[SAGA] Il tè nel deserto

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    Il tè nel deserto


    Privata del gruppo Atlas


    Partecipanti:
    Fante di Cuori [Vandal]
    Jona Dreamwalker [IchigoMugetsu]
    Natsu Dragneel [Betto795]



    Spesso il deserto afghano ti priva anche di una delle poche cose delle quali non immagineresti protesti fare a meno: l'orizzonte. A differenza del deserto così come viene rappresentato nell'immaginario collettivo, quello afghano non è una semplice montagna di sabbia. Anzitutto potremo dire che per larghi tratti, più che sabbia, ci sia della polvere a ricoprire il duro suolo. Ogni tanto qualche spoglia vegetazione compare solo per darti l'illusione che per quelle lande ci sia vita, ma ciò che veramente scoraggia il viaggiatore sono delle enormi pareti rocciose che talvolta sembrano imprigionarsi o ti costringono a delle enormi deviazioni, a meno che tu sia uno scalatore con tratti meta-umani. Proprio per questo motivo spesso il deserto afghano non ti concede neanche di guardare il tuo orizzonte. Se credete che sia una cosa di poco conto, chiedete al viaggiatore sperso nel deserto se esserne privati sia una cosa di poco conto.
    In quel tratto particolare, nascosto proprio dietro uno di questi enormi colli rocciosi, c'è un villaggio che ha smesso di conoscere la vita da qualche secolo. Il mondo si è dimenticato di lui ben volentieri, troppo lontano per essere raggiunto senza rinunciare agli agi ai quali la civilizzazione ci ha abituato, ma anche semplicemente per poter garantire acqua e cibo ai propri abitanti senza che questi dovessero sobbarcarsi ogni volta i rischi di un viaggio che tutto era tranne che sicuro. Quel che ne rimaneva era una schiera di piccole case per lo più di pietra ed in parte rovinate dal passare del tempo, il cui colore tendente al beige faceva sì che la cittadella si confondesse col resto del panorama. A meno che non si entrasse dentro il villaggio, dunque, il luogo era destinato ad una fredda indifferenza.
    Proprio per questo motivo il gruppo che lo aveva occupato lo aveva scelto. A loro serviva indifferenza, non essere visti da occhi indiscreti. Perciò, se all'apparenza quella cittadella restava lo stesso luogo morto dei secoli precedenti, nel frattempo sotto di essa era stata costruita una base segreta che aveva caratteri opposti rispetto alla sua "controparte" in superficie: moderna, sicura, tecnologica, con ogni risorsa possibile a propria disposizione. D'altronde lo scopo di quel gruppo era ambizioso e senza i giusti mezzi sarebbe stato irraggiungibile.

    ***



    In una stanza del quartier generale, tre figure parlavano nell'ombra.
    "L'ultima volta che abbiamo agito siamo stati degli sciocchi. Abbiamo puntato il nostro obiettivo attaccando a testa bassa, sottovalutando però le risorse dei nostri avversari che, puntualmente, ci colgono impreparati. Per questo motivo questa volta stiamo agendo diversamente, tessendo subdolamente una rete che li coglierà impreparati."
    "E l'obiettivo prioritario dell'ultima missione?"
    "Tempo al tempo. Questa volta ragioneremo per gradi. Ci sono ancora molti scalini da fare prima di arrivarci. Ora, se permettete, ho un impegno dall'altra parte del mondo. Rimarrete voi due qui al comando. Niente deve andare storto: il lavoro procede bene, lento ma inesorabile, senza che nessuno possa fare niente per fermarlo!"
    "Sì, Capo."
    Mentre la figura che in quella stanza rappresentava il più alto grado gerarchico dell'organizzazione se ne andava, non immaginava che, di lì a poco, la quiete del loro lavoro sarebbe stata rovinata da un gruppo di persone capeggiato da Jimmy Woo, che era appena atterrato nei pressi del villaggio apparentemente abbandonato.

    Edited by -Ferry- - 28/4/2019, 22:18
     
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    Natsu Dragneel liv 11

    [ENTRO]

    Qualcosa doveva essere andato storto. Rispetto a quello che era stato detto durante la riunione alla base Atlas, ero stato assegnato ad una squadra differente. Quando mi era stato comunicato avevo fatto spallucce senza darci troppa importanza. "L'importante è essere in missione!" Avevo pensato prima della partenza. Poi tutto aveva iniziato a muoversi a rallentatore. I bordi degli oggetti e delle persone si erano fatti sfocati e il mondo aveva cominciato a sbiadire. Fino a quando tutto diventò nero...

    Iniziai a riprendere conoscenza lentamente. Mi sentivo intorpidito e avevo la bocca allappata. Aprii lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco quello che avevo davanti. La luce entrava fulgida da un'unica direzione. Ero seduto e legato con delle cinture ad un sedile. "Ma che diavolo?!" Pensai confuso per un momento. Solo dopo i pezzettini del puzzle vennero a galla e mi ricordai di cosa era successo! M-11 aveva esaudito la mia richiesta: Ma certo! Ero stato sedato da un clock prima che il viaggio iniziasse per evitare di star male!" Ricordai l'iniezione, io che salivo su uno dei jet supervelocissimi dell'organizzazione, io che mi sedevo e poi più nulla. Vuoto totale. Però, nonostante il jet fosse ancora in volo, stavo una favola!

    Ingerii d'un fiato almeno un litro d'acqua fresca, mi liberai dalle cinture che mi ancoravano al sedile e ancora mezzo intontito dai sedativi mi incollai al vetro del veivolo. Stavamo atterrando e fuori si vedeva un'enorme distesa di sabbia ininterrotta! L'unica eccezione era un piccolo villaggio. "La nostra destinazione." Immaginai. Però non sembrava nulla di speciale. Non c'erano marchingegni strani, mostri o altre cose fuori posto. Tutto sembrava calmo e tranquillo.

