolore. Galleggiava in un limbo oscuro, lontano da tutto e da tutti. Si sentiva leggero, come se stesse davvero galleggiando in un liquido nero. Si sforzò di aprire gli occhi, ma lo scenario non cambiò: non riusciva a capire dove si trovava, circondato da quell'oscurità. Cercò di tastare il suo corpo, ma anche i suoi sensi erano storpiati: percepiva la sua pelle nuda, ma era una sensazione strana, quasi come se stesse toccando qualcosa di etereo. Quando la sua mano giunse all'altezza alla quale di solito stava la pietra del medaglione, il suo cuore ebbe un sussulto: non c'era nulla. Di colpo, si agitò a mezz'aria, cercando di guardarsi il petto, affermando così le sue paure. Il medaglione era scomparso.

    No... Rem... Dove.. Sei?...

    Cercò di muoversi, scoprendo di potersi spostare in quell'indefinito spazio nero. Inizialmente si mosse come se stesse nuotando, ma qualcosa dentro di lui, dopo poco tempo, gli fece intuire che poteva muoversi solamente pensandolo. Si fermò, provando a farlo, scoprendo che poteva fluttuare. Ancor più stupito, riprese la sua disperata ricerca del monile. Era ossessionato da quella perdita. Sentiva come un buco nel petto, ora che la presenza di Rem non era più al suo fianco.
    Rem... Dove sei?... Ti prego.. Ho bisogno di te.. Non lasciarmi solo... Io...
    Continuò per un lasso di tempo incalcolabile a girovagare come un'anima in pena, in una ricerca disperata di ciò che aveva perduto. Senza ottenere alcun genere di risultato.
    Scoraggiato, si fermò e si strinse le ginocchia al petto, rannicchiandosi su se stesso. Sentiva qualcosa di caldo scendergli lungo le guance, mentre piccoli singhiozzi uscivano dalle sue labbra.

    Rem... Non abbandonarmi... Ti prego...

    Rimase in quella posizione per un tempo che non seppe definire, mentre sprofondava sempre più in un nuovo abisso oscuro, ricolmo di dolore e tristezza.
    Trascorsero i secondi, o forse i minuti, i giorni, gli anni. Tutto ruotava intorno alla perdita di Rem. Tutto il resto era eclissato da quel fatto.
    Un flash, nella sua mente, gli mostrò il volto sorridente di Marcus mentre lo spingeva giù dalla scogliera, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
    È colpa sua... Lui... Lui me l'ha portata via.. La vuole per se...
    Strinse in pugni, tanto che i muscoli si gonfiarono in maniera straordinaria. Ma non se ne accorse nemmeno. Sentiva una nuova sensazione, che, una volta sondata per bene, si accorse essere molto familiare: rabbia. Rabbia pura, atavica. Alzò il capo, sempre rimanendo rannicchiato.
    Mi ha ingannato... Me l'ha portata vi... Huh?
    Stava di nuovo formulando pensieri di odio, ma venne distratto da un fenomeno che lo lasciò allibito: un puntino fluttuava davanti a lui. Nonostante le dimensioni microscopiche, emetteva una luce bianca in quel mare di oscurità. Rimase immobile per qualche istante, poi prese a muoversi, sempre fluttuando, ma muovendosi disperatamente per raggiungere quel piccolo puntino. Annaspava per cercare di andare più veloce, ma più cercava di accelerare, più gli sembrava di andare piano.

    No... Rem... Rem.. REM!

    Gli sembrava di muoversi da anni per raggiungere quel puntino, senza mai averlo sfiorato nemmeno una volta. Allungò disperatamente la mano, nel tentativo di stringerlo anche da quella distanza.
    Ti prego...
    Proprio quando stava per arrendersi, di colpo si sentì come risucchiato verso quel puntino ad una velocità stratosferica. Quella flebile luce si allargò a dismisura, rivelandosi per ciò che era in realtà. Ciò che vide lo lasciò di pietra, con una sensazione mista fra stupore e timore: due enormi globi luminosi ora si trovavano di fronte al ragazzo, talmente grossi da poter essere paragonati a piccoli soli. Quello alla sua sinistra era in prevalenza giallo-dorato con sfumature nere, mentre l'altro era di un azzurro molto accesso, pervaso da striature lilla. Entrambi brillavano molto intensamente, ma la luce non feriva gli occhi di Jaze, il quale li fissava a bocca aperta, senza capire cosa si parasse di fronte a lui. Più li fissava, più si sentiva risucchiato da essi. Era come se il suo corpo fosse pervaso dalla gravità di quelle stelle, che lottavano fra loro per avvinghiare a se quel piccolo esserino. Per ora nessuna delle due sembrava avere la meglio. Strane sensazioni iniziarono a scorrere in lui: dalla stella azzurra percepiva calore, amore, benevolenza, ma era quasi estranea; da quella gialla percepiva rabbia, orgoglio, superbia, e da essa sentiva quasi una certa familiarità, la quale però non riusciva a spiegarsi. Mentre le osservava, si rese conto che la pressione esercitata da esse era sempre più forte, ma comunque nessuna riusciva a prevalere sull'altra.
    Ad un tratto, percepì qualcosa dentro di se muoversi leggermente, come un neonato che si agita debolmente nel sonno. Si guardò, senza spiegarsi perché, il petto, notando una luce bianca, neutra, che veniva irradiata all'altezza del suo plesso solare. Un tepore benevolo, ma allo stesso tempo superbo, lo pervase, rinvigorendolo. Ora sentiva di potersi opporre alla gravità esercitata dai due simil-corpi celesti.
    Ora che non era più oppresso, notò un altro dettaglio dell'ambiente che lo circondava: nello spazio vuoto presente fra i due globi, ve ne era un terzo, immensamente più piccolo rispetto agli altri due. Era bianco, e da esso non percepiva alcuna sensazione, ne gravità. Subito ne fu inspiegabilmente attratto, tanto che, senza quasi rendersene conto, iniziò a muoversi verso di esso.
    Più si avvicinava, più le sensazioni che percepiva dalle due stelle giganti si intensificavano: la stella gialla sembrava quasi ruggire di rabbia, tanto che la sua gravità si rafforzò, lanciando stilettate di dolore alla mente del giovane. Ciò durò pochi istanti, poiché il globo azzurro gli comunicò un profondo senso di benessere, intensificando a sua volta la forza di gravità, ma non più per attirarlo a se, quanto per contrastare la rivale dorata. Due voci sembrarono aleggiare attorno a lui, imponenti, ma allo stesso tempo flebili, tanto che non riuscì a carpirne le parole, ne il timbro o il tono. Proseguì così verso la piccola sfera bianca, raggiungendola infine. Era perfetta, placida, di circa 20 centimetri di diametro. Iniziò ad alzare le mani per afferrarla a destra e sinistra e, più avvicinava i palmi, più il suo petto brillava, più si sentiva forte. Quando finalmente la toccò, da essa partì una violenta esplosione luminosa, accecandolo per un momento. Quando finalmente tornò a vedere, notò che le due stelle giganti stavano venendo risucchiate da quella bianca, passando per le sue mani. Più esse si rimpicciolivano, più quella che stringeva si faceva iridescente. Il processo non durò molto, una trentina di secondi, col risultato che ora stringeva un globo cangiante, che presentava sia il colore giallo-dorato che l'azzurro dei due soli ormai scomparsi. Ora sentiva quella piccola stella sua, tanto che la avvicinò al suo petto. Quando essa entrò in contatto con la luce emanata dal suo plesso solare, vi fu una nuova, ancor più violenta, esplosione luminosa. Un rintocco cristallino inondò l'ambiente, seguito da una frase, detta contemporaneamente da due voci distinte: una femminile, calda e benevola, mentre l'altra maschile, rabbiosa e tonante.

    Ed infine la Lacrima si è svegliata...
    Ed infine la Lacrima si è svegliata...






    Erano passati ormai più di 15 minuti dal crollo della parete rocciosa provocato da Marcus, e nessun movimento da sotto le macerie che potesse far sperare che il giovane guerriero fosse ancora vivo era stato avvistato. Nulla. Poteva benissimo essere morto sotto quell'ammasso di detriti.
    Eppure, così non fu. Dopo quel lasso di tempo, tra le fessure delle varie rocce, una flebile luce sembrava trapelare, troppo debole però per affermare con certezza che non si trattasse di un'allucinazione. In seguito a quello strano fenomeno, la terra attorno a quel cumulo iniziò a tremare, smuovendo le rocce più piccole.... KABOOOMM!
    Un rumore simile ad un'esplosione riempì l'aria, e l'ammasso di detriti esplose verso l'alto, innalzando per diversi metri i più grossi, mentre venivano sbriciolati e cadevano sotto forma di pioggia rocciosa sulla sabbia.
    Ora Jaze era di nuovo visibile, ancora sdraiato, ma con il pugno rivolto verso l'alto, grazie al quale era riuscito a scagliare via tutte quelle rocce. Dal suo corpo fuoriusciva un denso fumo azzurro e giallo, il medesimo colore di cui brillavano le sue vene ed i suoi occhi eterocromatici. Si rialzò lentamente, ma non affaticato, dal suolo. Nessuna ferita o escoriazione rovinava il suo corpo statuario.
    Si fissò la mano destra, rigirandosela davanti al viso. Era quasi attratto dalla luce emanata dalle vene, che pian piano stava scemando, come il vapore che emetteva. I capelli fluttuavano, e gli occhi continuavano a brillare come due fanali, giallo il sinistro ed azzurro il destro. Si tastò il petto, emettendo un sonoro sospiro di sollievo nel sentire la gemma ancora al suo posto. Sia ringraziato il cielo... Iniziò a guardarsi intorno, per cercare con lo sguardo tracce del suo compagno. La rabbia che aveva provato in quel luogo oscuro verso di lui era scemata del tutto, sostituita da una gratitudine senza fine. Che sia stato questo il suo obiettivo fin dall'inizio? Si chiese, ma poi pensò che chiederlo direttamente a lui sarebbe stato il modo più rapido per rispondere a tale domanda.