    Pochi secondi dopo scesi come un fulmine dal nostro mezzo di trasporto ed atterrai sopra una duna di sabbia alzando una piccola nuvola di sabbia. Il sole era alto nel cielo e faceva caldissimo!
    Mi girai verso gli altri miei compagni di viaggio che stavano magicamente comparendo dal super velocissimo ed invisibilissimo jet. Con noi c'era il capo dell'organizzazione: Jimmy!

    Siamo arrivati! Che si fa adesso? Non vedo l'ora di entrare in azione! Sono tutto un fuoco!

    Dissi eccitato sfregando le mani l'una sull'altra mentre da esse usciva un pò di fumo e qualche fiammella.

    Edited by Betto795 - 29/9/2023, 22:19
     
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    [ENTRO]

    Non sembra nemmeno lui quando dorme.. Si ritrovò a pensare il giovane Agente, mentre guardava il suo amico Natsu, il quale stava dormendo beatamente sul proprio sedile. Una delle miriadi di meduse meccaniche al servizio di Atlas lo aveva sedato e, non appena l'elivolo dell'Agenzia aveva iniziato le manovre di decollo, il ragazzo dai capelli rosa era caduto in un profondo sonno. Il Miracolo si ricordava bene del problema dell'amico coi mezzi di trasporto, perciò non aveva fatto altro che sorridere alla vista della scena.
    Per tutto il viaggio non aveva spiccicato una parola; più che altro se ne stava tranquillo al suo posto, con gli occhi chiusi, ma concentrato. Era la prima missione seria alla quale veniva assegnato, perciò non voleva fare brutta figura. Non come con il recupero di Miss Venus.. Pensò, mentre un brivido di autocommiserazione gli attraversava la schiena.
    Come al solito, il viaggio fu rapido e sprovvisto di sorprese. Natsu si svegliò proprio nel momento in cui il loro mezzo di trasporto si apprestava ad atterrare. Sembrava essere carico per la missione, nonostante gli si potesse leggere negli occhi un leggero senso di smarrimento, dovuto molto probabilmente ai sedativi. Quando lo vide avvicinarsi al vetro per guardare fuori, Jona non seppe resistere, e si affiancò a lui, curioso quanto il suo compagno di vedere dove sarebbero atterrati da li a pochi momenti: un gigantesco mare di sabbia si stendeva di fronte ai suoi occhi, costellato in vari punti da picchi rocciosi di diverse dimensioni. Proprio sotto di loro, le uniche costruzioni presenti in quella landa si stagliavano: delle casupole rudimentali e spartane, logorate dal tempo e dagli agenti atmosferici. Ma in che razza di posto ci hanno portati per questa missione?
    Il mago di Fairy Tail fu il primo a scendere, seguito a ruota da Jona. I due stavano uno in fianco all'altro, e, mentre l'altro chiedeva delucidazioni riguardo il loro incarico, Jona si prese qualche momento a studiare meglio l'ambiente che li circondava: perse qualche istante a contemplare più da vicino e nel complesso il piccolo ex centro abitato, constatando che non poteva che essere abbandonato, viste le condizioni in cui versava; spostò poi il suo sguardo verso il deserto, osservando rapito quello scenario mozzafiato. L'aria tremolante appena sopra la sabbia, delle piccole montagne rocciose poco lontano dalla loro posizione. Si fissò il tutto nella testa. Alzò poi il capo, per guardare il sole: era incredibilmente forte, ed i suoi raggi picchiavano prepotenti sulla loro pelle. Il ragazzo chiuse gli occhi, rimanendo con il viso leggermente all'insù, così da assaporare ancora un poco la sensazione della luce dell'astro sulla propria pelle. Finché rimaniamo all'aperto, sono invincibile con questo clima. Pensò fra se e se, raggiante.
    Ritornato padrone di se stesso, si girò verso i restanti membri del gruppo, in attesa delle risposte alle domande di Natsu, non aggiungendo però niente a quanto detto da lui.

    Edited by IchigoMugetsu - 7/6/2019, 10:11
     
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    Armatura: sembra il suo costume di un tempo, ma si tratta di una corazza ultraleggera di fabbricazione Contraxiana.
    Entro certi limiti, controlla il suo potere: nel caso impazzisse di nuovo, limiterebbe l'emissione energetica verso l'esterno impedendo al Fante di Cuori di causare disastri, almeno per un po'.
    La sua funzione principale , rimane quella di proteggere il Fante di Cuori dagli attacchi esterni.

    Biocomputer: è una parte del suo cervello rigenerato; piccolo come un chicco di riso, costituito da un complicatissimo intreccio di polimeri proteici non presenti sulla terra. Contiene tutte le sue memorie precedenti alla morte.
    Non è accessibile a chiunque: è stato costruito traendo spunto dai “contenitori di anime” una tecnologia dei Dutui-Alphan ormai superata. Solo questo tipo di entità può interfacciasi con esso: non è una macchina, quindi non è collegabile ai tecnopati e non è sensibile alle stimolazioni cerebrali, quindi nemmeno alle onde telepatiche.
    Lo scopo di questa tecnologia è preservare le memorie e permettere al Dutui-Alphan “parassita” di estrarle e riversarle nella mente del suo “ospite” gradualmente.
    Infatti, l'elevata complessità del cervello di Jack, lo rende particolarmente sensibile al processo di ricostruzione mnemonica artificiale sviluppato dai Contraxiani.
    Le caratteristiche del biocomputer impediscono connessioni sensoriali e quindi, anche gli aggiornamenti delle memorie in esso contenuto in tempo reale: uno dei compiti dell'ospite alieno, è proprio quello di aggiornare il sistema, progressivamente.