    Edited by IchigoMugetsu - 22/8/2018, 15:04
     
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    Lo temi, lo eviti. Il destino arriva comunque.

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    Un regno dimenticato

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    Carestia [Marcus liv 5]

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    ForCenturies, CarpeDiem


    Poteri di Carestia:
    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Mentre scendevo verso il mare sentii lo spiacevole rumore del corpo del giovane che si schiantava al suolo, poi le rocce franarono su di lui coprendolo completamente. Il rumore fu assordente, tanto che per un attimo riuscì a coprire anche lo scroscio delle cascate. Ora, nel punto in cui era caduto Jaze, si era alzato un grosso polverone che copriva la frana di massi e una volta che tutto si fu placato scese un silenzio di tomba. Solo l'acqua del mare e delle cascate continuarono il loro incessante movimento. La famiglia si era fermata a pochi metri di distanza dalla frana, ma erano al sicuro. Notai lo sguardo della madre che mi osservava in un misto tra rabbia e paura. "Deve aver visto tutto." Pensai mentre osservavo il bambino che piangeva, mentre il padre era più confuso, che altro. L'altra persona presente (il vecchio) sembrava sempre più una statua e sembrava non essersi mosso di un millimetro.
    Finalmente raggiunsi il livello più basso della scogliera e con un balzo saltai a terra affondando le scarpe nella sabbia. Dal cumulo di rocce ancora nessun movimento. "Che sia morto? Forse ho esagerato..." Pensai con un po' di preoccupazione, ma se ripensavo alle imprese di cui era capace Skorpio, non lo credevo possibile. Decisi quindi di concedere alcuni minuti al ragazzo per potersi riprendere. Se entro qualche minuto non si fosse rialzato da solo, l'avrei tirato fuori con le mie mani per vedere se respirava ancora, oppure no.

    Non mi rimaneva altro da fare che avvicinarmi alla famiglia per sapere cosa ne pensavano dell'accaduto, ma appena mi mossi verso di loro la mamma tirò il figlio verso di sé e urlò nella mia direzione:

    No-Non ti avvicinare!!
    Sono pronta a chiamare la polizia!


    "Maledizione, odio l'isterismo delle donne." Mi lamentai nella mia testa, mentre mi passavo una mano sul volto. Intanto, dopo l'urlo furioso della donna, il marito la guardò confuso. Lui non si era accorto di nulla e quindi non aveva modo di comprendere la sua rabbia nei miei confronti. Così, quando non ubbidì immediatamente a passarle il telefono si sorbì una sfuriata che terminò con lei che gli strappava dalle mani lo smartphone e freneticamente cominciava a schiacciare lo schermo. "Non posso fargli chiamare nessuno, non è ancora il momento di avere un pubblico." Pensai mentre cominciai a correre verso di lei. In pochi attimi dimezzai la distanza che ci separava, fino a quando non se ne accorse e guardandomi arrivare lanciò un nuovo urlo che la fece sussultare al punto da fargli cadere il telefono di mano. Sfruttai quell'occasione ed attivai DarkAges. Condensai una piccola sfera di particelle temporali e la lanciai immediatamente verso il telefono. Quest'ultimo non appena venne colpito esplose in un sfrigolio elettrico. I tre erano talmente in panico che non si accorsero quasi di nulla, ma la situazione così com'era non mi piaceva affatto. Scattai di nuovo verso di loro e li colpii in successione con abili movimenti. Bastarono tre colpi ben assestati per mandarli tutti e tre al tappeto. Riuscii così a far cessare pianti ed urla. "Forse sto diventando troppo buono." Pensai, ma non ero dell'umore giusto per uccidere un'intera famiglia senza un valido motivo... erano stati fortunati.

    Raccolsi i tre corpi inermi e senza sforzo li portai verso il vecchio eremita. Quando arrivai lui non mi disse nulla, ma continuò ad osservarmi mentre li caricavo su un vecchio carretto attaccato ad un altrettanto vecchio pick up. Solo quando terminai l'uomo mi disse:

    Ho già conosciuto gente come voi in passato... Disse guardando me e poi il cumulo di macerie. ...Tu non mi piaci. Le mie articolazioni tremano solo standoti vicino.

    La sua voce era flebile e rauca, ma nonostante gli anni; ancora decisa. Mentre lo ascoltavo, stimai la sua freddezza e la sua veneranda età (nonostante fosse irrisoria rispetto alla mia).