    Il Fante di Cuori aveva preceduto la squadra con mezzi propri.
    Sfrecciando sott'acqua (non aver bisogno di respirare aiutava) e poi in volo radente fra le montagne.
    Dio se il mare era inquinato!
    Siccome ci voleva tempo era lì che li aspettava da circa tre giorni. Non lì fisicamente. Un'altra precauzione per la sicurezza. Non esistevano dispositivi per individuare la radiazione specifica dell'energia zero, o almeno così stavano le cose l'ultima volta che aveva controllato (era passato del tempo), ma perché non fare attenzione? Sempre meglio di un proiettile in testa.
    Li vide atterrare e sbarcare.
    Non aveva nulla contro il volare in seconda classe, ma era troppo bello quello che sapeva fare per rinunciarci senza una buona ragione.
    Perfino di toccare terra si rifiutava: se ne stava lì a fluttuare a gambe incrociate come un guru tibetano di certi fumetti di maghi e vendicatori mascherati invisibili che leggeva...Porca miseria: una vita fa, letteralmente.
    Se volevano tendergli un agguato, tanto peggio: nell'ipotesi migliore un sacco di £$$%&£$£ morti bruciati, nella peggiore...aveva vissuto un bel secondo giro d giostra e ingoiato abbastanza merda per altri cinque.
    Qualcuno di voi ingegneri missilistici sa qual'è la missione per cui siamo stati mandati a friggere vivi in questa sassaia? domandò senza il minimo entusiasmo.
     
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    Jimmy Woo covava dentro di sé un misto di agitazione ed emozione. Era un bel po' che non si rimetteva in gioco seriamente, forse era un po' arrugginito ma allo stesso tempo, più che essere preoccupato di ciò, fremeva per la missione che si accingevano ad intraprendere.
    Aveva subito iniziato ad esaminare l'ambiente circostante: lì da quelle parti doveva esserci quell'anomalia che l'Atlas aveva rilevato. Inutile dire che quella vecchia cittadella di pietra sperduta nel deserto fosse la candidata principale a nascondere la fonte di quel rilevamento. Eppure Jimmy Woo non smetteva di scrutare tutto l'ambiente circostante. Un particolare lo inquietò non poco: da quando lui e la sua squadra erano arrivati, iniziò a notare un affollamento anomalo di fauna desertica. Non che ci fosse un'adunata paragonabile a quella degli animali nel Re Leone per la nascita di Simba, ma per essere un deserto iniziava ad esserci un po' troppa vita. Dapprima si affacciarono da un paio di casette di pietra, quattro iene. Dalle pareti rocciose che facevano da "contenitore" della cittadella si affacciarono alcuni suricati. Sembravano in attesa di qualcosa.
    I compagni avevano iniziato a fare delle domande sullo svolgimento della missione, ma Jimmy non li stava ascoltando, era pensieroso. Sentendo in lontananza dei rumori alle sue spalle, si girò e vide, a parecchi metri di distanza, una quindicina di gazzelle gozzute che guardavano in direzione della delegazione dell'Atlas.
    "Sono un po' troppe..."
    Non aveva torto: quella situazione era anomala, ma non per i motivi che poteva immaginare.
    Jimmy fissava gli animali quasi a sfidarli o intimorirli. Dal canto loro, le gazzelle non staccarono un attimo lo sguardo da loro. Probabilmente non erano abituate a vedere esseri umani da quelle parti, forse erano intimorite. In realtà, dietro al comportamento di quelle creature c'era ben altro; niente a che vedere con la reazione naturale che quelle bestie avrebbero avuto normalmente.
    Dopo infiniti secondi a fissarsi, durante i quali Jimmy Woo rimase in assoluto silenzio, alla fine le gazzelle iniziarono a fare versi strani, particolarmente strozzati. Erano il preludio ad una carica, qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato. Gli animali avanzavano a grande velocità verso Jimmy e la sua squadra. Non appena fossero stati vicini, si sarebbero accorti che la taglia di quelle creature era decisamente più grande di quella media della loro razza. In particolare, oltre ad una stazza maggiore, le zampe erano meno esili e le scure corna erano un po' più lunghe. Il branco beige era compatto e deciso a travolgere quegli stranieri molesti.
    Finalmente Jimmy Woo ruppe il suo silenzio:
    "Signori, mettete da parte l'animalista che è in voi se volete uscirne bene!"
    Anche se l'Atlas era abituato a minacce ben peggiori, di certo quel benvenuto non faceva piacere a nessuno dei presenti. Una cosa positiva c'era però: la folle reazione delle gazzelle confermava che in quel posto c'era qualcosa di anomalo.
     
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    Natsu Dragneel liv 11

    Appena sceso dalla navicella, Jona mi seguì a ruota. Quel ragazzo era una mina vagante e mi ricordava continuamente tutti i miei amici a Fairy Tail. "Avrebbe lo spirito giusto per entrare nella gilda!" Pensai raggiante.
    Tra l'altro, preso dalla foga, non mi ero accorto che un altro membro della missione ci aveva preceduto e ci aspettava fluttuando a mezz'aria. Lo salutai raggiante con la mano. "Qui però volano tutti tranne me. Uffi..." Sbuffai fra me e me.

    Nel mentre il capo non aveva risposto alle domande. Sembrava pensieroso e continuava a guardarsi intorno. In particolare fissava con insistenza un gruppo di animali poco distanti da noi. Rimasi per un'attimo a fissare Jimmy con la testa leggermente inclinata. Poi guardai i miei compagni di missione facendo spallucce. "Cos'hanno di particolare quegli animali?" Certo, un branco in mezzo a questo deserto afoso non era così scontato, ma non mi sembrava particolarmente eclatante. Ad un certo punto però, come aizzati da qualcosa di invisibile, gli animali cominciarono a fare versi particolarmente strani e sgraziati. "Ma che cavolo? Ok, questo è strano!" Pensai ridendo in quel marasma di versi che si era alzato. Poco dopo le bestie si voltarono tutte all'unisono verso di noi e ci caricarono puntandoci addosso le loro corna appuntite. Alzai un sopracciglio con fare interrogativo, non capendo cosa gli avessimo fatto di male. Però, più si avvicinavano e più le stranezze aumentavano: quelle gazzelle erano maledettamente enormi! "Ma qui cosa danno da mangiare agli animali??"