    Vecchio. Nonostante la tua età i tuoi sensi sono vigili e la tua saggezza ti fa onore. Prendi questi sventurati e portali via con te. In cambio ti farò un piccolo dono.

    Non voglio doni da gente come te. Mi disse con tono più duro mentre si alzava in piedi con evidente fatica. Presto i miei giorni finiranno e ho già commesso abbastanza peccati per prendere parte ad altri. Farò come dici per salvare le nostre vite.

    Chinai il capo il segno d'assenso e lo osservai salire sul furgone per metterlo in moto.

    Ricorda che se anche racconterete ciò che avete visto, questo non vi gioverà... Ma anzi, credo dobbiate temere il futuro più del presente...

    In tutta risposta il vecchio avviò il motore e partì senza aggiungere altro. Proseguì per alcuni chilometri sulla sabbia dura vicino alla scogliera; fino a quando i miei occhi non furono più in grado di seguirlo. Decisi di appollaiarmi sulla roccia che era stata dell'eremita e mi chiesi se avessi fatto la scelta giusta. Avrei potuto ucciderli tutti e nessuno avrebbe mai parlato... Ma che differenza avrebbe fatto? Presto Apocalisse si sarebbe svelato al mondo e allora gli indegni sarebbero periti seguendo la naturale legge del più forte. "Gli ho solo regalato alcuni giorni di vita in più..."

    [Pochi minuti dopo]

    Avevo passato il tempo in attesa e in meditazione, ma l'attesa stava durando troppo. Dovevo capire che ne era stato del mio azzardo. Così mi alzai e mi diressi verso la frana. "Tempo scaduto." Pensai, ma proprio in quel momento un leggero tremore scosse la terra e un attimo dopo una potente esplosione distrusse le rocce che coprivano il ragazzo. Si creò una pioggia di detriti e sabbia dalla quale mi protessi con le mie vesti. Al centro del cratere che si era formato, si poteva vedere il corpo di Jaze, coperto da uno strano fumo iridescente e perfettamente illeso. "Ce ne hai messo di tempo!" Pensai soddisfatto per il risultato. Poi mi avvicinai cauto al bordo del piccolo cratere e osservai il mio compagno dall'altro verso il basso. In quel momento non sapevo cosa aspettarmi da lui. Mi trovavo davanti il Jaze pacato e riflessivo che avevo appena conosciuto o il folle Akuma? Il mio esperimento sembrava essere era andato a buon fine a tutti gli effetti, ma ora l'incognita era l'umore del ragazzo. Se avesse preso la mia mossa come qualcosa di offensivo nei suoi confronti, allora in quel momento mi trovavo in pericolo. Infatti, nonostante i miei nuovi poteri non ero sicuro di poter uscire illeso da uno scontro con lui, soprattuto in vista delle sue nuove capacità risvegliate. Mantenendo un tono ed una calma serafica dissi:

    Bentornato Guerra.
    Noto con piacere che sei riuscito a liberare i tuoi poteri nascosti...


    Nonostante il tono di voce calmo e tranquillo però ero pronto a scattare al minimo segno di pericolo.

    Dimmi... Come ti senti? Ricordi cos'è appena successo?

    Poi attesi le sue risposte e sperai di non dover intraprendere un'inutile scontro furioso. "Ora scopriremo anche se Apocalisse aveva ragione su di te... Sarai capace di imbrigliare la forza e la rabbia del tuo alter ego?"
     
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    Guerra [Akuma Liv 10]

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    Lame del Demone, Stanza del Capoclan


    Poteri di Guerra:
    Se attiva questo potere, può infliggere uno status di berserker agli avversari che ferisce con sanguinamento. Chi subisce tale attacco entra in una sorta di stato di berserker, attaccando chiunque senza riconoscere alleati o avversari: nessun potenziamento alle statistiche o resistenza aumentata, ma un forte stato di confusione che li porterebbe ad attaccare tutti indiscriminatamente eccezion fatta, ovviamente, per Guerra e gli altri Cavalieri.


    Non passarono che pochi secondi dal suo risveglio, che al bordo del piccolo cratere al cui centro si ergeva il giovane una figura apparve: vesti verde scuro, ornate da simboli arcaici, ed un cappuccio ricopriva il capo dell'individuo. Eccolo. Il compagno lo salutò, esprimendo la sua gioia nel vedere che il suo piano era andato a buon fine. Jaze non replicò, continuando a fissarlo con la sua ormai solita espressione fredda.

    Dimmi... Come ti senti? Ricordi cos'è appena successo?