    Il gruppo galoppò velocemente verso di noi. Attesi che ci raggiungessero, poi appena una di quelle bestie si avvicinò abbastanza balzai in alto evitando la sua carica e cercai di agganciare una delle due corna. Non appena l'afferrai iniziai ad essere tirato dall'animale in corsa che sembrava non aver gradito il mio gesto.

    Woooowwww è la prima volta che faccio un rodeooo.

    Dissi mentre venivo "portato a spasso". Cercai di ancorarmi al collo della bestia e poi tirai entrambe le corna con tutta la mia forza. Speravo che in questo modo sarei riuscito a domarlo. Già mi brillavano gli occhi al pensiero di ottenere una cavalcatura del deserto sovradimensionata!
     
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    Jona, mentre era intento ad attendere delle risposte da parte di Mr. Woo, percepì uno spostamento d'aria poco lontano da loro: si girò a guardare di scatto, ritrovandosi a posare gli occhi sul Fante di Cuori, il quale li aveva preceduti. Lo salutò come Natsu con la mano, ma il suo entusiasmo scemò pian piano nell'udire quanto detto dal compare. Uaaaaoooo... Ma subito scacciò quei pensieri; era un suo compagno, e per quanto svogliato o negato per le interazioni sociali, non doveva giudicarlo male. Un clima di tensione all'interno della squadra avrebbe portato solo al fallimento. Si limitò quindi a fare spallucce e fare segno di no con la testa per rispondere a Jonathan.
    Successivamente tornò a guardare il capo dell'Agenzia, notando che era intento a fissare un branco di animali. Quando anche il ragazzo dai capelli neri si concentrò su di loro, notò subito che qualcosa non tornava. Ma aspetta... Non sono...
    Interrompendo il filo dei suoi pensieri, gli animali, come allertati da qualcosa, si agitarono, ed iniziarono a caricare il gruppo. Più si avvicinavano, più si notava il fatto che fossero di qualche taglia di troppo. Per la barba di Moradin! Lo dicevo io che avevano qualcosa che non andava! Ma ora non aveva tempo per distrarsi: quelle creature avanzavano con gran rapidità, perciò serviva una risposta tempestiva.
    Di colpo, attorno al ragazzo esplose la sua Aura dorata, ruggente per via della forte luce solare. Diede una rapida occhiata al suo amico Natsu, con un sorrisetto furbo stampato in viso.

    Come diresti tu, amico mio: sono tutto un fuoco.

    Ormai gli animali erano prossimi all'impatto: il Miracolo piantò per bene le gambe al terreno, pronto ad afferrare una delle gazzelle per le corna. Mancava sempre meno. Venti metri, quindici, dieci...
    D'improvviso, Jona partì in volo, rasente al terreno. Afferrò Woo sotto le ascelle, alzandosi poi in volo in verticale, arrivando a circa una decina di metri dal suolo. Cercò di mettersi il capo sulle spalle, in modo da poter comunque avere una certa mobilità con le braccia. Non poteva dire se il boss avesse apprezzato o meno, ma era a conoscenza del fatto che fosse un comune umano, senza poteri di alcun genere. Perciò aveva deciso di prendere quella precauzione.

    Mi scuso per il modo poco gentile, signore, ma ho pensato che non le sarebbe dispiaciuto un passaggio.

    Dopo aver parlato, unì i palmi delle mani, intrecciando poi le dita fra loro. La sua Aura ruggì ancora di più, aumentando di dimensioni; gli occhi emisero un forte impulso dorato, mentre il giovane Agente allargava le braccia in orizzontale. Dieci globi luminosi si crearono attorno a lui, ribollenti e pulsanti di energia. Successivamente, mosse le braccia in avanti, in direzione del branco impazzito: tutte e dieci le meteore si mossero assieme ai suoi arti, puntando gli animali. Aveva optato per un attacco ad area, invece che mirare a singoli bersagli, perciò le meteore avrebbero colpito a caso nel mucchio, cercando di fare più danni possibile. Come odio far del male a degli animali, dannazione...
     
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    Entro certi limiti, controlla il suo potere: nel caso impazzisse di nuovo, limiterebbe l'emissione energetica verso l'esterno impedendo al Fante di Cuori di causare disastri, almeno per un po'.
    La sua funzione principale , rimane quella di proteggere il Fante di Cuori dagli attacchi esterni.

    Biocomputer: è una parte del suo cervello rigenerato; piccolo come un chicco di riso, costituito da un complicatissimo intreccio di polimeri proteici non presenti sulla terra. Contiene tutte le sue memorie precedenti alla morte.
    Non è accessibile a chiunque: è stato costruito traendo spunto dai “contenitori di anime” una tecnologia dei Dutui-Alphan ormai superata. Solo questo tipo di entità può interfacciasi con esso: non è una macchina, quindi non è collegabile ai tecnopati e non è sensibile alle stimolazioni cerebrali, quindi nemmeno alle onde telepatiche.
    Lo scopo di questa tecnologia è preservare le memorie e permettere al Dutui-Alphan “parassita” di estrarle e riversarle nella mente del suo “ospite” gradualmente.
    Infatti, l'elevata complessità del cervello di Jack, lo rende particolarmente sensibile al processo di ricostruzione mnemonica artificiale sviluppato dai Contraxiani.
    Le caratteristiche del biocomputer impediscono connessioni sensoriali e quindi, anche gli aggiornamenti delle memorie in esso contenuto in tempo reale: uno dei compiti dell'ospite alieno, è proprio quello di aggiornare il sistema, progressivamente.


    C'era sempre spazio nella collezione di Jonathan: Jonathan collezionava idiozie.
    Idiozie che vedeva, idiozie che succedevano a lui, idiozie che succedevano ad altri.
    Guardò le gazzelle OVVIAMENTE innocue, per chi come lui poteva volare e se ne stava sospeso fuori dalla portata delle loro corna e dei loro zoccoli.
    Farsi infilzare e calpestare apposta: quello si che sarebbe stato un bel pezzo per la sua collezione.
    Ammesso che non si facessero spuntare le ali, per lui erano indifferenti e se ne sarebbe rimasto a sonnecchiare in aria finché non avesse ricevuto nuovi ordini.
    Poi dide Jona che afferava Woo.
    Bah! bofonchiò cercando di afferrare Natsu per il collo e portarlo via da quel branco di animali infuriati, o controlalti mentalmente, o quel che erano.
    Il leader avrebbe deciso la prossima mossa: ne era abbastnza sicuro.

    Edited by Betto795 - 29/9/2023, 22:19
     
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    Jimmy Woo non si aspettava assolutamente di essere portato in alto da Jona. Se inizialmente provò fastidio nell'essere trasportato via senza particolare preavviso, tanto da sentirsi inerme, dall'altro non poteva certo prendersela con chi lo aveva appena salvato. Era vero che voleva testarsi sul campo, anche a costo di rischiare qualcosa, ma preferiva rischiare quando la missione fosse almeno cominciata. Per quanto il comportamento degli animali fosse strano e, allo stesso tempo, fosse indice dell'anomalia che era stata rilevata, Jimmy Woo si rifiutava di pensare che la missione potesse dirsi iniziata. Al più poteva ritenere quella una formalità per potersi avvicinare il più possibile al proprio obiettivo.
    L'attacco di Jona colpì molte delle gazzelle che avevano attaccato i suoi compagni, mentre il Fante di Cuori era riuscito a portare con sé Natsu, mettendo fine anzitempo a quell'improvvisato ed imprevisto rodeo. Degli animali, solo tre non crollarono a seguito dell'offensiva di Jona ed iniziarono ad allontanarsi e disperdersi.
    "Ragazzi, il pericolo sembra scongiurato, torniamo giù!" fu l'ordine di Jimmy Woo.
    Dopo pochi secondi da questo comando, sia che fossero atterrati sia che non lo avessero fatto, una voce (piuttosto profonda) avrebbe attirato la loro attenzione. Proveniva dal villaggio che ritenevano abbandonato. Il fatto che ci fosse vita lì alimentava i sospetti di Woo e, probabilmente, di tutti i suoi uomini. Il capogruppo iniziò a guardarsi intorno per cercare di capire da dove provenissero le parole che stavano udendo. Prima che potesse individuare il proprio interlocutore, quest'ultimo si portò avanti col proprio discorso, pronunciato a sorpresa in un inglese piuttosto fluente:
    "Non è benaugurante uccidere le Sacre Gazzelle del Deserto. Sapete, per alcune persone meno... al passo con i tempi, diciamo, penserebbero che avete fatto un torto ad una qualche divinità."
    Finalmente l'uomo si palesò, emergendo da una delle casette di pietra: aveva un copricapo rosso e bianco per ripararsi dal solo, una barba nera piuttosto folta ed un fisico abbastanza gracile che non superava il metro e settanta d'altezza, tanto che la sua tunica bianca sembrava stargli decisamente grande. Ad occhio la sua età poteva oscillare fra i quaranta ed i cinquant'anni, ma magari senza quella folta barba ne avrebbe dimostrati trenta.
    "Quelle Gazzelle, in realtà, sono la prova che Qualcuno è passato qui e ci ha lasciato un dono. Se di dono possiamo parlare."
    Tacque, come se volesse scrutare meglio i nuovi arrivati.
    "Probabilmente siete qui per la stessa cosa di cui parlo. Venite, vi mostro una cosa."
    Jimmy Woo esitò, sentiva di non potersi fidare di quell'uomo.
    "Chi diavolo sei? E perché sai parlare la nostra lingua?"
    "Perché di stranieri ne sono passati tanti, con alcuni ho convissuto forzatamente. Se ora volete seguirmi, vi mostrerò una cosa. Potete fidarvi, non mordo."
    Woo guardò i suoi e dopo averli guardati tutti negli occhi avrebbe fatto loro cenno di seguirlo. Se gli altri si fossero accodati, avrebbero attraversato per diversi metri quel villaggio di pietra ormai privo di vita, fino a quando non si fossero trovati di fronte ad un piccolo edificio rovinato, leggermente più grande delle altre piccole casette che componevano il villaggio e con una forma molto più squadrata, nonostante il tempo avesse smussato gli angoli di quella specie di parallelepipedo di pietra.
     
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    Natsu Dragneel liv 11

    Prima che riuscissi a conquistarmi la mia cavalcatura, il Fante di Cuori mi afferrò per il collo e mi portò in volo fuori dalla loro portata.

    Ehi, amico... Ti sembra questo il modo di salvare un tuo compagno?

    Cercai di dirgli nonostante il modo strambo in cui mi aveva afferrato. Intanto, mentre venivo portato in giro come un sacco di patatate Jona si occupò della mandria di gazzelle grazie ai suoi poteri. Attesi immobile e a braccia incrociate che il capo desse l'ordine di tornare a terra. Iniziava a mancarmi l'aria. Per questo, non appena i miei piedi toccarono la sabbia mi divincolai dalla presa del "mio salvatore" e ripresi fiato respirando a pieni polmoni mentre lo guardavo di sottecchi. "Tu sei strano amico! Davvero strano." Pensai tra me e me massaggiandomi la collottola con la mano.
    Poi la voce profonda di un uomo attirò la nostra attenzione verso il gruppo di casette che sembravano abbandonate. Disse qualcosa che ritenni poco importante riguardo delle Sacre Gazzelle e dopo essersi mostrato ci disse che ci avrebbe mostrato qualcosa. "mmm quel tipo ha un'odore strano..." Pensai. Il mio olfatto super sviluppato infatti aveva captato qualcosa di anomalo, ma non riuscii a definire bene di cosa si trattasse. Per ora "strano" sembrava la parola più adatta. Anche Jimmy non sembrava essere molto convinto dai modi di fare dell'uomo e si dimostrò abbastanza guardingo nei suoi confronti.
    In qualsiasi caso non avevamo molto da fare o molti indizi da seguire, quindi feci spallucce per comunicare il fatto che per me avremmo anche potuto seguirlo. Se ci avesse portato nel covo dei cattivi sarebbe stato tutto più semplice no? "Basterà dar fuoco a tutto e sconfiggere chiunque ci si pari davanti! Sarà facile come sconfiggere quella testa quadra di Gray!"
     