    Nonostante il suo tono di voce pacato, il ragazzo poteva quasi percepire la lieve tensione che scorreva in Carestia. Non riusciva a capire come, ma gli sembrava quasi di poter sentire i muscoli dell'uomo tendersi, pronti a reagire ad un qualsiasi stimolo. Paura?... No.. Eppure, è teso. Pronto a reagire. Non riuscendo a spiegarsi bene ciò che sentiva, decise di rispondere al compagno. Si guardò la mano, chiudendo ed aprendo le dita un paio di volte. Si sentiva in forma smagliante, come mai prima d'ora: ora percepiva con chiarezza il potere che gli scorreva nelle vene, prepotente e superbo, ma al contempo placido e docile. In un angolo della sua mente vi erano informazioni riguardanti sia le sue capacità, che quelle del suo alter ego. Anche questo è... Strano. In seguito a quei rapidi pensieri, si incamminò sulla sabbia, in modo da uscire dalla buca. Una volta fuori superò Marcus di un paio di metri, fermandosi a fissare l'oceano.

    Mi sento... Bene. Anzi, credo che la parola "bene" non renda l'idea.. Mi sento straripante di energia, ancora di più del giorno in cui nacque Akuma.

    Raccolse una piccola roccia in fianco a se, facendosela saltare un paio di volte in mano. Poi, con un movimento fulmineo del braccio, la scagliò con forza immane in direzione dell'acqua. Il sasso partì ad una velocità stratosferica, sparendo dalla loro vista prima che potesse entrare in mare. Un lancio magistrale.
    Iniziò a parlare girandosi verso l'altro Cavaliere.

    L'ultima cosa che ricordo con chiarezza è il dolore dovuto alla caduta... In seguito mi sono ritrovato in un luogo oscuro, nel quale i miei sensi mi sembravano... Alterati. Un posto vuoto, angosciante, dove ho vagato in cerca di un modo per uscire... Ma, proprio quando stavo per arrendermi, sono stato attratto da...

    La voce gli si bloccò a metà del discorso. Assunse un'espressione confusa, mentre cercava di trovare le parole per descrivere l'incontro con le stelle di energia. I ricordi di quanto accaduto erano li, nella sua testa, nitidi, ma non trovava alcun modo per esprimere a parole una tale esperienza. Un tepore amorevole prese ad avvolgerlo, con il medaglione come fulcro. Il giovane lo strinse fra la mano. Rem...
    Tornò a fissare Marcus negli occhi, ancora un po' spaesato.

    Non riesco a trovare le parole per descrivere ciò che mi è accaduto dopo... È stato tutto così.. Strano, da non riuscire neanche a spiegarlo. Non mi era mai accaduto nulla di simile prima d'ora. È stato un mix di emozioni e percezioni talmente elevato, da aver quasi scombussolato la mia mente. Posso però dire con certezza di essere riuscito a fare qualcosa, di aver innescato qualcosa... Ed ora mi sento così. Forte, sereno, vivo.

    Poteva quasi sembrare un discorso un po' sconnesso, ma d'altronde quanto accaduto avrebbe lasciato un importante impronta nella psiche di Guerra. Non capita tutti i giorni quanto era appena accaduto al giovane Veryryniano.
    Sentiva il corpo fremere. Voleva, doveva, fare qualcosa. Testare, mettere alla prova le sue nuove capacità. Al solo pensare a quella sensazione, essa si amplificava ancora di più. Stava per riferire al compagno anche di quel fatto, ma venne interrotto da Rem, la quale, come gli succedeva da quando si era svegliato nel Castello di Amorosa, apparve al suo fianco. Si girò a guardarla, anche se agli occhi del cronomante avrebbe solamente preso a fissare il nulla. L'essere millenario non avrebbe udito neanche una delle parole della Guardiana.

    A tal riguardo, penso di avere una soluzione che accontenti tutti. Porta con te Marcus nel Medaglione, li ti spiegherò nel dettaglio.

    Detto questo, la visione scomparve. Jaze annuì, sempre fissando il vuoto. Senza pensarci, toccò di nuovo le vesti dello stregone, ad una velocità tale che probabilmente avrebbe lasciato di stucco quest'ultimo. Un nuovo lampo azzurro, e la spiaggia divenne deserta.



    Riapparvero di nuovo nella sala del teletrasporto, attesi da Rem. Non appena i due amanti incrociarono gli sguardi, la Guardiana si lanciò fra le braccia del guerriero. Si lasciarono andare ad un altro, appassionato bacio, molto più di quello che si erano scambiati prima di lasciare la Stanza del Capoclan. Dopo ciò, lei gli prese il viso con le mani, appoggiando la fronte l'una contro l'altro.

    Ero sicura che tutto sarebbe andato per il verso giusto...

    Sussurrò lei. Una volta che si separarono, lei fece un inchino rispettoso verso il cronomante, portando le mani unite al grembo.

    Non so come ringraziarti, Marcus. Probabilmente un metodo così.. Invasivo, era la scelta migliore, conoscendo la natura dei poteri di Jaze. Ma ti prego, che questa sia l'ultima volta. Il mio cuore non potrebbe sopportare di nuovo l'assistere ad una tale scena.