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    Jona Dreamwalker Liv 11 Exp 1

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    Non si aspettava una gran resistenza da parte di quel branco di gazzelle decisamente troppo cresciute, ma un po' rimase colpito dal fatto che la sua offensiva aveva abbattuto la maggior parte degli animali, dei quali solo 3 riuscirono a scampare alle meteore di energia, dileguandosi alla stessa velocità con la quale si erano palesate. Beh, è stato facile. Si disse dentro se stesso, mentre eseguiva l'ordine del loro capo di tornare a terra. E fu proprio quando toccò il suolo che una voce risuonò nell'aria, resa forte e quasi rimbombante dal pesante silenzio che gravava su quel luogo.
    Grazie al suo udito potenziato riuscì a triangolare con facilità la posizione della persona che aveva parlato ancora prima che questi si palesasse: era un uomo decisamente secco e prosciugato, con indosso una voluminosa tunica bianca, ed un turbante rosso e bianco ad adornargli la testa. Una folta barba incorniciava un viso scavato e dalla pelle resa scura dal sole, ma i suoi occhi erano fin troppo vivi. Il Miracolo socchiuse gli occhi mentre lo sconosciuto parlava, affermando che gli animali che gli Atlas avevano appena abbattuto erano considerati sacri. Probabilmente tale notizia non avrebbe scosso più di tanto gli altri membri della spedizione, ma Jona ci rimase un attimo di sasso; dopotutto proveniva da una dimensione dove il mortale ed il divino erano legati da qualcosa di molto più grosso di un sottile filo invisibile, e prendeva sempre sul serio tali notizie. Oh.. Dannazione...
    Ma il ragazzo dai capelli corvini non si scompose, mantenendo un'espressione seria e concentrata.
    Lo straniero proseguì nel frattempo col suo discorso, invitando il gruppo a seguirlo. Dopo un iniziale attimo di titubanza, il loro leader fece cenno di seguirlo, cenno al quale Jona rispose muovendo la testa su e giù per mimare un "signorsì". Ma non si accodò subito ai suoi compagni. Prima si avvicinò ad una delle gazzelle stese a terra prive di vita, quella più vicina; si inginocchiò da parte ad essa, poggiando il palmo della mano sul petto dell'animale, all'altezza del cuore.
    Mio Signore Paladine, perdona questo tuo umile Araldo per il peccato da egli commesso, e fai si che queste sventurate creature possano trovare la pace nelle sconfinate praterie sempreverdi di Celestia.
    Rimase in quella posizione giusto il tempo della preghiera, ad occhi chiusi, dopodiché si rialzò, tornando dai suoi compagni.
    Si addentrarono in quel villaggio fantasma, ormai rovinato dalle interperie e dal tempo, il quale creava un'atmosfera lugubre nonostante fosse pieno giorno. Che strano posto... Si ritrovò a pensare, quasi senza accorgersene. Qualcosa non gli quadrava, ma ancora non riusciva a capire bene cosa. Eppure percepiva una strana sensazione dentro di se, nel profondo, ma per ora non era in grado di decifrarla.
    Percorsero poca strada, fino a quando non si trovarono di fronte ad un edificio quadrato, leggermente più rovinato degli altri, ma dall'aria molto più solida. Il giovane Re si accigliò quando lo vide. Quella strana sensazione che sentiva si era intensificata leggermente.

    Mi sembra quasi.. Una sorta di tempio, per quanto strano possa sembrare..

    Disse, più come un pensiero detto al alta voce che altro.
     
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    Cinico ottimista

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    Un po' da un posto, un po' da un altro.

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    FANTE DI CUORI lv 11

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    Armatura: sembra il suo costume di un tempo, ma si tratta di una corazza ultraleggera di fabbricazione Contraxiana.
    Entro certi limiti, controlla il suo potere: nel caso impazzisse di nuovo, limiterebbe l'emissione energetica verso l'esterno impedendo al Fante di Cuori di causare disastri, almeno per un po'.
    La sua funzione principale , rimane quella di proteggere il Fante di Cuori dagli attacchi esterni.

    Biocomputer: è una parte del suo cervello rigenerato; piccolo come un chicco di riso, costituito da un complicatissimo intreccio di polimeri proteici non presenti sulla terra. Contiene tutte le sue memorie precedenti alla morte.
    Non è accessibile a chiunque: è stato costruito traendo spunto dai “contenitori di anime” una tecnologia dei Dutui-Alphan ormai superata. Solo questo tipo di entità può interfacciasi con esso: non è una macchina, quindi non è collegabile ai tecnopati e non è sensibile alle stimolazioni cerebrali, quindi nemmeno alle onde telepatiche.
    Lo scopo di questa tecnologia è preservare le memorie e permettere al Dutui-Alphan “parassita” di estrarle e riversarle nella mente del suo “ospite” gradualmente.
    Infatti, l'elevata complessità del cervello di Jack, lo rende particolarmente sensibile al processo di ricostruzione mnemonica artificiale sviluppato dai Contraxiani.
    Le caratteristiche del biocomputer impediscono connessioni sensoriali e quindi, anche gli aggiornamenti delle memorie in esso contenuto in tempo reale: uno dei compiti dell'ospite alieno, è proprio quello di aggiornare il sistema, progressivamente.


    Forse Jonathan non avrebbe speso altro tempo della sua (probabilmente) breve vita salvando Natsu.
    Non troppo presto almeno.
    O forse no. Inutile mentire a se stesso: non era ancora abbastaza S£$%#o per certe cose.
    Oh, sì...fidiamoci dello sconosciuto che probabilmente controlla gli animali con la forza del pensiero...che male può fare? sussurrò mentre seguiva Woo e gli altri. Sempre senza toccare terra: probabilmente non l'avrebbe fatto per un mese. Era proprio dell'umore giusto per prendere per i fondelli la forza di gravità.
    Se per voi non fa differenza, io rimango di guardia!
    E per rimanere di guardia, intendeva fluttuare sopra il villaggio disabitato, con una discreta visuale dell'edificio dove mister "non uccidere le gazzelle sacre" (cosa che Jonathan non aveva fatto comunque) li stava portando.

    Edited by Betto795 - 29/9/2023, 22:20
     
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    Patafisico

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    Una volta entrati nel piccolo e spigoloso edificio al quale lo straniero li aveva condotti, gli Atlas (o almeno, quelli di loro che erano entrati, visto che il Fante di Cuori rimase di guardia all'esterno, sospeso in aria) avrebbero notato due cose in particolare: una specie di piccolo altare, sul quale erano poggiati tre calici, e la parete dietro quest'ultimo, dove capeggiavano dei ricchi e confusionari affreschi. Stando attenti, si poteva notare che il colore che prevaleva era il blu. Questo perché molte delle figure presenti erano rappresentate con la pelle di quel colore. Lo stile, nonostante non fosse raffinatissimo, era caratterizzato da forme ben smussate e poco spigolose, con un certo senso della prospettiva e delle proporzioni fisiche.
    Lo straniero avanzò fino all'altare, sollevò il calice in posizione centrale rispetto gli altri due e lo mostrò ai suoi "ospiti".
    "Ognuno brinda alle divinità alle quali crede!" disse con tono ironico, per poi rimettere al suo posto la coppa.
    Poi invitò gli Atlas ad avvicinarsi all'affresco, in modo che potesse illustrare quello che vi era rappresentato.
    "Vedete, per coloro che abitavano questo villaggio il loro Anno Zero, la loro nascita di Cristo, fu l'incontro con quelli che loro chiamavano Frammenti del Cielo, quelli che loro definivano come angeli scesi a benedire il loro villaggio e che oggi, con tutta probabilità, scopriremmo essere nient'altro che alieni. Dal loro arrivo iniziarono a succedere cose strane: gli abitanti del paesino divennero guerrieri portentosi, conosciuti in tutta la nazione, le armi forgiate erano le migliori che si fossero mai viste fino a quel momento. Questo permise al villaggio di prosperare e di far vivere tutti nell'agiatezza (agiatezza relativa al momento storico, che non sappiamo identificare tutt'ora). Tuttavia, ad un certo punto, i Frammenti del Cielo abbandonarono il villaggio. Senza il loro supporto, gli abitanti iniziarono ad andare nel panico: non erano in grado di costruire armi tanto valide e, col passare del tempo, i guerrieri iniziarono a perdere la loro forza. In preda alla disperazione, i pochi che ancora conservavano il proprio vigore cercarono di prendere il potere con la violenza. Il risultato fu una guerra civile che, di fatto, annientò il villaggio stesso. I pochi superstiti, deboli ed isolati in un paesino ormai senza alcuna risorsa, abbandonarono la zona."
    Per un attimo lo straniero, dopo un racconto pieno di entusiasmo, fece trasparire un po' di tristezza per le sorti di quel villaggio. Immediatamente, però, il suo tono torno squillante ed entusiasta.
    "Tuttavia, tuttavia, i Frammenti del Cielo avevano lasciato una... scia. Qui, fra le pareti rocciose, nel sottosuolo o da qualche altra parte, deve essere rimasta una fonte del Dono che i Frammenti del Cielo hanno lasciato. Parte della fauna, come avete potuto vedere, è mutata, ma non sappiamo quale sia l'origine di questa mutazione. Per questo io e gli altri Guardiani del Cielo preserviamo questo posto mentre cerchiamo La Fonte."
    Lo straniero aveva assunto un tono solenne.
    "Il vostro arrivo è provvidenziale! Ditemi, cosa vi ha attirato qui? Avete percepito qualcosa? Potete aiutarci a localizzare La fonte? Non sapete quanto vi sarei riconoscente se ci aiutaste nella nostra ricerca!"
    Attendeva una risposta, che Jimmy Woo non volle dargli direttamente, lasciando (se avessero voluto) l'onere ai propri compagni.
    "Signori, glielo spiegate voi?"
     
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    Lo temi, lo eviti. Il destino arriva comunque.

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    Un regno dimenticato

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    Natsu Dragneel liv 11

    Il tipo che avevamo trovato ci condusse all'interno dell'edificio. Tutti tranne l'altro nostro "compagno" (che per poco non mi aveva strangolato). Mentre entravamo mi avvicinai a Jona e gli dissi sotto voce:

    Penso che quel tipo abbia qualche rotella fuori posto. Credo che il caldo gli dia alla testa.

    Gli dissi indicando al contempo dietro di me per far capire a chi mi riferivo.