    Concluse scherzosamente, un sorriso smagliante dipinto in viso.

    Ora, se permettete, lasciate che vi accompagni alla sala di allenamento. Li potrete testare le vostre capacità, senza il rischio che crolli qualcos'altro. Immagino che entrambi fremiate dalla voglia di vedere di cosa siete capaci ora.

    Canzonò così i due, facendo poi loro un cenno di seguirla. Li scortò di nuovo all'interno dei corridoio della magione.
    Giunsero di fronte ad una porta a doppi battenti, di pietra. Nonostante la piccola corporatura, la aprì con una tranquillità quasi disarmante, entrandovi per prima. Una volta che i due entrarono, essa si richiuse da sola, silenziosamente. La stanza era immensa, tanto che quasi si faticava a distinguere le pareti. Ma era completamente vuota.

    Qui potrete sfogarvi a vostro piacimento. Il vostro avversario sarò io.

    Disse lei con espressione serafica.
    Jaze spalancò la bocca dallo stupore, rimanendo bloccato per qualche secondo.

    No.

    Fu la sua risposta secca. Il suo tono di voce era a metà fra lo stupito e l'infuriato.

    Se questo voleva essere uno scherzo non è divertente.

    Amore mio... Io ti amo con tutta me stessa, e non potrei mai farti del male, così come so che la cosa è reciproca. Capisco che tu possa essere restio a questa cosa, ma non ti preoccupare. All'interno del maniero, solo un essere in grado di manipolare la realtà a piacimento può sperare di sconfiggermi. Voi due non sarete un grosso problema.

    Disse ammiccando verso il suo amato. L'espressione della ragazza si fece di colpo seria, mentre un corno sbucava dalla sua fronte, al centro. Esso brillava di una luce rosa. Nelle mani le apparve una catena, che terminava con una palla di ferro chiodata.



    Preparatevi.

    Di colpo scomparve, apparendo in mezzo ai due, colpendoli violentemente con un calcio, che li sbalzò lontano una ventina di metri per uno. Entrambi non avevano avuto il tempo ne di vedere lo spostamento, tantomento il colpo di Rem. Jaze fece un paio di rotolate, riuscendo a mettersi in equilibrio in ginocchio. Ma che?... Era rimasto basito da quella dimostrazione di abilità da parte della ragazza. Lei si girò a guardarlo.

    È meglio che ti ci abitui, amore mio. Se vuoi imparare appieno ad usare i tuoi poteri dovremo fare molta pratica.

    Gli disse lei con un sorriso angelico.
     
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    Lo temi, lo eviti. Il destino arriva comunque.

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    Carestia [Marcus liv 5]

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    ForCenturies, CarpeDiem


    Poteri di Carestia:
    Il potere di Carestia consente di agire direttamente sull'invecchiamento: è dotato di una sorta di aura invisibile, o cappa, che lo circonda ed accelera il tempo di qualsivoglia essere biologico si trovi nel raggio d'azione. Ovviamente l'effetto si manifesterebbe inizialmente come una spossatezza progressiva, per poi degenerare in vero e proprio decadimento man mano che la vicinanza perdura, ed altrettanto ovviamente sarebbe estremamente celere nel caso di organismi molto semplici, ragionevolmente lungo per quelli complessi come umani et similia.

    Raggio d'azione del potere (area di tre metri in ogni direzione per l'ampiezza) e le conseguenze sui giocatori:

    -1 turno: leggero affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -2 turni: forte affaticamento, nessuno strascico post partita;
    -3 turni: indebolimento generale, primi segni estetici di invecchiamento precoce come leggere rughe, ciocche brizzolate ecc. Effetto durevole per una settimana;
    -4 turni: fiacchezza diffusa, riduzione dei parametri e difficoltà ad utilizzare le proprie abilità, siano esse tecniche o poteri innati. Segni dell'invecchiamento ben visibili, con rughe più marcate, capelli grigi, calo del tono muscolare. Effetto durevole per due settimane;
    -5 turni: invecchiamento drastico, esteticamente manifesto attraverso perdita di capelli e/o capelli bianchissimi e sfilacciati, sporadici; pelle vizza e giallastra; denti marcescenti e dondolanti; sclere itteriche; profondi solchi; perdita di ogni tono muscolare residuo. Ogni azione fisica complessa è impossibilitata, dalla semplice corsa ad ogni combattimento corpo a corpo ed all'arma bianca. Quello a distanza fortemente limitato. I personaggi dotati di abilità basate su intelletto, esperienza e capacità mnemonica constateranno una severa difficoltà nel concentrarsi, riflettere o richiamare alla mente i propri automatismi. Effetto durevole per un mese;
    -6 turni: demenza senile, con frequenti sprazzi di lucidità. Effetto durevole per un mese;
    -7 turni: demenza senile totale. Effetto durevole fino alla fine dell'evento;
    -8 turni: se non hai ancora capito di doverti spostare... Morte.