    Una volta entrati ci trovammo in un posto un pò strano con le pareti disegnate e dei calici su un piccolo altare. "Sembra quasi una specie di tempio abbandonato." Pensai prima che il padrone di casa facesse giusto accenno a delle divinità. Poi, visto che nessuno di noi parlò, cominciò a raccontarci la storia di quello strano villaggio disperso nel deserto. Ascoltai il primo pezzo del racconto mentre girovagavo per la struttura guardandomi intorno. Non che ci fosse molto da guardare comunque. Mi diressi quindi verso il piccolo altare e portai la mia attenzione alla parete affrescata. La voce dell'oratore si perdeva nella stanza io persi il filo del discorso quasi subito. Intanto, dopo un'attenta analisi dei "tizi blu" cominciai a passare la mano sull'affresco come a spolverarlo per osservare un particolare. Sfortunatamente le mie doti da restauratore non erano eccelse. Quindi, non appena toccai la parete, alcuni pezzi d'intonaco si staccarono dal muro svolazzando nell'aria in una polverina azzurra. Finirono a terra lasciando uno dei tizi blu senza ginocchio. "Porco mondo!!!" Mi bloccai immediatamente e rimisi immediatamente la mano in tasca. Poi mi girai con fare disinvolto cercando di dissimulare il mio misfatto. Se ero fortunato nessuno ci avrebbe fatto caso. Nel mentre il tipo "Sbaglio o non ci ha ancora detto come si chiama?" ...aveva finito di parlare lasciandoci la possibilità di intervenire.

    Signori, glielo spiegate voi?

    Intervenne quindi Jimmy. Ritornai immediatamente sull'attenti, assumendo il cipiglio serio di chi la sapeva lunga... Nella mia testa però: "Cavolo! Non ho ascoltato una parola! Cosa ci diceva? Frammenti di alieni e gli anni di Cristo? Ostiiii." Pensai in ansia mentre con la coda dell'occhio cercai lo sguardo di Jona sperando con tutto il cuore che ci salvasse da quella situazione imbarazzante. "Non avevano detto che avrei dovuto studiare! Fare l'agente è davvero snervante!"

    Edited by Betto795 - 7/6/2021, 21:52
     
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    Jona Dreamwalker Liv 11 Exp 1

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    Auricolare, Scaglia di Lao


    Mentre entravano, il Fante di Cuori dichiarò di voler rimanere fuori di guardia, spostandosi sopra il villaggio di diversi metri. Jona si limitò a fissarlo un attimo, annuendo lievemente con la testa quando Natsu gli disse che quell'uomo che faceva squadra con loro fosse un po' strambo.
    Una volta dentro quello strano edificio, la stanza che si parò di fronte ai loro occhi era più spoglia di quanto il Miracolo si aspettasse: vi era un piccolo altare, sopra al quale stavano tre calici, e sulla parete opposta a loro vi era un grande affresco, il quale troneggiava su tutta la stanza. Gli occhi fulminei del ragazzo dai capelli corvini sondarono a gran velocità l'intera stanza, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse essergli sfuggita ad una prima vista. Ma apparentemente non vi era null'altro.

    Ognuno brinda alle divinità alle quali crede!

    Di colpo, lo sguardo del giovane Re volò sullo sconosciuto, puntandolo con occhi leggermente sgranati. Una frase alquanto strana... Che sappia più di quanto possa sembrare?
    Ma le parole pronunciate da quell'ambiguo uomo non erano finite li: iniziò a raccontare della storia di quel piccolo villaggio, narrando ai tre membri di Atlas di come, in un periodo del quale non si conosceva con esattezza la locazione temporale, un gruppo di alieni fosse giunto come salvatori e protettori, fornendo tecnologia e nozioni ai nativi, in modo da migliorarlo e far si che dominassero sui loro simili. Ma ad un certo punto, questa popolazione extraterrestre, così come era giunta, svanì nel nulla, provocando il declino sempre più rapido di quel villaggio del quale ormai non restavano che macerie e vecchie memorie.
    Sembrava essere finito così il racconto dell'uomo, il quale pareva essersi rattristito per colpa delle parole che lui stesso aveva pronunciato, quando, d'improvviso, il suo sguardo si riaccese, dandogli nuovo vigore per continuare il suo racconto, affermando che lui e altre persone, tali Guardiani del Cielo, stavano preservando quel luogo nel quale si trovavano ora poiché erano convinto che gli alieni avessero lasciato dietro di loro un residuo di ciò che avevano donato all'antica civiltà che abitava quelle lande. Chiuse il suo discorso chiedendo ai tre se fossero giunti li per dare loro una mano con la ricerca di questa fantomatica Fonte.
    Jona non si era perso una parola del discorso di quello strano individuo, anche se con gli occhi aveva fissato per tutto il tempo i calici e l'affresco; ciò nonostante, rimase stupito all'udire il capo, mr. Woo, chiedere ai due Agenti Speciali se avessero voluto spiegare la situazione al loro ospite. Rapidissimamente, fissò Natsu, il quale già lo stava guardando, riconoscendo nei suoi occhi la sua solita espressione. Anche se fuori non ebbe alcuna reazione, dentro di se Jona si diede una forte pacca sulla fronte. Dannazione amico... Guarda in che situazione mi hai lasciato.
    Ma, nonostante tutto, il Miracolo emise un leggero sospiro, rimanendo serio e composto. Si schiarì leggermente la voce, fissando i suoi occhi dorati in quelli del "Guardiano del Cielo".

    Per quanto mi sembra di capire, tu e i tuoi compagni volete ritrovare ciò che questi... Esseri, lasciarono qui chissà quanto tempo fa, per un qualche motivo che solo voi sapete. Sete di potere, magari conoscenza.
    Ma immagino che ognuno di voi sia spinto dall'egoistico desiderio di primeggiare sopra gli altri.
    Ma non siamo certo qua per giudicarvi. Non posso dirti il motivo che ci ha spinto a visitare questo posto, ma di certo non siamo qui per cercare un antico retaggio ormai perduto da chissà quanto tempo. Perciò, se posso darti un consiglio del tutto spassionato, raduna tutti i tuoi amici, e andatevene da questo posto abbandonato dagli Dei. Non troverete null'altro che sabbia, sole e delusione.


    Nel dire le ultime parole, i suoi occhi emisero un leggero impulso dorato, mentre la Runa del Potere appariva di nuovo sulla sua fronte.
     
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68 replies since 24/4/2019, 11:16   1497 views
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