    Jaze sembrava quasi in trance. Apriva e chiudeva la sua mano protesa verso il cielo, come se volesse afferrare qualcosa di lontano. Solo dopo alcuni secondi si riscosse e si alzò in piedi per uscire dal piccolo cratere di sabbia e sassi. Si avvicinò a me camminando tranquillamente, fino a superarmi. Poi se fermò per rispondermi. Io rimasi fermo dov'ero, ma lo osservai con attenzione. Sembrava tranquillo e il mio intuito non mi dava segnali di pericolo, così cominciai a rilassarmi. "Forse mi sono preoccupato troppo. Ho l'impressione che la follia di Akuma sia ancora sepolta in un luogo lontano..." Mi girai nella sua direzione ed osservammo insieme il mare che si muoveva placido, mentre onde leggere si infrangevano sulla battigia fino a scomparire assorbite dalla sabbia.

    Mi sento... Bene. Anzi, credo che la parola "bene" non renda l'idea..

    Cominciò a dire, per poi cercare di raccontarmi quello che aveva vissuto/provato in quei minuti dove era stato incosciente. Parlò in modo calmo, ma i suoi pensieri sembravano confusi, come se si accavallassero l'uno sull'altro. "Forse nemmeno lui ha ancora capito cosa sia successo davvero..." In seguito si girò a guardare qualcosa che attirò la sua attenzione, ma non aggiunse altro. Annuì solamente, come assecondando un pensiero che stava solo nella sua testa. Infine mi toccò le vesti e per la seconda volta in quel giorno il terreno sotto i miei piedi scomparì! Sulla spiaggia, solo una frana ed un cratere molto strano segnavano il nostro passaggio da quel luogo...


    Si trattava dello stesso teletrasporto che avevamo usato all'inizio per raggiungere la spiaggia, ma quando lo capii eravamo già riapparsi all'interno della stanza del Capoclan. La mia testa mi dava l'impressione di girare vorticosamente e ci vollero alcuni attimi prima che tutto tornò ad essere fermo nella sua posizione. Nel mentre i due amanti si stavano di nuovo baciando ed abbracciando appassionatamente, tanto che per un attimo mi sentii particolarmente fuori luogo. "Eddai ragazzi, prendetevi una stanza!" Pensai a metà tra l'innervosito per la mancanza di pudore e il divertito per la sfrontatezza con cui riuscivano a fare i piccioncini ogni tre per due. Solo quando finirono di spargere cuoricini nell'aria, Rem mi porse un inchino educato ringraziandomi per aver aiutato il suo amato, nonostante il metodo poco convenzionale. Poi, prima che potessi risponderle, con un sorrisetto divertito aggiunse:

    Ora, se permettete, lasciate che vi accompagni alla sala di allenamento. Li potrete testare le vostre capacità, senza il rischio che crolli qualcos'altro. Immagino che entrambi fremiate dalla voglia di vedere di cosa siete capaci ora.

    Ascoltando la sua ultima affermazione rimasi talmente stupito che non dissi nulla. Al contrario, la ragazza, era talmente convinta della sua idea, che non potei far altro che seguirla. Lanciai un'occhiata verso Jaze, ma pure lui sembrava confuso quanto me. Così fummo scortati davanti ad una porta a doppi battenti, che aveva tutta l'aria di essere pesantissima; ma lo spirito guardiano la aprì senza problemi introducendoci in questa sala degli allenamenti. Era così immensa da non poterne quasi scorgere la fine, ma era anche completamente vuota.
    Una volta che le porte si furono richiuse, per concludere, Rem disse che avremmo potuto dare il massimo e che il nostro avversario sarebbe stata lei! Alche Jaze sembrò infervorarsi e rispose con un perentorio "NO." Ma la voce della giovane ci diede alcune spiegazioni sulle sue capacità all'interno di quel luogo. Ascoltai con attenzione e quasi mi convinse... "Manipolazione della realtà... Sembra interessante!" Pensai con un espressione divertita che si tramutò presto in stupore quando vidi la trasformazione della nostra avversaria. A quanto pareva un corno luminescente sulla fronte ed una mazza chiodata erano i suoi accessori da combattimento. Dal mio canto non sapevo se essere sorpreso, divertito, allibito o che altro. Senza contare che la situazione aveva un che di comico. Infatti non potevo fare a meno di ridere se osservavo la faccia rabbuiata del ragazzo, il quale, forse si sentiva messo in discussione dalla sua amata.

    Sentite. Cominciai a dire. Sono stato al gioc...

    Provai a parlare, ma Rem non sembrava più essere in vena di chiacchiere e mi fermò sul nascere mettendoci sull'attenti: "Preparatevi!" Poi scomparì nel nulla, ma in meno di un battito di ciglia riapparve tra me e Jaze e con un calcio fulmineo ci colpì entrambi lanciandoci a vari metri di distanza. Rimasi talmente stupito dalla sua velocità e forza che non riuscii a muovere un muscolo per la sorpresa e rotolai sul lato per un metro o due, prima di riuscire a ritrovare l'equilibrio e a fermarmi con un ginocchio a terra. "Wooow! Ma è davvero fortissima!!" Mi meravigliai per ciò che avevo appena visto. Poi mi rialzai subito e dissi:

    Ascoltate voi due! Sono stato al vostro gioco e vi ho seguito fino a qui senza di dire una parola, ma questo mi sembra un po' troppo...

    Mi fermai un attimo e guardai Jaze che ora aveva un'espressione indecifrabile in volto, ma in qualsiasi caso non mi sembrava molto contento della piega che stava prendendo la situazione. Al contrario lo sguardo serafico di Rem mi confondeva a tal punto che anche io ero combattuto sul da farsi. Così mi rivolsi alla ragazza.

    In passato, ho certamente agito più volte in modo poco etico, ma il mio onore mi ha sempre spinto ad evitare combattimenti contro le donne. A meno che non fossero stati estremamente necessari...

    "O a meno che non avessi davvero perso la pazienza..." Però non era questo il caso.

    E poi non mi sembra che Jaze sia molto d'accordo con questa tua scelta. O sbaglio?

    Chiesi, riferito un po' ad entrambi. "E poi come faccio a testare le mie nuove capacità se questo posto è completamente vuoto? I miei poteri funzionano al meglio nel mondo reale, su oggetti, persone, materiali ed esseri viventi... Conoscendo l'enorme forza di Skor... Guerra; qui sarei davvero in una situazione di svantaggio..." Stavo rimuginando tra me e me, quando il terreno intorno a noi cominciò a cambiare. Stavolta mi misi subito in guardia non capendo cosa stesse succedendo. Poi una strana nebbia cominciò ad alzarsi dal terreno e ci avvolse... Osservai quello strano fenomeno guardandomi intorno. Era come se la nebbia si stesse addensando attorno a delle figure eteree. In seguito, cominciarono a comparire i primi colori, ma erano più simili a sfumature sbiadite. Sembrava che un pittore stesse mischiando i suoi acquerelli su quella strana tela di nebbia. Infine tutto sembrò velocizzarsi, come se il tempo avesse cominciato a scorrere al doppio o al triplo della sua normale velocità. L'ambiente prima luminoso, cominciò ad essere sempre più tetro. I colori prima sbiaditi, cominciarono a saturarsi e a raccogliersi in forme solide e variegate. Guardando in basso si cominciarono a scorgere dei sassi su un terreno coperto d'erba. Poi, più in alto, arbusti ed alberi dalle fattezze estremamente particolari nacquero dal nulla. Guglie di roccia e e pietra estremamente elaborare si alzarono verso il cielo, insieme a pinnacoli di fuoco che ad intervalli esplodevano come geyser dal terreno. Bastono pochi attimi per creare un nuovo territorio così elaborato e pieno di particolari che per descriverlo tutto ci sarebbero volute ore intere...

    [spoiler_tag]Il magico territorio di Galadriel[/spoiler_tag]Galadriel


    Rimasi a bocca aperta nell'osservare ciò che quella magica nebbia si era lasciata alle spalle. "Fantastico... e meraviglioso." I miei pensieri non avevano altro da aggiungere davanti a quel mondo così vario e particolare. La stanza vuota e anonima era stata completamente stravolta. Il cambio di scenario però mi infuse una sorta di sicurezza che non riuscivo a spiegarmi. Sentivo dentro di me una sensazione strana, come se avessi già visto questo mondo. Eppure era impossibile! Sulla Terra, ma nemmeno nel resto dell'universo, sarebbe potuto esistere uno scenario simile.

    Un mondo del genere può essere visto solo nei sogni...

    Pensai ad alta voce mentre tenevo lo sguardo fisso sulla struttura enorme che aveva l'aria di essere un portale, ma del quale in realtà non potevo immaginare la funzione. All'interno vi era un vortice di luce bianca, che ogni tanto diventava leggermente gialla. Quella specie di enorme fuoco fatuo era la principale fonte di luce dell'intera zona e sembrava cedere energia verso l'esterno... Osservarlo da questa distanza però non mi avrebbe illuminato sul suo vero utilizzo. Quindi rimaneva un altro mistero a cui non sapevo dare risposta... Così tornai con i piedi (e con la mente) per terra e chiesi a Rem:

    Penso che tu ci debba una spiegazione... Cosa diavolo sta succedendo? Immagino sia opera tua no?

    Gli chiesi, dimenticandomi quasi di ciò che eravamo venuti a fare in quella stanza...
     
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